little_Grainne presenta:
† CLOSE †
In
inglese “close” vuol dire molte cose: ristretto, riservato, compatto, tirchio,
soffocante, difficile, intimo, fedele, vicino, tappare, finire…
Quando
avrete finito questa storia potrete scegliere quale significato attribuire al
titolo.
Sempre
se arriverete alla fine.
Prologo
Ed ecco che il sipario si alza, broccato vermiglio custode
di arcani prodigi, per mostrare al pubblico la sua nuova creatura.
Le luci si accendono, fari che abbagliano gli insaziabili
occhi degli spettatori, mettendo in risalto la figuretta
sul piccolo palco..
E’ una marionetta.
Piccolissima eppure incredibilmente grande nella solitudine
del nudo palco, tenuta eretta da quasi invisibili fili che corrono serpentini
su per le giunture fino all’oblio del retro scena, la marionetta rimane
immobile per alcuni secondi.
Bella marionetta, con capelli biondi e occhi di vetro.
Ora, lentamente e quasi impercettibilmente, i fili si
tendono e di conseguenza il burattino prende vita. Il capo riccioluto, tenuto
reclinato dall’assenza di vita, si alza con spasmodica calma. Arrivato a stare precabilmente diritto sul fragile collo di legno, si ferma.
I fili tornano senza vita, ragnatele mollicce in un nero di
inquietudine.
Bella marionetta, con labbra dipinte e vestitino di
mussola.
Si ode una voce, flebile e profonda.
Non arriva dal retroscena, né dal pubblico.
E’ ovunque e da nessuna parte.
Riempie gli spazi, riempie il vuoto silenzio.
Gli spettatori tendono le orecchie, tesi.
Si guardano in giro, spaesati, ma
sempre il loro sguardo torna sulla immobile marionetta dal sorriso innaturale
rosso vermiglio.
No.
Non è piacevole quella voce.
La voce della marionetta.
Pare un sospiro, un brivido freddo che coglie l’uomo prima del panico, una sarcastica risatina e una
funerea melodia.
Brutta marionetta, dagli occhi vuoti e il sorriso
impalpabile.
Non cantare.
Non vogliono sentirti.
Ma lei canta, immobile e quasi incorporea.
E la sua melodia avvinghia il cuore dell’ascoltatore,
riducendo la sua capacità di reagire nulla.
Non si resiste al canto silenzioso dell’ombra.
Lentamente le parole incoerenti prendono vita e messaggio, flebili
ma terribili carezze per
quelle povere anime.
Smettila, marionetta.
Non ci piace la tua filastrocca.
Ma lei canta, indisturbata e insensibile dell’altrui
agitazione.
Canta e rimane immobile.
Inflessibile e incorruttibile.
Vuole che tutti l’ascoltino.
…C’era una
volta la luce…
…viveva libera
nel nulla…
…volteggiava in
spirali…
…vibrava in
volute…
…
…ma poi
arrivarono le tenebre…
La melodia si interrompe bruscamente e il corpo della
marionetta si divincola in movimenti confusionali.
I fili immobili la torturano senza pietà.
Perché marionetta?
Uno strappo violento e la marionetta cade pesantemente sul
pavimento.
Ma lentamente le parole rinascono dal vuoto, sempre più
flebili ma ferme.
Immobile l’esanime marionetta.
…la luce non
piaceva così…
…le tenebre la
desideravano…
…l’oblio la
voleva per sé…
…e la luce
resisteva…
…lottava per il
suo splendore…
…ma era così
fragile…
…così debole
nella sua bellezza…
…cedette quasi
subito…
…vide che
l’oscurità era avvolgente…
…sentì che la
sua seduzione era incontrastabile…
…
…e fu la fine.
La marionetta alza il capo di scatto e i suoi occhi di
vetro brillano implacabili nella loro tetra indifferenza.
…ma a voi…
…signori…
…le tenebre…
…non…
…piaceranno…
…AFATTO!…
Un tonfo.
La testa della marionetta ricade sul pavimento.
I fili si muovono sinuosi e inesorabili, traggono a loro la
marionetta.
Così, nella tenebre, essa
scompare.
…
Ora lo spettacolo può cominciare.
´¯
Eccoci alla fine del prologo! Che dite? Vi affascina un pochino?
Spero di riuscire a soddisfare le vostre speranze perché con il continuare la
storia diventerà…non so come dirlo…molto “close”…!!!
Baci da little_Grainne