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Autore: Viki_chan    29/11/2011    8 recensioni
La dannazione di un'anima solitaria.
Harry Potter per tutti è un'eroe.
Ma cosa vede lui guardandosi allo specchio?
Hermione Granger è una ragazza curiosa, forse troppo.
Per quelli che tramano nell'ombra le persone come lei diventano scomode.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'All we need is Harmony'
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Titolo: Damnation of a lonely soul
Rating: giallo/arancio
Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Altro personaggio
Prompts: Rapimento, Tradimento, Fame, Fuoco
Ora che siamo adulti e sappiamo che non esiste qualcosa come l'eternità. Ma allora... il tempo si fermò davvero e noi eravamo le uniche persone al mondo. Quell'istante fu così reale eppure così simile a un sogno, sembrò durare solo un attimo ma anche un'eternità. Sono sicura che nei nostri giovani cuori di allora l'eternità fosse realmente esistita.

Damnation of a lonely soul

VIII.


Un bacio può essere una virgola,
un punto interrogativo
o un punto esclamativo.
È una fondamentale regola di lettura che ogni donna dovrebbe conoscere.
(George Sand)
 


“Hai detto che Ron lo sa che sei qui, vero?” chiese ad Harry per l'ennesima volta.
“No, non lo sa.”
“Quante volte te l'ho chiesto?”
“Venticinque.”
“Sapevo che si sarebbe preoccupato anche lui.”
Harry le diede una pacca sulla spalla senza dire nulla, poi si voltò verso il drappello di persone che era appena apparso davanti alla teca.
Heartless, la Falk, alcuni altri Indicibili che Hermione conosceva solo di vista.
Solo i primi due, però, si fermarono.
“Scusate per l'attesa.” disse il Capo degli Indicibili. “Siete liberi.”
Il vetro scomparve in un battito di ciglia.
Hermione fece per alzarsi dal letto, ma Harry la fermò.
“Voglio sapere cosa fate qui sotto. Perché avete tenuto Hermione chiusa in questa gabbia.”
Hermione lo vide come un errore.
La sua curiosità l'aveva portata lì, l'aveva fatta rinchiudere.
Guardò Harry, che le restituì lo sguardo con un piccolo cenno del capo.
Gli Indicibili soppesarono la richiesta di Harry parlando sommessamente tra di loro.
La prima a tornare a fissarli fu Melinda Falk.
La sua espressione era indecifrabile.
“Benissimo.” disse Heartless facendo apparire un tavolo con quattro sedie in mezzo a quella che era stata la stanza di Hermione. “Io e la mia collega risponderemo a tutte le vostre domande.”
Harry fu il primo a sedersi.
Di fronte a lui si mise il Capo Heartless.
Hermione si trovò a dover sostenere il freddo sguardo di Melinda Falk.
I due Indicibili mantennero la parola e raccontarono tutto quello che era successo intorno a lei negli ultimi giorni.
“Quindi, avete monitorato le mie emozioni e i miei stati d'animo per studiarli?” chiese lei incredula.
“Sì. E' nostra convinzione che sia possibile modificare le variabili emozionali degli esseri umani inserendo o togliendo alcuni fattori di cui sono composti. Ad esempio, Melinda è riuscita a capire subito che sotto il mantello c'era lei, signor Potter, perché Hermione ha attivato un mix di emozioni che solo lei riesce a suscitare. Ogni persona le provoca diverse reazioni inconsce.”
“Cosa ne farete di tutti questi studi?” chiese Harry.
Hermione vide Melinda Falk sporgersi impercettibilmente verso di lei.
“Abbiamo intenzione di mettere le teorie studiate grazie alla signorina Granger in pratica.” fu ancora Heartless a rispondere.
“Avete intenzione di svuotare e riempire una persona delle sue emozioni?”
“Non una persona qualsiasi, no. Nonostante non ci siano effetti collaterali riscontrati, pensavamo di fare i nostri esperimenti su Barty Crouch Junior. Tanto la sua esistenza non può peggiorare ancora.”
Hermione spalancò la bocca.
La prigionia le aveva fatto dimenticare le sue ricerche, i documenti scritti a computer di cui non riusciva a trovare la spiegazione.
Barty Crouch doveva essere trasferito per diventare una cavia per gli esperimenti sulle emozioni.
Strinse i pugni con rabbia.
“Hanno rifiutato tutte le vostre richieste, però. Come farete senza la cavia?”
“Queste ricerche, signorina Granger, non hanno scadenza. I dati che abbiamo raccolto grazie a lei...”
“Vorrei che smettesse di dire “grazie a lei”. Non ho avuto scelta, nessuno mi ha chiesto niente. Io lo avrei fatto lo stesso, per il progresso, forse anche più in fretta. Ma avevo il diritto di sapere cosa stava succedendo.”
Melinda Falk fece per ribattere, ma Heartless la fermò con uno sguardo.
“Ha perfettamente ragione, signorina Granger. Ma avevamo bisogno di emozioni spontanee, non vincolate dalla conoscenza. Ammetto che i nostri metodi siano stati un po' rudi, ce ne dispiaciamo molto.”
Nonostante l'uso del plurale, Hermione non impiegò molto a capire che era l'unico a pensarla in quel modo. La donna di fronte a lei, la stessa che chissà quanti giorni prima l'aveva rapita da Grimmauld Place, aveva un'espressione disgustata sul volto.
Hermione si voltò verso Harry e comprese che non aveva più domande da fare.
“Signorina Granger, recuperi i suoi effetti. Torneremo per condurvi fuori tra qualche minuto.”
“So dov'è la porta.” rispose lei gelida.
“Non ne dubito, ma dopo l'ingresso del signor Potter abbiamo attivato il sistema di sicurezza d'emergenza. Avete bisogno di me per uscire.” concluse Heartless scomparendo di nuovo con la Falk.



