Sogni, Pozioni e Ippogrifi
Il giorno dopo, la partenza
non fu caotica come da tradizione, tutti si svegliarono presto ed erano pronti
per tempo, ad attenderli c’erano delle auto del ministero guidate da maghi in
uniforme dall’aria furtiva.
Il signor Weasley aveva
annunciato con disinvoltura che quelle auto erano un regalo per lui ma ancora
una volta la sua scarsa abilità con le menzogne l’aveva scoperto, Harry era
convinto che fossero per lui… e per Black.
Ipotesi confermata quando il
padre di Ron praticamente lo scortò sia all’uscita dal Paiolo che alla
stazione.
“Ma il tuo baule dov’è?”
Chiesero quasi tutti in tono perplesso
“Qui!” Rispose Harry con un
sorrisone e battendo la mano sul Mokessino appeso alla cintura.
L’urgenza lo salvò dalle
domande generali.
Alla stazione la signora
Weasley lo abbracciò come se stesse partendo per la guerra, Harry sospirò di
insofferenza ma gradì lo stesso le coccole. Il marito di lei però lo prese da
parte prima che salisse sul treno e si appartò con lui in un angolo.
L’uomo aveva una smorfia sul
viso come se fosse combattuto.
“E’ tutto a posto signor
Weasley, so di Black, ho sentito lei e sua moglie ieri sera”
“Lo sai? Non volevo che lo
sapessi così”
“No, davvero… mi spiace di
aver origliato ma è meglio così”
“Avrai paura”
“Non tanta a dire il vero”
Il signor Weasley lo guardò
incredulo
“Dovrei averne? Black è
peggio di Voldemort o di un basilisco?”
“Sapevo che sei più forte di
come gli altri pensano Harry ma mi devi giurare che non andrai a cercare Black”
“Perché dovrei cercare uno
che vuole uccidermi?”
Il treno fischiò in quel
momento e i due si precipitarono ma il signor Weasley non mollò.
“Giurami che qualsiasi cosa
sentirai, non lo cercherai”
Harry non ebbe il tempo di
rispondere, il treno stava partendo ma le parole dell’uomo lo turbarono.
Giurami che qualsiasi cosa sentirai…
C’era più di quello che
sapeva in questa storia, c’erano altri segreti di cui non era a conoscenza…
Ma li avrebbe scoperti!
Mentre procedevano lungo il
treno alla ricerca di uno scompartimento, Harry notò le facce sbalordite di
molti studenti che lo guardavano.
Ma i maghi come sempre si
rivelavano più stupidi della media o forse più stupidi dei babbani, o
semplicemente più stupidi di Hermione… benché stupiti, nessuno nemmeno i
Weasley parevano ritenere la sua improvvisa crescita, innaturale come invece la ragazza aveva fatto subito.
Non poteva contare sul fatto
che nemmeno Silente si sarebbe incuriosito, ma il preside amava troppo
mantenere l’aura di onnisciente, non avrebbe fatto domande dirette, c’era però
la possibilità che indagasse attraverso altri canali…
Ma non era il momento di
preoccuparsi di questo.
“Devo parlarvi di una cosa…
cerchiamo uno scompartimento vuoto”
Non poteva nascondere ai suoi
amici le notizie su Black.
Trovarono uno scompartimento
quasi deserto, occupato solo da un uomo addormentato, il professor Lupin a
giudicare dalla targa sulla valigia, sembrava un po’ male in arnese ma non
poteva essere peggio di Allock, Harry lo osservò un po’, dopodiché abbassando
la voce si rivolse ai suoi due amici.
Disse loro tutto, ma non parlò
dei suoi sospetti sul fatto che gli stessero nascondendo altre informazioni
importanti. Entrambi sembrarono ben più scossi di lui.
