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Autore: _Ella_    27/11/2011    4 recensioni
Imprecò contro cose a caso, forse persino sul gatto, visto che lo guardava indispettito con quegli occhietti chiari. Era diventato una vacca, forse avrebbe dovuto fargli fare più esercizio, o forse non avrebbe dovuto permettere ad Axel di fargli mangiare schifezze.
Sospirò, cercando di capirci qualcosa nei sistemi fratti.
La seconda superiore era uno strazio, un supplizio!
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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#2 – All night long; anni 14/18 (Natale)

Aveva preso da poco sonno, cullato dal respiro tranquillo di Biscotto che, al suo fianco sul letto, dormiva beato.
Il respiro di Sora era stranamente pesante, nel letto di fianco: pensare che fino a cinque minuti prima si muoveva esagitato, troppo eccitato per scoprire quale regalo avessero comprato per loro i loro genitori.
Aveva sedici anni e un mese, ma ne dimostrava ancora otto.
Per quanto riguardava Roxas, non era riuscito ad addormentarsi prima perché era strafelice: dopo gli anni delle medie passati senza Axel – troppo proiettato verso i suoi coetanei per continuare a star con lui – avevano cominciato a frequentarsi di nuovo, da metà ottobre. Praticamente da quando aveva fatto quattordici anni. Era davvero contento quella sera, quindi, perché l’ormai diciottenne gli aveva regalato un bellissimo telescopio, ricordando di quando – in una delle lunghissime chiacchierate che avevano tenuto per riconciliarsi – gli aveva raccontato della sua fissazione per gli astri ed i corpi celesti che popolavano il cielo; fissazione che l’aveva portato a scegliere il liceo scientifico, nonostante il suo odio palese per la matematica.
Stava per affogare in un sogno bellissimo, popolato da risate e occhi felici, quando dei colpi alla finestra lo ricossero, facendolo saltare dal letto. Gli venne il dubbio di averli sognati, visto che erano incredibilmente familiari, troppo familiari, ma quando il picchiettio continuò si rese conto che no, non era affatto un sogno. Stando attento a non svegliare Biscotto si alzò dal letto, infilando le pantofole prima di trascinarsi assonnato alla finestra, aprendola più silenziosamente possibile
«Dormivi?» la voce di Axel era sussurrata, ma comunque squillante, tanto che non dovette far fatica per capirlo
«Chi, io? Ma figurati, aspettavo te che bussavi alla finestra» ribatté un po’ acido, visto che non era propriamente di buon umore quando era appena sveglio – per quanto si possa dire che avesse dormito –, e l’altro sghignazzò, stringendosi nel giubbino: faceva davvero molto freddo, ad ogni respiro che facevano entrambi l’aria si condensava, diventando bianca come la neve tutt’intorno «Comunque, cosa c’è?»
«Hai già montato il telescopio?»
«Non ancora»
«Ho un’idea, ma devi vestirti e raggiungermi qui con quello, e fare anche in fretta»
«Ok, ho capito: mi scordo il regalo di Natale dei miei» borbottò, chiudendo la finestra e facendosi coraggio per cambiarsi e scendere nel freddo.

Con gli anfibi, la tuta più pesante che aveva indossato da sopra il pigiama – non aveva trovato abbastanza coraggio per toglierselo – sciarpa, guanti e cappello di lana ed il giubbino che usava quando andava a fare snowboard, Roxas uscì finalmente di casa, cercando di non farsi sentire da nessuno, con la valigetta sotto il braccio.
Quando raggiunse Axel, il diciottenne era seduto tranquillamente sul marciapiede ghiacciato, come se non soffrisse il freddo, e una sigaretta fra le labbra. Gli rivolse appena lo sguardo e, sorridendo furbescamente, si alzò e gli fece cenno di seguirlo.
Insomma, dopo tutti quegli anni ancora doveva imparare che seguire Axel significava andare incontro ad una marea di guai? Ancora gli facevano male le chiappe per tutte le volte che avevano incontrato le pantofole di sua madre.
«Mi dici cosa ci facciamo nel giardino di casa mia alle quattro e trenta del mattino di Natale? E con un telescopio, per di più»
«Poche chiacchiere, pulce. Sai arrampicarti, vero?»
«Dio, qui mi scordo anche la calza della Befana.»

Erano sul tetto di casa sua che, con sua grande sorpresa, era privo di neve vicino al comignolo e pieno zeppo di coperte. Axel si era dato da fare, mentre lui cercava di dormire, insomma. Quando poi il rosso prese dalle sue mani infreddolite la valigetta e l’aprì, tirando fuori tutti i pezzi del telescopio, gli ci volle un momento per capire le sue intenzioni e, con un sorriso che non riuscì a trattenere, lo raggiunse lentamente per non cadere, dandogli una mano per montare il telescopio.

