Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Talulah    24/11/2011    6 recensioni
<< Un piccolo movimento fece dirigere gli sguardi di tutti verso uno dei migliori palchi, verso una splendente nobildonna, e un magnifico gentiluomo.
“ Lo zarevic! “ sussurrò qualcuno, “ è arrivato finalmente!”
Un silenzio stupefatto e incantato accolse la loro entrata, e dopo pochi minuti mormorii, bisbigli e sospiri sognanti riempirono la sala. (...)
Il teatro sprofondò nel silenzio, tutti erano impegnati a non perdere neanche un attimo di quel raro momento. Lo zarevic si avvicinò lentamente alla sua dama, per poi prendere la sua mano e portarla alle labbra con una naturalezza così elegante e perfetta da essere disarmante. Osservai la scena con una punta di invidia e triste desiderio. Quanto le sarebbe piaciuto ricevere un baciamano così regale, così perfetto, sarebbe stato un sogno se un gentiluomo l’avesse guardata con quell’emozione unica trasmettendole quell’attaccamento profondo. Sarebbe stato il sogno di tutte.. Avevo avuto molti corteggiatori essendo di ricca e nobile famiglia, ma mai nessun uomo mi aveva trattata come il Granduca stava facendo con la sua dama. Che signora fortunata, pensai con la triste invidia che si acuiva sempre più.
Non saprei ben dire quanti cuori sognanti infranti ci furono a teatro quella sera.. >>

Una storia piena di passione, amore e veleno, fatta per far sospirare le sognatrici. In un epoca dove tutto è basato su ricchezza e nobiltà, può l'amore vincere su tutto?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Russian Royal Family'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo III

  Una proposta indecente

 











L'arciduchessa notando di non essere più il centro dell'attenzione del suo bellissimo principe russo, infastidita, seguì la direzione dello sguardo dello zarevic, trovando con disappunto me e il giovane duca. Quando incontrai gli occhi dell'arciduchessa che mi guardavano insistentemente con una malcelata irritazione, avvampai e il mio povero cuore, che già aveva cominciato a pompare furiosamente, aumentò la sua corsa. Cercai di avere una facciata di fredda indifferenza, ma con il rumore sordo ed angosciante che il mio cuore faceva, l'impresa si rivelò difficile.
<< Avete visto Dominique? Forse è il destino davvero! Adelaide ed Aleksej! Forse questa volta potrò conoscerlo! >> disse eccitato Julian, ma io non gli presta molta attenzione.
Vidi lo zarevic farsi serio, con le ciglia leggermente aggrottate, allontanarsi dalla splendida donna al suo fianco e ricominciare a camminare. L'arciduchessa lo raggiunse frettolosamente, prendendogli poi il braccio con un espressione di possesso misto a orgoglio. Si dirigevano verso di noi. Notai che Julian facendo una leggera pressione sulla mia schiena, mi esortava ad andare in contro alla coppia apparentemente perfetta. Avevo le gambe molli, il cuore che batteva furiosamente. Il Granduca stava guardando Julian, ma quando io andai al fianco del duca, spostò lo sguardo indifferente e forse un po' annoiato su di me, solo per pochi secondi, fino a quando non arrivò proprio di fronte a me e Julian. Allora i suoi occhi si posarono nuovamente sul giovane duca al mio fianco. Averlo così vicino, mi faceva sentire così maledettamente tremolante, insicura. Per vedere il suo viso dovevo piegare la testa di un bel po', visto che in altezza superava tutti. Era veramente un gigante. Magnifico. Un leggero movimento al braccio dello zarevic, fece dirigere il mio sguardo su Adelaide, la bellissima arciduchessa. Aveva uno sguardo di ghiaccio velato di disprezzo puntato su di me, ma purtroppo, non per questo la giovane nobildonna era meno bella. Era molto alta per essere una donna, e superava me di qualche centimetro. Era leggermente in carne, dalla pelle chiara e lucente, lunghi e lisci capelli di un castano scuro, occhi a mandorla, di un verde chiarissimo, luminoso e freddo. Un viso bellissimo, dalle labbra rosse e carnose, e un nasino giustamente proporzionato e leggermente all'insù. Dal lussuoso vestito color salmone, si potevano ben vedere dalla bassa scollatura, due seni grandi e paffuti. Era una ragazza davvero splendida, dalla postura altera e fiera, resa ancora più orgogliosa dal meraviglioso nobile al suo fianco. Sospirai impercettibilmente. Perchè avevo voglia di gridare?
