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Autore: Lela White    23/11/2011    2 recensioni
La mia versione del Midnightsun della Meyer, scritto con assoluta umilta per passione verso questa storia. In attesa che la Meyer ci regali altre bellissime pagine, ho pensato di continuare laà dove la storia si interrompe.
Dal cap 15 "Il mostro urlò...LA VOGLIO!
Emerse dalla mia gola mandandola in fiamme…il veleno mi riempì la bocca e il sapore era amaro come fiele sulla lingua…una voragine si aprì nel petto.
I muscoli scattarono...si tesero pronti all’attacco…l’adrenalina corse in circolo e il mostro si eccitò, era il suo momento finalmente poteva averla…riuscivo a vedere chiaramente il suo progetto, la mano che era tra le sue.. correre veloce verso la testa e afferrarla per il viso, facendo attenzione a non spezzarle il collo, se moriva subito dov’era il divertimento?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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IL MIO MDS, 14-3

NB:La storia è letteralmente inspirata a Twilight, della Meyer. Ambientazioni, personaggi e dialoghi tra Edward e Bella sono gli stessi e quindi NON mi appartengono!

Tale ff non è scritta a scopo di lucro, ma solo per passione.

Capitolo 14
                                                                     
                                                                     Confessioni




(terza parte)

 

 

 

Ero rigido come una pietra e anche se la mia pelle era fredda, il mio corpo stava andando a fuoco, ma non per la sete…era…non so come descriverlo, avevo gli occhi chiusi, i pugni stretti, i muscoli tirati, come se fossi  davanti un pericolo imminente e  invece di farmi coraggio e difendermi…abbassassi la guardia...inerme e permettessi al mio nemico..di distruggermi in un istante…

Avanti sono qui…!

Di fronte a me però, non c’era un nemico, ma la creatura più sorprendente che avessi mai visto, perché questa sensazione allora? La realtà è che sapevo fin troppo bene che una sua reazione negativa a quello che stava vedendo, mi avrebbe ferito più di qualsiasi altra cosa al mondo.

Non sentivo niente, non parlava, brutto segno!

Ero sicuro che fosse ancora lì, perché sentivo il suo cuore battere veloce, come impazzito..brutto brutto segno!

Aprii lentamente gli occhi ricominciando a respirare, ovviamente avevo smesso per qualche minuto e vidi che mi guardava a bocca aperta, per poi illuminarsi in un dolcissimo sorriso….strano segno!!

Si avvicinò senza dirmi nulla, lo sguardo curioso e il viso gioioso, come un bambino di fronte un regalo, non riuscivo a crederci. Scrutava il mio volto, il mio petto nudo e  alzò la mano come per volermi toccare, il mio respiro accelerò ma non lo fece.

La sua mano era vicina al mio viso, così vicina che potevo sentirne il calore, ma la ritrasse dolcemente, poi si allontanò e si girò per osservare la radura.

“Così è questo il tuo segreto?” chiese sorridendomi ma non capii se era rivolto a me o a quel posto.

“A cosa ti riferisci? Io non ho segreti!” sorrisi malizioso e decisamente curioso, mentre mi avvicinavo a lei mi stavo lentamente calmando.

“Bè è ovvio, mi riferisco a questo” rispose indicando la radura con la mano.

“Dovrei offendermi, sai quanto io odi il freddo e la pioggia…tu conosci un posto simile e me lo fai vedere solo ora?” domandò sedendosi a terra, allora voleva far finta di niente?

“Non sapevo se quello che avresti visto… ti sarebbe piaciuto…” e mi sdraiai affianco a lei sorridendo. Il doppio senso era chiaro ma lei non rispose, continuava a fissarmi serena.

 Tra tutte le reazioni che poteva avere vedendomi, questa non l’avevo minimamente immaginata e una gioia improvvisa mi assalì.

Non osavo toccarla certo, ma morivo dalla voglia di farlo, la mia mano era vicino alla sua…volevo alzarmi, prenderla per il viso…e…respira!

Lei non disse niente e da principio mi incuriosì ancora di più, cosa pensava? Aveva deciso di non commentare quello che stava guardando? Andava bene, potevo accettarlo, qualunque fosse la sua reazione, era comunque lì vicino a me e questo mi bastava.

Chiusi gli occhi per assaporare quel momento e iniziai a canticchiare tra me la ninna nanna che lei mi aveva ispirato, lo feci senza neanche accorgermene, mentre mi gustavo il calore del sole sulla mia pelle.

Il suo cuore, non si era ancora calmato, batteva veloce, sorrisi pensando che forse, batteva per...me!

All’improvviso sentii un movimento impercettibile della sua mano, me ne accorsi prima ancora che si muovesse.. si avvicinò timorosa, verso il mio braccio.

