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Autore: fann1kaoriyuki    17/07/2006    5 recensioni
E'la mia prima fiction fatta da un libro(siate clementi!) cosa accadrebbe ad una qualsiasi babbana senza poteri se si ritrovasse ad Hogwarts senza che nessuno, nemmeno Silente, sappia spiegare perchè è lì? E se fosse costretta a seguire le lezioni fingendosi un strega?
Genere: Romantico, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Aprire gli occhi è la parte più difficile della giornata

Aprire gli occhi è la parte più difficile della giornata.

Sai cosa ti ritroverai davanti: il soffitto della tua stanza, la tua cameretta, i tuoi mobili....come sempre, some ogni giorno.

Anche quel giorno non avrebbe dovuto fare differenza. Era andata a dormire come tutte le sere, con la sveglia importata alle 8 del mattino, tra le sue soffici lenzuola color panna con ricami floreali e il suo pigiama azzurro pastello completo di pantaloncino e maglietta, indumenti adatti al periodo estivo in cui svolgeva le sue giornate.

Anche quella mattina la ragazza aprì gli occhi, soppesando il soffitto e le pareti. Intontita, ma non per questo meno attenta ai piccoli dettagli, notò che il soffitto si presentava di un marmo dal colore indefinito pressoché scuro e così anche le pareti che lo reggevano. Qualcosa non quadrava…

Dov’erano le sue belle pareti bianche intonacate? Dov’era la luce che entrava dalla finestra della sua stanza ogni mattina a svegliarla prima ancora che suonasse la sveglia? Dormiva ancora e sognava? O era ancora notte fonda e non distingueva le cose per il sonno?

Chiuse gli occhi e respirò a fondo, nell’aria vi era un dolce aroma di colazione, cosa ancora più strana, poiché era lei stessa a prepararsela ogni mattina. Cercò di concentrarsi sull’udito: sentiva mormorii, scarpe che battevano più o meno violentemente sul marmo, qualcuno camminava…molti camminavano. Il rumore proveniva dal basso.

Aprì di nuovo gli occhi e si guardò attorno. Forse era andata dormire a casa di un’amica? Ma non le risultava che nessuno vivesse in un ambiente così…tetro…e “antico” aveva tutta l’aria di essere un freddo e cupo castello come si vedevano nei film.

Si mise a sedere e proseguì nella sua dettagliata osservazione. Era distesa su un lettino, coperta da un lenzuolo, tutto sommato, pulito, tutt’intorno vi erano altri lettini disposti simmetricamente. La luce entrava fioca dalle grandi finestre chiuse quasi ermeticamente. Aveva tutta l’aria di essere una specie di ospedale o meglio…un infermeria!

Vicino al suo letto vi era una sedie e un comodino. Sul comodino vi era una lettera, ma prima di prenderla e leggerla squadrò gli abiti posizionati accuratamente sulla sedia. Era un grande mantello nero, alquanto strano a dire il vero. Decisamente fuori moda.

D’improvviso avvertì il gelo che le entrava nelle ossa, doveva ammetterlo! Nonostante il pessimo gusto l’aria fredda che si diffondeva nella stanza la invogliava non poco a mettersi quell’orrore sulla sedia. Almeno sembrava caldo…

Dopo essersi messa quella “tunica riscaldante”, che risultava esattamente della sua misura, si apprestò ad aprire la lettera.

 

Cara Signorina.

Le diamo il benvenuto alla grande scuola di magie e stregoneria di Hogwarts.

Ci scusiamo per l’increscioso risveglio, tuttavia la invitiamo a mantenere la calma e a dirigersi verso il mio studio appena si sentirà meglio.

Le sarà tutto spiegato in una più idonea sede.

 

In fede

Albus Silente

 

La ragazza chiuse e riaprì gli occhi ripetitivamente per mettere a fuoco la lettera che, constatò, era in realtà di rara bellezza. Rimase quasi incantata dalla pergamena dall’aria antica e dalle scritte verdi smeraldo luccicanti. Era chiusa con ceralacca color porpora e decorato con uno stemma che rappresentava un leone, un ariete, un tasso e un serpente attorno ad una grande”H” . Poi si soffermò sul contenuto.

Innanzi tutto: “magie e stregoneria di Hogwarts”….magia? Stregoneria? Hogowarts?

”La invitiamo a mantenere la calma e a dirigersi verso il mio studio” bene….ed essere calma era calma…ma dov’era questo famigerato studio?!?!

