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Autore: Lollo    19/07/2006    14 recensioni
Quando Hermione vuole sapere una cosa, come tutti sanno, è impossibile tenergliela nascosta, anche Ron lo sa bene. E di sicuro, se prima non se n'era reso conto, ora gli era chiaro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.Sogni.

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Dedico questa fanfiction alle ragazze Drunks che mi hanno fatto venire l‘ispirazione e alla Vally, che mi sopporta sempre e comunque.

-

«Ron... Ron...»

 

Si voltò verso la voce bassa e roca che l’aveva chiamato, e vide Hermione, sdraiata sotto le lenzuola in un grande letto. Le spalle nude erano l’unica cosa che riusciva a vedere; il resto era coperto, e il viso era stranamente sfocato.

«Ron, vieni... entra nel letto...» lo chiamò ancora, facendogli segno con una mano. Fece come gli aveva detto, rapito, e sapendo che era la cosa giusta da fare, prese a baciarle il collo, sentendola sospirare leggermente.

 

«Hermione...»

 

Abbassò la mano verso il petto sfiorandole il seno, incoraggiato dalla sua reazione. Lei si aggrappò al suo collo, e sospirò più forte mentre le baciava una spalla. Preso da un impeto sconosciuto, diresse la mano sempre più giù, sul suo ventre, ma in quel momento Hermione balzò in piedi sul letto, completamente vestita, il viso furioso: «Che stai facendo, eh?»

Ron strabuzzò gli occhi, frastornato, balbettando confuso: «N-no, niente...»

«Niente cosa, niente cosa?» strillò ancora lei. «Ecco, sei inaffidabile! Non ti si può dare una mano che tu ti prendi tutto il braccio, cosa credevi di fare, eh?»

Ron era sempre più confuso, mentre Hermione continuava a strillare il suo nome.

«Ron... Ron...» che strano, come mai la sua voce era diventata così lontana adesso?

«Ron... Ron, che ci fai qui?» Mi hai chiamato tu, no? Tu mi hai detto di venire..., avrebbe voluto dire, ma si sentiva la bocca impastata. Improvvisamente aprì gli occhi, e si ritrovò un Hermione perplessa che lo stava fissando.

«Ah... era solo un sogno...» mormorò, toccandosi la fronte. «Già...» disse Hermione, un sorriso divertito sulle labbra. Di colpo la consapevolezza del sogno che aveva appena fatto lo fece avvampare, e abbassò lo sguardo, ostinandosi a non guardarla.

«Mi devo essere addormentata... Cosa fai qui?» chiese lei, apparentemente senza notare il suo imbarazzo.

«Oh! Ehm... niente, ero sceso e ti ho travata qui che dormivi, mi sono seduto un attimo e mi devo essere riaddormentato.» disse, velocemente, sempre senza guardarla. Si mise a sedere sul divano, alzando gli occhi verso l’orologio sopra il caminetto; adesso erano quasi le sei del mattino. Mormorò qualcosa sul fatto che era meglio andare a letto, desideroso di lasciare quell’imbarazzante situazione, e si diresse verso la scalinata, quando la voce di Hermione lo fermò.

«Cosa stavi sognando, prima?» chiese, con voce innocente. Ron si fermò impietrito. Chiuse gli occhi, cercando di inventare più velocemente che potè una bugia credibile.

Per quale schifosa ragione era a corto di idee proprio adesso?

«Ehm...» mormorò, prendendo tempo, ancora girato verso le scale.

 

«Hai pronunciato il mio nome.»

 

Ommioddio, pensò, in preda al panico. «Ron, ma ti vuoi girare?» chiese Hermione, sconcertata.  «Uhm, sto bene così, grazie.» rispose Ron, convinto. Gli ci voleva soltanto di girarsi dalla sua parte, così non si sarebbe potuto trattenere da dirle la verità, proprio tutta tutta, con dichiarazione e cuoricini intorno e balbla. Il problema era che sicuramente, conoscendosi, la sua dichiarazione sarebbe stata un insieme di frasi sconnesse e difficilmente capibili.

Hermione stava ridacchiando, pensando che Ron stesse scherzando. «Eddai, girati..!»

