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Autore: Niniane_88    20/11/2011    10 recensioni
Che cosa sarebbe successo se Jasper fosse riuscito a mordere Bella durante la festa per il suo diciottesimo compleanno raccontata all'inizio di New Moon? La mia storia parte proprio da questo presupposto. Bella si trasforma in vampiro e la famiglia Cullen è costretta a farla sparire. In Alaska, a Denali, la ragazza si risveglierà: ma riuscirà a essere felice nella sua nuova esistenza? Edward non riesce ad accettare la sua trasformazione e si allontana gradualmente da lei; Jasper invece, in preda ai sensi di colpa, ma anche animato dalla volontà di riscattarsi, si adopera per starle accanto ed educarla alla dieta dei Cullen. Lentamente, gli equilibri della famiglia si spostano e un nuovo, inaspettato sentimento d'amore inizia a fiorire. Intanto Victoria è ancora nell'ombra, intenzionata a vendicare James e i Quileute sospettano la rottura del patto. A far luce sul lontano futuro, solo una confusa visione di Alice...
La voce rotta e disperata taceva. Taceva da ore. Ne sentivo la nostalgia e la cercavo. Ero certa che appartenesse a qualcuno di importante… Edward? Ma non capivo perché Edward avrebbe dovuto sentirsi disperato.
Tre giorni… quanto mancava perché mi trasformassi del tutto? Perché mi stavo trasformando, vero? Saremmo stati insieme per sempre, ne ero certa, insieme come avevo sempre desiderato. Allora perché non mi parlava più? Perché? Edward, dove sei?
L’altra voce, quella tenebrosa e pacata mi parlava spesso.
- Coraggio, Bella, manca poco.
Mi aggrappavo a quel suono senza poter comprendere chi mi parlasse. Non avevo mai udito quella voce.
- Coraggio, cara…
… era una voce così bella…

Disclaimer: i personaggi di questa storia non mi appartengono, sono stati tutti creati da Stepheny Meyer.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Jasper
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon, Successivo alla saga
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Eccomi tornata! Non potete dire che fin qui non sia stata veloce...
Con questo capitolo si chiude, idealmente, la prima parte della storia! Buona lettura!


Capitolo IX: Autunno e inverno

Alice

La visione tornò, per l’ennesima volta.
Confusa, enigmatica, criptica.
Mi tormentava da mesi ormai e non avevo avuto il coraggio di parlarne a Jasper. Per la prima volta in sessant’anni gli stavo nascondendo qualcosa. Soltanto Edward sapeva, perché aveva letto i miei pensieri e mi aveva promesso di non farne parola con nessuno.
Anche quella volta, niente di nuovo nella visione. Il mio abito di organza bianca era una macchia chiara tra le ombre. Poco distante da me, Jasper sorrideva sereno e la rosa bianca all’occhiello della sua giacca sembrava una stella lucente.
Io. Jasper. Matrimonio.
Avrei dovuto essere felice.
Allora perché non riuscivo ad esserlo? Perché quell’assurda sensazione di disagio continuava a tormentarmi?
Io ero la sposa, Jasper lo sposo. Uno più uno fa due. Semplicissimo.
Eppure dietro di noi c’era qualcun altro. Ombre indistinte.
Io ero la sposa, Jasper lo sposo. Ma il matrimonio era lo stesso?

