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Autore: little_Grainne    19/07/2006    1 recensioni
§*§ TERZO CAPITOLO! §*§ L'oblio non esiste che per se stesso, esso è fatto di fame vorace e insaziabile. E le sue prede lo ripugnano, ma incosciamente lo bramano. Ed esso le svuota di ogni cosa, le fa ancelle di perdizione e nefandezze. Non si può combatterlo. Semplicemente, non si vuole combatterlo...Questa storia parla proprio di lui, di come si nasconda e di come si riveli, di come sia odiato e temuto. Ma soprattuto, di come sia desiderato.
Genere: Azione, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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little_Grainne presenta:

 

,,¸,»```»,¸,»CLOSE «,¸,«```«,¸,

 

In inglese “close” vuol dire molte cose: ristretto, riservato, compatto, tirchio, soffocante, difficile, intimo, fedele, vicino, tappare, finire…

Quando avrete finito questa storia potrete scegliere quale significato attribuire al titolo.

Sempre se arriverete alla fine.

 

 

 

´¯`°¤.¸(¯`...´¯)¸.¤°´¯` Prologo´¯`°¤.¸(¯`...´¯)¸.¤°´¯`

 

 

Ed ecco che il sipario si alza, broccato vermiglio custode di arcani prodigi, per mostrare al pubblico la sua nuova creatura.

 

Le luci si accendono, fari che abbagliano gli insaziabili occhi degli spettatori, mettendo in risalto la figuretta sul piccolo palco..

 

E’ una marionetta.

 

Piccolissima eppure incredibilmente grande nella solitudine del nudo palco, tenuta eretta da quasi invisibili fili che corrono serpentini su per le giunture fino all’oblio del retro scena, la marionetta rimane immobile per alcuni secondi.

 

Bella marionetta, con capelli biondi e occhi di vetro.

 

Ora, lentamente e quasi impercettibilmente, i fili si tendono e di conseguenza il burattino prende vita. Il capo riccioluto, tenuto reclinato dall’assenza di vita, si alza con spasmodica calma. Arrivato a stare precabilmente diritto sul fragile collo di legno, si ferma.

 

I fili tornano senza vita, ragnatele mollicce in un nero di inquietudine.

 

Bella marionetta, con labbra dipinte e vestitino di mussola.

 

Si ode una voce, flebile e profonda.

 

Non arriva dal retroscena, né dal pubblico.

 

E’ ovunque e da nessuna parte.

 

Riempie gli spazi, riempie il vuoto silenzio.

 

Gli spettatori tendono le orecchie, tesi.

 

Si guardano in giro, spaesati, ma sempre il loro sguardo torna sulla immobile marionetta dal sorriso innaturale rosso vermiglio.

 

No.

 

Non è piacevole quella voce.

 

La voce della marionetta.

 

Pare un sospiro, un brivido freddo che coglie l’uomo prima del panico, una sarcastica risatina e una funerea melodia.

 

Brutta marionetta, dagli occhi vuoti e il sorriso impalpabile.

 

Non cantare.

 

Non vogliono sentirti.

 

Ma lei canta, immobile e quasi incorporea.

 

E la sua melodia avvinghia il cuore dell’ascoltatore, riducendo la sua capacità di reagire nulla.

 

Non si resiste al canto silenzioso dell’ombra.

 

Lentamente le parole incoerenti prendono vita e messaggio, flebili ma terribili carezze per  quelle povere anime.

 

Smettila, marionetta.

 

Non ci piace la tua filastrocca.

 

Ma lei canta, indisturbata e insensibile dell’altrui agitazione.

 

Canta e rimane immobile.

 

Inflessibile e incorruttibile.

 

Vuole che tutti l’ascoltino.

 

…C’era una volta la luce…

 

…viveva libera nel nulla…

 

…volteggiava in spirali…

 

…vibrava in volute…

 

 

…ma poi arrivarono le tenebre…

 

 

La melodia si interrompe bruscamente e il corpo della marionetta si divincola in movimenti confusionali.

 

I fili immobili la torturano senza pietà.

 

Perché marionetta?

 

Uno strappo violento e la marionetta cade pesantemente sul pavimento.

 

Ma lentamente le parole rinascono dal vuoto, sempre più flebili ma ferme.

 

Immobile l’esanime marionetta.

 

…la luce non piaceva così…

 

…le tenebre la desideravano…

 

…l’oblio la voleva per sé…

 

…e la luce resisteva…

 

…lottava per il suo splendore…

 

…ma era così fragile…

 

…così debole nella sua bellezza…

 

…cedette quasi subito…

 

…vide che l’oscurità era avvolgente…

 

…sentì che la sua seduzione era incontrastabile…

 

 

…e fu la fine.

 

La marionetta alza il capo di scatto e i suoi occhi di vetro brillano implacabili nella loro tetra indifferenza.

 

…ma a voi…

 

…signori…

 

…le tenebre…

 

…non…

 

…piaceranno…

 

…AFATTO!…

 

Un tonfo.

 

La testa della marionetta ricade sul pavimento.

 

I fili si muovono sinuosi e inesorabili, traggono a loro la marionetta.

 

Così, nella tenebre, essa scompare.

 

… 

 

Ora lo spettacolo può cominciare.

 

 

¯`°¤.¸(¯`...´¯)¸.¤°´¯`

 

Eccoci alla fine del prologo! Che dite? Vi affascina un pochino? Spero di riuscire a soddisfare le vostre speranze perché con il continuare la storia diventerà…non so come dirlo…molto “close”…!!!

Baci da little_Grainne

 

  
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