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Autore: Steangine    28/11/2011    3 recensioni
L'effetto Doppler è un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d'onda di un'onda percepita da un osservatore che si trova in movimento rispetto alla sorgente delle onde.
Nella vita bisogna muoversi per comprendere quale sia la vera frequenza che si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed una missione inopportuna per capirlo.
[ARK - Kanda x Lavi x Allen]
Abbastanza nonsense, scritta per il puro piacere di slashare qualcosa a tre.
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Titolo: The Doppler Effect

05 # Danzando nella mente

Autrice: Armònia

Manga: D.Gray-Man

Disclaimer: I personaggi appartengono a Katsura Hoshino. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

Pairing: ARK - (Kanda + Lavi) x Allen

Genere: Comico

Rating: Arancione

Avvertenze: Slash, What if?, Lime

Note: Volevo scrivere qualcosa di non troppo impegnativo su D.Gray-Man. Ci sono riuscita.

Breve Trama: L'effetto Doppler è un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d'onda di un'onda percepita da un osservatore che si trova in movimento rispetto alla sorgente delle onde.

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Nella vita bisogna muoversi per comprendere quale sia la vera frequenza che si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed una missione inopportuna per capirlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The Doppler Effect

05 # Danzando nella mente

 

 

 

 

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- Allora io prendo il corridoio a destra. -

Sorriso.

- No! A destra voglio andarci io! -

Broncio.

- Sei arrivato in ritardo Lavi. -

Ghigno.

- Allen, non fare uscire di nuovo il tuo lato oscuro... -

Tremore.

- Quale lato oscuro? Comunque io vado a destra! -

Decisione.

- Ma non voglio andare a sinistra! Porta male! -

Piagnucolio.

- ..... -

Indifferenza.

- Non pretenderai mica che ci vado io a sinistra? Sono già maledetto di mio! -

Stizza.

- Allora maledizione più o maledizione meno non cambia nulla no? -

Ghigno.

- Tch. -

Kanda.

- Cosa significa quello sbuffo? -

Allen.

- Sei sempre il solito Yu. -

Lavi.

- Ahia! -

Timcampi.

Il Golem si era aggrappato con le zanne all'indice sinistro di Allen e, sebbene fosse sprovvisto di un paio di occhi, il ragazzo potè intuire chiaramente uno sguardo carico di rimprovero. Tolse il guanto ed osservò con attenzione il dito, ma non fu sorpreso nello scoprire che pur avendo sentito il dolore non c'era alcuna traccia di quel gesto - Hai ragione Timcampi, non possiamo restare qui a litigare. - sorrise.

Si girò e la piena convinzione di ritrovarsi faccia a faccia con Kanda e Lavi esagerò la reazione di stupore che accompagnò la realizzazione di essere rimasto da solo: riconobbe le schiene dei due, i quali avevano rispettivamente imboccato uno la strada a sinistra e l'altro quella a destra.

- Lavi! Kanda! -

L'unica risposta che ricevette fu l'eco del suono della sua voce che si era diffusa oltre il cupo portone che dava sulla via centrale, perpendicolare al corridoio di cui Lavi e Kanda avevano deciso di occuparsi approfittando della sua momentanea distrazione. I loro nomi ritornarono al suo orecchio distorte, echeggiando in un sinistro sibilo acuto che indusse Timcampi a tuffarsi dentro al cappuccio della divisa. Allen deglutì, i suoi occhi esaminarono le due file di armature che occupavano il sottile ponticello in pietra sospeso su di un vuoto oscuro (Lavi aveva giurato di aver visto un bagliore muoversi laggiù): ognuna di esse reggeva all'altezza dell'elmo una diversa arma -Allen riconobbe una spada e qualche mazza con strane protuberanze dall'aria nociva- e dalla posizione delle braccia sembrava che fossero pronti a colpire chiunque avesse osato avventurarsi in quella sottile striscia di pietra rimasta calpestabile.

