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Autore: Attide    20/11/2011    6 recensioni
**Sento un moto di tenerezza nei suoi confronti nascermi dentro: in fondo è stata l’unica persona che abbia mai affrontato il problema così direttamente, e che mi abbia fatto sentire veramente bene.
Lo sto per ringraziare quando lo vedo sporgersi verso di me, pericolosamente vicino al mio viso. Non so perché mi stia succedendo ma sento una morsa all’altezza dello stomaco e all’improvviso respirare mi sembra un’operazione faticosa. Incontro nuovamente i suoi occhi chiari che non fanno altro che scrutarmi, lo vedo sorridere e sento una sua mano chiudersi sotto al mio mento e spingere verso l’alto. Lo guardo senza capire.
'Chiudi la bocca Granger, altrimenti entrano le mosche'**
La vittoria della battaglia finale ad Hogwarts non ha portato con sé solo la tanto agognata serenità;la stessa Hermione Granger dovrà combattere contro i suoi fantasmi e verrà aiutata in questo percorso dal rapporto di amore/odio che prova nei confronti di Draco Malfoy.Questa storia è la dimostrazione di come anche chi fa parte del carro dei vittoriosi può avere perso.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Buonasera a tutti! Scusatemi immensamente per il ritardo nell’aggiornare, ma sono stata veramente impegnatissima e queste sono state le prime due ore libere che sono riuscita a trovare!
Innanzitutto ci tengo a ringraziare le MIE ADORATE lettrici che recensiscono ad ogni capitolo, vi amo alla follia :D poi, un grazie immenso alle lettrici che hanno inserito la mia storia tra i preferiti e tra i seguiti, grazie anche a voi, non avrei mai pensato che questa storia sarebbe potuta piacere!
Ed infine un grazie anche voi lettori silenziosi che mi dedicate un po’ del vostro tempo!
Ora mi ritrovo a fare un annuncio: stiamo volgendo verso la fine della storia! Invito quindi tutti voi a dirmi cosa ne pensate, sia che sia un giudizio positivo, sia che sia negativo, così tanto per rendermi un po’ più felice in questo periodo un po’ burrascoso. Ora vi lascio alla lettura del capitolo, augurandovi buona lettura :D a presto!

I personaggi di questa fiction appartengono esclusivamente alla scrittrice J.K.Rowling; la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 
 



Cap. 11
 



‘’Se grida e se straparla,
vuol dire che ricorda. Se è rabbiosa,
è l’amore che rugge. ‘’
 
 



Da tanto tempo sognavo di risentire quel calore, per troppo tempo il suo profumo è stato solo un ricordo.
Con il petto traboccante di felicità affondo il viso nella sua spalla, graffiandomi con la lana del suo maglione color melanzana, e senza riuscire a trattenermi comincio a piangere di gioia.

Al suono dei miei singhiozzi sento i muscoli di Ron irrigidirsi come colpiti da una scossa elettrica e, impacciata, sento una sua mano accarezzarmi i capelli.

‘ Oh, avanti Hermione…pensavo di venire accolto in maniera diversa!’ sbotta lui in tono burbero.

Ridacchio, felice di risentire le sue uscite schiette: come può essere così innocentemente inconsapevole dell’effetto che mi provoca la sua vicinanza?

‘ Ron, non sei cambiato di una virgola’ gli dico alzando gli occhi verso di lui e sorridendogli materna.

Lui mi studia, allentando un po’ la presa sulle mie spalle: ha ancora le orecchie un po’ rosse per l’imbarazzo di avermi sentita così vicina e i suoi occhi azzurri brillano, gioiosi come mai avrei potuto sperare.

Mentre lo sto osservando vedo il suo sguardo venire catturato da un punto alle mie spalle e una ruga formarsi tra i suoi occhi.

‘ Cosa voleva da te Malfoy?’ mi chiede improvvisamente serio.

‘ Niente, non stavamo neanche parlando…devi aver visto male’ mento io: se Ginny ha reagito malamente alla notizia del nostro avvicinamento, non oso immaginare Ron cosa potrebbe fare.

Mi volto anche io, appena in tempo per vedere la figura di Malfoy allontanarsi rapidamente tra la folla di studenti  ed improvvisamente tutta la portata delle parole che mi aveva detto pochi istanti prima sembra gravarmi sullo stomaco.

Non ti ho mai usata. Non ho mai fatto nulla se non per compiacere me stesso, e non osare neanche pensare che io faccia qualcosa solo per avere il consenso da parte degli altri.