<< Buongiorno, Julian >> disse con una voce dolce e melodica Adelaide. Una voce che nascondeva ben altro che la dolcezza.
<< Buongiorno a voi, Adelaide. E' un piacere trovarvi qui >> disse Julian, con un leggero e strano sorriso, e gli occhi quasi socchiusi.
<< La cosa è reciproca. E' una sorpresa vedervi qui con.. >> e il suo sguardo si posò su di me con noncuranza e disinteresse su di me. Aggrottò le sopracciglia.
<< Perdonate la mia mancanza. Lei è Dominique, la duchessina de Polignac. Dominique, mi permetta di presentarle una mia cara amica, Adelaide, l'arciduchessa di Baviera >> disse con un sorriso di scuse.
<< D’Austria, prego. Ormai di Baviera non inganna più nessuno, non vi pare? >> disse con un sorrisetto e un sopracciglio arcuato per poi spostare il suo sguardo su di me, << è un piacere conoscerla Vostra grazia. Ho sentito tanto parlare di voi >> disse con una luce maligna in fondo ai suoi begli occhi.
<< Spero che siano stati commenti positivi Vostra Altezza Reale, è un piacere conoscerla >> le dissi facendo un inchino.
<< Oh quasi tutti mia cara, non preoccupatevi >> disse con una risatina.
Non seppi come rispondere a quell’affermazione, così mi limitai a sorridere.
<< Oh perdonatemi, sono davvero sbadata. Permettetemi di presentarvi, Sua Altezza Reale, lo zarevic Aleksej Ivan Miroslav Nikolaevic Romanov >> disse con la voce piena d’orgoglio.
Il bellissimo zarevic fece una strana espressione, aggrottando leggermente le sopracciglia. Sembrava infastidito.
<< Vostra Altezza Imperiale, è un piacere fare finalmente la vostra conoscenza >> disse Julian, con un inchino.
<< Altrettanto >> disse con un leggero accento russo, << non credo di sapere il vostro nome >> disse, freddo.
<< Scusatemi non so dove ho la testa >> disse con un sorriso di scuse, << Aleksej permettetevi di presentarvi il duca di Devonshire, Julian, mentre invece conosci già il nome della duchessina >> disse, lanciandomi un occhiata che mi fece rabbrividire.
Lo zarevic mi guardò velocemente per poi posare gli occhi nuovamente su Julian, << ma certo, perdonate la mia mancanza. E’ un piacere conoscerla, Vostra Grazia >> disse per poi rivolgersi a me. Il mio cuore cominciò a battere furiosamente, tanto che temetti di svenire, << E’ un onore fare la vostra conoscenza, Vostra Grazia >> per poi prendere la mia mano e baciarla. Rabbrividii al pensiero che quelle meravigliose labbra erano vicinissime alla mia pelle. Bastava così poco per togliere quel guanto, che mai come ora avevo ritenuto così inappropriato, e godermi la sensazione di quelle belle labbra sulla mia pelle. Mentre Aleksej baciava la mia mano, mi guardò. E io avvampai, se possibile, ancora di più. Mi sentivo così fragile, e stare vicino a lui mi faceva sentire debole.
Cercai di fare dei profondi respiri per ricompormi senza attirare l’attenzione. Ma quando mai la fortuna è stata dalla mia parte? Tutti si accorsero di quello che stavo facendo, e quel profondo respiro venuto anche male che mi aveva quasi fatto tossire dalla vergogna, adesso mi aveva fatta sembrare una povera disperata che nutriva sogni e speranze sul bel principe. Poteva andare peggio di così? Lo zarevic rimase impassibile. Non mi degnava di uno sguardo e pensare che io invece lo stavo degnando di fin troppi sguardi mi faceva infuriare. Perché dovevo essere per forza io l’ammiratrice vogliosa e patetica? Lui non mi considerava minimamente, e allora perché dovevo fare la figura della povera scema? Mi rimisi in una postura fiera e decente, a mento alzato. Era il futuro Imperatore di tutte le Russie. E allora? Era magnifico, perfetto, talmente tanto da non sembrare vero. E allora? Sprigionava un’aura che avrebbe fatto rabbrividire chiunque. E allora? Non avrei fatto una pessima figura. Dovevo smetterla di comportarmi come una qualunque ragazzina dai sogni impossibili quanto sdolcinati.