“Oh Harry…” Proruppe Hermione
con gli occhi colmi di paura ma non riuscì ad aggiungere altro
“Nessuno è mai scappato da
Azkaban” Fece Ron nervoso
“Non preoccupatevi, lo
cattureranno” Lo disse per tranquillizzarli, si chiese per un istante se doveva
essere agitato anche lui, se non la stesse prendendo eccessivamente alla
leggera. La verità era che era inutile essere spaventati, l’allenamento di
Caspar, il dolore continuo e il rischio mortale di quasi ogni cosa fatta
quell’estate gli avevano insegnato a vivere alla giornata. Il domani avrebbe
portato quel che doveva, non aveva intenzione di andare a cercare Black ma era
intenzionato a saperne di più su di lui.
A metà pomeriggio, mentre la
pioggia cominciava a cadere, sentirono dei passi nel corridoio e sulla soglia
dello scompartimento comparvero gli esseri più inutili del pianeta.
Malfoy, Tiger e Goyle.
Harry si apprestò a rispondere
alle solite sparate idiote del biondo ma con sua sorpresa il silenzio si
protrasse.
Incuriosito Harry fissò
Malfoy negli occhi.
Era sbalordito e lo erano
anche i suoi due tirapiedi, loro però si erano ripresi e adesso fissavano un
po’ perplessi il loro capo. Perché era ancora in silenzio?
Se lo chiese anche Harry
mentre lo fissava cercando di decifrare lo strano sguardo del ragazzo che da
sorpreso era diventato… Harry non lo capì.
“Chi…?” Malfoy deglutì
fissando il professore “Chi è quello?”
“Un nuovo professore” Fece
Harry con calma, parlando piano, ancora perplesso, perché il biondo era rimasto
muto al vederlo?
“Andiamo” Borbottò rivolto ai
suoi due assistenti e quasi fuggì via, Harry pensò di aver anche intravisto un
accenno di rossore sul suo viso pallido ma non era facile capirlo. Harry si
ritrovò inconsciamente a paragonare il colorito di Malfoy con quello di Caspar,
il vampiro era decisamente meno pallido! Sempre inconsciamente si ritrovò a
paragonare Caspar nella sua interezza al giovane Serpeverde ma quando si rese
conto della direzione di quel pensiero scosse la testa e senza chiedersi da
dove venissero simili considerazioni, prese a guardare fuori dal finestrino.
“Non ho intenzione di farmi
prendere in giro da lui quest’anno” Borbottò Ron con fierezza, poi fece una
faccia perplessa “Chissà perché non ha detto nulla… si è ammutolito ancor prima
di notare Lupin”
Harry si girò, Ron guardava
nel vuoto interrogandosi, Hermione invece guardava lui e aveva uno strano
sorrisino malizioso dipinto in volto, Harry stava per chiederle cosa le
passasse per la testa quando il treno si fermò e le luci si spensero.
Fuori la pioggia era
diventata uno spettrale acquazzone con tanto di lampi e tuoni.
“Qualcuno spenga questo
maledetto temporale” Borbottò Harry ma nessuno lo sentì
“Che diavolo succede?” Fece
Ron agitato
“Ahia Ron, quello era il mio
piede!”
“Lumos!” Fece Harry
ragionevolmente, a volte si chiedeva se i suoi amici si ricordavano di essere
maghi
La luce illuminò un Ron in
una posa improbabile come se stesse giocando a Twister
“Qualcuno sa cosa sta
succedendo?” Era il vocione preoccupato di Neville
“Non lo so, siediti, vado a
chiedere al macchinista”
“Ron sei qui?” Era la voce di
Ginny, Harry sospirò discretamente, stavano venendo tutti li?
“Fermo” Lo bloccò una voce
roca alle sue spalle
Il professor Lupin si era
finalmente svegliato, era in piedi e stringeva una manciata di fiammelle nella
mano sinistra, con l’altra impugnava la bacchetta.
“Torna a sederti Harry” Harry
obbedì, l’uomo sembrava guardingo, preoccupato.
Non si chiese come conosceva
il suo nome. Chi non lo conosceva?
La porta dello scompartimento
si aprì piano, sulla soglia torreggiava una figura alta, ammantata di scuro con
il volto coperto da un cappuccio, dal mantello spuntava una mano simile a
quella di un cadavere, Harry si chiese che razza di creatura avesse di fronte.
