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Autore: Lightheaded    28/11/2011    2 recensioni
Il mio sguardo andò allo specchio, partiva dal terreno e arrivava a superarmi di poco la testa.
Mi specchiai con curiosità, ma anche con paura e quello che vidi mi lasciò strabiliata.

Dilemmi, domande, inganni e risposte. Un universo sconosciuto e una protagonista atipica.. Spero vivamente vi piaccia, mi raccomando non siate parchi di commenti!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 8


Sentivo gli occhi pesanti. Non riuscivo ad aprirli e tutto il corpo era intorpidito.
La schiena poggiava contro qualcosa di duro che riconobbi solo dopo diversi istanti: il tronco di un albero.
Sentivo l'odore pungente tipico della vegetazione rigogliosa, mentre il fresco di quell'angolo all'ombra dell'arbusto mi solleticava la pelle.
Le mie energie tornavano in fretta, per fortuna. Sospirai, ma non riconobbi in quel gesto il benchè minimo sollievo.
Cosa stava succedendo?
Un nome si fece posto prepotentemente dentro di me come in risposta alla mia domanda: Narilion.
Chissà che gli era successo, come stava..
Sperai di non esser stata catturata dagli elfi, ma sapevo bene che per scoprirlo avrei dovuto aprire gli occhi.
Dovevo sapere.
Il verde rigoglioso invadeva quella landa creando un meraviglioso contrasto con i vari alberi di legno scurissimo.
Altre abitazioni?
Riconobbi in quegli arbusti le stesse forme di quelle elfiche; persino l'immenso arbusto nero davanti a me sembrava la copia del palazzo reale di Toryok-Lyo. Eppure non sembravano quelle elfiche, avevano delle venature tendenti al viola ben diverse da quelle rossicce degli elfi.
Notai con una sola occhiata che le radici di ogni abitazione erano collegate a quelle dell'albero a cui ero appoggiata così mi voltai per poter ammirare l'arbusto alle mie spalle.
Magnifico.
Le infinite radici confluivano tutte alla base del tronco millenario, immenso e nerissimo che svettava verso il cielo, diramandosi poi in una moltitudine di rami dai riflessi colorati senza foglie nè frutti.
Era maestoso e imponente eppure vi era un qualcosa di triste, quasi struggente nel suo essere spoglio, nudo.
Ora che le energie erano finalmente tornate mi alzai con decisione, ma non avevo idea di dove andare e così rimasi interdetta per alcuni istanti.
Dall'imponente albero davanti a me uscì una creatura dagli occhi grigi: gli stessi di Toryok-Lyo. Per un attimo ebbi paura si trattasse proprio dell'elfo.
Poi notai che i suoi capelli erano castani, un castano chiaro con diverse sfumature più scure.
Mi guardava sereno anche se dal suo sguardo trasudava una malcelata stanchezza. Mi scrutò con espressione impassibile mentre lentamente congiungeva le mani.
"Splendido vero?" esordì accennando all'albero.
Annuii interdetta.
"Il suo nome è Vyshaen, il nostro albero sacro. Uno dei 4 alberi sacri di Ryel" spiegò con un mezzo sorriso.
Mi voltai vero l'albero. Era così straordinariamente affascinante..
"Io sono Lovyesh-Lyo capo di questo villaggio di vampiri e a nome dell'intera comunità invoco il tuo aiuto. Purtroppo il tempo è nostro nemico, giovane Shaila: dobbiamo distruggere quel ciondolo elfico o per Ryel sarà la fine." proseguì il vampiro senza smettere di fissarmi.
Congiunsi le mani in segno di rispetto senza smettere di fissarlo: abbassare lo sguardo sarebbe stato come ammettere chi comandava.
"Mi piacerebbe potervi aiutare, ma vorrei avere delle risposte prima: visto che senza quelle non saprei nemmeno in che modo potervi essere utile.." risposi con un'ombra di imbarazzo che non ero riuscita a celare del tutto.
Quell'essere era inquietante, ma non volevo farmi vedere intimorita: avevo bisogno di risposte per capire che tipo di situazione si era creata intorno a me.
"Ti dirò tutto quello che so su di te, tutto ciò che ti servirà sapere su Kvaén e sugli elfi: spero sia abbastanza" affermò il succhiasangue pacato facendomi strada verso il varco nell'imponente arbusto nero da cui era uscito poco prima.
