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Autore: marrymezayn    20/11/2011    4 recensioni
Tratto dal secondo capitolo:
«l’hai visto?» Chiese la sua migliore amica, nel panico più totale. Forse era più in ansia lei che Keyra. Si girò a guardare la sua amica, pensando seriamente che Keyra fosse entrata in uno stato di shock totale. «L'hai visto Kè?» domandò anche se le bastò vedere la sua faccia per capire che l'aveva visto. La scosse per un braccio e Keyra tornò nel mondo dei vivi dal suo momento di panico più totale. Oh no! Oh no! «dimmi che sto avendo un bruttissimo sogno!» pregò che fosse così, ma quando si girò si vide rispecchiata negli occhi di Mary. No, non stava avendo un brutto sogno.
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Questa è la prima storia che ho pubblicato. Spero che vi piaccia.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se non ti perdi, non trovi strade nuove.'
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Non sai quello che hai finché non lo perdi.

La sveglia sul comodino suonò e Keyra si girò nel letto per cercarla. La voglia di alzarsi diminuiva ogni giorno che passava. Già non vedeva l’ora di avere le vacanze di natale per dormire tremilatrecentosessantaventiquattromila ore senza dover sentire quel maledetto suono che la svegliava quasi sempre sul più bello dei sogni. Quando trovò la sveglia, la prese e la buttò per terra.
«sta zitta, cazzo!» Blaterò, girandosi nel lettone e affondando le mani sotto il cuscino. Stava per riaddormentarsi quando suonò la sveglia del cellulare. Che palle!
Si rigirò di nuovo, prendendo il cellulare dal comodino – ma quello non lo buttò per terra, anche perché costava più di un polmone – e la spense. Grugnì cercando di tornare a dormire, ma era ovvio che oramai fosse più che sveglia. Sapeva che doveva alzarsi e ormai il sogno era andato a farsi benedire.
Rimase nel letto per cinque minuti, a pensare a quel sogno. Continuava a sognarlo. Sognava che lui tornava sui suoi passi, ritornando con lei e dicendole che in realtà l’amava follemente. Che cazzo di sogni faceva! E quando faceva quei sogni, si svegliava sempre con il piede sbagliato. Si girò, prese l’ipod attaccato alle casse, abbassò leggermente il volume e azionò la musica. Mise una canzone di Katy Perry e si ributtò nel lettone.
«Buongiorno!» Saltò come un petardo, mettendosi a sedere.
«Ohmmioddio!» Ansimò portandosi una mano al cuore per poi girarsi verso Niall, che se ne stava seduto sul letto a grattarsi la cute, con un occhio aperto e uno chiuso. La guardò stranito. Le uscì una risatina nervosa, mentre lo guardava. Si, si era dimenticata della presenza di Niall nella sua stanza.
«Per te mi dovevo ricordare che eri qui?» Niall la scrutò, cercando di dare un senso a quella frase, visto che il cervello non aveva intenzione di svegliarsi quella mattina.
«Eh?» Keyra ridacchiò e mosse la mano come se ci fosse una mosca fastidiosa.
«Lascia perdere!» Ridacchiando si alzò e rabbrividendo dalla differenza di temperatura, si avviò all’armadio, muovendosi a ritmo della musica cercando di riscaldarsi. Niall, seduto sul letto si chiedeva chi gli era capitata come compagna. Qualcuno bussò alla porta e Keyra diede il permesso di entrare. Si affacciò dall’armadio a muro e vide sua madre con il caffè.
«Tu donna, sarai fatta santa da me!» esclamò, e sua madre dandole il buongiorno le consegnò la sua tazza di caffè.
«In quanto non sapevo se prendevi il caffè come quella caffeinomane di mia figlia, ti ho portato sia caffè che tea!» Lui sorrise, ancora seduto sul letto.
«La mattina prendo il caffè, ma è l’unico!» Sua madre annuì, sicuramente scrivendoselo mentalmente.
«Allora oggi cosa farete?» Chiese sedendosi sul letto di Niall che si riscaldava le mani sulla tazza di caffè caldo.
«Abbiamo l’incontro a scuola. Facciamo due ore di lezioni e poi ci fanno uscire per andare in giro.» La voce arrivava dai meandri dell’armadio.
«Hai intenzione di fare sega in quelle due ore?» Chiese sua madre, sorridendo a Niall che sorseggiava il suo caffè con tutta calma. Erano in vasto anticipo. Keyra metteva la sveglia un'ora prima del previsto perché sapeva che si riaddormentava la maggior parte delle volte.
«Posso?» Chiese la mora sbucando dall’armadio.
