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Autore: Faddo    25/11/2011    1 recensioni
Un viaggio per il mondo senza meta, che porterà il nostro protagonista, soprannominato, "Eagle" a far scoprire cosa vuol dire viaggiare per davvero.
Il tutto partirà da Londra, città dove si ritrova per ascoltare un gruppo Rock che ama, da lì si ritroverà a vivere una delle serate più folli che abbia mai vissuto in un anno di Viaggio.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5: Birmingham e Calciatori


Orami erano le 14.30, eravamo appena usciti da Oxford, in direzione per Manchester, puntavamo di arrivare lì almeno per ora di cena.


Dopo qualche ora di viaggio passato di nuovo in silenzio ad ascoltare la radio; Amelia si stava divertendo sgusciando pistacchi che aveva trovato nella dispensa sul retro e lanciando i gusci per strada gettandoli dal finestrino, io invece ero concentrato sulla strada cercando di capire dove mi trovassi all'incirca e dove dovevo andare.

Stavo per interrompere il giochetto di Amelia per chiederle di consultare la mappa quando sulla superstrada notai un cartello con scritto: "Solihul"; in pratica, eravamo molti vicini al centro di Birmingham, quel cartello era talmente vistoso che pure lei lo notò e subito afferrandomi per un braccio e scuotendolo disse tutta emozionata:


"hey Eagle! Siamo vicini a Birmingham, andiamo a vedere qualche museo o dei siti storici, Birmingham è quasi un centro culturale per l'Inghilterra, dai ti prego, fermiamoci a vedere qualcosa sarebbe un peccato no?"


Io con tono freddo e distaccato risposi:


"No, siamo in viaggio per Edimburgo, ho già visto tutto quello che c'era da vedere a Birmingham io, dal National Sealife Centre al Millennium Point e infine anche al Birmingham Musem and Art Gallery, quindi ci fermeremo lì sol per far provviste per la cena, siamo in ritardo sulla tabella di marcia e di questo passo raggiungeremo Manchester per la sera tarda, quindi voglio cenare appena passato Manchester, in pratica, non ci fermeremo a mangiare lì, anzi, taglieremo la strada e andremmo direttamente verso un luogo dove accamparci per la notte, tutto chiaro?"


Amelia in un primo momento annuì, ma poi riascoltando le mie parole disse:


"Aspetta, che senso ha non fermarsi a Manchester per mangiare prima, se poi vuoi accamparti in una perfieria dopo Manchester..."


La sua affermazione mi mise con le spalle al muro e così cercando di non aver un contatto visivo con lei per l'imbarazzo del momento le dissi a bassa voce:


"Si rispiarmia prendendo la roba da mangiare nei supermercati, invece che andare per pub o ristoranti"


Amelia sbuffando mi disse:


"mamma mia che tipo avaro che sei!"


"Non sono avaro, son un economista di natura!"


Risposi io a gran voce difendendomi.


Eravamo appena entrati al confine con Birmingham e subito lei si mise a farmi da guida turistica indicandomi a destra e a sinistra dei posti bellissimi, uno più bello dell'altro, ma io sapevo cosa dovevo andare a fare a Brimingham e così, appena trovai la via giusta subito svoltai verso destra, lasciando sbigottita per un secondo Amelia che mi disse:


"Hey, che stai facendo? Guarda che per Manchester devi proseguire dritto, perchè hai girato?"


Mi venne spontaneo ridere a questa domanda, senza indugiare però risposi ad Amelia:


"Stiamo andando da un mio amico, è da un bel po' di tempo che non lo vedo, lo incontrai a Birmingham per un mio errore che feci, lasciamo stare..."


Amelia, ovviamente, non capendo quasi niente mi chiese:


"E chi sarebbe?"


Fieramente io risposi:


"Beh, sai, nel mio viaggio ho conosciuto gente strana, famosa, ma questo è uno sportivo, Chris Wood, attaccante della squadra di calcio Birmingham, è di origini neo zelandesi, sai?"


Amelia appoggiando il braccio sul finestrino e guardando fuori disse:


"Che noia, e perchè dovremmo andare da lui?"


"Siamo a Brimingham, non posso fare un saluto a dei vecchi amici?"


Nel mentre della chiacchierata eravamo già arrivati davanti alla sua abitazione, sperando fosse la stessa di undici mesi fa.