Con il dito sfiorò delicatamente il dorso della mia mano, era così soffice e calda molto più del sole. Sentii un brivido per tutto il corpo, insomma l’avevo già toccata altre volte, anche quando lei non lo sapeva, ma essere accarezzati…da…lei, era diverso, era semplicemente meraviglioso.

Ancora non parlava.

Si, va bene, ho detto che potevo accettarlo, potevo riuscirci!

O forse no?

“Non ti faccio paura?” finalmente riuscii a parlare.

“Non più del solito” rispose ed io sorrisi divertito.

La mano le tremava, era nervosa, ma non nel senso negativo del termine, era curiosa..di me.

Potevo sentire i suoi respiri controllati, stava cercando di muoversi piano e il piacere che provavo era assoluto, richiusi gli occhi, per abbandonarmi a quella sensazione.

“Ti dà fastidio?” era l’esatto opposto di quello che provavo.

“No…non hai idea di come mi senta” stavo provando un calore immenso ma era puro piacere, stare lì, nella più totale tranquillità, essere in grado di stare vicino a lei…

Alice si era sbagliata ed ero così felice!

Lentamente mosse l’altra mano in cerca della mia, io capendo di nuovo il movimento l’assecondai velocemente, forse troppo velocemente per lei, perché si spaventò e arrestò la mano.

“Scusa”…mormorai guardandola “è troppo facile essere me stesso, assieme a te”

 I suoi occhi erano fissi su di me, prese la mia mano e l’alzò, la guardava curiosa, come incantata…cosa pensava?

Grazie al mio dono potevo sentire migliaia di pensieri, per me assolutamente insignificanti, ma cosa me ne facevo di quel dono desiderato da tutti, se l’unica persona per me importante ne era immune?

“Dimmi cosa pensi…Mi sembra ancora così strano non riuscire a capirlo”

“Noi comuni mortali ci sentiamo sempre così sai?”

“Che vita dura”…la scambierei in un istante, se volesse dire stare con te per sempre!

“Non hai risposto?” insistetti, volevo saperlo.

“Mi chiedevo cosa stessi pensando tu….”si fermò.

“E?” l’incoraggiai sempre più curioso.

“E desideravo poter credere che tu fossi vero. E mi auguravo di non aver paura”.

Ecco, forse era meglio non saperlo, non volevo che avesse paura, io…io ero così felice, doveva esserlo anche lei…

“Non voglio che tu abbia paura” le dissi con un filo di voce, di nuovo sentii l’ imbarazzo per ciò che ero.

“Bè, non è esattamente quella la paura che intendevo, malgrado sia un aspetto da non trascurare.”

Cosa?...A quanto pare mi aveva lasciato di nuovo senza parole, dovevo abituarmi, ma ogni volta scoprivo che valutava le situazioni, sempre diversamente da me.

Non immaginavo provasse una paura, che la preoccupasse addirittura di più, la dovevo capire meglio…questa la volevo proprio sentire.

Così mi alzai di scatto, senza pensarci e  mi misi a sedere di fronte a lei, una mano era ancora tra le sue, mentre la guardavo fisso negli occhi con curiosità.

“E allora di cosa hai paura?” chiesi serio.

Il tutto fu estremamente veloce, per gli occhi umani…ma per i miei occhi…no!

Il suo viso color crema, si colorò di un rosa delicato, era davanti al mio, molto vicino..

troppo vicino…

Come era accaduto poco prima, mi accorsi immediatamente del suo impercettibile movimento. Avanzò istintivamente verso di me, affascinata dal mio odore. Sentii il soffiò caldo del suo respiro su la mia pelle, sul viso…nella bocca…

Il mostro urlò….

LA VOGLIO!

Emerse dalla mia gola mandandola in fiamme, il veleno mi riempì la bocca e il sapore era amaro come fiele sulla lingua…Una voragine si aprì nel petto.

I muscoli scattarono, si tesero pronti all’attacco, l’adrenalina corse in circolo e il mostro si eccitò, era il suo momento finalmente poteva averla. Riuscivo a vedere chiaramente il suo progetto, la mano che era tra le sue, correre veloce verso la testa e afferrarla per il viso, facendo attenzione a non spezzarle il collo, se moriva subito dov’era il divertimento?

Gli occhi fissavano la preda e una spessa patina nera calò su di essi…non vidi più nulla.

Il mostro era davanti a me… di nuovo il buio…la luce era sparita.

Con uno sforzo incalcolabile…spinsi il mio corpo il più lontano possibile da lei…

NOOO…. urlai al mostro dentro di me!