Avrebbe potuto colpirle con l'Innocence e farle cadere di sotto, Allen, tuttavia se in quel baratro buio Lavi aveva veramente visto una luce, avrebbe rischiato di fare del male a qualcuno. Dunque gli sarebbe bastato correre seguendo le striscie di luce filtrate dagli oculi che campeggiavano ai bordi dell'immenso soffitto: l'ampiezza di quella stanza, racchiusa da pareti che sembravano infinite a causa del buio che le oscuravano, contribuì non poco a mettere in soggezione Allen. Si fece coraggio ed oltrepassò la prima coppia di armature.

E forse era stata solo la situazione, unita all'ambiente poco rassicurante, ad averlo reso particolarmente sensibile a suoni che normalmente avrebbe trascurato, tuttavia fu sicuro di aver sentito un cigolio provenire dalle sue spalle. La sua mente traditrice gli mostrò un movimento di elmi puntati verso di lui che una strizzata d'occhi dopo sparì e tutto ritornò normale. Silenzioso come la quiete prima della tempesta. Allen deglutì di nuovo, ma questa volta non aveva più abbastanza saliva con cui bagnarsi la gola.

- Bè... meglio questo che andare a sinistra. - si disse con un'ondata di positivismo forzato.

 

 

 

Nel silenzio dei corridoi Kanda sentiva soltanto il rumore dei propri passi. Rapidi e leggeri. La suola degli stivali creava a contatto con la pietra un suono ritenuto dai più piacevole (come se a lui potesse importare dello stupido suono provocato da un paio di calzari), tuttavia lui cercava, non appena fosse possibile, di camminare sopra i tappeti che ovattavano i rumori da lui provocati, consentendogli così di percepire con più attenzione segnali di eventuali presenze: non gli era permesso di farsi cogliere impreparato e, se aveva ben imparato dalle sue numerose esperienze passate, molto probabilmente gli Akuma lì presenti si erano già accorti dalla loro presenza dal momento in cui Lavi aveva tolto di mezzo quelle fastidiose bolle.

Lanciò uno sguardo al golem che finalmente poteva seguirlo senza il pericolo di essere spazzato via: anche se gli Akuma fossero andati all'esterno, il Finder era rimasto di guardia e benchè da solo, il loro nemico non era noto per la sua silenziosità. Per questo Kanda camminava con la mano stretta al fodero di Mugen, pronto a sfoderare la sua arma per qualunque evenienza. Non inquieto, ma prudente e all'erta. Scrutava ad ogni passo lo spazio davanti a sè e con l'udito riconosceva l'eco del suo camminare, in modo da poter avvertire subito qualunque rumore estraneo.

Poi si fermò, immobile sul tappeto tinto di un rosso cupo: le pareti assieme alla stoffa sembravano essere stati corrosi da un qualcosa che non si trovava più lì, da lisce qual'erano, le pietre costituenti lo scheletro del castello avevano preso la forma di grottesche e ruvide concavità che di sicuro avevano in qualche modo minato la stabilità del disegno originale. Di alcuni stendardi sopravvissuti rimaneva soltanto il bastone incastrato nei muri. Il gesto con cui Kanda sfoderò Mugen impedì che la lama procurasse alcun rumore nello sfiorare il fodero o nel fendere l'aria seguendo il movimento circolare del braccio.

Un passo. Due passi. Tre passi. Un braccio che lentamente divenne parte di un intero corpo riversato a terra davanti ai suoi occhi: un Finder. Immobile sul pavimento, di lui rimanevano soltanto le vesti in cui erano racchiusi pezzi di carne uccisi dal virus degli Akuma.

Nel rapporto di Komui era assicurata la presenza di cinque Finder. Uno era rimasto ad attenderli sulla costa, il secondo invece sorvegliava l'esterno del castello, un terzo era morto e di sicuro lo erano anche gli altri due. Due su cinque, oltre le più rosee previsioni.

Il golem, dopo aver oltrepassato il Finder senza degnarlo di ulteriore attenzione, incominciò a ronzare e Kanda si aspettò di sentire una voce parlare, invece ciò che sentì fu il crepitio assordante di una fiammata, distorto dalla ricezione radio disturbata dalle interferenze dovute alla loro posizione geografica isolata.