«Ovviamente no! Tu entrerai e porterai Niall all’incontro e poi a lezione!» La sentì mugugnare contrariata da quella cosa. Era risaputo quanto non piacesse la scuola a Keyra. Anche se aveva buoni voti odiava quelle quattro mura più di qualsiasi altra cosa al mondo.
«Ma che palle! Io non ho voglia di entrare!» Borbottò e uscì definitivamente dall’armadio con i vestiti che avrebbe indossato quel giorno.
«E tu invece lo farai!» Sentenziò la donna, facendo girare Keyra verso di lei mentre si guardavano con occhio critico.
«Dittatrice!» Detto questo, ma con un sorriso, si diresse al bagno facendo un paio di viaggi portando prima i vestiti, poi le sigarette e per finire le scarpe. Venti minuti e tante bestemmie dopo – le sue madonne si sentivano per tutta casa mentre si spogliava e indossava le cose fredde – ritornò in camera, lasciando così il bagno a Niall. Si mise in scrivania per truccarsi e quando tornò Niall si sorrisero.
«Per me possiamo andare!» Disse il biondino, visto che Keyra aveva finito di truccarsi. Annuì e prese la borsa insieme a due quaderni. Usciti di fuori, rabbrividì per il freddo che incombeva su Londra quella mattina. Il freddo le penetrava fin dentro le ossa anche se si era coperta per bene.
Quando arrivarono a scuola, si appoggiò al cancello e attesero sia Mary che gli altri quattro.
«Buongiorno raggio di sole» Salutò Mary, che arrivò strusciando i piedi. La sentì ringhiare e le uscì una risatina divertita.
«voglio morire!» Esclamò, appoggiandosi a lei per cercare di dormire altri due minuti. Pochi minuti dopo e tanti mugugno di Mary, arrivarono anche gli altri e si salutarono semplicemente con sorrisi timidi. Era ancora troppo presto per passare agli abbraccio.
Louis le si mise seduto al fianco, guardandola con un sorriso a cui lei rispose del tutto tranquilla.
«Scusa, hai una sigaretta?» Mentre parlava con Louis e decidevano qualche scherzo da fare agli altri, si sentì toccata sul braccio e così si girò a guardare chi le avesse rivolto parola. Guardò la mano del ragazzo, per poi fissarlo in faccia e scrutandolo ancora più male.
«Ho scritto tabaccaio in fronte?» Chiese, con tono gelido, e quello ritirò la mano. «Vesti firmato e non hai otto sterline per comprarti le sigarette? Sparisci!» Sbottò e quello, senza troppe cerimonie la mandò a fanculo. Mary dovette fermarla, buttandosi con tutto il peso su di lei, per impedire alla mora di andare a pestarlo di botte. Louis rise di cuore.
«Che caratterino!» esclamò mentre le passava un braccio sulle spalle.
«Non mi pare che ti ho dato il permesso di toccarmi!» Rispose lei, e Louis per l’ansia si ritrasse. Keyra scoppiò a ridere, lasciando scivolare la maschera di freddezza dal viso. L'espressione che si disegnò sul viso di Louis era impagabile, mentre lei se la continuava a ridere allegramente.
«La tua amica è una stronza!» disse in direzione di Mary, che gli sorrise.
«Disse l’uomo fatto santo!» Scoppiarono a ridere e alla conversazione si unì anche Lucas. Quando lo vide, lo fissò seria.
«ciao ragazzi! Ciao Keyra Disse un po’ vergognoso, sempre guardandola. Lui sapeva, sapeva che stava per scatenare l'ira di Keyra. Si girò verso Mary, che la guardava preoccupata per poi tornare a guardare il moro.
«Ahh! Allora la lingua ce l’hai! E pure delle corde vocali! Cazzo che scoperta! Ti pensavo muto da un anno a questa parte!» 
Frecciò con tono velenoso e Lucas la guardò serio.
«Visto che i nostri compagni sono amici, credo che dovremmo abbassare l’ascia di guerra, finché loro sono qui!» Silenzio. Crollò il totale silenzio in quel gruppetto. Anche chi non la conosceva avrebbe intuito che quel deficiente aveva appena messo in azione una bomba ad orologeria che non vedeva l'ora di scoppiare. E stava per succedere.. Mary fece una faccia preoccupata, vedendo Keyra fin troppo tranquilla.
«Ascia.. di guerra?» Mary le si mise al fianco, quando vide che si stava per alzare. Sentiva la rabbia salire in un vortice dentro al suo stomaco. Per fortuna arrivò la campanella a salvare la vita di Lucas in calcio d’angolo. Si alzò per prima sotto gli sguardi preoccupati di tutti. La sua migliore amica le si affiancò pronta a bloccarla in caso avesse deciso di uccidere Lucas. Gli passò al fianco e gli diede una spallata. Camminando a passo di carica, dimenticandosi di tutti, entrò in classe. Si buttò al suo tavolo, incazzata come una biscia. Sentiva il sapore del veleno in bocca.