Squadrò la lettera da cima a fondo per svariate volte finché non si convinse che non vi era null’altro che potesse indicarle la via per lo studio. Molto probabilmente era nell’altra stanza o avrebbe chiesto in giro.

Infondo aveva sentito che c’era gente in giro.

< Lo studio di Albus Silente> sussurrò tra se e se,tenendo a mente questo nome.

Si alzò e si incamminò per la stanza. La luce fioca che entrava dalle poche fessure rimaste nelle finestre le permise di intravedere il proprio aspetto nel unico specchio presente.

Aveva capelli medio lunghi ondulati, di un color nero come la pece ma striati di blu e occhi di color ametista.

Erano sempre stati singolari i suoi occhi, spesso le chiedevano se portasse delle lenti a contatto, ma erano così di natura. Da quando era nata.

Il fisico asciutto, non molto alta, una ragazza normale.

Convenne che non era il caso di perdere tempo e si diresse verso l’unica porta che le risultava esserci. Appena l’aprì si trovò di fronte ad un lungo corridoio dalle stesse mura del’infermeria, ma chiaramente più luminose per via della luce che finalmente invadeva l’aria. Ci volle un po’ per abituarsi, essendo stata fin’ora nell’oscurità.

Si guardò attorno.

Non vi era anima viva.

Con addosso quello strano abito si incammino da una parte a caso. Prima o poi avrebbe incontrato qualcuno!

Camminò per molto,e per tutto il tempo contemplò quella strana costruzione che ora più che mai le sembrava un castello e si accorse, con infinito rammarico per i suoi piedi, che era tutt’altro che piccolo. Trovare questo famigerato studio sarebbe stato tutt’altro che facile!

< Oh eccola signorina!!>

Una voce di donna la raggiunse, si trovò di fronte una signora dall’aria severa, con i capelli racconti e occhiali quadrati.

La corvina si guardò attorno per cercare qualcun altro < Dice a me?> chiese infine.

< Certo Signorina, la cercavo! Mi è venuto un colpo quando non l’ho trovata in infermeria! Dove pensava di andare da sola?> chiese con la solita aria severa.

< Da Albus Silente> rispose lei prontamente.

La donna sembrò piuttosto sorpresa < Pensava di arrivarci da sola?>

< Bhè no…speravo di incontrare qualcuno a cui chiedere > rispose < Ora che c’è lei posso sapere…>

< Bene l’accompagno io! > tagliò corto la donna, invitandola a seguirla.

 < Io sono la Professoressa McGrannit piancere!>

< Piancere> rispose < Io sono…>

< Eccoci arrivati!>l’interruppe.

< Già?>

< Con la sua fuga non si era allontanata di molto dalla sua meta.>

Detto questo si voltò verso il gargoyle e disse con espressione ferma < Cioccorane!>

La ragazza si chiese se la donna non fosse del tutto sciroccata come in effetti sembrava… parlare con una statua di pietra e dire un’assurdità come”cioccorane”! Che poi cosa sono le cioccorane?

Il gargoly di pietra però la salutò con la mano e, sotto lo stupore della covina, si sposto per farle passare.

< Lei ora incontrerà il preside della celebre scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts >

< Ecco, a proposito di questo…cos…>

Ma non fece in tempo a chiedere che un anziano dall’aria allegra fece capolino nella stanza e invitò la corvina a sedersi su una sedie di fronte una scrivania. Aveva una lunga barba argentata, tanto lunga da doverla tenere a bada con la cintura dello strano abito sfavillante che aveva addosso.

< Buon dì signorina, io sono Albus Silente.>

< Buon giorno. > rispose timorosa, ma al contempo risoluta. < Io sono…>

< Già > la interruppe il preside < Chi è lei?>

< Se magari la smettesse di interrompermi potrei dirlo!> sbottò seccata dall’ennesima interruzione.< Mi chiamo  Azzura Lazward! >

< Azzurra Lazward?> sussurrò tra se e se il vecchio preside < Non risulta nei nostri registri nessuna strega con tale nome > disse pensieroso.

< Strega?> chiese scettica Azzurra < Mi scusi, ora posso chiederle io qualcosa?>

< Ma certo> rispose amabilmente il preside < Spero solo che le risposte che le darò siano di vostro gradimento.>

Azzurra guardò il vecchietto, aveva l’aria simpatica ma aveva come l’impressione che neanche lui sapesse giustificare la sua presenta in quello strano luogo. Tuttavia sperò con tutta se stessa di sbagliarsi e decide di chiedere lo stesso.

