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Autore: Viki_chan    28/11/2011    5 recensioni
La dannazione di un'anima solitaria.
Harry Potter per tutti è un'eroe.
Ma cosa vede lui guardandosi allo specchio?
Hermione Granger è una ragazza curiosa, forse troppo.
Per quelli che tramano nell'ombra le persone come lei diventano scomode.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'All we need is Harmony'
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Titolo: Damnation of a lonely soul
Rating: giallo/arancio
Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Altro personaggio
Prompts: Rapimento, Tradimento, Fame, Fuoco
Ora che siamo adulti e sappiamo che non esiste qualcosa come l'eternità. Ma allora... il tempo si fermò davvero e noi eravamo le uniche persone al mondo. Quell'istante fu così reale eppure così simile a un sogno, sembrò durare solo un attimo ma anche un'eternità. Sono sicura che nei nostri giovani cuori di allora l'eternità fosse realmente esistita.

Damnation of a lonely soul

VII.



L'aspetto delle cose varia secondo le emozioni;
e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà,
magia e bellezza sono in noi.
(Kahlil Gibran)



“Fermi!”
La voce di Melinda Falk rimbombò nella teca di vetro in modo fastidioso.
Se l'avesse spinta un paio di note più in alto, sarebbe diventata un richiamo per cani da caccia.
Gli Indicibili che avevano fatto capannello intorno ad Harry si aprirono in due frange, permettendo alla Falk di vedere il prigioniero.
Hermione, dal canto suo, rimase con le mani attaccate alla lastra che la divideva dal suo migliore amico.
“Potter.” borbottò tra sé e sé la donna. “Perfetto, dunque... Chiamatemi Heartless, subito!”
disse in modo pratico avvicinandosì a Harry senza degnare Hermione di uno sguardo.
“Cosa ci fai qui Potter? Sei venuto a salvare la tua amata?” chiese alzando gli occhi al cielo, disgustata.
Hermione, guardò Harry, apparentemente tranquillo nonostante due paia di mani lo tenessero molto stretto.
“Lei, non.. liberatelo... voi non..” disse Hermione con foga.
Poi, sentì l'aria mancarle nei polmoni.
La Falk finalmente si rivolse a lei con un braccio alzato.
“Continua a fare l'eroina e ti faccio diventare un filetto di drago sottovuoto.”
Hermione cadde sulle ginocchia e si portò una mano alla gola.
“Hermione, stai calma.” le disse Harry con un filo di voce.
Alzando lo sguardo, poté vedere i suoi occhi verdi saettare dalla donna a lei cambiando ad ogni passaggio la loro espressione.
Odio e affetto.
“Che carini.” commentò Melinda Falk acidamente, ormai ad un passo da Harry. “Vediamo di far fruttare tutti questi sentimenti eh.”
Hermione iniziò ad avere la vista annebbiata.
Ogni cellula del suo corpo reclamava ossigeno e l'aria rarefatta entrava nei polmoni senza darle sollievo.
“Harry.” sussurrò usando poi tutta la forza che le era rimasta per battere contro il vetro.
Chiuse gli occhi più volte, faticando sempre di più per riaprirli.
“Direi che è sufficiente, Melinda. Ridia l'ossigeno a quella povera ragazza.”
L'Indicibile Heartless comparve da uno dei corridoi.
Hermione suppose che il braccio della Falk non si fosse abbassato per sua spontanea volontà.
Anzi, sul volto della donna apparve una smorfia.
L'effetto dell'arrivo di Heartless fu immediato: gli Indicibili si dileguarono e lei poté ricominciare a respirare normalmente.
L'aria tornata densa bruciava nella sua gola come fuoco.
Harry, finalmente libero, si avvicinò al vetro.
“Fermo.” disse Heartless con un tono così calmo da fare paura.
Melinda Falk si mise a fianco del Indicibile, con un passo che a Hermione ricordò molto quello di una bambina al paese dei balocchi.
“Potter, capo. Potter! Possiamo estrarre quello che vogli...”
L'uomo alzò un braccio e la Falk tacque all'istante, poi si avvicinò a Harry, ancora concentrato su Hermione.
“Signor Potter, sono Demetrius Heartless, Capo degli Indicibili del Ministero della Magia. E' libero di andarsene quando vuole, non ascolti i deliri della mia collega.”
Melinda Falk, sentendo quelle parole, spense il suo sorriso come una lampadina fulminata.
“Io non me ne andrò senza Hermione, signor Heartless.”
“Allora sono costretto a chiederle di entrare nella teca. E sul mio onore, le giuro che vi libererò appena mi sarà possibile.”
Hermione iniziò a battere di nuovo sul vetro.
“Vai Harry, vai via. Non fidarti.”
“ZITTA!”
“Melinda, ti prego.” disse Heartless in modo accondiscendente, come se parlasse con una bambina capricciosa. “Non aiuti la negoziazione.”
Harry si schiarì la voce, guardò Hermione, posò la mano sul vetro dove lei aveva appena battuto il suo pugno.
“E se la liberassi con la forza?”
“Il cubo è controllato. Se non viene aperto da me, al suo interno si crea un vuoto e la signorina Granger muore all'istante.”
Hermione spalancò gli occhi.
“Allora fatemi entrare. Sanno che sono qui, se passerà troppo tempo verranno a cercarmi, signor Heartless.”
“Non ne dubito. Signorina Granger, si allontani dal vetro.”
E mentre le sue gambe si muovevano da sole verso il centro del vetro, Hermione con la coda dell'occhio vide la Falk ridacchiare.



