Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
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Autore: annalisaechelon    22/11/2011    4 recensioni
"Lui era lì, dentro quel computer, a sorriderle. Lui era lì, dentro quell’i-pod, a cantarle tutto il suo amore. Lei viveva di questo, quasi come fosse il suo ossigeno, perché lui, solo lui le permetteva di vivere ancora."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sei anni dopo.

- Ma dov’è finito Nicholas, tesoro? – chiese Jen, con tono leggermente agitato, a Jared.
- Tranquilla amore, è fuori a giocare con Liz e Faith, vuoi che te lo chiamo? – la guardò, rilassato.
- Si, dai.. E’ l’ora della merenda poi! – dichiarò spremendo gli ultimi agrumi che si trovavano sul ripiano di marmo freddo.
Jared uscì fuori in giardino richiamando l’attenzione dei tre bambini che si divertivano intrattenendosi tra l’aria fresca e la luce del sole, nel pieno dell’estate. Li condusse lentamente in cucina, li fece sedere a tavola in maniera composta e sistemata mentre serviva loro l’aranciata fresca, contornata da una frutta a scelta, per farli dissetare dopo le lunghe corse fatte.
- Nick, non devi correre così forte però, devi stare attento altrimenti protesti cadere e papà si preoccupa, capito? – gli carezzò leggermente i capelli scuri, sbarazzini, stringendogli delicatamente la spalla. – continuò – poi, devi dare anche il buon esempio a tua sorella, vero? – da lontano lanciò un’occhiata divertita a Liz, che rispose di rimando regalandogli un sincero sorriso, come solo quelli dei bambini sanno essere davvero.
- C’è anche Faith però, papà! – strabuzzò con voce acuta Nick, indicando la figlia di Emma.
- Si, è vero, hai ragione, ma tu sei brava, vero Faith? Sei tutta tua madre! – rise giocando coi suoi capelli  biondi, proprio come quelli della madre, versandole un altro po’ di succo.
- Ha ragione vostro padre, dovete fare i bravi! – ridacchiò Jen tra sé e sé.
Due bambini, sì. Erano genitori di due bellissimi bambini. Nicholas aveva all'incirca cinque anni. Era tutto suo padre. Capelli scuri, occhi chiari tendenti all'azzurro e il sorriso più bello del mondo, quello che, come faceva anche il padre, veniva regalato solo nei momenti più speciali. Liz invece era più piccola. Era nata qualche anno dopo Nicholas. Aveva gli occhi sbarazzini, furbi, con uno sguardo vispo, già sveglio, pur avendo solo tre anni. Quando i piccoli tornarono a giocare, Jared e Jen rimasero soli e nel silenzio di quella giornata, si persero gironzolando per casa, ricordando un po’ il passato ormai andato. Il cambiamento che avevano affrontato. I due bimbi che ormai rallegravano le loro vite. Il loro affetto che riempiva quotidianamente i loro animi. Il matrimonio. E il loro amore, che non era mai cambiato. Ad un tratto però, si fermarono di fronte al camino spento, privo di legna, per osservare tutte le foto appese sul muro, quasi ad ornarlo e renderlo vivo.
- Mi mancherà, sempre.. – sibilò Jen, reggendo tra le mani una cornice, mentre una lacrima le solcava il viso.
- Lo so, amore.. – le lisciò i capelli, stringendola per le spalle.
- Nick.. – singhiozzò.