- ...ehi, cosa succede? -

La trasmissione continuò a fargli ascoltare il rumore del fuoco scoppiettante, Kanda ipotizzò che da qualche parte Lavi stava lottando e che dunque fosse troppo impegnato per parlare al golem. Un'altra vampata e Kanda fu sicuro di essere riuscito anche coglierne il rumore reale.

- Sono qui vicino. -

D'improvviso saltò all'indietro, un istante prima che un sospetto pop si aggiungesse ai vari suoni; era stato il suo istinto a far muovere l'impulso che spinse i suoi muscoli a contrarsi in modo da farlo allontanare dal pericolo. Si era accorto appena in tempo della presenza di una bolla i cui residui esplosi non riuscirono a raggiungerlo, ma evaporarono rapidamente in un sinistro sfrigolio. Kanda si accorse che i danni arrecati con quel colpo erano stati minimi e che le pietre già corrose non avevano subito un ulteriore degrado.

" Dunque conta il numero e non la potenza. "

Un ghigno malato si aprì sul suo volto e spalancò gli occhi mentre avvertì la familiare sensazione della sincronizzazione scuotergli il corpo. Si voltò ed incrociò con lo sguardo una sottile e lucida superficie increspata da un trasparente ribollire.

- Hah, tentate di meglio. -

Sapeva che non poteva consumare in modo scellerato la propria riserva vitale, specialmente scontrandosi con una bolla bitorzoluta sul punto di rompersi, era però consapevole delle proprie capacità e sapeva che sarebbe stato in grado di fenderla con un solo gesto, di farla esplodere in modo che i suoi lerci residui non lo avrebbero colpito.

Ma qualcosa gli impedì anche solo di sollevare Mugen.

- Kanda! -

 

 

 

La minaccia era meno grave di quel che sarebbe potuta sembrare. Dato che i Finder avevano soltanto i Talisman come protezione -che spesso e volentieri risultavano inutili di fronte alle offensive nemiche- la loro versione dei fatti tendeva ad essere sempre più ostica rispetto a quella di qualunque Esorcista. Ad aver creato quello sciame di bolle inseguitrici era stato un Livello 2 alquanto chiacchierone somigliante ad un ammasso di bubboni simili a schiuma solida (Lavi aveva sentito chiaramente l'impatto dell'Akuma sul suo martello) sotto al quale era possibile intravedere l'imitazione di uno scheletro umano. Grazie a lui Lavi era venuto a conoscenza del fatto che in quel castello oltre a lui vi erano tre Livello 1 e un - Tanto troveremo prima noi l'Innocence! - gridato al culmine di uno scontro faccia a faccia conclusosi più o meno alla pari (l'Akuma aveva barcollato a causa dell'impatto) lo aveva rasserenato, facendogli comprendere che non erano giunti in ritardo. Purtroppo quell'Akuma era tanto chiacchierone quanto abile nella fuga e, usando come capro espiatorio le bolle che creò tramite un taglio all'altezza dello stomaco, scappò via nel momento in cui Lavi evocò il sigillo di fuoco per difendersi.

- Waaaah! Me ne sono scappate alcune accidenti! -

Non si sarebbe mai aspettato che quelle bolle fossero in grado di muoversi a loro piacimento -insomma, prima galleggiavano lì senza far nulla!- dunque la sua reazione che scatenò l'inseguimento fu abbastanza lenta e perse di vista l'ultima bolla mentre girava un angolo a destra. Per nulla perso d'animo evocò il cerchio dei sigilli ed ancora una volta si affidò al suo serpente di fuoco.

Il corridoio venne invaso da una lingua di fuoco e fu con spavalderia che Lavi andò ad accertarsi del proprio operato, spavalderia esternata tramite un ghigno che scomparve non appena il ragazzo si accorse che il pavimento sul quale stava camminando non era completamente liscio, ma presentava numerose cavità poco profonde, come se fosse stato corroso.

- Mammoletta. -

L'inconfondibile intercalare di Yu gli fece ritornare il sorriso e saltellò allegro, dimenticandosi subito della sospetta conformazione della pietra.