Jasper

   Il tempo prese a scorrere in maniera stranamente veloce nelle settimane che seguirono il risveglio di Bella e fortunatamente ci fu almeno un risvolto positivo in tutta la faccenda: Laurent mantenne la parola. Riferì il nostro messaggio a Victoria, in Canada e tornò a Denali dopo una settimana che Bella si era trasformata. Ci disse che la femmina aveva reagito molto male alla notizia, per lei del tutto inaspettata, ma che sembrava essersi rassegnata all’evidenza e aveva addirittura lasciato il continente americano. Dopo questa dimostrazione di lealtà, con gran divertimento di tutti, Laurent si diede da fare per riconquistare Irina svaligiando letteralmente i negozi di fiori di tutta la regione senza alcun successo. Irina gli disse in tutte le lingue che non si fidava più di lui e che non sarebbe mai riuscita a fidarsi in futuro: aveva preso molto male il fatto che lui l’ avesse ingannata e si sentiva sciocca per aver tanto fantasticato sulla loro relazione. Tanya, armata di gentilezza, cercò di mediare un po’ tra i due innamorati, ma Kate appoggiò la sorella e mandò senz’altro a quel paese Laurent. Emmett invece, dopo la prima settimana di consegne floreali a domicilio decise che bisognava scommettere un dollaro al giorno sui colori dei fiori che sarebbero arrivati il giorno seguente. Devo dire che un paio di volte prendemmo tutti parte alla scommessa, divertendoci un mondo.
  In casa di Tanya, Bella si trovava chiaramente a suo agio. Aveva dovuto accettare in prestito e in regalo vestiti e oggetti dalle altre vampire e un po’ alla volta strinse amicizia con tutte loro. Carmen e Kate le erano particolarmente simpatiche. Il rapporto con Rosalie si approfondì gradualmente: Bella imparò ad apprezzare il carattere della sorella e comprese il suo punto di vista sulla nostra natura dopo che Rose le ebbe raccontato la sua storia. Anche se Bella aveva una visione notevolmente diversa e forse un po’ troppo idilliaca del nostro mondo, da quel momento iniziò a nutrire un grande rispetto per Rosalie e ad amare la sua forza di carattere, come anche il senso della giustizia che albergava in lei.
   Nei riguardi di Emmett, Bella aveva il classico atteggiamento della sorellina minore un po’ pestifera: quand’erano insieme non facevano che farsi scherzi e prendersi in giro a vicenda.
   Ciò che mi rese più felice in quel periodo fu il legame che si instaurò tra me e Bella.
   Il suo atteggiamento nei miei confronti era quello della sorellina minore che si affida al protettivo fratello maggiore. Per gran parte della giornata ci muovevamo insieme per andare a caccia o per passeggiare, qualche volta tenendoci per mano. Bella era una ragazza dolce, simpatica, altruista e molto posata, una caratteristica di lei che apprezzavo moltissimo. Ero felice di conoscerla meglio e di poterla trattare con più confidenza di prima sia per incoraggiarla nella caccia, sia per consolarla, cosa di cui aveva senz’altro bisogno. Le notizie che arrivavano da Forks in quel periodo sereno erano confortanti per tutti, tranne che per lei: Charlie proseguiva le ricerche senza posa, orientandosi soprattutto verso sud, dove c’erano grandi città in cui la criminalità era purtroppo molto elevata. L’unica pista possibile per la sparizione di una ragazza di diciotto anni sembrava essere il rapimento, ma Charlie non aveva ricevuto telefonate con richiesta di riscatto e nemmeno Carlisle, perciò gli investigatori temevano che il rapimento di Bella fosse avvenuto per altre cause, che mandavano in delirio il povero Charlie, angosciatissimo all’idea della sua bambina in mano a criminali spietati.
   E poi c’era Edward. Carlisle ebbe un'unica, breve telefonata con Eleazar in cui gli spiegò la situazione e per la prima volta in tanti anni ebbi l’impressione che mio padre fosse molto incerto sul da farsi e che si sentisse a disagio per una situazione che lui stesso aveva creato. Edward infatti era tornato a scuola, dopo che Esme l’aveva supplicato per una notte intera e nessuno sembrava aver notato nulla di strano in lui, a parte, l’evidente, immenso dolore per aver perduto la sua fidanzata. Tuttavia, dopo pochi giorni Carlisle aveva deciso senz’altro di ritirarlo dal liceo. Aveva detto a tutti che il figlio era come malato, che aveva spesso delle reazioni imprevedibili e che preferiva prendersene cura a casa. Charlie era stato d’accordo: il “povero ragazzo” era molto provato e bisognava dargli tempo. Così Edward era a casa, sempre davanti al pianoforte, ricordandosi a malapena di nutrirsi, perennemente muto e sciupato. A parte il divieto di Carlisle, sembrava che non avesse voglia di parlare con Bella né tanto meno di correre in Alaska da lei.
