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Autore: Simy    17/07/2006    2 recensioni
Il ragazzo le chiese: "Come ti chiami?"
Lei alzò i suoi occhi neri come la notte, e, con aria spavalda, rispose: "Chariot. Ti interessa tanto?"
Lui scoppiò a ridere. Ma l'ammirazione, e, qualcosa di più, ebbe la meglio. "Bel nome."
Mia prima ff, siate clementi! T_T
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché mi sento diverso?


Quel giorno Draco Malfoy si svegliò di cattivo umore.

Forse perché erano le sei di mattina, sua madre lo aveva appena scosso con le mani più

gelide del solito, la voce più squillante che mai e con il classico lamento: – Draco, non hai finito di preparare il baule! –. La giornata, di conseguenza, non si prospettava per niente piacevole.

– DRACO! – la voce stridula di Narcissa Malfoy lo ridestò dal torpore nel quale era pronto a scivolare di nuovo.

– Cavolo, mamma, mi alzo – borbottò sconsolato il biondo, scoprendo il fisico asciutto coperto da una semplice maglietta bianca e dai boxer e alzandosi.

La sua stanza non era molto ordinata, erano le sei di mattina, tra meno di cinque ore sarebbe partito per Hogwarts, per iniziare il suo quinto anno, e il baule non era pronto.

Draco sbuffò: – Che palle! –.

– Come hai detto, prego? – la voce fintamente mielosa di sua madre lo raggiunse, mentre la signora Malfoy si affacciava sull’uscio della sua camera.

– Niente, madre – sorrise falsamente Draco – non trovo il calderone, e mi sono lasciato andare ad un linguaggio degno dei Weasley. –

– D’accordo, Draco – ricambiò la madre – sbrigati, però, dobbiamo partire per le otto, è abbastanza tardi, Gis sta preparando la colazione, ti piacciono i muesli al cioccolato, tesoro? –

– Sì, madre, li adoro, adesso posso vestirmi? – il biondo, scocciato, la fissò con poca simpatia.

– C… certo, caro, ora ti puoi vestire in tutta tranquillità – disse Narcissa, sparendo e avviandosi verso il salotto.

Draco sbuffò, infastidito, prese dei jeans e una maglietta e si apprestò a raggiungere il bagno, per darsi una lavata veloce e sciacquarsi il viso insonnolito.

Dieci minuti dopo era seduto al tavolo del salone, con la madre e il padre che facevano colazione e discutevano della situazione del torneo Tremaghi di soli pochi mesi prima, quando la madre disse: – Dopotutto… chi lo sa… Cedric Diggory è morto… Potter continua a dare fastidio, però –.

– Tranquilla, il Ministro è dalla nostra parte – sbottò Lucius, poi si rivolse a Draco:

– Presto, figlio mio, dovrai cominciare a prestare i tuoi servigi all’Oscuro Signore… parlerò con Severus e vedremo come puoi cominciare – e sorrise, ghignando.

– Certo, padre – mormorò Draco, per niente convinto delle parole pronunciate da Lucius.

– Hai finito di fare il baule? – si intromise la madre, finendo di bere il caffè dalla pregiata tazzina in porcellana.

– No – mentì Draco, e, come previsto, fu spedito in camera.

Appena entrò nella stanza, si sedette sul letto ancora sfatto, riflettendo.

Ad un tratto una terribile certezza lo colpì: ‘Io non voglio diventare un Mangiamorte! Non voglio essere come mio padre! Cielo, sto pensando come Potter… ma è così’, pensò, improvvisamente scoraggiato.

– Come farò? – si chiese ad alta voce. E si rese conto di essere solo.

Immensamente solo.

Solo contro il mondo.

– Non voglio! – esclamò.

Devi.

Certo Draco non sapeva che sarebbe riuscito nel suo intento…
  
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