- Mi chiamo Allen. -

Lavi sbattè le palpebre e smise bruscamente di muoversi: quando atterrò sul piede destro il contraccolpo dovuto al suo peso gli diede una fitta di dolore alle tempie e le sue braccia dondolarono appena lungo i fianchi. Senza accorgersene aveva socchiuso la bocca e molto probabilmente aveva cercato di dire qualcosa, perchè sentì la sua gola pizzicare, ma fu una lontana sensazione trascurabile.

Non sapeva com'era successo e in tutta sincerità gli importava ben poco, era troppo impegnato a registrare quell'immagine, godendo del fatto che la sua mente non avrebbe mai dimenticato nessun particolare. I vestiti di Allen erano diventati brandelli che ancora si stavano deteriorando sopra la sua pelle e Lavi potè finalmente vedere e non più soltanto immaginere le sue cosce mentre si toglieva di dosso a Kanda. Li aveva colti entrambi in quel preciso momento, Allen che ancora non si era reso pienamente conto della situazione e che stava disattivando l'evocazione dell'Innocence in modo da facilitarsi coi movimenti, e Yu che... bè, nella testa di Lavi, Yu stava decisamente guardando e toccando troppo per un semplice movimento che lo aiutò a liberarsi di quel fastidioso peso.

Fu Kanda ad accorgersi per primo della presenza e dell'espressione ebete di Lavi, impegnato a contemplare la scena per rendersi conto che i suoi muscoli facciali stavano agendo quasi per conto proprio; poi Allen lo notò e subito dopo, avvertendo fin troppo freddo, realizzò di essere quasi totalmente nudo.

Lavi si ritenne fortunato nell'aver scorto l'intimità di Allen -prima che questi si rannicchiasse d'istinto-, mal trattenuta da ciò che restava dei suoi pantaloni, tanto che per un istante gli parve di provare una piacevole sensazione di galleggiamento. Tuttavia fu bruscamente riportato alla realtà dalla calda morsa che gli rese difficile sopportare la costrizione dei pantaloni.

E Kanda, con un leggero ritardo rispetto a quanto avrebbe fatto di solito, prese in mano la situazione.

- Dai alla mammoletta la tua giacca. -

Lavi lo guardò con aria vagamente smarrita prima di concedersi ad un sorriso forzato.

- Prestagli la tua Yu. -

L'intesa tra i due arrivò fin troppo tardi e Kanda, quando comprese il motivo che aveva spinto Lavi a formulare quella frase dal contenuto assurdo, diede le spalle ad Allen dopo avergli lanciato bruscamente la giacca.

- Tch. -

 

 

 

- Signor Lavi. -

Lavi, pur avendo sentito la voce del Finder, non alzò la testa da un vecchio e consunto libro di leggende scozzesi; lo aveva trovato sotto al letto della casupola che l'Ordine aveva affittato loro per quella notte, in modo che potessero riposarsi prima di ritornare. Tuttavia, per far capire all'uomo che era in ascolto, fece un bizzarro movimento con la testa mentre voltava la pagina.

- Ho avvisato il Supervisore dell'esito della missione. Mi ha raccomandato di riportare lo stendardo al castello. Inoltre il mio collega rimasto sulla costa è stato richiamato alla home, dato che la sua presenza lì era inutile. Domani mattina ci riporterà indietro un peschereccio. -

Un altro cenno. Il Finder esitò, spostando il peso da un piede all'altro.

- Allora io vado. Al mio ritorno redigerò il rapporto. -

Il sonoro clunk della spessa porta in legno spostò nuovamente tutta l'attenzione di Lavi sulle storie di quel libro; non ne era sicuro, ma sembrava che quel Finder avesse parlato così tanto per esorcizzare il rimorso di dover scrivere, e dunque rendere totalmente reale, che lui tra i suoi compagni era l'unico rimasto.

Aveva ripreso a piovere non appena Kanda, con un solo letale fendente, era riuscito ad eliminare il Livello 2. Se n'erano accorti quando per i corridoi, mentre erano alla ricerca dell'Innocence, incominciò a risuonare un soffice ticchettio e subito attribuirono quel fenomeno alla scomparsa degli Akuma, per lo meno fino a che il Finder rimasto all'esterno non li contattò.

