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Autore: Padfoot_07    27/11/2011    4 recensioni
La storia di un nuovo personaggio, oltre a quelli che conosciamo. Post BD. Il suo nome: EJ Cullen.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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POV. Edward

Me ne stavo immobile assorto a fissare il punto in cui il ragazzo era scomparso. Molto velocemente, come il guizzo di un lampo, nella notte stellata, si era dileguato tra le felci del giardino. Afferrargli il braccio aveva portato con sè una stranissima emozione. La sua vicinanza aveva prodotto in me un calore intenso all' altezza del cuore, quasi di sollievo, come se un masso invisibile, che non credevo di avere, nel petto, fosse improvvisamente scomparso.

Era inspiegabile, ma quell' incontro mi aveva messo addosso una sensazione strana. Forse per la sua apparizione improvvisa, o forse per come repentinamente era scappato via. Sapevo soltanto che sotto c' era dell' altro.

Non sapevo cosa però.

Mi avviai verso casa con passi lenti e misurati, ripensando a quel ragazzo.

" Papà tutto bene?" mi chiamò Nessie. Incrociai il suo sguardo preoccupato e le sorrisi. Non voloevo che avvertisse la mia ansia, non volevo che si preoccupasse.

"Niente tesoro, non ti preoccupare" la rassicurai entrando in casa e baciandole una mano candida. Renesmee mi sorrise sollevata di rimando. Adorava quel gesto. Diceva sempre che il baciamano era la cosa più dolce ed elegante di questo mondo, un uso d' altri tempi. E Nessie era fiera del fatto che il suo papà le dedicasse quel gesto affettuoso e tanto tenero. Certo era cresciuta tantissimo, e presto sarebbe arrivato il giorno in cui proprio con un baciamano, avrei messo la mia bambina nelle mani di un altro uomo, e poco importava che l' uomo in questione fosse per me quasi un figlio ormai.

Quel pensiero mi stizziva terribilmente. Renesmee era parte di me, come sua madre, e Jacob, per quanto l' amasse, ed imprinting o meno, rimaneva per me, niente di meno che un ladro.

Entrai in salotto con Renesmee che mi camminava tranquilla al fianco. Col tempo aveva preso un pò il portamento di Alice nel camminare, sembrava danzasse, e la zia ne era molto fiera.

Il salotto era vuoto, sentii Bella in cucina con Esme, probabilmente stavano preparando qualcosa da mangiare per Nessie. Alice era in sala da pranzo insieme a Jasper, e Carlisle non era ancora rientrato dall' ospedale.

Probabilmente nessuno si era nemmeno accorto del nostro visitatore, presi com' erano dalle loro faccende.

Pensai vagamente a quanto la casa sembrasse più tranquilla da quando Emmet era partito con Rosalie per la loro ennesima luna di miele.

Ormai era impensabile ciascun componente della mia famiglia. Ognuno era un tassello essenziale del mosaico. Soprattutto quando davanti a te vedi dispiegarsi l' eternità, è forte il bisogno di qualcosa e qualcuno a cui tornare, su cui contare. Nessuno è fatto per stare da solo, nemmeno noi.

"Mamma è in cucina con nonna" fece Renesmee notando il soggiorno vuoto.

"Si" concordai io.

"Renesmee, vado in studio a fare delle ricerche. Dì alla mamma che vi raggiungo subito."

Non sò perchè, ma Nessie mi rivolse uno sguardo strano. Come sapesse che le nascondevo qualcosa. Assurdamente mia figlia sembrava aver ereditato dalle madre lo stesso sesto senso per le situazioni. Era sveglia, davvero.

"Ok pà" mi rispose. E si dileguò in cucina in un turbinio di boccoli bronzei.

Mi sentivo ancora turbato a causa del ragazzo misterioso che ci aveva fatto visita. In parte mi dicevo che forse la mia era una curiosità dovuta alla paura che potesse rappresentare un pericolo per la mia famiglia. Ma in realtà non era quello.