Una immotivata gioia mi coglie assecondando il mio stato d’animo degli ultimi minuti, totalmente all’opposto delle sensazioni che invece mi avevano attanagliato per tutta la notte.

‘ Hermione forse è meglio che tu vada a lezione, non vorrei che poi te la prendessi con me per essere arrivata in ritardo’ mi dice Ron cautamente, ricordando le mie scenate scolastiche.  

Ricordandomi improvvisamente dei miei impegni mi volto verso di lui, annuendo alla sua affermazione e abbracciandolo di nuovo.

‘ Ci vediamo dopo pranzo, hai fin troppe cose da raccontarmi!’ gli urlo io correndo lontano da lui, senza aspettare una risposta.

Devo sbrigarmi, ho veramente poco tempo.

Corro per i corridoi, scansando i vari studenti ed imprecando mentalmente ogni volta che un gruppo di ragazzine mi bloccava il passaggio con la loro andatura apatica.
Ma è mai possibile che sia io l’unica al mondo ad essere sempre di corsa?

Svolto un angolo e mi guardo attorno, cercando tra la calca l’obiettivo di tutta quella mia folle ed affannosa ricerca, ed improvvisamente lo vedo.
Una testa bionda, solitaria, che appare e scompare in continuazione tra le miriadi di volti degli altri studenti.

Mi fiondo al suo inseguimento, trepidante d’attesa e inspiegabilmente agitata: devo dirgli quanto io abbia apprezzato le sue parole.
Ora che ho la certezza che anche per lui la mia compagnia è diventata importante, ora che ho la possibilità di sperare che anche per lui qualcosa sia cambiato, devo trovare il coraggio di mostrarmi a lui senza paure.

Per la prima volta…senza paure, senza pregiudizi, senza un passato doloroso che grava sulle spalle pronto a distruggermi.
Sono ormai a pochi metri da lui, con il fiatone per la faticaccia. 

‘ Malfoy!’ lo chiamo, cercando di attirare la sua attenzione ma senza fortuna.

‘ Malfoy, aspetta!’ dico un po’ più forte, facendo girare diverse teste nella mia direzione ma non la sua.

Possibile che non mi abbia sentita?

Accelero ancora il passo, portandomi a pochi centimetri da lui tanto da riuscire a trattenerlo per un lembo della divisa.

‘ Malfoy, vuoi per favore fermar…’ gli dico scocciata, ma le parole mi muoiono in gola non appena incontro i suoi occhi.

Dall’alto della sua statura mi rivolge uno sguardo carico di rabbia e rancore, scrollandosi dalla mia presa con fare stizzito, lasciandomi basita.
Perché si sta comportando così?

‘ Cosa vuoi ancora?’ mi sibila, guardandomi dritta in volto.

‘ Vuoi spiegarmi che ti prende?’ gli chiedo io, sinceramente preoccupata dei suoi sbalzi d’umore.

Lo vedo spazientirsi e senza degnarmi di una risposta ricominciare a camminare, lasciandomi sola nel corridoio come un idiota.

‘ No, ora tu ti fermi e mi dici che cos’hai!’ gli urlo contro raggiungendolo e costringendolo ad ascoltarmi.

‘ Vattene a lezione’ mi dice in tono piatto senza neanche rallentare.

‘ Prima sei tu a volermi parlare, mi dici una delle cose più umane che la tua bocca abbia mai potuto pronunciare e adesso mi tratti così!’ gli dico, cercando di fargli comprendere l’assurdità del suo comportamento.

‘ Esattamente’ mi risponde incolore, dandomene atto.

Sto per ribattere a tono quando all’improvviso si ferma, costringendomi a voltarmi.

‘ Ascoltami bene Granger: poniamo fine a questa sceneggiata. Io vado per la mia strada e tu per la tua’ mi dice calcando ogni parola, per poi continuare:
‘ Finiamola qui’.

Le sue parole mi lasciano attonita, incapace di elaborarne il vero significato, e come sempre succede tra noi due mentre io sono desiderosa di stargli accanto e chiarirci, lui se ne va, lasciandomi annegare nel vuoto.

Lasciandomi sola a domandarmi che cosa non vada in noi.



 
 
                                                                                                                                                                     ***
 
 




‘ Ehm, allora…come va a scuola?’ mi domanda Ron stravaccato sulla sua celebre poltrona rossa nella sala comune di Grifondoro, assumendo un tono disinteressato e di educata curiosità.