Amelia ed io scendemmo quasi subito senza dirci nemmeno una parola, a dire il vero lei non sembrava molto entusiasta nel conoscere questo tizio, ma io a lui ci ero particolarmente affezionato in quanto fu la prima persona che conobbi durante il mio viaggio da nomade e fu pure uno tra i pochi che mi offrì un pasto decente in una locanda decente.

Stavo per bussare a casa sua, dopo aver passato cinque minuti a capire quale fosse veramente la sua casa nel quartiere, quando lo vidi uscire vestito in tuta con il sacco sulla spalla.

Chris era un ragazzo piuttosto giovane, capelli biondi corti, un fisico davvero molto atletico.


Appena entrambi ci vedemmo, ci furono due reazioni molto diverse, la sua di totale stupore, mentre la mia di semplice gioia, subito con il borsone sulla spalla mi si avvicinò e dopo avermi stretto la mano mi chiese:


"Eagle, amico mio, come va? Cosa ci fai qui?"


Con discrezione senza farmi prender troppo dall'emozione risposi:


"Tutto bene, son in viaggio verso Edimburgo e son passato per Birmingham quindi ho pensato di venirti a trovare, piuttosto a te come vanno le cose?"


"Non male, quest'anno son giocatore titolare, quindi, è un bel passo in avanti"

"Già, vedo che stai andando ad allenamento, come stanno i ragazzi?"


"Stanno tutti molto bene, vuoi venire a trovarci fino al campo per dare un saluto?"

"Volentieri, salta dentro il pulmino ti diamo un pass..."


In quel momento davanti alla porta c'era Amelia con le braccia conserte che mi guardava male, avevo capito cosa intendesse dirmi e io molto seccato dissi:


"Ah sì, purtroppo me ne sono ricordato Chris, ti presento Amelia, mia temporanea compagnia di viaggio"


Chris prima di avvicinarsi a lei mi disse:


"Volevi dire, dimenticato"


Io però con tono secco dissi:


"No, non sbaglio mai termini"


Amelia ignorando il mio sarcasmo si avvicinò a Chris dimostrandosi senza timore di fronte alla notevole differenza di stazza e di altezza e disse con tono abbastanza provocante:


"Piacere, Windsor Amelia, compagnia Single di viaggio di Eagle"


La maniera con cui aveva sottolineato single mi faceva capire una cosa, ovvero come mai si fosse ritrovata così facilmente in una situazione come quella di Londra.


Chris senza cascarci disse:


"Piacere, Chris Wood, beh sta attenta a non finire con quel vagabondo di Eagle sarebbe un peccato che una ragazza del genere si sprechi con un tipo del genere"


concluse Chris ridendo seguita da un'altra risata, però di Amelia stavolta; io leggermente alterato risposi:


"Hey che vuoi dire? Comunque due cose: uno non mi piacciono gli animali mal addestrati come lei e due Chris lo vuoi questo passaggio o preferisci allenarti correndo fino al campo eh?"


Chris subito mi seguì e una volta montanto nel pulmino e fatto pure spazio per la corvina mi disse:


"Ti ricordi dov'è il campo?"


"No, ci penserà la nostra mappiera, Amelia..."


dissi porgendole la cartina, ma lei subito rifiutandola disse:


"Ma sei scemo? Chris sa benissimo dov'è il campo chedilo a lui no?"


"E allora cosa me ne faccio di una esperta nella lettura delle mappe? Oh al diavolo, Chris mi affido a te"


Wood cominciò a darmi le indicazioni; il centro di Birmingham in quell'ora era stranamente molto trafficato e non ero molto bravo a guidare nelle ore di punta, soprattutto considerato che nel Regno Unito si guida a Sinistra e avevo una pulmino tedesco esportato in Italia.


Chris come dicevo prima era l'attaccante del Birmingham una squadra che non ha mai avuto moltissimi problemi nel campionato inglese, però era da un paio di mesi che il loro morale era a terra, e fu in quel periodo che io passai per Birmingham e sembrava che il mio arrivo e i miei racconti avessero tirato su l'animo alla maggior parte dei giocatori, a tal punto che la settimana dopo nel Derby contro l'Aston Villa vinserò 4-2.

L'incontro tra noi due avvenne perchè parcheggiai in divieto di sosta vicino allo stadio e al mio ritorno quando vidi il carro attrezzi che si portava via il mio pulmino incontrai Chris che mi ospitò a casa sua per un paio di gorni fino a quando non avrei recuperato il mio veicolo, solo che viste le circostanze decisi di fermarmi ancora un po'.