Lo trovarono nei pressi del portone d'ingresso e reggeva nella mano destra un pezzo di stoffa logoro, nella mano sinistra un frammento di Innocence: erano entrambi caduti dal cielo e la pioggia aveva ripreso a scrosciare con forza. Allen poi, più rivolto al Finder stesso che a Lavi e Kanda, aveva detto che non era strano, che con l'acqua le bolle sarebbero scoppiate e la Dark Matter contenuta in esse avrebbe potuto rovinare irrimediabilmente il castello oltre che il paesaggio, dunque era stata l'Innocence a voler proteggere quel luogo.

Lavi aveva trovato una leggenda curiosa su quel libro: la Fairy Flag, come l'avevano chiamata gli abitanti del piccolo villaggio quando era stata mostrata loro, era stata investita del potere di proteggere il clan MacLeod (i signori del castello Dunvegan) per tre volte. Due volte, prima della loro missione, era già successo. Ed infine anche la terza.

Ma Lavi, fissando le immagini dal gusto cavalleresco disegnate con cura, non pensava minimamente alla leggenda della fata che aveva fatto quel dono al clan. La sua mente era ferma sul sedere di Allen e sull'idea che la divisa cucita da Johnny non gli facesse giustizia: invece la giacca di Yu era più stretta sui fianchi, dunque Lavi invece di memorizzare passivamente il percorso, aveva ammirato attivamente il fondoschiena attraente che ancheggiava (nella sua testa, perchè Allen non ancheggiava, camminava normalmente) davanti ai suoi occhi.

Passò l'altra dietro al collo e sospirò - Accidenti. - faceva davvero caldo in quella casa, ma molto probabilmente il caldo era dovuto al pensiero del sedere di Allen, oltre che a tutto il resto del suo corpo che era riuscito a gustare con gli occhi quel giorno.

Avrebbe dovuto dirgli tutto dopo la missione, tuttavia teoricamente sarebbero stati in missione fino a che non avessero rimesso piede alla home (anche perchè Allen sembrava essere stato scombussolato dalla serie di eventi che lo avevano visto come favorita e forse unica vittima del destino), dunque, a conti fatti, tutto quel vortice di pensieri era un modo per rimandare ancora la cosa. E concluse che forse era meglio aspettare un po', soltanto un altro po', quando non ce l'avrebbe fatta più per davvero.

Richiuse il libro, si era stancato di leggere. Sorrise impertinente.

- Vediamo cosa sta facendo Yu. -

 

 

 

In qualche modo, e per qualche assurdo motivo, Allen si stava crogiolando nella certezza che Lavi si fosse stizzito per la scena a cui aveva dovuto assistere nel castello e che Kanda, di riflesso, fosse riuscito ad approfondire l'odio che nutriva nei suoi confronti. Nonostante un pesante mal di testa gli stesse martellando le tempie, Allen era riuscito ad organizzare un complesso cerchio di causa-effetto argomentato da valide prove.

Quando Kanda aveva, ovviamente, mostrato la sua riluttanza nel volergli far indossare la propria divisa, la reazione di Lavi aveva fatto sprofondare Allen in un limbo di vergogna stimolata dal senso di colpa nell'aver scoperto la relazione tra i due. Ed era colpa proprio di quel particolare se Allen non era riuscito a vivere quella situazione normalmente, cogliendo invece i segnali impliciti di gelosia nei gesti dei due.

Lavi si era rifiutato apertamente di aiutarlo (da lui non se lo sarebbe mai aspettato) e lui -Allen- aveva ripiegato sulla divisa che Kanda gli aveva gettato addosso con un gesto di puro disprezzo. Non sapeva praticamente per nulla come funzionassero le cose tra gli -deglutì- innamorati, ma dai segnali era possibile che i due non avessero gradito molto la sua decisione di fare da scudo a Kanda contro la Dark Matter.

Bè, per lo meno era stato fortunato a cavarsela con una divisa in meno, senza che anche la sua pelle venisse corrosa (benchè il liquido viscoso creò su di lui una trama a stelle immediatamente purificata dalla propria Innocence).

Girò la testa e il suo sguardo si posò sulla divisa di Kanda, abbandonata su uno sgabello in legno che si reggeva su tre gambe sbilenche. Con un notevole sforzo, che gli costò una fitta alla testa, Allen si mise in ginocchiò sul letto, quindi infilò gli stivali (salvati dal fatto che quella volta li aveva indossati sotto ai pantaloni) per prendere l'indumento.