Appena varcai la soglia rimasi stupefatta da quello che vidi all'interno: mi aspettavo un luogo angusto, buio e invece la luce mi inondò.
Una grandissima stanza si stagliava davanti a me: il biancore accecante era dato dal materiale diafano e brillante che copriva il pavimento e l'interno del tronco, sommato a numerose sfere di luce che si muovevano pigre a qualche metro d'altezza dal pavimento.
Esattamente di fronte all'entrata, uno scranno dominava l'intera stanza con il suo nero lucido e le sue forme spigolose: dalla sua base fino a sotto i miei piedi una lunga striscia nera spiccava nel bianco candido del pavimento e sembrava un avvertimento a non prendere quella direzione.
Ai lati di questa striscia nera due file di sedie in legno scuro accompagnavano lo sguardo fin verso il trono.
Sull'ultima sedia a sinistra il giovane Narilion sedeva con la testa fra le mani e gli occhi chiusi.
"Narilion!" esclamai con più entusiasmo di quanto volessi: ero contenta di vedere che stava bene, anche se quella posizione disperata mi turbava molto.
Lui si alzò velocemente lasciando ricadere le braccia ai lati del corpo e correndomi incontro velocemente. Mi abbracciò con forza, quasi con possessione.
Impreparata e stupita ci misi una frazione di secondo in più a reagire e tanto bastò per lui a staccarsi e guardare di sottecchi Lovyesh-Lyo che procedeva lentamente verso lo scranno senza degnarci di uno sguardo.
Lo seguimmo in silenzio. Narilion lo fissava con sguardo vitreo. Nuovamente vitreo, purtroppo. Ogni volta mi chiedevo il motivo di quel cambiamento senzatrovare una risposta plausibile.
Era strano come, tolti i rari momenti in cui sembrava tornare in vita, il suo sguardo pareva sempre così spento.
Sembravano gli occhi di un'essere senz'anima, le entrate di un palazzo vuoto da tempo..
Arrivati vicino allo scranno su cui l'anziano vampiro si era seduto con fluidità vidi Narilion sedersi e io lo imitai rapida.

"Tu, piccola Shaila, sei ciò che i vampiri e tutte le creature cercano perchè tu sola puoi riportare la pace su questo mondo . Ryel si sta sgretolando sotto gli innumerevoli colpi di questa guerra, che tra brevi pause e grandi eventi, continua dall'inizio dei tempi.
In te c'è una lieve somiglianza con ognuna delle creature di Ryel: gli occhi, per esempio, sono uguali per taglio, forma e grandezza a quelli di un vampiro,
ma tu non appartieni alla nostra razza. Inoltre non necessiti di cibo, ma solo di acqua. Purtroppo per ora di te sappiamo solo questo."
esordì l'elfo con la sua voce lievemente strascicata e profonda.
Ascoltai rapita ogni singola parola stupendomi di quanto poco sapevo di me. Chissà cosa avevo preso dagli elfi.. forse la corporatura minuta.
E poi cosa avevo in comune con le altre razze?Quali altre razze?Pensavo ci fossero solo vampiri e elfi.
Narilion era rigido al mio fianco e il suo sguardo non aveva ancora dato segni di vita, purtroppo.
"Gli elfi sapevano, come tutta Ryel, che saresti arrivata e cercarono in tutti i modi di fare in modo che il loro villaggio fosse il primo in cui ti saresti imbattuta: e mio malgrado ci riuscirono.
Intercettarono il tuo arrivo e dirottarono il tuo viaggio, fu proprio l'elfa Kanish a farlo aiutata da tutto il villaggio.
Vorrei che non ti sentissi in colpa per ciò che hai fatto a quell'elfa: lei voleva prendere il controllo della tua mente per essere padrona di tutta l'energia di cui disponi. Uccidendola hai salvato te stessa, la natura e tutta Ryel da un predominio elfico che avrebbe finito per portare alla distruzione del mondo intero."
proseguì poi Lovyesh-Lyo rassicurandomi.
Ancora un po' scossa per tutte quelle informazioni mi chiusi per qualche attimo in un silenzio ostinato. Avevo bisogno di pensare con chiarezza.
Fu proprio l'anziano vampiro a interrompere il filo dei miei pensieri con una domanda.