< Stamattina mi sono svegliata in quella stanza buia, che era tutt’altro che la MIA di stanza e questa non è casa mia…dove mi trovo?>

< Alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts> rispose prontamente l’anziano.

< Chissà perché l’avevo intuito…> disse tra se e se la ragazza seccata < Come mai, di grazie, mi trovo qui?>

Ci fu un attimo di silenzio nel quale, Azzurra suppose, silente studiasse la situazione.

< Non lo sappiamo.> rispose sconfortato < Sei stata ritrovata priva di sensi nella Sala grande da degli studenti della scuola questa notte.>

< Scherza vero? >

< Haimè No….> continuò l’anziano preside < Qui sono ammessi solo maghi e streghe, i comuni Babbani non dovrebbero sapere dell’esistenza di questa scuola né tanto meno potervi accedere.>

La ragazza soppesò l’idea di chiedere cosa fosse un Babbano, ma al momento le risultava che non fosse una domanda di estrema rilevanza < Quindi..> esordì

Un secondo attimo di silenzio riempì la stanza.

< Vedi signorina Azzurra…>

< Non dirmelo…ora che so la verità sarò rinchiusa in questa scuola per il resto dell’eternità affinché non possa rivelare a nessuno l’ubicazione segreta(contando che non so dove caspio mi trovo) di questo manicomio, oppure mi ucciderete o sarò torturata o mi cancellerete la memoria!>

< Nulla di tutto ciò!> la zittì il preside scoppiando in una fragorosa risata < Sempre che non ci costringa!> continuò cercando di trattenersi dal ridere.

< Vede…> esordì tornando serio < Non c’è ancora chiaro il perché della tua presenza qui, ma se ho imparato qualcosa in tutto questo tempo di vita vissuta è che c’è sempre una spiegazione a tutto. Nel suo caso non è ancora stata trovata, ma confido nella sua collaborazione per farlo.>.

< Io non so nulla > protestò.

< Certo me ne rendo conto, ma se qualcosa o qualcuno la vuole qui, nel bene o nel male, dobbiamo scoprirlo e non vedo altra soluzione che farla rimanere, seppur per breve tempo.>

Azzurro lo guardò stralunata < Rimanere?>

< Certo capisco la sua diffidenza, ma spero che lei capisca. Il nostro mondo non è per Babbani come lei e non pretendo che capisca le nostre problematiche, ma nel serio interesse di entrambe le fazioni le propongo di restare un mese qui.>

< Un mese…> gli fece eco.

< Esatto. Ovvio potrebbe ridursi il tempo se capissimo perché è qui, ma se entro un mese non lo sapremo le la mia parola che la riporterò personalmente a casa! >

< Sempre se accetto giusto? O sarò costretta?>

< Io non voglio costringere nessuno Signorina Lazward…tuttavia confido nel vostro buon senso…>

< “Buon senso” eh?> ironizzò <Bene…ma questa è una scuola vero?>

< Esatto!>

< Di Magia e stregoneria…>

< Certamente!>

< In che senso “magia” e “stregoneria”?>

Il vecchio preside sorrise benevolo e con un gesto non curante della mano richiamò magicamente a se il bricco del the e tre tazze, una anche per la professoressa McGrannit rimasta fin’ora in silenzio e in disparte.

< Vuole del the?> chiese amorevolmente.

La ragazza era a dir poco stupefatta, guardava quel bricco volato lì a mezz’aria come fosse la cosa più incredibile del mondo.

< Signorina Azzurra?> finalmente la professoressa parlò con la sua voce severa.

< Oh…> si sveglio dal trans la giovane per poi rispondere al preside.< Ehm…no grazie.>

Ci fu ancora silenzio interrotto solo dal sorseggiare del the di Silente.

