November
is a good time to cry
Un anno fa non ero altro
che un fantasma; sentivo, vedevo, soffrivo. Eppure ero distante, cupa.
Un anno fa non sapevo chi
ero. Vagavo in cerca di qualcosa che
mi facesse sentire viva. Ansimavo cercando di
aggrapparmi all’amore e avrei tanto desiderato appoggiarmi a te. Ero un illusa: tu non c’eri.
Lo scorso novembre sarei
voluta morire. Era tutto finito, semplicemente ingoiato dall’oscurità, perso
nella nebbia.
I miei occhi non vedevano
completamente buio, alla fine. No, l’oscurità sarebbe stata calda e
accogliente. Vedevano scuro ma ricordavano la luce
attraverso la nebbia: i ricordi erano una pugnalata al cuore, dritta e precisa.
Una fitta, un lampo di luce che acceca momentaneamente e fa lacrimare.
Lo scorso novembre ho
pianto per una sera intera davanti a tutti senza riuscire a fermarmi perché il
dolore era troppo, il mondo stava crollando.
Non ho più pianto, mai,
nemmeno una volta, davanti a qualcun altro. Di cos’altro mi hai privato?
Lo scorso novembre credevo
di essermi trasformata in un mostro. Non sentivo altro che il rimorso, il
dolore e la perdita. Ero piena di rimpianti e vuota di sentimenti.
Ora so di essere
semplicemente diventata me.
Lo scorso novembre ti
amavo. Curioso, eh?
Ho ricominciato a scrivere
e mi sono aggrappata alla scrittura come ad un’ancora. Era la salvezza, l’unica
cosa che davvero mi faceva sentire
viva.
Poi ti guardavo negli
occhi e la voglia di scrivere passava, e serviva la pioggia per lavare via
quella sensazione bruciante del tuo sguardo addosso ancora una volta.
Eppure se ne andava. Pioveva,
uscivo, mi inzuppavo da capo a piedi, con la musica nelle orecchie che non
superava il frastuono della pioggia.
Ora so che l’unica cosa
che è rimasta uguale, e che non potrò mai smettere di amare, nonostante tutto,
sono i tuoi occhi. Tutto il resto è scivolato via.
Un anno fa non sapevo se
avrei mai più sorriso. Ora so chi sono. Mi sento viva, diversa da prima,
cresciuta, cambiata. Distrutta, anche. Spezzata a metà. Ma ho preso il coraggio
a due mani, ho preso in mano la mia vita e l’ho rimessa a posto pezzo per
pezzo, uno alla volta. Ogni tanto il ricordo bruciante
mi assale ed emerge il dolore, ma ora so come combatterlo: so che posso usare
me stessa per salvarmi. Posso fermarti mentre forzi il
mio cuore di nuovo, ancora e ancora, cercando di farti spazio.
Troppo tardi, non credi?
Lo scorso novembre non mi
fidavo più della vita. Adesso ho imparato ad essere me stessa
e nient’altro. Non ho paura della solitudine perché per me solo
significa anche coraggioso. Sorrido, disegno, scrivo, leggo. Passeggio per le
mura, amo la pioggia, l’Autunno e i suoi colori, la luce e la polvere, suonare
il pianoforte.
Mi hai reso ciò che sono
adesso: più forte.
Lo scorso novembre mi hai
lasciato a camminare da sola nella nebbia. Ti aspettavi di vedermi, persa,
arrancare nel vuoto?
L'ho fatto, e non mi ha resa
più debole, mi ha resa coraggiosa anche quando credevo che non ce l’avrei più fatta. Poi l’autunno è finito ed è passato un
anno. Mi sono svegliata una mattina ed ero io, senza te
ma ricca di tante altre cose. Amici, speranza, futuro.
Un anno fa avrei
rinunciato ad essere me per avere te senza pensarci due volte.
Questo novembre cammino da
sola e mi manchi, sì, ma ho scelto me stessa.
17/11/2011