Ero in piedi, lontano solo una decina di metri da lei mentre il mostro si dimenava, era furioso, poteva sentire il suo profumo… l’aveva assaporato sulla lingua. Poteva sentirne la consistenza scendergli nella gola, poteva desiderare la morte pur di ottenerla ed era un desiderio irrefrenabile, ancora più disperato perché la reazione di Bella lo aveva invogliato più che mai. 

Il desiderio lo sommergeva…lo sovrastava…ma Edward…ma Io.. non volevo!

Immobilizzai tutto il corpo, stavo combattendo contro ogni singola cellula.

“Mi… dispiace….Edward” sussurrò con la voce spaventata.

Eccola lì, è davanti a te, tutto questo dolore non serve…non puoi nascondere la tua natura…io sono qui…mi ringhiava il mostro.

“Dammi solo un momento” riuscii a dirle a denti stretti.

È facile, è così che deve andare. Continuava, la voleva più di qualsiasi cosa al mondo.

Come durante la caccia fissavo la preda negli occhi, attento ad ogni piccolo movimento, il mostro dentro di me danzava…come davanti il puma…non ci sarebbe stato nulla di più facile, non esisteva niente di più appagante per il mostro in quel momento!

Ma non per me!

Chiusi la bocca, ingoiai il veleno, strinsi i denti così forte da poterli spezzare, irrigidii ancora di più i muscoli e cominciai a respirare…a tratti, a seconda del vento, mi arrivava una folata del suo profumo. Ero più forte..dovevo esserlo, potevo fare solo una cosa.

Spinsi il mostro dentro di me, prendevo aria ed espiravo spingendolo sempre più giù, con la mente lo incatenai nel fondo di me stesso, lo sentivo ringhiare di rabbia ed io strinsi ancora di più.

Mi mossi molto lentamente, erano passati pochi minuti ma era stato il momento più lungo della mia vita, mi sedetti a terra a pochi metri da lei, tenendo gli occhi fissi su i suoi…mi guardava terrorizzata.

“Mi dispiace tanto. Capiresti cosa intendo se ti dicessi che la carne è debole?” cercò di dirle la parte più nobile di me.

Ma ero furioso…dilaniato…era tutto fuorché facile prendermi la sua vita ma non doveva essere così, giusto? Ero la creatura perfetta per uccidere, perché doveva essere così doloroso? Perché doveva essere così impossibile?

“Sono il miglior predatore del mondo, no? Tutto di me ti attrae: la voce, il viso..persino l’odore. Come se ce ne fosse bisogno!”

La furia cominciò a scorrermi nelle vene, come sangue che ridava vita al mio corpo.

Mi scoppiava dal petto. Scattai in piedi e schizzai lungo il perimetro della radura così veloce che lei non riuscì a vedermi.

“Come se tu potessi fuggire”gli urlai maligno.

Afferrai un ramo e lo lanciai, disintegrandolo contro un albero.

E poi, di colpo, ero lì di fronte a lei…. a pochi centimetri dal suo viso, aveva gli occhi sbarrati dalla paura, il volto era bianco e non respirava.

“Come se potessi combattere ad armi pari” sussurrai delicato.

Era questa la realtà.

Era questa la natura, il circolo della vita. Il debole doveva soccombere al più forte.

La guardavo fisso, negli occhi color cioccolato e lei, come ipnotizzata, guardava me.

Era vero… il debole doveva soccombere…

IO dovevo soccombere…sotto quegli occhi!

La verità, riempì le mie incertezze…tutte le mie paure.

Capii che ero così forte da poter soffocare il mostro, era legato e mai come in questo momento me ne sentivo padrone, avevo vinto la mia battaglia ma ero debole… assolutamente indifeso, di fronte a…LEI!

Era come se potessi vederla veramente, per la prima volta. Capii come quei giorni passati nell’angoscia di dover decidere fossero spariti..

Ero lì di fronte a quegli occhi…assolutamente inerme…non c’era più nessuna scelta da prendere!

Divenni consapevole di come, quell’amore puro mi aveva completato, di come lei, ormai mi apparteneva. I muscoli si rilassarono, l’adrenalina svanì, il ruggito si spense, c’era solo il silenzio…la quiete dopo la tempesta…come se le nuvole che appesantivano il mio cuore, si fossero aperte…al sole…

C’era solo Edward…abbagliato dalla sua Bella!

 

***********************

Eccoci arrivati al momento più bello di twilight, almeno per me. Scrivere questa parte con gli occhi di Ed è stato bellissimo e spero davvero che vi siano arrivate le sensazioni che lui ha provato e che io ho interpretato secondo la mia idea.  Spero vi abbia emozionato, così come è stato per me.

Grazie a tutte.

un abbraccio 

Lela

ps: dato che è un capitolo che mi ha molto preso mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, se vi va!

 

 

   
 
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