E già questo mi fa sospettare che ci sia qualcos’altro di cui mi debba parlare: Ron non è educato.
O perlomeno tenta di esserlo ma il più delle volte con scarsi risultati.

Dal divanetto sento arrivare lo sbuffo di Ginny, intenta ad ascoltarlo.

‘ Oh Ron, per Merlino, vai dritto al punto’ gli dice lei con fare sbrigativo.

‘ Senti  Ginny, vorrei parlare con Hermione di quello che mi pare e piace senza avere il tuo fiato sul collo!’ gli risponde lui alterandosi leggermente.

Che teneri che sono: si sono agognati per tutto il tempo in cui sono stati distanti ed ora non fanno altro che battibeccare.
Strane creature i fratelli.

‘ Perdonami’  ribatte Ginny portandosi le mani al petto scimmiottando un atto di dolore, per poi continuare:
‘ ho solamente espresso a voce alta quello che ha pensato anche Hermione, solo che lei è troppo gentile per dirtelo’.

A quella sua frase scoppio a ridere non riuscendo a trattenermi, guadagnandomi un’occhiataccia da parte di Ron, pronto a scontrarsi con la sorella per qualsiasi piccolezza.

‘ Dai Ron, non prendertela’ gli dico io dolcemente, troppo felice di riaverlo con me per potermi perdere in rimproveri.

‘ Piuttosto vai avanti con quello che stavi dicendo’ continuo io  esortandolo.

Lo vedo come svuotarsi del nervosismo accumulato con la sorella e torturarsi il bordo della manica del maglione con insistenza, improvvisamente a disagio.

‘ Beh, ecco…’ comincia lui, titubante e indeciso, guardandosi attorno in cerca di un appiglio.

‘ Si, Ron caro?’ gli dice Ginny sgranando gli occhi e portandosi le mani sotto al mento, come una bimba che aspetta di sentire la sua favola preferita.

Lo guardo curiosa, in attesa: deve essere una cosa estremamente intima da confessare per farlo reagire a questo modo.

‘ Ecco…vi ricordate di Serenity?’ ci domanda Ron, alternando lo sguardo da me a Ginny febbrilmente.

‘ Si, era la commessa del negozio di…’ dico io, bloccandomi in tempo per non pronunciare  i nomi di Fred e George.
Non è il caso far tornare a galla i ricordi.

‘ …di Tiri Vispi Weasley?’ concludo, guardando l’espressione di Ginny e ringraziando il cielo di non vedervi alcuna smorfia di dolore ma solamente una maschera di curiosità rivolta tutta verso il fratello.

‘ Si esatto! Non smetterò mai di stupirmi Hermione: come fai a ricordarti tutte queste cose?’ mi dice lui agitandosi sulla poltrona, accompagnando le sue parole con gesti concitati.

Sorrido, interiormente compiaciuta e fiera della mia memoria  ma desiderosa allo stesso tempo di rassicurare Ron sul fatto che non è difficile ricordare una cosa del genere.

Sto per dirglielo, ma vengo interrotta da Ginny:

‘ Ron, questi trucchetti potranno anche funzionare con Hermione, ma io ti conosco da tanti anni, fin troppi oserei aggiungere, e ti assicuro che sviare in continuazione il discorso non ti salverà’ gli dice lei assottigliando gli occhi e sorridendo in modo inquietante.

Ron mi guarda spaesato, assumendo in pochi secondi un colorito rossastro, evidentemente a disagio per l’intuizione della sorella.

‘ Beh, hai perso la lingua?’ gli domando io leggermente irritata, offesa nell’orgoglio per essermi fatta abbindolare con un semplice complimento.

‘ Hey, così non vale!’ sbotta lui, tradito e accerchiato, ma imperterrito nel suo mutismo.

‘ Cosa centra questa Serenity?’ gli chiedo mettendolo alle strette.

‘ State insieme?’ gli domanda a bruciapelo Ginny, facendolo annaspare e arrossire dall’imbarazzo e  facendomi sussultare dalla sorpresa per quell’affermazione.

‘ Non proprio…diciamo che ci stiamo frequentando, ecco’ ci dice Ron più rosso che mai.

Ha la testa china e riesco a vedere le sue continue occhiate furtive nella mia direzione, ansioso di vedere la mia reazione.

Dal canto mio  sono leggermente imbarazzata: infondo sto pur sempre parlando di un argomento delicato con una persona che ho amato, ma allo stesso tempo sono felicissima per lui: è una bella persona e si merita di iniziare una nuova vita.