Eravamo diventati abbastanza amici in quei tre giorni e allora ce la spassammo per le strade di Birmingham ogni sera in pratica, tra alcol, suonate insieme, giri nei locali più frequentati.

Ebbi la grande opportunità di conoscere addirittura l'intera Rosa del Birmingham.


Arrivati al campo, subito Chris si diresse in spogliatoio, mentre io aspettavo sugli spalti dello stadio tra le prime file insieme ad Amelia che cominciasse l'allenamento.

L'aria era leggermente fredda, ma io stavo benissimo in camicia e jeans come mio solito; mi accesi una sigaretta sotto gli occhi di Amelia che invece aveva freddo nonostante indossasse un pullover, io spontaneamente le chiesi:


"Ma scusa come diavolo fai ad aver freddo con quel camice che indossi, vieni dalla Scozia dovresti esser abituata alle temperature fredde, no?"


Amelia congelata mi disse:


"No, credimi io amo i posti caldi, più caldo c'è meglio sto"


"Capisco"


Tra di noi due si ricreò silenzio, i giocatori del Birmingham stavano tutti entrando in campo; aspettavano il loro coach prima di allenarsi e intanto c'era chi faceva due tiri liberi, chi si riscaldava e chi chiacchierava e basta.

Chris appena mi vide sugli spalti, urlò al resto dei ragazzi:


"Hey ragazzi, guardate chi ci è venuto a trovare!"


disse indicandomi dal campo fin qua, negli spalti; all'improvviso tutti i ragazzi nel campo mi salutarono in vari modi, Amelia rimase stupita nel vedere tanta gente che mi accogliesse con tanta gioia.


"Wow, certo che hai davvero fatto qualcosa di bello per loro per farti accoglire così..."


Io guardando Amelia le dissi:


"Mi pare di avertelo detto ieri sera, lascio sempre un bel ricordo di me"


"Già, vedremo che cosa farai per me!"


Io ridendo dissi:


"Chi lo sa, potrei stupirti signorina Windsor".


Finiti gli allenamenti tutti andarono nello spogliatoio a cambiarsi e appena tutti furono fuori, nessuno volle andare a casa senza prima aver sentito dei miei racconti e Chris fu il primo a chiedermi:


"Hey Eagle, raccontaci qualcosa son passati diversi mesi dalla tua ultima visita, i ragazzi son tutti curiosi di sentire nuove storie"


"Ok, se proprio insistete"


Chris urlando disse:


"Gente venite, il caro vecchio Eagle ci racconta un'altra delle sue avventure nel mondo!"


Subito tutti si radunarono intorno a me che ero appoggiato in quel momento alla parete del pulmino parcheggiato dentro il posteggio interno dello stadio vicino agli spogliatoi e accendendomi un'altra sigaretta cominciai a pensare a cosa raccontare.

Pure Amelia si intruffolò in mezzo a quella cerchia di ragazzi curiosa di sentire una delle mie avventure, e dopo due o tre tiri finalmente trovai qualcosa da raccontare.


"Allora, è stato in pieno Dicembre, il 19 per esser precisi, ero in Polonia quel mese e non avevo più un soldo, erano 2 giorni che non mangiavo niente, ero così disperato che invece di soldi come compenso per i miei lavoretti avrei anche accettato un pranzo; in quell'occasione perdendomi in una campgna lontana da Cracovia e un taglialegna stava trasportando un carico pesante di legna pesante su un carretto, quando tutto il contenuto li cadde; si era rotto il carretto.

La legna caduta mi intralciò il passaggio e dovetti dare una mano al signore per rimettere a posto la legna.

Il carretto era inutilizzabile cosi optammo per metterla dentro il mio camioncino.

Dato il passaggio lui mi invitò dentro casa sua a mangiare; mangiai una delle minestre peggiori che ebbi mai mangiato, ma siccome era sera potei pure restare a dormire, non potreste mai indovinare cosa mi successe quella sera.

In pratica la figlia di questo campagnolo scese a prendersi da bere prima di andare a dormire, io dormivo sul divano per quella notte e tra una cosa e l'altra si sedette con me, mi chiese qualcuna delle mie avventure, io ovviamente gliele dissi in inglese siccome è l'unica lingua che conosco oltre l'italiano.