<< Ho sentito molte storie su di lei, Dominique, se posso chiamarla così ovviamente >> disse seria, con un sopracciglio leggermente arcuato, << I pettegolezzi dicono che siete una trovatella di madame de Polignac, la duchessa >> disse con una nota di disprezzo, << un orfanella, insomma >> concluse.
Mi sentii sbiancare, per quella non troppo velata cattiveria. Vidi impercettibilmente il Granduca irrigidirsi al suo fianco.
L’arciduchessa mi fece un radioso sorriso, che non poteva essere più fasullo, << oh cara, ma che bella collana avete? Sembra preziosa.. >> disse pensierosa, continuando a sorridermi e fissandomi con un aria strana.
<< Ce l’ho dalla nascita, Vostra Altezza Reale.. La duchessa mi trovò con questo ciondolo.. >> dissi flebilmente guardandola, con il viso sempre più bianco, e la mano che andava istintivamente a toccare il mio bel ciondolo.
<< Se è della tua vera famiglia, devi essere di nobili origini, cara.. Quello che mi chiedo allora è come mai una famiglia ricca vi abbia abbandonato.. >> disse continuando a farmi quel leggero sorriso, che mi spaventava più di una lama affilata. Mi aveva fatta sentire la più indesiderata. Impallidii ulteriormente, sentendo gli sguardi di Julian e dello zarevic addosso. Mi sentivo spogliata, umiliata.
<< Adesso basta Adelaide >> disse serio lo zarevic, << scusati con la duchessa >> ordinò in tono fermò.
L’arciduchessa sussultò, e con occhi sbarrati guardò frettolosamente lo zarevic. Velocemente, si ricompose.
<< Chiedo venia, se vi ho messi in una situazione di disagio, Julian. Perdonatemi Aleksej >> disse calcando bene i nomi di con chi si stava scusando.
Aleksej s’irrigidì ulteriormente, e la guardò. Vidi Adelaide farsi bianca come uno straccio.
<< Accolgo con piacere le vostre scuse, Vostra Altezza Reale >> dissi, cercando di riprendermi, con un flebile sorriso.
L’arciduchessa avvampò di rabbia, mentre Julian mi mise un braccio in torno alla vita, per poi sorridermi orgoglioso. Lo zarevic rimase impassibile, gelido.
Mi rivolsi poi al duca, << perdonatemi Julian, ma mi sento piuttosto stanca >> dissi, stupendomi io stessa di quanto quelle parole fossero vere.
Il duca mi rivolse un sorriso comprensivo, << ma certo. Spero vogliate scusarci, come spero in un altro incontro >> disse Julian allo zarevic, lanciando un’occhiata all’arciduchessa.
<< Fra poco ripartirò per la mia Russia, non so se ci incontreremo nuovamente >> disse Aleksej.
Ci inchinammo, e salutammo degnamente l’arciduchessa, che ricambiò stizzita. Riprendemmo quindi a camminare, in un silenzio irreale.
<< Nessuno ce l’ha con voi.. >> disse, incerto Julian, rompendo quello strano silenzio, << voglio dire, non dovete prestare attenzione alle cose che ha detto Adelaide.. Lei si diverte così.. E a nessuno importa da dove veniate, Dominque >> disse con un sorriso comprensivo e dispiaciuto allo stesso tempo. Dispiaciuto perché sapeva di aver mentito?
<< Questa è una menzogna, e lo sappiamo entrambi Julian >> dissi con un sorriso rassicurante, facendo arrossire leggermente il bel duca al mio fianco, << ma non importa, ho smesso di preoccuparmi e badare attenzione a certe cose ormai da tempo.. >> conclusi, con un sospiro.
Julian mi fissò per qualche secondo, per poi annuire sommessamente, e tornare ai suoi pensieri con il capo basso, continuando a camminare. Poco dopo arrivammo alla carrozza, dove un valletto venne subito ad aprirci lo sportello. Mi aiutò a salire, e appena fui dentro, con mio grande dispiacere, notai che quella che prima mi sembrava un atmosfera intima e rassicurante, adesso non mi aiutava affatto, anzi mi metteva in una situazione di disagio. Mi aggrappai nervosamente alla maniglia, sospirando impercettibilmente.