Poi la creatura respirò e
Harry sentì un freddo intenso avvolgerlo, istintivamente sapeva che era
provocato da una qualche magia di tipo mentale, provò a entrare nel vuoto,
provò a rinchiudersi dietro barriere d’occlumanzia ma non servì, gli occhi gli
si rovesciarono e fu tirato verso un oscuro baratro e cominciò a sentire un
urlo distante, poi molte urla tutte insieme e strani suoni come di battaglia,
non capiva.
Qualcuno lo schiaffeggiò
“Harry! Stai bene?”
“Cosa…?” Provò a dire aprendo
gli occhi, Ron e Hermione erano chini su di lui, l’avevano fatto rinvenire, era
svenuto, a causa di quella… cosa…
Harry percepì rabbia e
imbarazzo riscaldargli il petto.
“Stai bene?” Chiese Ron
nervosamente
“Si…” Rispose il moro
lentamente “Cos’era quella cosa?” Non voleva parlare delle grida, aveva la
netta impressione che fossero solo nella sua testa…
“Un Dissennatore di Azkaban”
Rispose la voce rauca di Lupin in piedi vicino alla soglia, non l’aveva notato,
aveva del cioccolato con se e ne distribuì dei pezzi esortando tutti a
mangiarne.
Quando il professore uscì per andare dal
macchinista, Harry chiese informazioni agli altri, tutti si erano sentiti come
se non potessero più essere felici, erano tutti sconvolti ma nessuno era
svenuto, Lupin aveva cacciato il dissennatore che a quanto pare era alla
ricerca di Black, con un incantesimo che aveva sparato qualcosa d’argento dalla
bacchetta.
Harry decise che doveva
conoscere quell’incantesimo…
Non sverrò di nuovo come una femminuccia!
Pieno di rabbia diede un
distratto morso al cioccolato e si sentì subito meglio.
Il resto del viaggio fu
veloce e una volta scesi, Harry scoprì un’interessante novità, gli allievi dal
secondo in poi raggiungevano il castello su carrozze incantate invece che
sfacchinare fino al lago a piedi. L’anno precedente lui e Ron si erano persi la
cosa arrivando con la macchina volante.
Ai lati del grande cancello
in ferro di Hogwarts c’erano altri due dissennatori ed Harry fu nuovamente assalito
dal freddo, Ron e Hermione lo fissarono preoccupati.
Arrivati davanti alle porte
del castello scesero e subito una voce maligna lo apostrofò
“Sei davvero svenuto Potter?”
Malfoy lo fissava e sembrava volesse rifarsi del precedente mutismo. Ma aveva ancora
una luce indefinibile negli occhi e il ghigno malefico pareva una smorfia. Non
attese risposta alla battuta volgendo lo sguardo su Ron e stavolta le sue
espressioni e i suoi occhi tornarono i soliti, maliziosi e maligni.
“Sei svenuto anche tu Weasley?
Di certo quel brutto dissennatore ti ha fatto paura”
“Togliti di torno Malfoy”
Replicò Ron serrando i pugni
Ma Harry non riusciva a
parlare, si vergognava troppo.
Chissà che penseranno del famoso Harry Potter quando
sapranno che sviene di paura
Per un attimo il pensiero lo
colpì, quando mai gli era importato cosa pensavano di lui? Non riuscì a
rispondersi.
L’arrivo di Lupin fu
provvidenziale di nuovo, interrompendo la lite sul nascere e tutti si diressero
nel castello, appena dentro una voce severa disse.
“Potter, Granger, voglio
vedervi subito”
Era la voce, di solito
foriera di punizioni, della Mc. Ma la donna era diventata più gentile con Harry
l’anno passato. Forse sarebbe stato meglio se così non fosse stato, perché lo portò nel suo ufficio e lo fece esaminare
da Madama Chips. Il moro si ribellò con forza all’idea di dormire in
infermeria.
Le due donne lo fissarono
comunque qualche attimo perplesse come se non fossero sicure di chi avessero di
fronte, poi si riscossero. Harry però ebbe modo di assistere a un fenomeno che
forse accadeva una o due volte ogni vent’anni, Minerva McGranitt che arrossiva.