   Bella mi sconcertava ancor più di Edward. Sembrava accettare il comportamento del suo ragazzo senza fare una piega. Era evidente che stava benissimo con noi, anzi era evidente che era felice! Rosalie poteva essere incredula quanto voleva, ma io capivo che Bella aveva davvero desiderato diventare una vampira, per stare vicino a Edward. A Edward e a tutti noi! Voleva bene a tutti! Voleva bene a Emmett, a Rose e a me (incredibile), parlando di Alice era affettuosa e spiritosa, verso Esme e Carlisle era piena di rispetto e di dolcezza. Era piena di gentilezza verso ciascuno di noi, anche Irina che talvolta consolava con una parola gentile. Aveva ancora un po’ paura di Eleazar, ma tutto sommato, visto il personaggio, era una cosa normale.
   Tutti noi, a turno, cercammo di parlarle, di farle capire che se qualcosa l’affliggeva poteva dircelo, che non doveva fingersi felice se non lo era, ma l’unica risposta era sempre il suo sorriso gentile e l’affermazione di stare benissimo.
   Trascorsero tranquillamente due mesi. L’autunno a Denali, benché un po’ freddo, era un’esplosione di colori vivaci grazie tutta la vegetazione che vi si trovava e l’acqua dei piccoli fiumi rifletteva la luce del dorato sole di ottobre. Una vista che metteva tutti di buonumore.
   Novembre iniziò invece con giornate molto più fredde e grigie e nel giro di una settimana si poteva dire che l’inverno fosse arrivato almeno in Alaska. Benché il freddo ci lasciasse del tutto indifferenti indossammo abiti più pesanti, per abitudine o per seguire la moda, a seconda dei casi.
   Quando iniziò a nevicare ci divertimmo a fare a palle di neve, tutti contro tutti o divisi in squadre. Emmett fantasticò a lungo sulla caccia all’orso bianco prima che gli ricordassimo che si trattava di una specie protetta e che avrebbe fatto meglio ad accontentarsi di altre prede.
   Se non fossimo stati sempre in apprensione augurandoci di ricevere qualche notizia da Forks, sarebbe stata una bellissima vacanza.
    Ai primi di dicembre, in virtù del suo grande autocontrollo, per Bella giunse il momento di avventurarsi al di fuori dell’isolamento di Denali. Circondata dalle altre vampire iniziò a fare piccole gite che la portarono in luoghi poco abitati nei quali restava sempre più a lungo via via che i giorni passavano. Eleazar, sempre il più preoccupato tra noi, iniziò ad ammorbidirsi un po’ e ad ammettere che sì, Bella era veramente affidabile. L’unica cosa che lo infastidiva era che Bella non avesse ancora iniziato a lavorare sul suo scudo mentale ( “è indispensabile che impari a utilizzare questo suo dono, ho passato secoli a cercare nuove reclute per Aro e tutti quello che ho trovato non vedevano l’ora di dimostrare la loro abilità…”) ma tutti noi eravamo d’accordo nel dirgli che era più importante per Bella imparare a controllare la sete, che non lo scudo. Per quello si poteva aspettare.
   A Natale, Rose ed Emmett rientrarono a Forks per qualche giorno, con la scusa delle vacanze del college. Io rimasi a Denali per non lasciare Bella da sola: anche se i nostri amici le piacevano molto, la sua famiglia eravamo noi Cullen e non mi andava di abbandonarla.
  Charlie, che non perdeva ancora le speranze di ritrovare Bella e si dava da fare praticamente giorno e notte interrogò anche Emmett e Rose. Convinto com’ era che la nostra famiglia dovesse essere in qualche modo coinvolta nel caso, non aveva ancora dato a Carlisle il permesso di lasciare la città o di far andar via Edward e Alice. Al loro ritorno, i miei fratelli ci riferirono che Charlie era distrutto dal dolore e che Carlisle cominciava a temere che le sue ricerche l’avrebbero portato a scoprire che la nostra famiglia aveva qualcosa di strano a maggior ragione se avesse deciso di coinvolgere l’FBI.
   Con l’arrivo di gennaio, Bella era in grado di muoversi senza troppe difficoltà tra gli umani.