"Hai attaccato Konrein per salvare te e Narilion?"
Annuii decisa, senza capire dove avrebbe portato quella domanda.
Lui sospirò.
"Kvaén é un manufatto elfico che permette di catturare la potenza di qualsiasi attacco per metterla a disposizione del possessore. Quest'ultimo può così contrattaccare con potenza devastante senza fare sforzo, è un'arma molto potente." spiegò il vampiro sospirando.
Mi misi le mani tra i capelli.
"Non lo sapevi, Shaila. Nessun vampiro ti incolpa." disse Lovyesh-Lyo sereno. "Per il periodo in cui starai da noi, vivrai con Narilion perchè purtroppo non posso farti vivere da sola: tutto il villaggio si è già dovuto adeguare alla mancanza di abitazioni.." affermò triste.
"Non sarà un problema." risposi con un lieve sorriso.
Un urlo potente si insinuò nella grande stanza squarciando quel momento di silenzio e facendomi voltare spaventata.

Un vampiro irruppe nella stanza; era ricoperto quasi interamente da una sostanza nera.
"Selishan.." disse stupefatto Lovyesh-Lyo squadrandolo con preoccupazione.
"Una creatura ci ha attaccato alle spalle, è stato spaventoso. Sevyol e Sayna sono gravi: hanno già perso i sensi e i guaritori non riescono a far nulla." disse con disperazione e una nota di urgenza fissando Lovyesh-Lyo con i suoi occhi ambrati.
Mi alzai e in un lampo gli fui accanto, lo guardai un istante senza sapere come giustificare quell'azione guidata dal mio istinto; poi uscii velocemente.
Tutto il villaggio dei vampiri si era radunato intorno a Vyshaen. Mi feci largo e vidi ai piedi dell'albero due vampiri coperti dalla stessa sostanza nera di cui era coperto Selishan. Alcuni gli mettevano unguenti sulle ferite, altri cercavano con complicate magie di curarli, ma nulla sembrava funzionare.
Sentivo lo sguardo di tutto il villaggio su di me, ma non esitai.
Mi misi accanto alla ragazza e i vampiri che stavano tentando di guarirla si scostarono congiungendo le mani.
"Sayna proverò a farti star meglio." le dissi con convinzione e dolcezza. Una vampira affascinante con il fisico slanciato, i capelli castano ramato e due occhi sulle più calde tonalità del giallo.
Gli occhi erano solo socchiusi, la sostanza nera e viscosa continuava a uscire lentamente da un profondo taglio sulla fronte.
La abbracciai e sentii l'energia dissiparsi. Questa volta riuscii a dominare meglio il flusso e a interromperlo prima di perdere i sensi.
Mi sentivo comunque molto provata e faticai a spostarla, ma la posizionai in modo che la testa poggiasse su una radice dell'albero.
Era l'istinto a guidarmi.
Lasciai un attimo la mano sulla radice e mi sentii subito meglio, poi spostai anche l'altro vampiro in modo che fossero su due radici vicine.
"Ora starai meglio Sevyol, te lo prometto" gli sussurrai rassicurante.
Mi sedetti appoggiando la schiena contro l'albero, poi misi una mano sul petto di Sevyol e l'altra sulla guancia di Sayna.
Un flusso potente mi attraversò; sembrava mi stesse spaccando in due, ma resistetti.
I visi dei vampiri erano più rilassati ora.
Stavo per tranquillizzarmi quando intorno a me iniziarono a urlare.
Fui presa da brividi fortissimi, il flusso di energia era sempre più potente.
Narilion corse verso Sevyol allontanandolo da me e portandolo fuori dalla cerchia dei vampiri.
Il flusso diventò più lento e anche i brividi diminuirono bruscamente, ma continuavo a sentirmi dilaniata da quell'energia che mi trapassava con una forza inaudita.
Anche Sayna venne sottratta dalle mie mani: Selishan l'aveva presa in braccio e la stava portando verso le abitazioni.
"Grazie Shaila, sono in debito con te" sussurrò prima di dileguarsi.
Intanto Narilion era tornato da me velocemente, si avvicinò e fece per prendermi in braccio, ma le radici intervennero sciogliendo la presa del vampiro e tenendomi appoggiata al terreno mentre sfinita crollavo nel buio.