Il momento fu superato in fretta ma Harry sospirò, quella storia del fascino
fatato stava diventando esagerata. Caspar poteva ritirare lo Charme se voleva,
forse poteva insegnarglielo.
Dopo aver tentato ancora una
volta di convincerlo che l’infermeria era la scelta migliore, la Mc si rassegnò
e volle parlare privatamente con Hermione per alcuni minuti, Harry l’aspetto e
quando uscì si diressero insieme verso la Sala Grande.
“Cosa voleva?”
“Niente d’importante, oh! Mi
sa che ci siamo persi lo Smistamento!”
Harry la guardò di sottecchi
“Come mai cambi argomento?”
“Solo tu puoi avere segreti?”
Rispose brusca
“Chissà che ne penserà Ron”
Commento lui leggero abbandonando l’argomento, lei aveva ragione ma a lui non
importava. Avrebbe scoperto quel segreto.
Appena entrati nella sala
numerosi mormorii di conversazione scomparvero e centinaia di occhi si volsero
verso Harry, quelli che continuavano a conversare furono richiamati da colpi di
gomito dei loro compagni e presto l’intera sala lo fissò.
Gli sguardi variavano in ciò
che esprimevano ma lo stupore aleggiava quasi solido sulla sala, Harry entrò
nel vuoto assumendo istintivamente una posa altezzosa che gli aveva insegnato
Caspar, corredata da passo arrogante.
Quel modo di muoversi era
chiamato ‘il gatto attraversa il cortile’ o forse era solo una cazzata di
Caspar come il nome delle figure di scherma.
Anche le protezioni sulle
mani che spuntavano dalle maniche si beccarono qualche occhiata, così come
l’andatura sicura.
Hermione al suo fianco era
rossa, imbarazzata e anche un po’ irritata, Harry si chiese perché fosse
irritata poi seguì il suo sguardo e individuò un paio di Corvonero niente
affatto brutte e più grandi che lo guardavano con quella che poteva essere
definita solo approvazione entusiasta.
Harry si sedette tranquillo
al suo posto e guardò verso il tavolo professori, anche loro come le quattro
tavole lo guardavano muti, Silente con gli occhi che scintillavano pazzamente,
di curiosità suppose. Piton lo guardava con un disgusto ancor più intenso del
solito e Lupin…
Aveva uno strano sguardo,
come se fosse perso nei ricordi e le sue labbra formavano una linea leggermente
divertita e ironica, questo lo fece sentire un po’ stupido.
La sala riprese vita
contemporaneamente come se nulla fosse stato, Ron lo guardò con un lampo
d’astio per un secondo e poi scosse il capo mestamente. Ginny gli rivolse un
sorriso furbo ma poi arrossì e distolse lo sguardo.
Silente gli lanciò un’ultima
breve occhiata, incuriosita e indagatrice la ritenne il ragazzo, poi si alzò e
cominciò il tradizionale discorso di inizio anno.
Partì ovviamente con il
presentare ‘il nuovo personale di sicurezza’ della scuola insistendo sulla
pericolosità.
Come se non ce ne fossimo accorti
Per quanto Sirius Black
potesse essere pericoloso, Harry era convinto che la presenza dei dissennatori
in una scuola fosse una pazzia. E questo non aveva nulla a che vedere con il
suo svenimento! Certo che no!
Dopodiché presentò Lupin che
ricevette un applauso timido e perplesso, forse dovuto all’aspetto trasandato.
Ad Harry aveva dato subito l’impressione di essere competente, almeno rispetto
ai precedenti professori di Difesa, non che ci volesse molto…
Comunque Caspar aveva ragione
quando insisteva che atteggiamento e apparenza avevano la loro parte.
Poi con sorpresa generale fu
annunciata la nomina di Hagrid a insegnante di Cura delle Creature Magiche.
Ecco il perché del libro zannuto!
Solo Hagrid poteva fare
qualcosa del genere, Harry scosse il capo ma era contento lo stesso, si
avvicinò all’amico alla fine del banchetto per congratularsi con lui.