Il suo migliore amico se n’era andato da tre anni, poco prima della nascita di Nicholas, ecco il perché del suo nome. Li aveva abbandonati a causa di un incidente in strada, dopo che avevano trascorso un bel po’ di tempo tutti insieme. Il paradiso l’aveva chiamato quando era pronto a ritornare in Italia ma ormai non c’era più, se n’era andato per sempre. E Jen ancora non riusciva a capacitarsene, tantomeno ad accettarlo. Una lacrima le scivolò piano sulla mano calda, posandosi innocua tra le dita longilinee. Vide la sua fede matrimoniale illuminarsi e sfiorandola, si asciugò le lacrime, lasciando spazio ad un leggero sorriso abbozzato. Si girò alle sue spalle, guardando Jared negli occhi. Riconobbe in lui tutto ciò che aveva sempre sognato e sperato di avere. Guardò i suoi occhi e ci vide l’amore. Sfiorò con il tocco leggero delle sue dita, la sua bocca sottile e sentì un brivido freddo farsi spazio sulla colonna vertebrale. L’amava. E quell’amore non era mai mutato. Durante tutti questi anni, avevano sperimentato tante nuove cose. Insieme avevano compiuto numerosi viaggi, i 30 Seconds to Mars avevano pubblicato un nuovo album e affrontato un nuovo tour mondiale, venendo richiesti ovunque. Jen aveva scritto un libro che in poco tempo aveva ottenuto grande successo. Era diventata la direttrice della biblioteca in cui lavorava dopo che Philip gliel’aveva ceduta. Quel luogo, da quando c’era lei al comando, era diventato il più frequentato della città e il primo ad ospitare la presentazione del suo libro d’esordio. Insomma, nulla poteva andare meglio per la famiglia Leto, se non fosse stato per le solite Jen-paranoie.
Continuava ad avere incubi, ogni notte. Sognava di essersi inventata tutto, di immaginarsi questa vita e che nulla fosse realmente accaduto. Era quasi diventata una fobia. Terrore, ansia, simile al soffocare. E Jared, ogni qual volte lei si sentisse male, era sempre lì, pronto a rassicurarla e a pizzicarle delicatamente una guancia per ricordarle che quello che stava vivendo era tutto vero e non frutto della sua speranza, come un tempo.
- Forza su, dobbiamo andare! – Emma prese Faith per mano, salutando gioiosamente la famiglia Leto, per riportarla a casa.
- Mamma, no, voglio rimanere ancora un altro po’ qui! – piagnucolò la bambina.
- Dai, Faith, forza andiamo, papà ci aspetta, ci aspetta un bel gelatone, piccola mia, domani tornerai qui, va bene? – le sorrise, arruffandole i capelli chiari.
Andarono via, lasciando Jared e Jen, insieme ai loro due piccoli. Quell’enorme casa non era più vuota, era riscaldata e riempita dall’amore che le loro anime sprigionavano nell’aria. Ormai era quello, il motivo per cui tutto aveva un senso. La loro vita era cambiata, per sempre. Ed era proprio questo quello che aspettavano.
- E’ ora di andare a nanna, piccolini, andiamo sù.. – Jared prese in braccio prima Liz e poi Nicholas portandoli a letto.
Fu seguito velocemente da Jen che insieme a lui, si sedette al fianco dei due per rimboccare loro le coperte. Schioccato anche il bacio della buonanotte, chiusero le tendine, spensero le luci per dirigersi nella loro camera da letto.
Sudava, in preda al panico, tremava, sentendo le gocce sfiorarle la fronte e il ventre bollente. Si muoveva convulsamente tra le candide lenzuola di quell’enorme letto bianco. Un piccolo gemito le sfiorò la gola, prima di farla svegliare. Si spinse sul letto, quando iniziò a respirare affannosamente.
L’incubo, di nuovo.
Era tornato a tormentarla.
- Jen, Jen, tranquilla.. Sono qui! – la rassicurò Jared, nuovamente.
Le prese il viso con una mano e, accarezzandole la chioma scura, lo fece posare sul suo petto. Quando lei alzò lo sguardo, lo fissò negli occhi con un filo di commozione. I loro due universi si mescolarono in uno solo quando l’azzurro degli occhi di Jared si unì al marrone degli occhi di Jen. Un’unica cosa, un’unica vita, un’unica anima.
- Jared, l’ho sconfitto, questa è stata l’ultima volta, lo so.. – si lasciò stringere.
- Ti amo, piccola mia.. – chiuse gli occhi.
- Anch’io, sempre.. – un bacio, dolce, puro, eterno.

Un’unica cosa, un’unica vita, un’unica anima.
Così era e così sarebbe stato, per sempre. 

  
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