<< Jessica sarà invidiosa di voi, Dominique. O perlomeno vi costringerà a raccontarle tutti i dettagli dell’incontro >> disse Julian con una leggera risata, cercando di alleggerire la pesante tensione che si era creata nell’abitacolo.
Gliene fui grata. Risi. << Sarò felice di raccontare ogni cosa a Jessica e lei sarà altrettanto gioiosa di sapere gli ultimi pettegolezzi >> dissi divertita.
<< Ne sono convinto >> convenne ridendo Julian. Poi aggiunse pensieroso, << mi avete portato fortuna voi, Dominique. Con la nostra marchesina il destino non mi ha neanche permesso di avvicinarmi al Granduca.. >> concluse in un sussurro.
<< Credete nel destino, Julian? >> chiesi, voltandomi verso il giovane uomo al mio fianco.
<< Non lo so ancora, Dominique >> disse in un sussurro fissando pensieroso un punto imprecisato fuori dal finestrino, << non so ancora molte cose, in realtà >> concluse ancora pensieroso, voltando il capo verso di me, sorridendo impercettibilmente.
La conversazione finì lì. Riflettei su quelle ultime parole. Il Destino. Esisteva davvero? O la vita era semplicemente fatta di grandi eventi e piccole cose? Magari ognuno di noi ha semplicemente bisogno di credere in qualcosa. Ridestandomi da quello strano stato di torpore in cui ero caduta, mi accorsi che ormai eravamo arrivati al viale alberato che portava alla reggia de Polignac. La carrozza si fermò proprio nel piazzale, di fronte alla porta principale. Un valletto venne ad aprirci lo sportello e mi aiutò a scendere. Il duca mi accompagnò fino all’entrata.
<< Spero di rivedervi presto, Dominique >> disse con un sorriso.
<< Ma certo Julian, sarebbe solo un piacere. Venite a farmi visita quando volete >> dissi con un sorriso, e le guance imporporate.
Il duca accolse con gioia la mia proposta per poi congedarsi. Entrai nell’ingresso, e dopo pochi secondi Eveline mi corse in contro.
<< Vostra Grazia, bentornata! La duchessa sta intrattenendo la marchesina, Lady Jessica FitzMaurice, in salotto. Era venuta a farvi visita, Vostra Grazia >> concluse Eveline rossa in volta e con il respiro affannato.
Le sorrisi. << Grazie mille Eveline, saresti così gentile da accompagnarmi nel salotto? Ho proprio voglia di una buona tazza di the caldo >> le dissi.
<< Subito Vostra Grazia >> disse la giovane, facendosi ancora più rossa e abbassando lo sguardo.
Ci avviammo a passo svelto nel salotto e appena arrivate congedai Eveline con un sorriso e un cenno della mano. La marchesina e la duchessa, appena mi videro si alzarono con un sorriso.
<< Oh Jennifer, spero che possiate perdonarmi! Non sapevo della vostra visita, non avrei mai voluto farvi aspettare >> le dissi con un leggero sorriso. Quella frase era di pura circostanza.
<< Oh cara, per fortuna non sono uscita questa mattina! >> intervenne la duchessa, con una nota di rimprovero nella voce, ma continuando a sorridere dolcemente.
<< Oh sciocchezze, non preoccupatevi, è stato un mio errore non avvisare! Ma ho trovato per fortuna una piacevole compagnia per passare il tempo >> concluse Jessica, rivolgendo un sorriso alla duchessa.
Gabrielle cominciò a far sventolare il suo bel ventaglio, << oh è stato un piacere mia cara. E adesso se volete scusarmi, vado a riposare, sono piuttosto stanca. Au revoir Jessica! >> concluse con una risatina.
Osservai la duchessa uscire dalla stanza con uno sguardo divertito per poi rivolgere la mia attenzione alla mia nuova amica.
<< Allora, vogliamo sederci? >> dissi con un sorriso, per poi continuare, << allora mia cara amica, la vostra visita mi ha sorpreso >> dissi mettendomi comoda e cercando di rilassarmi.
<< Non siete contenta della mia visita, Dominique? >> chiese Jessica, arrossendo lievemente e facendosi aria con il suo ventaglio.
<< Ma no Jessica, sono solo sorpresa >> le dissi con un sorriso, << ma in realtà anche sospettosa, sapete mi pare così strano che voi siate venuta a farmi visita così, senza un avviso, e non credo che la ragione sia una impressionante voglia di rivedermi, soprattutto visto che sono passate poche ore dal nostro incontro >> le dissi tranquilla, continuando a sorriderle.