Il guardiacaccia era molto
commosso e il moro era felice per lui ma anche un po’ preoccupato per le
creature che avrebbe portato a lezione.
E finalmente fu il momento di
andare a dormire, salutarono Hermione quando furono davanti alle scale del
dormitorio, poi Harry si mise sotto le coperte aspettando che gli altri si
addormentassero e cercando di resistere al suo stesso sonno quando
all’improvviso fu scosso da brividi convulsi e cominciò a sudare.
Lo stomaco si contrasse per
la nausea, il ragazzo riconobbe la prima crisi d’astinenza e si alzò a fatica
barcollando e dirigendosi in bagno dove vomitò il più silenziosamente possibile.
Era attraversato da brividi
seguiti da vampate di calore, gli sembrava di impazzire e come se non bastasse
sentì un’onda di potere diffondersi in lui, la riconobbe immediatamente, uno
scoppio di magia!
No! No! Non contemporaneamente maledizione!
Barcollando e sbandando
ritornò ai piedi del letto e frugando dentro il baule che aveva già tirato
fuori dal mokessino trovò la fialetta di pozione che Caspar gli aveva dato,
ammonendolo di usarla solo in casi eccezionali. Beh, quello lo era di sicuro.
Dopo che ebbe bevuto un sorso
percepì immediatamente i tremori che diminuivano e lo stomaco che si
disserrava.
Riuscì a stento a entrare in
meditazione per tenere a bada l’aura impazzita, ma ci vollero vari minuti
perché la crisi passasse e un’ora e mezza perché l’aura tornasse tranquilla,
Harry era stremato, in un bagno di sudore, tutto quello che voleva era dormire
e non svegliarsi più.
Si sentiva come se la mente
gli navigasse in un mare di melassa, era l’effetto della pozione lo sapeva. Era
una droga e serviva a far superare le crisi a cui il suo corpo era soggetto per
gli effetti prolungati di altre droghe. Un dannato circolo vizioso! Ma non
aveva avuto scelta. Se non avesse scacciato gli altri sintomi non avrebbe
potuto tenere a bada l’aura e si sarebbe trovato con il cervello bruciato.
Ma che sfiga maledetta! Contemporaneamente! Solo a me
poteva succedere!
Voleva dormire ma sapeva che
non ci sarebbe riuscito per cui tornò al piano originale, quello per cui aveva
cercato di restare sveglio. Frugò nel baule e ritrovò lo specchietto a doppio
senso.
Quasi strisciando si diresse
in bagno.
Doveva imparare un incanto
insonorizzante…
“Caspar! Cas! Rispondi!”
Harry cercava di urlare e sussurrare contemporaneamente tenendo lo specchietto
fra le mani a coppa.
Il volto del vampiro comparve
quasi subito dall’altra parte, illuminato da un sorrisetto
“Senti già la mia mancanza
Reshi? Non è la tua prima sera a scuola?” Poi assunse subito una faccia
preoccupata.
“Che ti è successo?”
“Ho una dannata sfiga, ecco
cos’è successo…” E gli disse tutto.
“Beh, certo. Non avevi
scelta, ma stai attento a non usare spesso quella pozione, è una droga in
fondo. E anche un eccitante, dubito che dormirai molto stanotte”
“Lascia perdere, piuttosto ho
delle cose da dirti…”
La prima cosa che gli raccontò
era la morte di Burke e le boccette di ricordi.
Caspar sembrava perplesso e
molto più che preoccupato.
“Questo è… molto strano
Reshi, devi trovare subito un pensatoio e guardare quei ricordi, i pensatoi
veri sono rari e costosi ma ne esistono alcuni che funzionano solo per pochi
ricordi, diciamo ‘usa e getta’ ma è roba da mercato nero”
Harry ci rifletté un po’ ma
poi il suo viso fu rischiarato da un sorriso
“So a chi rivolgermi! Ma non
è tutto, qualcuno come al solito cerca di uccidermi”
E gli raccontò di Sirius
Black. Con sua sorpresa il volto del vampiro divenne furioso.