La sua stanza era isolata, messa al fondo del corridoio. Era stato il primo a scegliere, mostrando abbastanza prepotenza, onde evitare che eventuali rumori molesti notturni lo avessero raggiunto; si era sentito un prevenuto e un pervertito nel pensarlo, ma l'esperienza con il maestro gli aveva insegnato che i cuscini in certi casi non erano mai abbastanza e che era meglio non fidarsi della garanzia di silenziosità altrui. Poi il Finder avrebbe dormito al piano inferiore, in una stanzetta opposta al punto dove si trovavano le altre, dunque era logica la conseguenza della sua intuizione poco pulita. Lavi e Kanda avrebbero quasi sicuramente -deglutì di nuovo prima di bussare- fatto sesso, dunque sarebbe stato meglio dare indietro la divisa il prima possibile.

La risposta di Kanda fu un brusco - Cosa c'è? - e Allen provò una sensazione di mancamento allo stomaco: possibile che avesse capito di già che era lui? Aprì la porta e fece un passo in avanti scrutando la stanza con una rapida occhiata; posò lo sguardo su una sedia pericolosamente vicina al letto dove Kanda era seduto. Un secondo dopo, osservando il vetro bagnato di pioggia, si chiese perchè in quella casupola, riscaldata soltanto da un minuscolo caminetto che oltretutto si trovava al piano inferiore, facesse così caldo dappertutto.

- Ti ho riportato la divisa. - provò a sorridere, ma fu quasi certo di aver fatto una smorfia - Grazie. -

Silenzio. Il pavimento scricchiolò quando Allen compì il movimento per girarsi.

- Mammoletta. Cos'avevi in testa quando ti sei buttato su di me? - Kanda parlò con tono freddo - Il tuo compito è sconfiggere gli Akuma, non andare in giro a salvare le persone. -

Allen si fermò - Mi pare di avertelo già detto durante la nostra prima missione. E poi tu stavi per... -

- Io so badare a me stesso. -

- ...va bene. -

Nonostante la discussione avesse preso la monotona piega che mostrava pienamente le divergenze di vedute tra lui e Kanda, Allen si sentì decisamente più sollevato nell'accorgersi che tutto sembrava essere ritornato nella direzione normale. Per lo meno gli rivolgeva ancora la parola.

- Tch, sei una mammoletta brava solo a parole. -

Un tic fece tremare la palpebra destra di Allen - Cosa vuoi dire? -

Kanda stava sorridendo. Ironico e pungente, lo stava guardando con una strana espressione, quasi fosse sul punto di sputare una cattiveria che lo avrebbe gonfiato di soddisfazione. Una cosa poco da Kanda, che emanava sentenze su chiunque senza che la sua espressione facciale praticamente unica ne risentisse.

Ad Allen ritornò in mente proprio in quel momento che aveva sentito un profumo dolciastro nell'istante in cui la prima bolla aveva dato il via ad uno scoppio a catena, perchè la stessa fragranza gli riempì le narici, facendo fremere il suo stomaco indolenzito per la nausea. Non si era accorto subito che Kanda si era alzato in piedi - Mugen era proprio lì, a due passi ed Allen pigramente si chiese, con un pizzico di ironia, se non fosse il caso di evocare l'Innocence. Poi smise di rimuginare inutilmente quando il dolore alle tempie venne sostituito dalla sensazione di avere un'inutile e vuota testa attaccata sul collo.

Si era stancato all'improvviso, le sue gambe e le sue braccia sembravano aver preso la consistenza di gelatina, perchè non reagì in alcun modo quando notò che il viso di Kanda era abbastanza vicino da consentirgli di notare una lieve sfumatura rossastra sul viso pallido.

Faceva davvero caldo.

Non si ribellò nemmeno alle mani che lo fecero cadere sul materasso. Qualcosa cigolò ed Allen, invece di preoccuparsi del fatto che il corpo di Kanda torreggiasse sopra al suo, trovò interessante pensare che forse quel letto non avrebbe retto i loro pesi.