Meno male pure lei mi capì, tra una cosa e l'altra notai che lei era sempre più ammagliata dai miei racconti fino a quando ad un certo punto senza averne mai capito come o il perchè lei si gettò contro di me e mi baciò, diciamo che stavo per spingermi oltre infatti mi ero già tolto la camicia come lei sta facendo se non fosse che in quello stesso istante suo padre ci vide e io a quel punto scappai dalla grande finestra del salotto che avevo aperto di fretta in quel momento; una volta buttato fuori mi nascosi tra i cespugli, pensate che il folle cominciò a prendere il fucile, uno vero e sparo dei colpi tra i cespugli con la speranza di beccarmi io a quel punto furbescamente che cosa feci?

Creando un po' di confusione cercai di farmi trovare dal cacciatore e lasciando in bella vista un pezzo del retro della mia camicia che avevo appeso un ramo che fuoriusciva dal cespuglio feci credere che mi trovassi in quel punto, cosa che era vera, ma appena sistemata la camicia subito mi misi a torso nudo con meno dieci gradi a strisciare per il terreno senza farmi vedere o sentire, lui bombardo di colpi la camicia che avevo praticamente sacrificato.

Sfruttando l'occasione con un balzo senza farmi vedere mi lanciai verso il pulmino, messo in moto subito ingranai la marcia e sfrecciai via da quella casa,però il padrone non contento decise di sparare al mio mezzo e..."


a quel punto interruppi il mio racconto e dissi mostrando un buco che in quel momento avevo coperto con la mia schiena:


"Diciamo che mi ha lasciato un bel ricordo dell'avventura e mi ha dato una lezione, mai fare il galletto con le donne se i genitori son nei paraggi, toccate pure il buco, è vero sapete!"

Qualcuno si avvicinò per toccare il buco ancora incredulo per la storia.


A quanto pare non gli bastava questa storia e ne volevano un'altra.

Raccontai altre quattro storie prima di potermene andare e finito di raccontarlo i volti dei giocatori del Birmingham erano stranamente accesi e carichi, di sicuro la partita contro il Tottenham il giorno dopo sarebbe andata meglio delle aspettative.


"Andiamo Amelia son piuttosto stanco"


"Ok Eagle"


Rispose Amelia, prima di mettere in moto il pulmino fui fermato da Chris che mi disse:


"Aspetta Eagle!"


Io abbassai il finestrino e Wood continuò dicendo:


"Grazie ancora amico mio, torna a trovarci quando vuoi sarai sempre il benvenuto qui a Birmingham e tieni questa, è un regalo da parte nostra"


Mi diede una sua maglietta da giocatore con le firme di tutti gli altri giocatori, fatta poco fa in spogliatoio a quanto pare


"Wow grazie Chris"


"Conservala, ci tengo sai?"


Concluse Chris.


Dopo gli ultimi saluti lasciai lo stadio di Birmingham era stata una giornata abbastanza attiva per i miei gusti, ma forse neanche troppo a ripensarci ora.


Mi fermai al supermercato per fare le ultime spese in modo da comprarmi la cena e una volta preso il tutto insieme ad Amelia ci dirigemmo in periferia di Birmingham dove mi misi con il fornelletto elettrico che avevo dentro il pulmino a cucinare le bistecche surgelate che nel frattempo durante il viaggio, dal centro alla periferia, si erano scongelate a sufficenza.


Stavamo mangiando su dei piatti di plastica le bistecche, fuori all'aria aperta seduti sui ciotoli per terra, entrambi restammo silenziosi a guardare il cielo e mangiare.


Finito pure il pasto io ed Amelia riposammo un po' all'aria aperta, io avevo preso la mia chitarra e decisi di suonare una canzone degli Aerosmith che mi piaceva molto, ovvero Dream On; a quel punto Amelia che era distesa a terra si alzò e cominciò a cantare la canzone.


Era davvero brava a cantare, non l'avrei mai creduta, vista l'occasione alzai il volume dell'amplificatore che era alimentato con la batteria del pulmino e dissi:


"Sì, dai canta, avanti a squarciagola, non tirarti indietro"


Parola per parola, Amelia se le ricordava tutte e le cantava benissimo, forse ero stato più fortunato del previsto a trovarmi una compagnia, se pur per breve tempo, per questo viaggio fino ad Edimburgo.