“Vengo subito in Inghilterra”
Annunciò determinato, Harry strabuzzò gli occhi.
“No, no, Cas. Non c’è
bisogno!”
“Come mi hai chiamato?”
“Cosa? Ah! Cas! Tu hai quel
ridicolo soprannome per me, non vedo perché non possa fare altrettanto,
comunque non fare la chioccia, non voglio che ti precipiti qua, gli stanno
dando la caccia e la scuola è circondata da dissennatori” Quest’ultima cosa la
disse cupamente “Lo prenderanno presto”
Caspar boccheggiò non sapendo
bene a quale cosa replicare per prima, ma poi il suo viso divenne di nuovo
furioso.
“Dissennatori intorno a una
scuola?! Ma sono pazzi?”
“Beh… un po’ condivido…”
“Già incontrati?”
Harry non voleva parlarne, il
vampiro capì e non indagò oltre
“Comunque, è sempre meglio
conoscere il nemico, ho alcune conoscenze in Inghilterra sai? Mi permetti
almeno di indagare? Sei convinto anche tu che ti stanno nascondendo qualcosa”
Harry sospirò
“D’accordo, ma non
precipitarti qui per vedere come sto”
Il vampiro borbottò qualcosa
di simile a ‘non sono una chioccia’, poi si diedero la buonanotte.
Harry tornò a letto senza
riuscire a dormire fino a poco prima dell’alba ma il già breve sonno fu
funestato da strani sogni, un uomo dagli occhi blu e lunghi capelli neri e una
divisa da carcerato, ma non lo minacciava, era incatenato e gli chiedeva aiuto.
Il sogno lo turbò, in
aggiunta alla stanchezza e la mattina dopo sembrava uno zombie.
La mattina dopo a colazione,
tutti fissavano Harry ancora una volta, ma non come la sera prima, pareva che
l’abitudine diminuisse l’impatto dopo un po’ ma parecchi sguardi femminili
indugiavano più del dovuto e uno sguardo in particolare constrinse il moro a
voltarsi.
Gli occhi di Malfoy lo
scrutavano con insistenza ma il biondo si rifiutò di incrociare lo sguardo
smeraldino e sembrò improvvisamente preso dall’esame della sua colazione. La
cosa rese Harry ancora perplesso come l’episodio sul treno.
“Herm hanno fatto un casino
con i tuoi orari!” Esclamò Ron ma la ragazza lo mise a tacere, ok era
assodato, aveva un segreto! Ed Harry l’avrebbe scoperto, ma adesso avevano
lezione, quindi avrebbe rimandato.
La prima lezione era
Divinazione dove fecero conoscenza con la stramba professoressa Cooman, ad
Harry non piacque né la materia né la docente, specie quando…
“Mio caro… è il Gramo!”
“Il cosa?”
“Il cane fantasma che infesta
i cimiteri… è un presagio… di morte!”
Harry rimase in silenzio ma
l’irritazione strisciò in lui, insieme alla preoccupazione, ma anche se quella
donna aveva ragione non avrebbe dovuto annunciarlo davanti a tutta la classe!
A Trasfigurazione erano tutti
silenziosi ed Harry cercò di distrarsi ascoltando la lezione sugli Animagus che
parve parecchio interessante ma la Mc colse l’umore generale.
“Insomma che avete?”
Silenzio…
“Beh ecco…” Intervenne Dean
“Oggi abbiamo avuto Divinazione e…”
“Ah! Capisco! Chi morirà
quest’anno?”
Tutti la guardarono
perplessi, poi Harry alzò la mano “Io”
Poi la Mc spiegò che quella
era un’abitudine della Cooman e non andava presa sul serio, non nascose bene il
suo disprezzo sia per la materia che per la docente.
Rincuorato, Harry e i suoi
amici si diressero alla prima lezione di Hagrid, dove scoprirono il mistero di
come aprire i libri zannuti e Malfoy non mancò di esprimere la sua opinione
sull’insegnamento del guardiacaccia.
“Taci Malfoy!”