Cosa poteva spingere un vampiro nomade, magari solo un curioso, a fare visita alla mia famiglia e poi scappare via così. La cosa non aveva senso. E poi le sue parole…

Sapevo, per certo, che non era lì per farci del male. Anzi, non sò per quale ragione, il suo sguardo mi aveva fatto sentire in colpa. La cosa che più mi aveva turbato erano stati i suoi occhi. Mi fissava con un’ espressione addolorata ed insieme adirata, come se gli stessi infliggendo chissà quale pena. Era molto strano.

Per di più, molte cose non quadravano.

La pelle era stata calda al mio tatto, la carnagione però era pallida e non era fragile come quella umana. Era stato molto veloce, aggrazziato nei movimenti, elegante come i vampiri della mia famiglia, ma i suoi occhi erano verdi, di un verde smeraldo intenso e brillante. Forse i suoi occhi mi avevano colpito ancora più di tutto il resto. Erano accesi da una luce davvero particolare, come un diamante, un prisma colpito da un fascio di luce. La sofferenza di quegli occhi risvegliava contro ogni logica il mio lato protettivo. Qualcosa dentro di me si era agitato nel momento in cui avevo ritrovato quegli smeraldi. Un momento...

Un lampo di comprensione mi attraversò i pensieri e mi lasciò agghiacciato. I miei occhi si spalancarono di più nel buio delle scale, mentre la conclusione a cui ero arrivato mi si schiaffava in faccia con la forza di uno tsunami.

Quegli occhi, verdissimi, dal taglio molto particolare e profondo, riportarono alla luce un immagine, come la tirassero fuori da un lato della mia mente dove mi obbligavo da tanto a non guardare.

Solo una persona possedeva quegli occhi, oltre a me quando non ero ancora un vampiro, ma quella persona non esisteva più da molti anni ormai.

Mi fiondai su per le scale che rimanevano ed entrai nello studio di Carlisle, frugando tra le varie cartelle mediche, fogli e documenti.

Trovai presto quel che cercavo. La cartellina con tutti i documenti ed il certificato di nascita di Renesmee. Mi soffermai a guardare i dati di mia figlia. 2 kili e 50 grammi, la misura dell’ altezza, la circonferenza del capo, era davvero piccola, ricordai. E poi un altro dato… gemella.

Sotto il suo un altro certificato, quello di mio figlio. E dopo quello un altro... quello che ne affermava la scomparsa a circa un anno e mezzo dallla nascita. Non ero nemmeno mai riuscito ad aprirlo quel documento. L'aveva conservato Carlisle. Era più piccolo di Nessie. Ricordavo tutto di quella notte, la notte in cui venne alla luce…

Flash back.

Le immagini di quella notte erano molto vivide nella mia memoria.

"Come stà?" mi chiesi a Carlisle concitato. Mi soffermai ad ascoltare il battito di Bella farsi più intenso, la vita batteva sempre più forte in lei, in attesa di lasciarla per sempre. La trasformazione stava iniziando.

"Il veleno è già in circolo" mi rassicurò" hai fatto un ottimo lavoro " Senrii la sua mano poggiarmisi su una spalla.

"Il bambino come stà?" mi chiese- cos' è?- aggiunse mentalmente, con una punta d’ansia.

"La bambina" lo corressi con uno spiraglio di felicità attraverso il dolore che mi bruciava dentro, e la preoccupazione di quel momento.

"Stà benissimo. E' sana e bellissima" dissi con un sorriso involontario al ricordo del viso della bambina. Non mi capacitavo ancora a pensare che fosse la “mia” bambina.

L' orgoglio perchè era anche da me che quella creatura era venuta al mondo. Da sempre avevo pensato di distruggere e contaminare ciò che toccavo. Ora qvevo la ripèrova che almeno una cosa buona e giusta ero riuscito a generarla. "Bellissima come sua madre..." aggiunsi gettando uno sguardo triste a Bella inerme sul lettino.

Improvvisamente nel silenzio della stanza fummo entrambi distratti da un rumore inaspettato proveniente da Bella. Come un gorgoglio, un brontolio proveniente dal suo ventre gonfio.

Carlisle si avvicinò circospetto, tastando delicatamente la pancia straziata di Bella. Un altro movimento ci fece sussultare.

I movimenti si fecero sempre più intensi squotendo il corpo inerme di Bella.