«Per favore Keyra!» Lo sguardo che lanciò a Mary avrebbe ucciso chiunque.
«Per favore Keyra? E’ un anno che provo a parlarci e poi mi viene a dire di ricominciare a parlare come niente fosse. Col cazzo!» Sbottò, quasi urlando. Niall le si sedette dietro mentre Liam dalla parte opposta. Al suo fianco vi erano Harry, Louis e Zayn.
La riunione cominciò poco dopo e il discorso crollò, grazie al cielo. Muoveva nervosamente il piede, sperando che quelle due pallosissime ore finissero in fretta, perché aveva il bisogno di uscire da quella scuola e da quella prigione immaginaria.

Dove si porta un gruppo di ragazzi che non avevano mai visto Londra? Al London Eye, ovviamente. E qual’era la paura più grande di Keyra? Le altezze, ovviamente. Aveva addirittura paura di scendere uno scalino, già.
«Assolutamente no! Andate voi, divertitevi io vi aspetto comodamente qui con i miei piedi che toccano terra!» Stava puntando i piedi per terra, mettendo tutto il peso possibile e immaginabile sulle gambe per impedire a Niall di condurla a fare il biglietto. La rabbia era passata appena era uscita da scuola e quei cinque coglioni si erano messi a fare i deficienti pur di farle dimenticare cos’era successo due ore prima. Louis e Niall avevano cominciato a cazzeggiare e come si poteva dire di no al cazzeggio libero? Keyra non ci riusciva. Louis la prese in braccio e cominciò a camminare verso il botteghino per fare il biglietto.
«Forza! Non ti succederà nulla!» Keyra cominciò a scalciare, cominciando ad entrare nel panico più totale.
«Scherzi? Con la sfiga che mi ritrovo, si staccherà e finiremo nel fiume. Oppure si blocca!» scalciava, cercava di scendere ma quelle braccia erano possenti ed era impossibile togliersele da dosso.
«Allora Zayn ti farà compagnia nel panico!» Si girò a guardare il tipo e pregò con lo sguardo di aiutarla.
«Se porti sfiga davvero, io lì sopra con te non ci salgo!» Disse con tono impanicato guardandola e leggermente bianco, forse impaurito dall'attrazione principale di Londra, ma anche per quello che lei aveva appena detto. Aveva paura dell’acqua, se aveva capito bene.
«Bravo! Di ai tuoi stupidi amici che non devo salire.» Insieme, lei e Zayn, cercarono di convincere i tre, ma non ci fu modo. Mary, Danielle, Lucas e gli altri compagni li seguivano.
«No seriamente! Non fatemi salire, per favore.» Ma non servì a molto. Alla fine, si ritrovò in fila per entrare in quelle gabbie sospese. Guardò nel panico l’uomo che faceva entrare nelle gabbie e si guardò intorno cercando una via di uscita.
Anche se era di Londra lei sul London Eye non ci era mai stata. L'aveva sempre paralizzata anche semplicemente guardandolo da sotto. Era enorme e con la sfiga che si ritrovava come minimo lo faceva crollare.
«Cosa? Non si ferma quel coso? Dobbiamo salire sopra mentre si muove?» Nella sua voce c’era una nota di panico. Si fece indietro, scuotendo la testa, sbattendo contro Zayn. Si girò a guardarlo e stranamente si rispecchiò nella sua espressione. Entrambi erano impanicati.
«Voi volete la mia morte!» Mary ridacchiava divertita. Vatti a fidare delle amiche, tsk! 
«La state uccidendo davvero!» Ammise, guardando la faccia panicata di Keyra. Si girò a guardare Zayn, che fissava il fiume sotto le gabbiette nel panico più totale. «Siamo ancora in tempo per scappare!» Lui si girò a guardarla e per un nano secondo pensò di farlo davvero. Si guardarono così intensamente che crollò il silenzio tra loro due.
«Al mio tre?» Sorrise sentendo quelle parole uscire dalle labbra di Zayn. Annuì. «Uno..» Guardò i ragazzi che continuavano a chiacchierare. «Due..» Tese tutti i muscoli del corpo, pronta a usare tutta la sua forza per scappare ed impedire a quelli di riprenderla.
«Tre!» Cominciarono a correre, spostando quelli che le stavano dietro e quando i loro amici se ne accorsero, presero a ricorrerli. C’era poca gente a quell’ora. Di sera era molto più affollato e soprattutto con quel freddo la gente non andava a Londra. Preferiva i posti caldi. Quindi tutta la strada era abbastanza libera. Zayn e Keyra si girarono a guardare i loro assassini e alla mora uscì uno sbuffo misto alle risate.