“Fatti gli affari tuoi
Potter” Ma fu un mormorio e senza guardarlo negli occhi
Questa cosa sta davvero diventando strana
Intanto il Professor Hagrid,
Harry ridacchiò al pensiero, portò la sua prima lezione davanti ai ragazzi:
Ippogrifi.
Molti furono affascinati
anche se esitanti, Harry invece fu solo affascinato, forse stava cominciando a
pensarla come il suo grosso amico sulle creature pericolose, ciò lo preoccupò.
“Nessuno si offre
volontario?”
“Io” Fece subito il moro
Avanzò e fissò negli occhi
Fierobecco, poi fece un inchino, la bestia non rispose.
“Ah! Allontanati piano Harry”
Disse subito Hagrid con una nota d’ansia nella voce
“No!” Harry fissò
intensamente l’animale con un’espressione di sfida e inconsciamente gonfiò
l’aura, una leggera corrente d’aria spazzò sassolini e foglie morte intorno ai
suoi piedi.
L’animale non cambiò
espressione ma si inchinò subito e rimase inchinato per un bel po’, Harry
sorrise ma Hagrid guardò la scena molto perplesso, poi si riscosse.
“Beh, ora puoi salirci in
groppa”
Harry lo fece senza esitare e
l’animale si chinò per rendere più agevole la sua salita in groppa, il
guardiacaccia parve ancor più perplesso.
Il volo fu tranquillo ma
Harry trovò che la scopa fosse più congeniale. Dopo che fu disceso accarezzò
ancora una volta l’animale che sembrò felice e si scostò per permettere agli
altri di avvicinarsi agli ippogrifi. E successe il fattaccio, Malfoy da idiota
qual’era insultò Fierobecco e si guadagnò una zampata, Harry era furibondo.
“Se succede qualcosa ad
Hagrid per colpa di quel…”
Ron e Hermione assentirono in
accordo.
Dopo pranzo, lui e Hermione
andarono a lezione di Rune ma Harry era distratto e pensava ad Hagrid.
“Se non t’interessa perché
hai scelto questa materia?” Sibilò la ragazza inviperita quando uscirono.
“Non è che non mi interessa!
Ero solo distratto! E comunque ho ascoltato, partiremo dall’alfabeto”
“E cosa ti aspettavi scusa?”
“Dall’uso delle rune, perché
dobbiamo imparare a memoria i loro nomi? Quando vengono usate per
un’incantazione permanente si può usare un manuale, per sapere come si
chiamano! Ammesso che saperlo cambi qualcosa…”
Hermione parve molto
perplessa e senza risposte. Una volta tanto…
“Beh, si parte sempre dalle
basi…” Ma fu una replica debole, Harry la ignorò
Rimase pensieroso fino a dopo
cena quando volle andare a trovare il guardiacaccia, che si stava ubriacando, i
tre cercarono di confortarlo e ci riuscirono ma poi Hagrid parve accorgersi che
Harry era li e cominciò a sbraitare su di lui che non doveva stare fuori con il
buio. Harry non replicò ma era incazzato nero. Non sopportava di sentirsi
prigioniero, specie dopo aver assaporato la libertà di quell’estate.
Quella notte con sua
disperazione stette di nuovo male…
La mattina dopo davvero si
reggeva in piedi a stento e aveva di nuovo sognato l’uomo che chiedeva aiuto.
“Harry hai un aspetto
terribile”
“Grazie, Herm. Buongiorno
anche a te”
Lei arrossì ma non si
lasciava smontare così facilmente.
“Hai dormito male? È per…”
Abbassò la voce “Pensi a Black?”
Lui ci mise un attimo per
capire
“Cosa? No, no. Ho solo… degli
incubi” Borbottò imbarazzato
Ma fosse solo quello, era
stato di nuovo male e di nuovo contemporaneamente! Le crisi non dovevano essere
così ravvicinate nel tempo. E poi perché di nuovo contemporaneamente?!
Era stato di nuovo costretto
a prendere la pozione. Caspar l’avrebbe rimproverato. Ma che scelta aveva?
In più si accingevano alla
lezione più gradevole di sempre: Pozioni!