Finita la canzone entrambi ci scambiammo uno sguardo intenso e io fui il primo a dirle:


"Non pensavo che tu fossi una cantante"


e Amelia sorridendo mi disse:


"E io non pensavo tu fossi così bravo alla chitarra, devo ammetterlo, i soldi che raccimoli suonando per strada forse son anche troppo pochi sai?"


"Grazie".


Sembrava che quella sera il tempo scorreva lento, come se dovesse succedere qualcosa che non stava ancora succedendo; subito capii cosa fosse, Amelia guardandomi mi disse:


"Eagle, che ne dici se allungassimo il più possibile il viaggio fino ad Edimburgo?"


"Che cosa?"


"Hai capito bene, io..."


Si era fermata in quel momento, e non riusciva ad andare avanti quando dopo aver preso fiato disse alzando la voce di non molto


"Non voglio più tornare a casa, sono stufa di mia madre, di mio padre e di mio fratello, son tutte persone odiose ed orribili perchè mi son ritrovato in una famiglia come questa, che ho mai fatto? Per non parlare delle altre persone che mi circondano, come professori, amici, parenti, tutti idioti che non sopporto!"


"Amelia..." cominciai con voce placida "tu devi tornare ad Edimburgo, non fare come me che girovago per il mondo senza uno scopo, sei nella stessa età nella quale io fantasticavo su queste cose, non so ancora dirti se ho effettivamente fatto una cosa giusta o è un errore, ma sappi che se le cose non vanno bene a casa non devi gettare tutto e partire per il mondo come sto facendo io; in un certo senso mi assomigli Amelia, vedi di non assomigliarmi troppo o farai gli stessi errori"


Amelia non ancora convinta disse:


"Non capisci niente, anzi solo perchè siamo nella stessa situazione dovresti capire Eagle! Io voglio viaggiare perchè non mi sento in pace dentro il muro che ho creato intorno ad Edimburgo se venissi fin lì capiresti che le cose non vanno affatto bene e che scappare sarebbe la mia unica via di salvezza, l'unico modo che un fiore come me possa sbocciare!"


Stringendo i pugni dissi:


"Basta! Non dire cazzate, solo perchè dentro le mura non hai creato il mondo che volevi non arrenderti, tu puoi cambiare le cose e poi sei ancora minorenne, se scappi di casa sai che casini creeresti, e io non voglio esserci di mezzo, ecco perchè raggiunto Edimburgo farò una cosa, voglio conoscere i tuoi genitori, voglio proprio vedere quanto la tua vita va così male sai? E se nel caso fosse così, beh ti darò una mano come meglio posso e poi quando tra qualche mese ritornerò ad Edimburgo mi accoglierai esattamente come oggi ha fatto Chris, credici Amelia"


All'improvviso si rasserenò e torno a distendersi sorridente sui ciotoli a guardare il cielo e mi disse:


"Grazie Eagle"


e io aggiunsi:


"Mi chiamo Elmore, Temley Elmore"


"Mi piace il nome Elmore"


Io ridendo conclusi:


"L'hanno scelto i miei, non è un nome d'arte come Eagle"


A quanto pare il tempo sembrò ritornare a scorrere veloce una volta che si ricreò il silenzio e io per primo alzandomi da terra dissi:


"Beh, ora son stanco, andiamo a dormire, mi aspetta il posto del passeggero che non è il massimo, vedi di non far casino te stanotte".


Amelia mi afferrò per il braccio e disse:


"Eagle...stanotte posso dormire io nel posto per i passeggeri, te dormi pure nel tuo letto, ok?"


In due giorni non fu mai tanto gentile come ora, il suo sguardo era cambiato in un istante e io con molta gentilezza dissi:


"Se è quello che vuoi allora facciamo a cambio"


"Grazie"


"Questo dovrei dirlo io forse"


Conclusi molto sarcasticamente.


Quella notte non avevo molto sonno, non so perchè, non avevo mai avuto insonnia nel mio letto, fatto sta che mentre Amelia si addormentò subito sul posto passeggeri io facevo fatica a dormire pure quella notte, la situazione stava diventando insostenibile.


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Note dell'Autore: Bene, eccoci anche alla fine del 5°capitolo, scusate la lunga assenza ma ho avuto un calo di ispirazione negli ultimi mesi, ma rieccomi qua carico come un tempo (o quasi) spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento il più possibile, ci ho messo impegno e cuore quanto ne poetvo mettere.
Detto questo vi lascio dicendovi che non so quando arriverà il sesto, tutta una sorpresa.
Alla Prossima!
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