Vidi Carlisle agire velocemente, mentre ancora io mi sentivo disorientato. Cosa stava accadendo ancora? raggelai nel momento in cui vidi Carlisle agile e professioale infilare una mano nello squarcio lasciato dai miei denti nella membrana che aveva avvolto Renesmee e l' aria mi si arrestò di blocco nei polmoni quando vidi cosa ne estraeva... un corpicino minuscolo, più piccolo di Renesmee se ne stava tremante tra le mani di mio padre.

Un bambino... cosa???

Come???

Come avevo fatto a non accorgermi che i bambini erano due e non uno? E perchèse n' era stato tanto immobile ed inerme? Stava bene? Sentii la preoccupazione per questo bambino inaspettato, ancora sconosciuto farsi strada prepotentemente dentro di me.

"Carlisle" soffiai tra le labbra scioccato non sapendo bene cosa dire. Era possibile per un vampiro cadere in stato di shock? Per la mia esperienza... assolutamente si!

Mi avvicinai piano a mio padre che reggeva tra le braccia quel piccolo esserino ricoperto di sangue. Sentivo Carlisle controllare mentalmente il bambino ed esaminarlo sotto il profilo medico.

"Edward" mi chiamò mio padre "direi che sei doppiamente padre oggi. Complimenti, è un bel maschietto!" fece con un sossriso, sconvolto, ma mai quanto me.

Osservai il bambino, era assolutamente bellissimo. Sotto il sangue riconoscevo nel colore dei suoi capelli quello di Bella. Il visino era tondo e perfetto, era stupendo come sua sorella. Mi sentii stravolto e stupito oltre ogni immaginazione all' idea che tanta bellezza e tanta perfezione immacolata potessero essere anche merito mio.

Carlisle avvolse il bambino in un asciugamano asciutto e me lo posò tra le braccia. Al contatto con le mie braccia il piccolo aprì gli occhi, lentamente, come insonnolitò rivelando due occhioni di un verde smeraldo luminoso e familiare.

Anche Carlisle si avvicinò stupito alla vista degli occhi di mio figlio. Mi sentii invadere il petto da un piacevole calore...

"Ha i tuoi occhi" mi fece notare mio padre

" i tuoi occhi da umano" e mi sorrise.

Forse era vero... non era perduta tutta la mia umanità...

Quella stessa notte, osservavo mio padre chino sul corpicino di mio figlio.

Dopo aver controllato Renesmee era passato a visitare anche lui. A differenza della sorella, lo stress del parto gli aveva alzato un po troppo la temperatura. Non si lamentava della febbre, come avrebbe fatto un qualsiasi bambino, ma sembrava sopportare in silenzio, con una consapevolazzatroppo adulta.

Mi ricordò la madre, la mia Bella. Il suo masochismo sembrava passare al bambino, forse era un fattore genetico.

“Edward” mi chiamò Carlisle “la temperatura non è molto alta, stà tranquillo. Entro domattina starà benissimo.”

"Shh buono Edward" mi voltai verso Carlise stranito, pensando si riferisse a me. In realtà era chino sulla culla riscaldata, e tentava di aprire gentilmente con un dito le piccole labbra a forma di cuore del bambino, per fargli inghiottire della medicina. Mio padre percependo il mio sguardo si voltò verso di me con aria di scuse.

“ Non è questo il nome del bambino?” fece dubbioso “ Ho sentito te e Bella dire che se fosse stato maschio l’ avreste chiamato Edward, no?”

Era vero. Me n’ ero quasi dimenticato. Bella voleva che nostro figlio portasse il mio nome. Un nodo di commozione mi serrò la gola. Mi avvicinai alla culla anch’ io.

Quel corpicino così piccolo e perfetto mi fece una tenerezza assurda. Allungai una mano, cauto, ancora di più di come lo ero stato con Bella, e gli scostai dalla fronte un ciuffo ribelle dei suoi folti capelli scuri. Erano esattamente del colore e della qualità di quelli della madre. La sua pelle era molto pallida, ma meno della mia.

“Si hai ragione” risposi “Edward Jacob Cullen, per l’esattezza” precisai.

  
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