A lezione Malfoy sfruttò il
suo presunto braccio ferito per costringere altri a preparargli gli
ingredienti.
“Lo fai per mettere nei guai
Hagrid?” Gli sibilò furioso
“Per quello e per altro… stai
attento con quel Grinzafico Potter…” Harry digrignò i denti ma ancora una volta
lo sguardo del biondo era strano, come se si sforzasse nel mantenere
un’espressione maliziosa.
Ma fu distratto da quel
pensiero dallo spettacolo di Piton che tormentava Neville. Harry sospirò, era
vero che Neville era un disastro ma il compito del professore non era quello di
renderlo un pozionante migliore invece di abbassare ancora di più l’autostima
del ragazzo?
“A fine lezione daremo un po’
di pozione al tuo rospo e vedremo cosa succede!”
Neville sembrava disperato
“Lei dovrebbe insegnare non
torturare!” Proruppe Harry
Piton si volse lentamente
guardandolo con la solita smorfia di odio e disgusto
“Cosa Potter?”
“Ha sentito benissimo o quei
capelli unti le ostruiscono l’udito?”
Il silenzio era quasi
percepibile.
“30 punti in meno a
Grifondoro e punizione signor Potter”
Harry non batté ciglio ne
abbassò lo sguardo, i due si sfidarono in silenzio, Hermione intanto
suggeriva a Neville come evitare la
morte del suo rospo.
“Ma sei impazzito? Mi
sorprende che te la sia cavata così facilmente” Proruppe Hermione una volta
usciti.
“Mi ha scocciato, non ha il
diritto di comportarsi così” Harry era furente e Ron afferrò una spalla della
ragazza facendole segno di tacere, Harry non era disposto ad ascoltare consigli
di prudenza.
L’umore suo e della classe
venne sollevato dalla lezione di Difesa, a quanto pare Lupin era competente
come sembrava e l’ora fu interessante, anche se Harry si risentì per non aver
potuto affrontare il molliccio, Piton vestito da donna fu qualcosa che non
sarebbe stato facilmente dimenticato…
Quella sera Harry lasciò i
suoi amici per spedire una lettera a Mundungus, se c’era qualcuno che poteva
procurargli un pensatoio era lui.
Al momento di tornare in Sala
Comune però deviò e dopo una breve corsa nel dormitorio, ignorando i suoi
amici, uscì dal castello per raggiungere Fierobecco, legato davanti alla
capanna di Hagrid. Sapeva che non doveva essere li con il buio. Era proprio
quello il motivo per cui lo faceva. Non sarebbe stato un prigioniero!
Appena lo vide l’animale
sembrò arretrare leggermente, come se avesse paura, era già successo ed Harry
non capiva perché ma voleva diventare amico dell’animale.
“Non ti farò del male,
ascolta” E cominciò a suonare, la musica leggera del liuto di Illien si levò
nel cielo buio e l’animale parve ascoltare davvero, Harry cominciò a sentire fruscii
intorno a se, come se altri animali fossero li in ascolto, ma non smise,
perdendosi nella musica, rimase a suonare così tanto che era notte fonda quando
smise. Accarezzò Fierobecco che sembrò guardarlo con rinnovata fiducia, il
ragazzo gli sorrise nella notte.
Tornò alla torre senza
curarsi di essere scoperto dai professori e in effetti non successe, non voleva
preoccuparsi di nulla, pensare a nulla, aveva placato il suo spirito con la
musica sperando che la calma lo invadesse e in qualche modo lo proteggesse da
un’ulteriore crisi.
Ron lo aspettava sveglio nel
suo letto, il che fu per Harry un gradito segno di amicizia, dato che il rosso
considerava il riposo sacrosanto. I suoi rimproveri cessarono quando Harry lo
accusò di essere come Hermione e quella notte fu tranquilla. Per fortuna.
Ma Harry quando si svegliò il
giorno dopo era sicuro che la tranquillità non sarebbe durata a lungo.
Aveva riconosciuto l’uomo
misterioso che gli chiedeva aiuto nei suoi sogni.
Era Sirius Black.