***


“Sei un idiota!” esclamò Hermione buttandosi tra le sue braccia mentre il lato del cubo temporaneamente aperto si richiudeva.
Harry iniziò ad accarezzarle i capelli, osservando Heartless e la coordinatrice Falk sparire in uno dei corridoi.
Il calore del corpo di Hermione lo rinvigorì.
“Ron sa che sono qui. Heartless mi sembra un tipo affidabile.”
“Mi tengono chiusa da settimane in questa teca di vetro come un animale in uno zoo, li credi persone affidabili?”
Hermione, sempre incollata al suo petto, sbuffò.
“Che altro potevo fare?”
“Uscire e andare da Kingsley, o dagli Auror, ecco cosa potevi fare.”
“Sono indicibili, Herm. Ti avrebbero trasferita in un secondo.”
Harry strinse l'amica tra le braccia come non faceva da tempo.
Lei non parlò, rimase a cullarsi in silenzio.
Harry passò in rassegna la prigione.
Sembrava una spoglia casa di bambola.
Solo quando Hermione si sciolse dall'abbraccio, Harry iniziò a credere di essere stato imbrogliato.
Per cercare di pensare ad altro, si fece raccontare tutto quello che era successo nell'ufficio Misteri, rendendosi conto che la definizione “animale da zoo” era perfetta per quello che era successo ad Hermione.
“...un Indicibile mi ha detto che loro sanno cosa provo e a chi penso. Forse è per quello che ti hanno scoperto. Quando ho visto i tuoi occhi sotto il cappuccio, io...” lasciò la frase incompiuta, tirando su con il naso.
Per un po' rimasero in silenzio, seduti sul letto.
Harry prese una mano di Hermione tra le sue.
Si sentiva stupido.
Per qualche istante si trovò a pensare che avrebbe preferito vivere tutta una vita in quella scatola, piuttosto che tornare a Grimmauld Place.
L'ansia di trovare Hermione, di dimostrare di non essere pazzo, lo aveva fatto rinascere.
E la gioia di rivederla, non aveva fatto altro che aumentare la sua fame di vita.
Mentre Harry cercava le parole giuste da dire e mentalmente contava i minuti che erano passati dal suo arrivo, Hermione non distolse mai lo sguardo da lui, sorridendo.
“Sapevo che saresti venuto a cercarmi.” sussurrò avvicinandosi alla sua spalla.
“Non riuscivo ad accettare il fatto che preferissi Ron a me. Che Ron avesse più cervello.” disse lui sorridendo estraendo un foglio di pergamena spiegazzato da sotto la veste di Indicibile che aveva rubato.
Qualcosa cadde sul pavimento.
Hermione raccolse il coriandolo di carta.
Harry Potter è il mio eroe.” disse senza bisogno di rileggere quello che proprio lei aveva scritto tempo prima. “Lo penso ancora, è ancora vero. Anche se ti ho detto che mi avresti lasciato fare quello che volevo... sei venuto a salvarmi.”
Harry non commentò a parole il punto di vista di Hermione.
Decise solo di stringerla ancora, più forte.
Sperando che lei capisse quello che aveva fatto per lui.
Che dei due, il vero salvatore era proprio lei.