La marchesina avvampò, per poi sorridere divertita, e dispiaciuta, << avete un ottimo intuito Dominique.. >> disse Jessica, cominciando ad arrossire sempre più, << in realtà sono qui per un motivo ben preciso.. >> concluse bisbigliando.
La curiosità cominciò a serpeggiare in me e mi spinse a chiedere, << e quale sarebbe questo motivo? >> domandai, abbassando anch’io automaticamente la voce e avvicinandomi un po’ alla mia interlocutrice.
<< Beh.. >> cominciò Jessica, rossa in volta per l’imbarazzo, << non pensavo saremmo arrivate al punto così in fretta.. >> disse timida, guardandomi.
<< Mi scusi, i preamboli non sono per me, e poi adesso mi sta anche facendo incuriosire >> le dissi con un sorriso di scuse divertito.
Jessica sorrise. << Dominque, lei ricorda quando ieri sera le parlai di mia madre e delle sue chiacchiere fra amiche? >> mi chiese, le guance imporporate.
Ricordai. Lady Louisa. The. Amiche. Granduca. Accidenti. << Si, certo che ricordo >>.
<< Beh sa… Questa mattina le ho casualmente sentite mentre parlavano.. Di un ballo.. In maschera.. Da quello che ho capito non sarà il massimo del decoro.. >> disse. Ormai il suo volto aveva acquisito varie sfumature di rosso e forse riuscivo a intravedere anche alcune gradazioni di viola.
<< Oh >> dissi confusa aggrottando le sopracciglia, << mi scusi Jessica ma non la seguo.. Non capisco perché dovremmo parlare di queste cose.. Non capisco davvero il motivo per cui lei mi abbia parlato di questo ballo >> le dissi, finendo la frase in un sussurro per la consapevolezza che si stava facendo largo in me.
La guardai. Il mio sopracciglio si arcuò automaticamente. La marchesina arrossì, ma fra la timidezza nel suo volto, c’era una chiara nota di malizia. La voglia di peccare, di poter toccare con la propria mano il proibito era una tentazione per tutti, non solo per Eva.
<< Jessica, di cosa parla esattamente? >> le dissi, questa volta interessata. Avevo intuito quello che la mia amica voleva dirmi, ma sentirselo dire davvero sarebbe stata tutta un’altra cosa.
<< Mio fratello è da poco tornato a casa da un viaggio.. >> cominciò a spiegare con un sorriso allusivo, << lui a volte si diverte a frequentare queste feste, non proprio dignitose, così questa mattina gli ho chiesto alcune informazioni su questo ballo in maschera, gli ho chiesto se lui ne era a conoscenza >> disse rossa in volto. Fece un largo sorriso e delle adorabili fossette spuntarono su quelle guance paffute.
La mia espressione era divertita, stupita e forse anche un po’ sconvolta allo stesso tempo. << E? Parlate chiaro Jessica e non tenetemi sulle spine, la prego >> le dissi, con un sorriso complice.
<< Andrew ovviamente era a conoscenza di questo ballo, ma purtroppo lui non sa ancora se ci andrà, quella sera probabilmente sarà impegnato per lavoro, con il mio fratellastro.. >> disse continuando a sorridere, mordicchiandosi il labbro, << sono riuscita a raccogliere delle informazioni.. Ma il punto è un altro Dominique >> mi disse diretta, guardandomi negli occhi, senza più alcuna traccia di timidezza sul suo volto.
Rimasi colpita da questo repentino cambiamento. Che la nostra dolce e timida Jessica avesse un animo molto meno ingenuo di quanto si pensasse?
<< Vede Dominique, io voglio andare a quel ballo >> disse, con le guance che nuovamente cominciavano ad imporporarsi, << ormai sono in età da matrimonio, ma prima di sposarmi voglio vedere altro che la mia noiosa routine fatta di assoluto decoro >> disse.
Rimasi interdetta per qualche istante. Me lo aspettavo, ma nello stesso momento non mi aspettavo che sarebbe mai successo. << Jessica ma che dite? Quel ballo è per gente diversa da noi.. Gente non dignitosa, capisce? >> le dissi, con uno sguardo di scuse.
<< E perché non possiamo essere anche noi diverse? Solo per una sera, solo per una notte Dominique! Che male potrà mai farci? Vorrei poter vedere con i miei occhi quel mondo! Non voglio perdermi così tante cose dalla vita Dominique! >> concluse, quasi in un sussurro ma continuando a guardarmi negli occhi.