‘ Ron, è fantastico!’ gli dico sorridendo sinceramente, felice di vederlo rilassarsi alle mie parole, come se avesse avuto bisogno del mio consenso. 

La persona che però non aveva ancora espresso opinioni è quella che di solito non tiene mai la bocca chiusa.
Sia io che Ron ci voltiamo verso Ginny, pensierosa e insolitamente taciturna, aspettando un suo commento.

Al prolungarsi del silenzio Ron decide di sviare il discorso, portandolo su di me.

‘ E tu Hermione?’ mi chiede guardandosi le mani.

‘ Io cosa?’ gli domando, facendo finta di non capire.

Per Merlino, perché dobbiamo fare questi discorsi?

‘ Ti vedi con qualcuno?’ mi domanda Ron, guardandomi e sostenendo il mio sguardo con inaspettata intraprendenza.

‘ No Ron, certo che no’ gli rispondo io, arrossendo ad ogni parola.

Il mio cervello a quelle parole associa subito un volto ed un nome, che però cerco di ignorare: i conti con me stessa li avrei fatti più tardi.
Scuoto la testa come a voler scacciare quei pensieri, ed in quel momento Ginny riemerge dalle sue meditazioni, facendo trattenere il fiato sia a me che a Ron.

Ci guardiamo, non sapendo cosa ci avrebbe potuto dire. Io sono terrorizzata dal fatto che possa dire a Ron di Malfoy e dei miei ripensamenti su di lui.

‘ Spero solo che sia all’altezza di Hermione’ dice lei con un’espressione seria.

Comprendendo il significato delle sue parole, scoppio a ridere sollevata dal fatto che non abbia detto nulla di compromettente.

Ron la guarda preoccupato, sentendosi sotto pressione.

Lei lo guarda di rimando, inviandogli mentalmente avvertimenti molto chiari.

Tutto stava tornando alla normalità.



 
 
                                                                                                                                                                 ***
 
 




Cammino svelta per i corridoi in marmo della scuola, guardandomi attorno furtiva.

È orario di cena e non c’è nessuno in giro e questo silenzio assoluto è opprimente, specialmente se, come sto facendo io, si sta andando nella tana del lupo.

Procedo fino ad arrivare ai sotterranei, poco prima dell’entrata per la Sala Comune di Serpeverde, dove mi fermo ad aspettare.

Si, ad aspettare quell’essere che da quasi un anno è stato capace di intrufolarsi nei miei pensieri e di stazionarvici costantemente: dopo le sue parole di stamattina sono ancora più intenzionata a chiarirmi con lui, a cercare di capire cosa ci può essere tra noi…
Un peso mi opprime lo stomaco, il solo pensare a lui mi fa battere il cuore e sudare le mani.

Mi appoggio al muro, stordita dalle emozioni e impaurita da esse.

‘ Granger, che ci fai qui?’ mi chiede una voce alle mie spalle.

Sobbalzo presa alla sprovvista e mi volto, trovandomi davanti il motivo della mia presenza li.

‘ Malfoy…mi devi spiegare un po’ di cose’ gli dico io, sicura e convinta delle miei ragioni.

‘ Non credo di doverti spiegare nulla. Ora, se non ti spiace, me ne andrei’ mi dice lui con indifferenza, procedendo verso l’entrata della sua Casa.

Al vederlo reagire così, un’ ondata di irritazione mi investe facendomi parlare con più schiettezza del solito:
‘ Perché continui a scappare? Prima o poi dovrai anche tu affrontare i tuoi problemi!’ gli dico avvicinandomi a lui, costringendolo a fermarsi.
Lui mi guarda sorpreso, voltandosi verso di me.

‘ Stai forse insinuando che sei diventata un mio problema?’ mi soffia lui a pochi centimetri dal viso, assumendo un atteggiamento tra lo scherno ed il sarcastico.

‘ Lo sono diventata dal momento in cui hai scelto di immetterti nella mia vita’ gli rispondo con foga, lasciando trasparire il rancore che provo nei suoi confronti per il suo comportamento.

Lui mi osserva per un attimo, spostando lo sguardo lungo tutto il mio volto  facendomi sentire lo stomaco sottosopra, per poi ritornare a guardarmi negli occhi.

‘ Non sapevo neanche io cosa stavo facendo, Granger’ mi dice senza emozioni e con voce atona.