Mi svegliai dopo qualche ora, le radici sciolsero la loro presa ferrea sul mio corpo permettendomi di alzarmi; toccai il tronco dell'immenso albero come segno di gratitudine e mi sentii rigenerata.
Intanto il tramonto era giunto sul villaggio dei vampiri con i suoi intensi colori e io mi avviai verso le varie abitazioni alla ricerca di Sevyol e Sayna.
Vagavo senza un'idea precisa tra gli imponenti tronchi delle abitazioni nere, le venature violacee erano di un colore intenso e brillante.
il loro motivo astratto avevqa un che di magnetico.
Mentre il mio sguardo vagava perso tra le venatura del legno, un vampiro uscì velocemente da una delle abitazioni.
Era Selishan, i suoi occhi ambrati mi guardavano con gratitudine. Il suo completo nero era lucido e attilato. un coltello si muoveva leggermente sfiorando la coscia destra.
"La mia amata Sayna e suo fratello Sevyol vorrebbero ringraziarti di persona se possibile."
Io accettai con un sorriso seguendolo verso l'abitazione che avevo appena superato.
Entrai in una piccola, spoglia stanza dove i due vampiri sedevano in maniera rigida. Tutto era in legno chiaro dentro quell'abitazione, dal letto di fronte alla porta, al tavolo attorno a cui erano seduti i due fratelli, persino sedie e pareti interne.
Sayna e Sevyol avevano i volti sereni e parevano molto tranquilli nonostante ciò che gli era accaduto.
Indossavano soltanto lunghe tuniche bianche senza maniche, eppure riuscivano ad essere straordinariamente eleganti.
I due fratelli stavano bevendo lentamente da un bicchiere in legno grezzo. Diverse cicatrici brillavano sui loro corpi, vederle mi diede una fitta al petto.
La luce della luna filtrava dalle diverse aperture nella corteccia: davano molta luce alla stanza.
I fratelli sorrisero sollevati quando incontrai il loro sguardo e si alzarono lentamente congiungendo le mani per poi chinare il capo.
"Ti ringraziamo infinitamente Shaila, il tuo intervento ci ha salvato la vita" dissero all'unisono.
Sorrisi loro un po' imbarazzata da tanta gratitudine.
"Sono molto felice di vedervi in salute" risposi con cortesia congiungendo le mani e chinando il capo a mia volta.
Mi invitarono a sedermi offrendomi una bevanda rossa. Sbarrai gli occhi.. Che fosse sangue?
Vidi i tre vampiri ridere.
"E' succo!" esclamò Sevyol senza smettere di ridere.
Scoppiai a ridere a mia volta. Che stupida, mi ero fatta suggestionare un po' troppo.
Mentre bevevo quel buonissimo succo dal sapore pungente e sconosciuto non mancarono le chiacchiere; volli sapere nei particolari cos'era successo.
"Stavamo cacciando, ci eravamo spinti molto fuori dal villaggio perchè amiamo i cervi e sappiamo che qui intorno non vengono: fiutano il pericolo. Eravamo vicini al confine della foresta quando ho visto con la coda dell'occhio un'ombra alla nostra sinistra." esordì Sayna dopo un sospiro.
"E poi ho visto Selishan colpito da un fascio di luce partito esattamente da dove avevo visto l'ombra. Ci siamo immediatamente bloccati. Io e mio fratello ci siamo messi schiena contro schiena vicinissimi a Selishan per proteggerlo nel caso in cui il nostro aggressore avesse deciso di attaccare ancora.
Infatti un secondo fascio di luce non si è fatto attendere. Ma stavolta diretto contro Sevyol. Non avevamo possibilità di reagire: non riuscivamo a capire come si muoveva. Non lo sentivamo neppure: era come un fantasma. Gli ho dato del codardo quando ho visto che anche Sevyol era ferito e lui è uscito dal folto della foresta mostrandosi. Aveva un cappuccio calato sulla testa e il mantello che gli arrivava fino alle caviglie.
L'unica nota di colore era data dalla bocca rossa sulla pelle diafana e dal ciondolo rosso fuoco che sembrava ardere di vita propria. "
raccontò Sayna con un lieve tremore alle mani tentando di essere il più precisa possibile.