<< Jessica, potrebbe essere rischioso, non credete? Non avendo mai frequentato questo tipo di ambienti io non ho la più pallida idea di come potrà essere.. >> le dissi. Una parte di me scalpitava e urlava di andare e godermi il tutto della vita. L’altra mi intimava di restare nel decoro e nella sicurezza della mia casa, fra le rassicuranti mura che conoscevo bene.
<< Ma Dominique, non capisce?! E’ proprio questo il bello! >> disse Jessica ridendo, << Proprio perché non abbiamo mai frequentato questo tipo di posti dovremmo andarci! Pere vedere il resto della vita, oltre che i salottini da the e le passeggiate mattutine! Non le piacerebbe Dominique? Io in lei sento che c’è la voglia di scoprire, la voglia di peccare, anche solo un po’! >> mi disse con un sorriso, << Santo cielo Dominique! Io non ho mai peccato in vita mia, e non vedo l’ora di farlo! >> concluse ridendo, << venga con me Dominique, la prego >> disse con un lieve sorriso e gli occhi luccicanti.
Stavo sorridendo. Non me ne ero accorta, eppure era proprio un sorriso quello che avevo sulle labbra. Scossi la testa, continuando a sorridere. Forse sorridevo di me stessa, perché anche se non volevo, stavo prendendo in considerazione la proposta di Jessica, << e vostro fratello? Probabilmente andrà anche lui al ballo in maschera. E se dovesse venire? E se dovesse scoprirci? Come vedete il vostro piano non è ben congegnato.. >> le dissi con un sorriso divertito e dispiaciuto.
Lei sorrise, furba. << Mi sottovalutate, Dominique? >> chiese fintamente offesa, << con mio fratello non ci sarà alcun problema.. Lui ha una mente, diciamo molto aperta ecco! Se dovesse andare al ballo semplicemente lo porteremo con noi, e ci farebbe da saggia guida in quel mondo di draghi! >> disse ridendo, << se non verrà non ci sarà bisogno di informarlo! E comunque non dimenticate che sarà un ballo in maschera, quindi nessuno potrà riconoscerci! >> disse sorridendo orgogliosa per aver pensato a tutto.
La guardai ammirata. Dovevo dire di no, lo sapevo, ma non volevo. Ma poi, c’era davvero una ragione per dire di no? I problemi erano pochi e forse anche stupidi.. Che cosa avrebbe pensato il fratello di Jessica di me? Per la prima volta mi avrebbe incontrato e la situazione non sarebbe delle più dignitose. Ma questo sapevo che era una sciocca scusa per dire di no a quell’avventura.. Il problema che mi assillava la mente era un altro.. Finita la serata, sarei stata capace di togliermi la maschera? E se quel mondo mi fosse piaciuto più del previsto? Sarebbe stato facile tornare poi alla solita routine? Non avevo scelta.
<< E quando si terrà questo ballo, Jessica? >> le chiesi, sorridendo timida.
Jessica si lanciò in una serie di gridolini di gioia e battiti di mani, << oh Dominique, sapevo che lei era diversa! >> disse ridendo gioiosa, << il ballo sarà domani sera! >> disse sorridendo, il viso rosso per tutte quelle grida.
Io risi insieme a lei, felice di quella strana situazione e contenta di quella sintonia che si era creata fra noi. Domani sera sarei andata ad un ricevimento dissoluto. Non riuscivo a crederci. Un nuovo problema però, offusco quel momento di incredula felicità.
<< Jessica, c’è un problema.. >> dissi, il viso corrucciato.
Il sorriso di Jessica evaporò, << quale? >> disse, paurosa.
<< Io.. Non ho niente da mettere per questo tipo di intrattenimenti.. >> dissi, guardandola, arrossendo un pochino.
<< Oh >> disse, con un sorriso tirando un sospiro di sollievo, << Dominique non sono una sprovveduta! Neanche io ho quel genere di abiti! E avevo già pensato anche a questo >> disse con un sorriso furbo e alzando due o tre volte le sopracciglia.
Quella scena mi fece ridere. La guardai incuriosita.
<< Ho già avvisato il mio sarto di fiducia, Sir Francis Wilkinson, di venire questa sera alla mia abitazione e di portare tutte le stoffe, gli abiti e le scarpe più belle! >> disse con un enorme sorriso, << quindi ovviamente questa sera Dominique lei dovrà venire da me >> concluse con un sorriso.