«Corri corri! Ci stanno raggiungendo!» Scavalcò le transenne e riprese a correre. Louis fù quello che lo saltò senza problemi e allungò il passo per riprenderli. Quando le mani del ragazzo strinsero le magliette dei due, si bloccò.
«Dove pensate di andare?» Ridendo cercarono di togliersi dalla sua presa, ma con ben poco successo. Louis tornò indietro, rifacendo tutta la strada e chiedendo permesso alle persone che non conoscevano. Era arrivato il loro turno. Fu proprio Louis che li buttò di volata dentro la gabbia e quasi Keyra non imprecò. Tra la gabbia e il marciapiede c’erano come minimo dieci centimetri e sotto il fiume. Per la spinta i due finirono vicino ai sedili. Si misero seduti uno al fianco dell’altro e videro che gli altri non avevano fatto in tempo a salire nel loro.
«Ok, sto per entrare nel panico.» Ammise Keyra, bianca come un fantasma. Zayn si girò a guardarla e pure lei lo fece, mentre si guardavano nel panico più totale. Si, pure lui stava per entrare nel panico. Si girarono verso la gabbia dopo, e guardarono come gli altri se la ridevano per la loro faccia.
«Non fai le foto?» Chiese Keyra, cercando di non pensare che per più di mezz’ora sarebbe rimasta lì sopra. Lo vide scuotere la testa continuando a guardarsi intorno, con gesti nervosi e scatti della testa.
«Ok..» Ansimò, cercando aria da donare ai polmoni. Crollò il silenzio mentre ascoltavano quelle tre persone che erano entrati prima di loro e che non conoscevano.
«uhhh guarda come siamo in altoo!» Sentì dire uno dei tre, e si aggrappò più forte al sedile mentre sentiva il suo viso perdere ancora colorito nel sapere che stavano in alto. Si girò a guardare Mary, che rideva invece di guardare il panorama.
«Non lo farai cadere vero?» Se ne uscì Zayn, girandosi a guardarla nel panico più totale.
«Spero di no! Se succede andrò all’inferno per aver portato te con me!» Una risata nervosa uscì dalle labbra perfette del ragazzo, mentre lei si sdraiava sul sedile, tanto quegli altri tre non li stavano usando.
«Uhhh.. si vede tutta Londra!! Guardaa!» Si alzò di scatto e si girò a guardarli.
«La finite cazzo? Si, si vede tutta Londra!! E’ Londra, mica Gesù Cristo!» Sbottò al limite della pazienza. Erano venti minuti che stavano lì e in venti minuti non avevano fatto nient'altro che ripere 'quanto siamo alti, guarda lì, guarda la'. Zayn si girò a guardarla - proprio come quelle tre persone, solamente che lui scoppiò in una delle risate più belle che lei avesse mai sentito in tutta la sua vita terrena.
Si girò a guardarlo ammaliata. Oh mamma che risata fantastica che aveva. Le uscì una risatina, mista al panico che stava provando.
Zayn si guardò intorno, cercando di non pensare all’acqua. Keyra invece si girò a guardare Mary. La vide alitare sul vetro della gabbietta e disegnare un cuore. La guardò con gli occhi fuori dalle orbite. Dentro al cuore fece una K e una Z con tanto di freccia ai lati del cuore. Quando vide che Zayn si stava per girare, spostò la sua faccia dall’altra parte..
«Uhhh.. guardaa! Quello è il Big Ben!» Per quando si girò di nuovo verso i suoi amici, il cuore era scomparso.
«Che cazzo ha quello da guardare?» Sbottò Zayn con tono serio. Anche lei si girò a guardare di chi parlasse e vide Lucas fissarli. Rispose allo sguardo, freddamente e lui spostò lo sguardo per primo.
«Stronzo!» Borbottò a denti stretti, tornando a guardare altrove. Sentiva lo sguardo di Zayn addosso, ma fortunatamente non fece domande. Alla fine del giro, non si erano scambiati altre parole.


Note dell'autore: Ecco il quarto capitolo. (: Ringrazio le nuove persone che hanno commentato o semplicemente mi hanno detto cosa pensavano della mia storia o su twitter. Se non fosse stato per loro, credo che avrei lasciato la storia così, senza un continuo. I commenti mi aiutano a capire in cosa sto sbagliando, se interessa alla gente. Senza quelli, penso che alla gente non piace quindi mi passa la voglia di postare perché penso che non piace. Quindi perché tu che stai leggendo questo capitolo non mi lasci un piccolo commento per dirmi che ne pensi? Almeno mi regolo. Al prossimo capitolo.
Grazie! un bacione.
   
 
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