Tutta quella situazione ai suoi occhi appariva surreale ed Allen era abbastanza certo che ad un certo punto si sarebbe svegliato ed il suo corpo avrebbe smesso di dargli quella sensazione di galleggiamento che lo faceva sentire così lontano dalla realtà e così poco padrone di sè.

- Mmmh... dov'è Timcampi? -

Socchiuse gli occhi, non sarebbe stato male dormire in quel momento, ma Kanda era ancora più vicino. Un brillio dorato lo indusse a girarsi su di un fianco, un normale gesto reso scoordinato e difficile da quell'odore che impregnava l'aria, un gesto che non compì, perchè Kanda lo bloccò.

Allen aveva l'aria trasognata, gli occhi lucidi e la bocca dischiusa, come se improvvisamente nel suo corpo avesse incominciato a circolare una qualche droga che gli impediva di ragionare lucidamente. Kanda si fermò sul fatto che quella stessa espressione, lo stava irritando da morire, perchè non riusciva a fermare le mani, non cercava nemmeno di impedirsi di tastargli i fianchi e il ventre piatto, di alzargli la camicia e di passare i polpastrelli attorno all'ombelico.

Allen ansimò, Kanda digrignò i denti sentendo una fastidiosa scossa di calore scuotere le sue gambe. Non era stato solo il suono della sua voce, ma anche la reazione del suo corpo: le dita avevano esercitato una dolce presa sulle coperte, la schiena si era contratta sotto il brivido che lo fece contorcere. Gli toccò i capezzoli e volle leccargli le labbra, voleva chiudergli la bocca ed impedire alla sua insopportabile voce di avere la meglio sul proprio corpo.

Kanda si chinò in avanti e una gamba leggermente piegata di Allen gli sfiorò il bassoventre. Ringhiò e detestò la mammoletta ancora di più nel realizzare che la sua personale battaglia contro di lui l'aveva persa nel momento in cui aveva deciso che doveva toccarlo in ogni modo e con tutto il corpo.

Al soffuso suono della pioggia si mischiarono i respiri soffocati e gli schiocchi di labbra umide; Kanda si staccava da lui ad ogni dannatissimo bottone di quella dannatissima camicia che riusciva a togliere dalla rispettiva asola, per guardarlo respirare e martoriarsi con le fitte di calore che si dipartivano dalla sua erezione. Stava respirando anche lui più rumorosamente del solito, ma tutti i suoi sensi erano concentrati a vedere, toccare, sentire, annusare -dolce, schifosamente dolce!- e gustare Allen. Non se ne accorse. Non c'era niente oltre ad Allen e al desiderio di sentirsi padrone sulle sue sensazioni, in modo da bilanciare la propria dipendenza dalla mammoletta che meschina si era insinuata nel suo corpo fino ad avere bisogno di uno sfogo fisico per soddisfarsi.

Lavi.

- Yu...? Allen...? -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

About The Doppler Effect

 

Siamo in direttura d'arrivo. Ancora un capitolo ed è finita (risento ancora degli sforzi per il capitolo 4). La fine di questo capitolo... mmmh... non so, non mi convince granchè, ma l'ho ideata fin dall'inizio della fan fiction questa svolta, dunque accettatela così come viene. Lo spiegherò nel prossimo capitolo, però voglio vedere quanti capiscono qual'è stato il Deus Ex Machina della situazione (approssimativamente, perchè in realtà la storia è più "complessa"). A parte questo, la storia non mi pare abbia molto senso (e nemmeno il titolo XD), ma per lo meno mi sono divertita ad immaginarla (un po' meno a scriverla).

Vi lascio imponendovi di passare da questa pagina Facebook --> http://www.facebook.com/pages/DGray-Man-Log/129987960444904?sk=wall

Si tratta di un archivio dove si può scaricare un sacco di materiale (tra volumi, capitoli, doujinshi, artbook, ecc.) su D.Gray-Man. So che scrivere una recensione è faticoso, ma mettere un mi piace non lo è, dunque fatelo *è un ordinetassativoapprossimativoradicequadratadi* Ovviamente per favore *insert a smile here*

   
 
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