Risi per l’assurdo di quella situazione, << Jessica lei aveva già organizzato tutto.. Sapevate già che avrei acconsentito a questa pazzia? >> le dissi, sorriso divertito e sopracciglio arcuato.
La marchesina avvampò, << avevo visto quella particolare scintilla nei vostri occhi signorina, una scintilla che pochi hanno.. Sapevo che non avreste resistito.. >> disse arrossendo, maliziosa.
Feci una risatina, << beh allora non manca proprio niente.. domani andremo al ballo in maschera.. Dissoluto.. Oh santo cielo! >> dissi, per poi scoppiare a ridere seguita a ruota dalla mia amica.
Continuammo per un po’ a parlare della serata che ci aspettava. Non eravamo abituate a tutto questo. Nel nostro mondo era una follia, mai e poi mai avrei pensato che un giorno avrei fatto questo genere di pazzia. Dopo che ci fummo calmate un po’, e la nostra mente si fu abituata all’idea di quello che avremmo fatto, ci rilassammo e l’argomento cadde su cose più banali.
<< Allora Dominique, la duchessa mi ha detto che eravate uscita a fare una passeggiata con Julian! Come è andata? >> mi chiese sorridendo, le guance rosse ma una strana luce negli occhi.
<< Oh, bene bene.. >> dissi avvampando.
<< Voi state arrossendo, signorina! Che cosa è successo? >> chiese, maliziosa più che mai.
Risi nervosa. << Oh Jessica, chissà a quali stramberie la vostra mente starà pensando! >> dissi continuando a ridere e facendo avvampare la marchesina, << in realtà niente di particolare.. Solo un incontro.. >> le dissi, vaga.
Jessica corrugò la fronte. << Un incontro? Con chi? >> chiese, confusa.
Avvampai. << Lo zarevic e l’arciduchessa >> dissi tutto d’un fiato.
Jessica spalancò gli occhi, e la sua mascella capitombolò. << Cosa?!? E non mi dite niente?! Beh?!?! Raccontate! Voglio i dettagli! >> disse avvicinandosi e mettendosi comoda, gli occhi sognanti e luminosi.
<< Niente di che in realtà.. Ho conosciuto lo zarevic e anche Adelaide.. Non saprei bene come descriverli in realtà.. >> dissi con le guance che si imporporavano.
<< Oh io si! Lei è una sgualdrina con la puzza sotto al naso! >> disse infastidita, << lui invece.. E’ così bello.. >> disse con un’espressione sognante, << non capisco proprio cosa ci trovi in lei! >> disse, risvegliandosi da quello strano torpore in cui era caduta.
Per un attimo concordai con lei. Ero ferita e arrabbiata con Adelaide per come mi aveva trattato. Anche se al mondo volevo far credere che non m’importava di quello che diceva la gente, non era vero.. A me importava.. E la verità sbattuta così in faccia, era stato uno schiaffo, << si devo ammettere che l’arciduchessa non è esattamente quello che si dice un mostro di simpatia.. Non è stata molto educata con me in realtà.. >> dissi vergognosa e in imbarazzo per quello che stavo dicendo.
<< Oh, non lo è con nessuno, mia cara, tranne che con il principe ovviamente.. >> disse stizzita, con un sospiro sconsolato.
La conversazione proseguì ma dopo poco ci accorgemmo che il tempo era volato, fin troppo anche.
<< Oh santo cielo! E’ già ora di pranzo! Dominique perdonatemi ma devo scappare, o mia madre mi evirerà >> disse ridendo.
Sorrisi divertita, << allora, a questa sera? >> le chiesi per conferma.
Si fermò d’avanti alla porta d’ingresso. La carrozza già l’aspettava, peccato che il tempo non faceva altrettanto. << Oh ma certo Dominique! Questa sera a casa mia! Alle sei! >> disse alzando un po’ la voce per farsi sentire, mentre frettolosa scendeva gli scalini.