Edward

   I lupi da tenere d’occhio erano tre. Si chiamavano Sam, Paul e Jared ed erano uno nero, uno grigio e uno marrone. Li vedemmo più volte, da lontano, durante le nostre battute di caccia. Non ci diedero mai alcun fastidio, anche se per me non era facile udire i loro pensieri, terribilmente  chiassosi.
   - Sono sicuro che sono stati loro! – pensava Paul, una testa calda come non ne avevo mai viste – Quella ragazza non può essere sparita senza motivo dopo essere stata in casa loro, io dico che dobbiamo attaccarli e ucciderli tutti!
   - Paul è proprio fuori. – pensava Jared, più cauto – Quelli ci fanno a pezzi, sono in quattro e ci sono anche gli altri! E poi Bella se l’è cercata, sapeva chi erano, lo sapeva di sicuro… io non la definirei una vittima.
   - Basta! – imponeva Sam, il capo branco – non abbiamo alcuna prova che siano stati loro. E senza prove non attaccheremo proprio nessuno. Chiaro?
   Carlisle aveva ragione a temerli, ma io non potevo dirmi altrettanto preoccupato. Se si fosse arrivati a uno scontro avrei lottato, naturalmente, per la mia famiglia. Magari avrei anche potuto considerare l’idea di non ammazzare Jasper e di perdonarlo. Mai però avrei potuto perdonare me stesso.
   La colpa di quanto era successo a Bella era mia prima che di mio fratello, non facevo che ripetermelo da mesi. Non avrei mai dovuto permettere a Bella di avvicinarsi a me e alla mia famiglia. Io ero un vampiro, un immortale, un assassino, una creatura dannata per l’eternità.  Bella era solo una ragazzina dal cuore puro che si era innamorata di quella che credeva essere la perfezione, ingannata dalla mia bellezza esteriore. E io me n’ero approfittato.
   Senza volerlo, naturalmente. Quando l’avevo portata a casa mia, per farle conoscere la mia famiglia adottiva, mai avrei creduto di potermi stancare di lei. Se avessi avuto anche solo un lievissimo dubbio al riguardo non mi sarei comportato così.
   Invece… ora che Bella era diventata come me, ora che non era più una fragile umana, mi rendevo conto di non amarla più. Non l’avevo mai amata, era stata solo un diversivo che aveva riempito per un po’ il vuoto della mia esistenza. Ero stato attratto dal suo profumo soave, dalla sua innata fragilità e dall’impossibilità di leggerle nel pensiero.
   Come avevo potuto essere così egoista? Io che avevo fatto il possibile per non essere un mostro ero peggio di un mostro perché avevo ingannato Bella, quella ragazzina che mi aveva amato al punto da volermi donare la sua vita umana pur di stare con me.
   E ora mi trovavo a Forks, ancora a Forks ad aspettare che la minaccia dei licantropi passasse, che Charlie smettesse di interrogarmi, che fosse possibile andarsene.
   Che cos’avrei detto a Bella quando l’avessi vista? Dove avrei trovato il coraggio di guardarla negli occhi?
   Cadeva la neve a Forks e a Denali. Tutto secondo le previsioni di Alice…

Vi prego con tutta la gentilezza di cui sono capace di lasciarmi delle recensioni, se avete letto la storia fin qui per aiutarmi a capire se vi piace. L'intreccio non è facile e io ci sto mettendo molto impegno, davvero, per creare una fic almeno dignitosa, se non bella. Alle mie fedelissime sostenitrici dico ancora un grazie e aggiungo che ho un certo timore a pubblicare il seguito perché credo sarà piuttosto inaspettato per tutti.
Allora, quanti problemi aperti in questo capitolo: Victoria sarà scomparsa davvero? Laurent riconquisterà Irina? Qual'è il senso della visione di Alice? Cosa sta succedendo tra Bella e Jasper? e tra Bella e Edward come finirà? Se leggerete ancora saprete il seguito!

AVVISO!!! I prossimi due capitoli, come già detto, sono paralleli perciò LI PUBBLICHERO' INSIEME tra qualche giorno!! Si intitoleranno FUGA e INSEGUIMENTO: attenzione quindi a non leggere direttamente il secondo altrimenti non riuscite a capire.

Bene, dopo questo discorso logorroico che avrà annoiato tutti...
Un abbraccio affettuoso!

Niniane

   
 
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