***


Harry guardò Hermione aggirarsi meditabonda nella stanza.
Voleva chiederle come stava, ma non voleva spezzare il filo dei suoi pensieri.
Densi, quasi li vedeva muoversi intorno ai riccioli di Hermione.
“Non vedo l'ora di tornare a casa.” disse più a se stessa che a lui raccogliendo dei libri. “Dici che questi posso prendermeli? “Quello che avreste voluto sapere sul Quidditch prima di giocarci” piacerebbe un sacco a Ron. Oh, ho così voglia di vederlo.”
Harry sorrise e non si stupì di trovarlo doloroso.
Stava ricominciando tutto.
Avrebbe dovuto chiamare Ginny per raccontarle tutto, sì.
Fingere di amarla ancora.
Già quella notte avrebbe dormito di nuovo a Grimmauld Place.
Anche se non vedeva casa sua da poche ore, gli sembrava di essere stato lontano una vita.
In senso più che positivo.
“Dove pensi che siano andati adesso?”
“Forse a controllare che tutte le informazioni raccolte siano complete.” le rispose tornando a sedersi sul letto.



“Non aveva detto che voleva obliviarli? Che senso aveva raccontargli tutto?”
Melinda Falk guardò il muro.
Senza il cubo di vetro non poteva sapere di cosa stessero parlando Potter e la Granger e questo non le piaceva.
“Melinda, sa anche lei che l'incantesimo funziona meglio su persone emotivamente stabili. Ora che hanno le loro risposte, sarà più facile.”
“E quando pensa di agire?”
“Li faremo stare un passo davanti a noi, come da prassi, non si accorgeranno di nulla. Arriveranno in superficie e la loro vita riprenderà senza intoppi.”
La Falk fece un sorrisino.
“Perchè li abbiamo lasciati soli?”
“Voglio essere certo che le versioni che inseriremo nelle loro menti siano identiche.”
“Granger era in missione, Potter l'ha incontrata in Atrium e vissero tutti felici e contenti.” ripeté per l'ennesima volta la donna.
Frasi costruite in fretta, ma efficaci.



Quando i due Indicibili tornarono da loro, Harry e Hermione erano già pronti per uscire.
L'uomo indicò loro un corridoio e li seguì insieme alla Falk.
Un mezzo passo indietro.
Harry ascoltò il rumore dei loro passi sulla pietra.
Cercò di pensare alla luce del sole, così lontana da quel posto tetro.
Cercò di pensare all'emozione di cavalcare una scopa, al calore di un abbraccio.
Non bastò per cancellare la tempesta che era nata nella sua testa.
Si fermò.
“Lo farò io.”
“Scusa?” gli chiese Hermione confusa.
“Signor Heartless, farò da cavia per il vostro esperimento.”
“HARRY! Ma sei pazzo? Non è un gioco!”
“Stavate per obliviarci, non è così che funziona? Obliviate Hermione.” disse senza guardarla.
Per tutta risposta lei le saltò addosso,  prendendolo per gli estremi della tunica da Indicibile che ancora indossava.
“Harry, no. E lei non si avvicini nemmeno!” disse alla Falk, che già aveva sfoderato la bacchetta. “Lui non...”
Harry sosprirò, strinse le mani di Hermione con le sue.
Non sapeva cosa dire, così appoggiò le sue labbra su quelle di lei.
Sarebbe bastato per stupirla, per avere qualche secondo di vantaggio.
Ma, senza premeditarlo, quel contato lo ferì.
Capì che forse era quello il fuoco di cui aveva bisogno.
Tutto ciò che poteva saziare la sua fame.
Harry cercò di non pensarci e allontanò il volto dal suo.
Hermione lo guardava con gli occhi sgranati.
Lui per codardia distolse i suoi, rivolgendosi agli Indicibili.
Melinda Falk incrociò il suo sguardo e fece un cenno.
“Oblivion”.



Melinda Falk era una donna di mezza età.
Non particolarmente bella, ma dotata.
Anni prima, voci sul pensionamento del professor Vitius le avevano dato i suoi quindici minuti di gloria.
Qualcuno aveva tirato fuori il suo nome.
Insegnante di Incantesimi ad Hogwarts.
Melinda Falk non avrebbe comunque accettato.
Odiava i giovani e le loro belle speranze, amava il suo lavoro.
Gli incantesimi potenti.
La natura della magia e i suoi confini.
Aveva molti difetti, Melinda Falk.
Anche se lei non se ne rendeva conto.
Puntava tutto sui suoi pregi.
La bravura negli incantesimi più complessi, ad esempio.
Le sue scoperte, anche.
Per una strega così potente, padroneggiare un semplice incantesimo di Memoria era uno scherzo.
Appoggiando i piedi sulla sua scrivania, Melinda Falk scoppiò a ridere.
Soddisfatta.
Quel giorno poteva essere la svolta che da tempo aspettava.
   
 
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