"Mi sono avventata contro di lui, ma lui ha steso il braccio, aperto il palmo della mano e un muro di fuoco si è creato dal nulla intorno a me. Era incredibile: non era magia oscura perchè il fuoco brillava in modo straordinario. Quasi subito il cerchio ha cominciato a stringersi intorno a me e le fiamme hanno cominciato a bruciarmi ovunque. Mi ha salvato solo il mio istinto di sopravvivenza: ho preso loro due e spiccato un salto che con ogni probabilità non rifarò mai più e questo mi ha permesso di uscire da quell'inferno. Poi ricordo solo di essere crollata a terra svenuta" aggiunse la vampira scuotendo tristemente il capo.
L'avevo fissata con attenzione mentre procedeva con il suo racconto e avevo notato che come corporatura elfi e vampiri erano straordinariamente simili, i lineamenti del viso si differenziavano un po' soprattutto per quanto riguardava la grandezza degli occhi.
Probabilmente i visi dei vampiri erano un po' più affilati e anche un pochino più grezzi, ma erano di una bellezza ugualmente sconvolgente.
I tre vampiri si guardarono con tristezza, ma forse anche sollievo: non sapevano nemmeno loro come erano riusciti a trascinarsi fino al villaggio.
Sayna abbandonò la testa sulla spalla di Selishan e mi sentii in dovere di lasciarli riposare.
Mi congedai e uscii per andare a salutare Narilion e vedere dove avrei dovuto alloggiare per quel periodo.
Ripresi a camminare, ma stavolta la mia mente non vagava a briglia sciolta, continuavo a vedere la dolcezza e la premura di Selishan verso Sayna e mi sentii sola.
Ero arrivata mesi prima in quel mondo senza sapere nemmeno il mio nome e ora che iniziavo a sapere qualcosa mi rendevo conto di quanto, alla fine, nulla potesse essere come avere qualcosa da condividere.
Poi la mia mente andò all'aggressore dei vampiri. Quel "ciondolo rosso fuoco che sembrava ardere di vita propria" .. Mentre vagavo intravidi Narilion fuori da un'abitazione, seduto sul manto erboso intento a lavorare del legno. Non appena si accorse di me lo mise via e non riuscii a scorgere di cosa si trattasse.
"Hai qualcosa da nascondere, vampiro?" chiesi curiosa.
Lui sorrise ghignante.
"Si tratta di un regalo speciale" affermò mettendo via anche il coltello usato per intagliare il legno.
"Dentro ci sono degli abiti con cui puoi cambiarti e un piccolo regalo di benvenuto." proseguì indicandomi l'entrata della sua abitazione.
Lo superai ed entrai curiosa. La stanza era più grande di quella in cui ero stata poco prima e su uno dei due giacigli notai diversi abiti e un meraviglioso mantello nero con un cappuccio enorme.
"Grazie Narilion!" esclamai voltandomi e abbracciandolo. Non me l'aspettavo assolutamente..
Aveva quella meravigliosa luce negli occhi, finalmente la rivedevo, e sorrideva soddisfatto.
"Lavati e cambiati piccola Shaila io intanto vado a caccia" mi disse voltandosi.
"Aspettami, vorrei venire anche io!" esclamai prendendo in mano i due vestiti leggeri e impalpabili.
"Spero tu non voglia farlo vestita con uno di quelli." affermò con un mezzo sorriso tornando a guardarmi.
Posai i due vestiti per poi prendere uno dei pantaloni e uno dei corpetti.
"Il vestito faceva più scena." commentai con falsa superiorità.
Lui sorrise scuotendo la testa e uscì.
"Sbrigati" mi esortò non appena fu fuori dalla porta. Sorrisi e mi svestii veloce come un fulmine gettandomi nella tinozza piena d'acqua.
Velocissima mi precipitai fuori dopo pochissimo tempo, lavata e vestita.
Lo guardai raggiante, ma il sorriso si sciolse in fretta quando incontrai i suoi occhi vuoti, non capivo proprio che cosa stesse accadendo dentro di lui..

Spazio Autrice:
La poveraccia comincia a vacillare xD
Che dire, spero vi piaccia..! Mi sembra inutile ricordarvi che qui sotto c'è un riquadro bianco che potete utilizzare per perdere qualche secondo della vostra esistenza e farmi sapere che vi è piaciuto, MA lo faccio lo stesso :D
A presto!
  
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