Sorrisi, e guardai la sua carrozza sparire nel viale alberato. Ancora non potevo credere a quello che stavo per fare. Sorridendo contenta davvero dopo non so quanto tempo, mi affrettai a salire la grande scalinata per arrivare alla mia stanza, con Eveline che faceva fatica a seguirmi. Entrai frettolosamente nella mia camera e mi buttai sul letto, sorridendo. Sorridevo. Davvero però. Che bella sensazione. Eveline capendo il particolare momento, con discrezione chiuse la porta e rimase fuori. Dopo poco però qualcuno invase la bolla di sogni che mi ero costruita tutto a torno a me. La duchessa entrò in camera. I tacchi picchiettavano sul pavimento di marmo. Non mi preoccupai di alzarmi felice com’ero, disattenta a tutto se non per il filo dei miei pensieri. Gabrielle si appoggiò alla colonna del letto a baldacchino, guardandomi con un sorriso divertito. La vidi piuttosto rilassata.
<< Sembri felice >> mi disse Gabrielle. Quello in realtà era il suo terzo nome, ma visto che le piaceva, spesso si faceva chiamare così.
Mi rigirai sul fianco, guardandola con un sorriso, << lo sono e sono anche rilassata >> le feci un gran sorriso.
<< Oh sono contenta cara, e c’è un particolare motivo? >> mi chiese sorridendo, sdraiandosi sul letto accanto a me e tenendosi la testa con una mano.
Le mie guance s’imporporarono, << mmmm si, Yolande.. Oggi io e Julian abbiamo incontrato lo zarevic durante la passeggiata.. >> le dissi, trovando subito una scusa. Per quell’avvenimento ero stranita più che felice.
Gli occhi della duchessa s’illuminarono e sorrise gioiosa, << oh davvero cara? >> disse con una risatina, ma i suoi occhi s’incupirono quasi subito, << non era solo però, vero? >> chiese con un espressione lievemente corrucciata.
<< No madame.. >> dissi rossa in volto.
<< Beh almeno l’hai conosciuto, e questo non può che giovare alla tua vita sociale >> disse con un sospiro, accarezzandomi i capelli.
Si alzò dal letto, rimettendosi in piedi e con una giravolta si voltò a guardarmi con un sorriso felice. C’era qualcosa di strano nella sua espressione, ma da molto tempo avevo imparato a non cercare di decifrare il tutto della mia tutrice. Sarebbe stato impossibile.
<< Questa sera uscirai, mia cara? >> disse continuando a sorridere.
Con le guance rosse, le risposi, << si Yolande, stavo giusto per venire a informarvi.. Vado alla reggia dei FitzMaurice questa sera >> le dissi, sorridendo appena.
<< Va bene cara, divertiti allora >> disse, prima sorridendo e poi mettendosi a ridere divertita uscendo poi dalla mia stanza. La sentii divertita dire ad Eveline di farmi preparare un the che avrei gradito sicuramente. La mia tutrice era piuttosto strana.
Dopo poco le cameriere portarono una tazza fumante di the caldo con i pasticcini. Le congedai. Ignorai i pasticcini, l’agitazione era troppo e l’ansia mi riempiva lo stomaco. La fame era ben poca anche se questa volta l’ansia era quasi piacevole. Presi la tazza di the caldo fumante, e la rigirai bene fra le mani per riscaldarmi un po’. Mi alzai e mi andai a sedere di fronte al mio specchio, appoggiai la tazza d’avanti a me sul ripiano di marmo. Mi guardai. Sospettavo che dopo il ballo il mio modo di vedermi sarebbe stato diverso. Forse perché io sarei stata diversa. Mi persi nei miei pensieri, riflettendo a lungo e cercando di immaginarmi in una sala da ballo a divertirmi sul serio, contenta, e a fare nuove conoscenze. Corrugai la fronte. Chissà quali persone avrei incontrato, chissà quali draghi avrei dovuto combattere, chissà se le bestie feroci sarebbero state di cartapesta oppure di carne e denti affilati. Sorrisi divertita per il mio essere così melodrammatica. Spostai lo sguardo sul liquidi ambrato. Chissà se la serata sarebbe stata altrettanto calda.









*************************************************************************************************************






Salve a tutti! Mi scuso immensamente per i tempi d'aggiornamento ma fra influenza e vari impegni, il tempo è davvero poco! Comunque spero che il capitolo sia di vostro gradimento! Ringrazio tutti quelli che seguono la storia, e anche chi trova il tempo per leggerla, ma sopratutto chi recensisce! Grazie, mi fa piacere tutto questo sotegno e sono contenta che la storia piaccia così tanto! Grazie mille e al prossimo capitolo! :)
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Talulah