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Autore: Sofya    23/11/2011    2 recensioni
Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Restiamo almeno amici...”
Era quello a cui stava pensando lei ormai da un po' di tempo; lo sentiva come unico legame ancora possibile con lui ed il loro passato.
Una volta era stato lui stesso a proporlo. Non era riuscito ad amarla come avrebbe desiderato e sperava almeno che lei gli concedesse di rimanerle accanto.
A distanza di quasi un anno, lei, nella vasca, ci ripensò.
Lo sentì come desiderio, come speranza, come illusione di averlo ancora accanto. Di sentirlo disperatamente vicino come un tempo.
Lui, che era forse stato l'unico che l'aveva fatta sentire speciale.

Era colpa dei suoi occhi, come sempre.
Loro li avevano fatti conoscere. Quel colore così insolito, così... dolce... da sembrare quasi tetro.
Quel verde che, alla luce diretta del sole, diventava color caramello. “Ti piace il caramello?” Le aveva chiesto quello stesso pomeriggio una sua amica. Sì, le era sempre piaciuto il caramello, ma quello così caldo nei suoi occhi capace di atterrarla come una consapevolezza dolorosa.
Li aveva incrociati in mattina, spesso. Lui la guardava... come ormai d'abitudine nonostante il tempo che li aveva divisi.
Erano ancora legati da un qualcosa di indescrivibile e fragile... ma pur sempre presente. A volte si ritrovava spaesata, infastidita quasi, da quegli occhi profondi tanto da distogliere stizzosamente lo sguardo per non sentire quella fitta al fondo dello stomaco, quella fitta così famigliare.
Lo faceva per non ricordare tutti i messaggi, le promesse, le parole e le speranze che avevano colorato un'estate altrimenti grigia.
Quel giorno erano capitati troppo vicini per caso e allora si lasciò guardare, anzi, si può dire che si perse spontaneamente in quegli occhi. E non una volta sola, ma tanto da scaldarle il cuore anche in quel freddo 18 Novembre.
Arrivata a casa si ricordò di tutto. Dettagli che si ostinava a rimuovere ogniqualvolta tornavano a farle visita quasi per paura di sentire la sua “amica” fitta attanagliarle lo stomaco.
Lui c'era, ancora. Era lì, in qualche parte, in fondo a lei... nascosto dalle consapevolezze del male reciproco che si erano fatti, delle bugie che si erano detti e soprattutto delle parole che non avevano avuto il coraggio di pronunciare. Lo teneva la, al sicuro.
E non voleva sentire la fitta, non voleva ricordarlo.
Adesso, però, aveva un solo pensiero: “restiamo amici..." , quasi una supplica.
Lo voleva sentire, voleva chiedergli scusa. Voleva abbracciarlo. Voleva sentirsi chiamare come solo lui poteva fare e voleva chiamarlo allo stesso modo prendendosi in giro perchè si sentiva così infantile quando lo faceva.
Voleva sapere che tutto quello che era successo dopo, era vero. Che i sentimenti, erano veri. Voleva la disperata conferma di avere ancora un posto nel suo cuore, o, perchè no, di essere anche per lui una piccola fitta tanto dolorosa quanto custodita gelosamente.

-Sofya. 
  
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