Dovevano essere decine di minuti che era lì, incollato al telescopio a scrutare il cielo limpido di quella notte e con poca intenzione di smettere di farlo. Axel alle sue spalle rimaneva in silenzio, steso a scrutare i puntini luminosi nel cielo, chiedendogli ogni tanto se la smettesse di sospirare come una ragazzina.
«Axel, è stupendo, davvero non so come ringraziarti» sussurrò, facendo quasi fatica a staccarsi un momento dal telescopio per fissarlo in volto; il rosso – anche se i capelli con la luce flebile dei lampioni sembravano marrone scuro – si strinse nelle spalle
«Io un’idea ce l’avrei…» mormorò sovrappensiero, continuando a fissare le stelle
«Uhm?, cioè?» chiese mentre, infreddolito, gli si sedeva accanto, stringendosi in una coperta e cercando di risaldarsi il naso con pochi risultati
«Niente, lascia stare, piuttosto: sono contento che ti piaccia» sbottò, tirandosi in piedi e tirando su col naso.
Roxas annuì leggermente, continuando a fissare le stelle, sentendosi un po’ arrossire nel riflettere che sembrava tanto uno di quei momenti sdolcinati in cui, nei film, il ragazzo e la ragazza protagonisti si danno il bacio tanto agognato. Si diede quindi dell’idiota, visto che non c’era nessuna ragazza e che di ragazzi ce n’erano ben due, che non avevano la minima intenzione di baciarsi.
Probabilmente.
Si prese il viso livido tra le mani, sgranando un po’ gli occhi; il fatto era che ci pensava da un po’ di tempo a quella cosa, forse due settimane, non troppo quindi, ma decisamente molto più del solito. Lui le aveva baciate delle ragazze e ci si era anche fidanzato ma, puntualmente, dopo una settimana di baci e carezze le trovava noiose, irritandosi al solo suono della loro voce troppo delicata o acuta e smettendo persino di cercarle o di voler le loro attenzioni, sentendosi dire puntualmente che era un bastardo senza cuore.
Ci aveva anche creduto, lui. Insomma, avevano evidentemente ragione, visto che effettivamente non provava più nulla per loro, se non fastidio.
Le uniche ragazze a cui si interessava erano praticamente Yuffie, Xion e Naminé, ma non in quel modo.
Beh, il dubbio gli era venuto, cazzo.
Aveva pensato potesse essere “l’influenza” di Sora, visto che sapeva di per certo che stesse con Riku – diciamo che li aveva visti baciarsi qualche tempo prima e per poco non gli era venuto un infarto – e quindi si era dovuto auto-convincere che fosse in ogni caso una cosa normale, niente di tragico; aveva pensato che potessero essere gli ormoni un po’ incasinati dell’adolescenza, visto che una volta – o erano di più? – era un po’ arrossito fissando i ragazzi nudi negli spogliatoi.
Ma non significava niente, no?
Cioè, non è che se Sora era gay lo era anche lui ed arrossire di fronte ad un bel culo da uomo non lo rendeva meno virile di suo padre.
Vero?
Axel ha un bel sedere.

Sospirò un po’, scacciando i pensieri di botto quando si accorse che Axel lo stava fissando con una strana espressione
«C-che c’è?» balbettò, sperando che non gli si leggesse in faccia le cose che aveva finito di pensare l’attimo prima; l’altro rise in silenzio, facendogli un’occhiata eloquente
«Lo sai che pensi ad alta voce?»
Oh merda.
«…Cosa ho detto?»
«Mh, parecchie cose interessanti. E comunque ti ringrazio.»
Gli ci volle un po’ per collegare il tutto e, quando ci riuscì, non ebbe nemmeno il tempo per arrossire e cercare di buttarsi giù dal tetto: le urla di sua madre e quelle consequenziali di Sora, terrorizzate, avevano attirato la sua principale attenzione.

Adesso poteva dire addio ai regali dei prossimi cento anni. Ed anche alla sua vita sociale.


Ehilà baibe! *A*
Ero indecisa se pubblicare o no questo capitolo, visto che pensavo di conservarlo per Natale.
Ma poi mi son detta che era abbastanza inutile, considerando che ne scriverò altri in tema natalizio u.u
Quindi nulla, spero sia di vostro gradimentoHHHH <3
Ed ora, i ringraziamenti u.u

A chi preferisce:
Imo
xwinterfell;

A chi segue:
AkA Girl
BlackRuri
Endo
Odoru Hi Kaze No
rosemalfoy
xwinterfell;

Grazie a tutti :3 Spero di risentirvi <3

See ya!

   
 
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