Al diavolo, pensò, girandosi. Si fissarono un attimo negli occhi, con un silenzio pesante che aleggiava tra loro. Hermione si sistemò un ricciolo dietro le orecchie, e Ron si ritrovò incantato a seguire il suo gesto. Lei fissò quella sua aria inebetita, prima di richiedere: «Allora, che stavi sognando?»

Ron s’inumidì le labbra, e rispose: «Ma perchè t’interessa?». Il tutto faceva ancora parte del suo ingegnosissimo piano per prendere tempo, sicuro che tra poco l’illuminazione divina sarebbe caduta su di lui e avrebbe saputo cosa rispondere.

«Perchè hai pronunciato il mio nome,» rispose Hermione, candida e ignara.

«No, non è vero,» rispose Ron, negando l’evidenza.

«Sì invece!» esclamò lei, sorpresa dalla reazione di lui. Ron tacque. «Stavi sognando me?» continuò lei, imperterrita. Ancora una volta l’altro non aprì bocca.

«Oh, ma perchè non me lo vuoi dire?!» esclamò lei, esasperata.

«Okay, okay sì: sognavo te!» rispose alla fine.

«Che genere di sogno era?» chiese più incuriosita, stringendosi un cuscino al petto. Il cuore di Ron gli si fermò. «Uhm, non ricordo bene, ehm... c’eri tu, c’ero io... bho...» disse vago, anche se se lo ricordava perfettamente. E fu in quel momento che, arrischiatosi a guardare Hermione in viso, notò l’espressione che aveva. Conosceva quello sguardo. Significava che non avrebbe lasciato cadere la questione per nulla al mondo, che ne aveva fatto una questione di principio. Non poteva scampare da quello sguardo, pensò terrorizzato.

«Non ti credo.» esordì lei, convinta. Ron si finse offeso, adottando una nuova tattica. «Scusa, perchè dovrei dirti una bugia, eh?» ma lei non cedette, anzi, lo sguardo era più ostinato che mai. «Non ne ho idea, è quello che sto cercando di capire...» mormorò pensosa.

«Allora, ricapitolando,» cominciò, «Hai fatto un sogno in cui c’ero io...»

«Hermione...» disse Ron, allarmato. Doveva fare qualcosa, qualunque cosa, perchè sapeva che ci sarebbe arrivata benissimo da sola.

«... e c’eri tu...»

«... per favore, non mi pare giusto...» ormai farneticava.

«... e non mi vuoi dire cosa succede, quindi...»

«Hermione... Hermione, no

«... probabilmente era una cosa imb -- » Hermione si interruppe immediatamente, un lampo di comprensione sul viso. Immediatamente, quasi in contemporanea con Ron, cominciò a diventare rossa. Lui aprì la bocca un paio di volte, senza proferire parola. «Qualunque cosa tu stia pensando, è sbagliata!» disse, con voce acuta, alla fine.

«Non sai neanche cosa sto pensando!»

«Io... no, però - »

«Allora è vero!» esclamò lei, interrompendolo.

«No!»

«Sì, invece..! tu stavi sognando... che... insomma, quel che io penso!»

Ron aprì ancora la bocca a vuoto un paio di volte, rossissimo e incapace di fare alcun movimento. Hermione intanto lo fissava mezza sconvolta, la bocca dischiusa. Ancora una volta i suoi occhi scivolarono sulle sue labbra, e sentì un’altra vampata di calore.

«No!» disse, ostinato, coprendosi gli occhi con il braccio.

«Ron... ti senti bene?»

«S...sì, tutto a posto, tutto a posto... credo solo che... uhm, sarebbe meglio andare a letto, ecco...» balbettò, sempre con il braccio sopra gli occhi; si girò ancora una volta e si avviò verso le scale, sbattendo contro un tavolino sistemato lì accanto ed inciampando nel primo scalino. Era stato uno sbaglio, decisamente uno sbaglio.

 

 

 

 

Avevo detto che il secondo capitolo era praticamente pronto XD eccolo qui... per il terzo probabilmente lo avrete quando torno dalle vacanze...

....

Non vi preoccupate, che sto via solo per tre giorni, sabato torno XD (Ma chi si preoccupava? NdTutti ._. NdLollo).

Ringrazio per le recensioni al primo capitolo: Merilyn, Master Ellie, KarmyGranger [*_*], SiJay, emmarupert, Tabita, La Marita XD, gigia990 [^*^]

 

Lollo

  
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