< Ehm…signor Silente?>

< Si signorina Lazward?>

< Anche se restassi…come giustificherei la mia assenza ai miei genitori e anche se la giustificassi…in questo mese come passerei il tempo? Cioè mi sembra chiaro che non ho certo poteri magici e sono fuori luogo qui.>

< Capisco il suo problema…> disse tranquillamente < Per i suoi genitori ci penserei io personalmente, so trattare con i Gabbani e le garantisco non farò né lavaggio del cervello né incantesimi, ma semplicemente le fornirò un alibi.>

< Per la scuola > continuò < Penso sia il caso di farle seguire i corsi. Potrebbe aiutare a scoprire come mai lei è qui, magari potrebbe avere un potere non ancora manifestato nonostante le apparenze, ma vorrei anche che la sua identità resti segreta per gli altri ragazzi. Avere una babbana potrebbe rivelarsi dubbioso per alcuni alunni…>

< Capisco…quindi se non trovo comunque potere in me dovrò fingere di averlo?>

< Temo sia il caso. Pensa di essere capace di farlo?>

< Non lo so se non ci provo>

< Bene…>

< Signor preside…> intervenne ancora la McGrannit

< Si Minerva?>

< Immagino che dovremmo smistarla. Certo non sappiamo se anche su una babbana funzioni il cappello parlante ma penso comunque che abbia bisogno di un alloggio e se deve fingersi studentessa…>

< Hai ragione Minerva.>

Fin’ora la ragazza era stata zitta, ma sentiva un impellente bisogno di chiedere di cosa stessero parlando. Ma non fece in tempo perché si ritrovò improvvisamente senza luce.

<C-cosa?!>

La professoressa le aveva infilato il cappello senza preavviso sul capo, coprendole gli occhi.

In quel buio totale la ragazza iniziò ad aver timore…infondo che ne sapeva lei di questa gente? Potevano essere tutti pazzi! Si, ma quel bricco?

Mentre pensava queste cose una voce dall’interno del cappello la distrasse:

 

Io son in capello parlante

Vecchio e logoro e ansante

Smistare è il compito mio

E lo faccio con molto brio!

Dove sei destinata

Fanciulla smarrita?

Io lo decido ogni annata

L’alunna dove venga smistata.

Griffondoro è il posto tuo?

Culla di coraggiosi,

o Serpeverde, il nemico suo,

dove fanno tanto i preziosi.

C’è anche Corvornero

Ove c’è grande intelligenza!

O Tassorosso invero

Bontà d’animo e decenza?

 

La filastrocca si interruppe e calò un inquietante silenzio durante il quale la ragazza sentì crescere la propria ansia. Cosa era questa diavoleria? Ancora una volta il cappello riprese a parlare, stavolta per fortuna non in rima.

 

 Che bella intelligenza…

Grazie.

Ma sei anche di animo buono…

Grazie…

Hai astuzia da vendere!

Davvero?

Immenso coraggio…

Mi prendi in giro?

 

Da oltre l’oscurità si sentì la voce del preside che esortava il capello a parlare.

< Signor Cappello, pensa di poter decidere?>

< A dire il vero mio buon preside, la ragazza ha tutte le qualità a posto per tutte le case.>

< Scegline una…>

Il cappello ci pensò su almeno 5 minuti finché con grido a squarciagola tanto da far intontire Azzurra:

< GRIFFONDORO! >

Dopodichè tornò la luce.

Il preside sorrise benevolo.

< Bene signorina Lazward…La professoressa McGrannit la scorterà fino al suo alloggio. Dovrà condividere la stanza con altre ragazze.>

< Capito.>

< Le consegnerà anche l’orario delle lezioni che dovrà seguire. Per raggiungere le aule confido nell’amicizia che stringerà con le compagne di stanza. Bene…penso sia tutto.>

< Preside…> esordì la professoressa McGrannit

< Si Minerva? >

< Consiglio di iscriverla ai corsi degli alunni della sua età.Ovvero del 5 anno. Ma di esonerarla per Difesa Contro Le Arti Oscure, incantesimi e la mia materia…le resteranno immagino Pozioni, Storia della Magia e Divinazione e altre materie in cui non è necessaria magia “evidente”.>

< Va bene Minerva, se faranno domande penserò personalmente a sviarle.>

La ragazza non aveva ancora capito granché cosa succedeva, ne di cosa parlassero, ne dove stava andando, ne cosa fossero“le case”. In verità non capiva proprio nulla!

 Ma per quanto ci provasse non riusciva a non fidarsi di quel preside dall’aria simpatica e perfino della professoressa severa, infondo infondo le sembrava gentile….molto infondo.

Quindi si mise l’anima in pace, accettò di passare questo mese che, era sicura, si sarebbe rivelato davvero interessante e vedere come andavano le cose.

 

 

 

   
 
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