Melinda Falk si tenne mezzo passo dietro al Capo Heartless, sbattendo i tacchi sulla pietra nuda con più forza del dovuto.
Impaziente.
L'uomo procedette con andatura lenta fino al suo ufficio e si fermò un passo dopo la porta per permetterle di aprirla.
Gentilezza inutile.
Melinda Falk sapeva che come suo superiore Heartless poteva entrare e uscire da ogni stanza dell'Ufficio Misteri.
Decise comunque di sorridergli e di entrare prima di lui.
Il muro trasmetteva la patetica riconciliazione tra la principessa e il suo eroe.
Non fece nemmeno lo sforzo di leggere il sentimento registrato.
“Si accomodi.” disse senza nemmeno badare al fatto che Heartless era già seduto e stava già sfogliando gli appunti sparsi sulla sua scrivania.
“Melinda, è ora di liberarla.”
“Ma come? Voglio dire... li abbiamo raccolti tutti. Mancava solo questo, l'ultimo. Adesso arriva la fase più... importante.” concluse mordendosi quasi la lingua.
Divertente era la parola giusta, ma se la tenette per sé.
Heartless alzò lo sguardo dalle pergamene e dagli appunti scritti a computer.
Per qualche istante la guardò dritto negli occhi.
“Non possiamo utilizzare Hermione Granger come cavia, Melinda. Lei è una persona molto conosciuta nel mondo magico. Non ha che vent'anni e non ha fatto male a nessuno.”
“E' vero, ha vent'anni, meglio. La sua mente e giovane, fresca, oltremodo brillante.. Perfetta per essere svuotata e riempita.”
Heartless si voltò verso lo schermo.
Potter e la Granger stavano parlando seduti sul letto.
“Non ho chiesto una tua opinione. Oblivieremo entrambi, terremo i sentimenti, gli stati e le emozioni che abbiamo raccolto da parte. Richiederemo il trasferimento di Barty Crouch Junior, o troveremo un altro baciato e ripartiremo con l'esperimento. Il Consiglio è d'accordo.”
Melinda strinse i pugni, respirò profondamente.
“Ho già espresso i miei dubbi sull'efficacia dell'esperimento sui senz'anima.”
“Se non funzionerà cercheremo una cavia tra i criminali. Non mi dissuaderai, Melinda. Hermione Granger merita una vita serena e la tua antipatia nei suoi confronti non deve interferire con il buon lavoro che hai fatto fino ad adesso.”
Le nocche delle sue mani erano sempre più bianche.
Sentiva le lunghe unghie laccate penetrarle la pelle.
Un dolore quasi piacevole.
“La mia antipatia, dice? Quei due.. Eroi dite? Io dico ignoranti e scavezzacollo. Siamo noi i veri eroi, signor Heartless. Noi studiosi, che per la scienza sacrifichiamo le nostre vite. Il limite delle arti magiche è la nostra sfida più grande. Hermione Granger potrebbe essere perfetta per l'esperimento. Lei e le sue patetiche punte emotive sono come calamite per i sentimenti e gli stati.”
Pronunciare le parole “Hermione Granger” e “perfetta” nella stessa frase le fece capire di essere arrivata al limite.
Si alzò in piedi, guardò Potter stingere la Granger e dovette usare tutto il suo autocontrollo per non mostrare al superiore la sua espressione schifata.
“No. La decisione è stata prese”
Heartless estrasse dalla veste un ciondolo color ambra e se lo avvicinò alla bocca.
“Avete raccolto abbastanza amore?” disse senza che Melinda potesse sentire la risposta.
“Ora, andiamo a parlare con quei due.”
   
 
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