‘ Quindi tu vuoi farmi veramente credere che tutto quello che è successo tra noi è stato frutto del caso?’ gli domando  adirata per le sue parole, ferita nell’orgoglio e nell’animo.

‘ Ovviamente no, avevamo bisogno di una persona con cui sfogarci, e ci siamo trovati’ mi risponde lui, come se fosse la cosa più logica del mondo.

Una rabbia irrefrenabile mi appanna la vista, facendomi perdere il controllo.

‘ Ma tu pensi che se avessi solo avuto bisogno di una persona con cui parlare saremmo arrivati a questo punto?’ gli urlo contro, esasperata e delusa dal fatto che per lui tutti questi mesi non siano contati nulla.

‘ No, certo che no! Tu, Hermione Granger, eroina del mondo magico e migliore amica di Harry Potter, come avresti potuto perdere tutti questi mesi cercando di starmi accanto?
Sei attorniata da amici, parenti, da quei traditori del loro sangue dei Weasley….cosa avresti potuto volere da me se non questo?’ mi urla contro, abbandonando quell’atteggiamento di impassibilità che lo ha sempre contraddistinto, accusandomi ancora una volta.

‘ Io non uso le persone, Malfoy…pensavo l’avessi capito ormai!’ gli dico con vigore, tentando di abbassare i toni di quella discussione che stava diventando troppo accesa.

Lo vedo ridere sarcasticamente, come se si stesse prendendo gioco delle mie parole, e quella sua dimostrazione di scetticismo nei miei confronti mi fa crollare.


‘ Ma guarda, stamattina quando ti stavo parlando, aprendomi per la prima volta, non mi pare che tu abbia particolarmente apprezzato’ mi dice lui con cattiveria, non riuscendo però a nascondere una nota di dolore.

Una stilettata al cuore mi coglie al sentire quelle parole, in colpa per averlo abbandonato per correre da Ron.

‘ Pensavo che fossimo cambiati entrambi, mezzosangue’ continua lui, facendomi sprofondare sempre di più.

‘ Malfoy, tutto tra noi due è cambiato’ gli dico io con calore, cercando di fargli capire che si sbagliava, che non passava giorno in cui io non lo pensassi almeno una volta.

Un lungo istante di silenzio segue le mie parole, per essere poi interrotto dalla sua voce.

‘ Evidentemente no’ dice lui  riacquistando la sua maschera di impassibilità, per poi voltarsi e ricominciare a camminare lontano da me.

Quelle due parole suonano come una sentenza, pesandomi sulle spalle come macigni.

Non può finire così, non adesso.


In uno slancio lo afferro per le braccia e lo sbatto contro il muro con forza, come a volerlo imprigionare.
Il suo sguardo è sorpreso e irritato da un affronto del genere, ma mi importa poco.

‘ Spiegami perché sei così dannatamente cieco! Perché devi distruggere senza appello tutto quello che di buono le altre persone fanno per te!’ gli dico guardandolo dritto negli occhi, cercando di trasmettergli tutto quello che provo.

‘ Io non sono la ruota di scorta di nessuno, Granger. Non ti consolerò più solo perché quel poveraccio del tuo ragazzo non è in grado di farlo’ mi sibila contro, liberandosi dalla mia morsa e allontanandosi nuovamente.

Ma che cosa sta pensando quel ragazzo…Ron? È questo il problema?


‘È  questo il problema? Ron?’ gli urlo io da dietro le spalle, cercando di fermarlo.

‘ Abbiamo bisogno l’uno dell’altra, io ho bisogno di te!’ gli urlo in un ultimo disperato tentativo di bloccare il suo inarrestabile e definitivo allontanamento da me.

Lo vedo fermarsi, senza voltarsi.

‘ Io non ho bisogno di te, né ora né mai’ mi sussurra lui senza emozioni, per poi entrare nella sua Sala Comune.


Il dolore sembra lacerarmi il petto, sola in quei corridoi bui.

Desiderosa di non pensare più a nulla corro a perdifiato verso la torre di Grifondoro, pronta ad affogare i pensieri nelle lacrime che sento già pizzicarmi gli occhi.

Se solo però fossi stata più attenta, avrei potuto vedere gli occhi di quel Serpeverde velarsi di un dolore gemello al mio: ma, ancora una volta, è più semplice continuare a vedere le nostre paure  piuttosto che la realtà.
 
 
 




N.B: il sonetto iniziale è tratto dalla raccolta di opere di Catullo.
 
 
 

   
 
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