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Autore: Kooskia    30/11/2011    6 recensioni
Fanfiction sul Ciclo dell'Eredità di C. Paolini. Ambientata durante lo svolgimento della trama della serie (copre complessivamente un'arco temporale della durata di un anno). Presenta personaggi e ambienti di mia creazione senza influire/modificare/alterare i personaggi originari del Ciclo.
In questa storia vedremo un Cavaliere solitario e il suo drago: nati e cresciuti fuori dai confini noti di Alagaesia, essi si batteranno per riportare la pace in questo angolo di mondo inesplorato scoprendo la verità di un passato a loro ignoto e plasmando il loro futuro in una terra aspra e selvaggia.
Epilogo contentene Spoiler.
Un capitolo conterrà tematica erotica (rating Arancione)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La foresta era silenziosa, come sempre.
E silenziose erano anche le sue creature, come la femmina di daino che camminava con cautela nel sottobosco.
All’improvviso un odore anomalo: predatori. L’animale iniziò a spostarsi con cautela.
Troppo tardi.
La freccia in legno con una punta di pietra saettò nell’aria fredda del mattino, andando a conficcarsi nel dorso del daino. La ferita non era mortale ma senza dubbio era grave: se fosse stata rapida, la femmina avrebbe potuto allontanarsi di lì prima che il cacciatore potesse incoccare un’altra freccia.
I cacciatori però erano due.
Il lupo saettò tra i cespugli per poi spiccare un balzo ed afferrare alla gola la sua preda, gettandola a terra. La potente mascella del giovane maschio spezzò la giugulare della femmina di daino, privandola rapidamente della vita.
Ma la sua morte avrebbe garantito la sopravvivenza ai due cacciatori.
Il giovane umano si avvicino al lupo sorridendo.
- Sei stato bravo Redpaw, nostro padre sarà davvero fiero di te..-
Il giovane lupo sorrise a modo suo, agitando la coda con allegria..
-Anche di te Kooskia, quel lancio era perfetto, non avrei mai preso questo daino da solo. Inoltre non avrei fatto con nessun altro la mia Cerimonia per la prima caccia di gruppo-
Kooskia era davvero grato di sentirsi dire quelle parole.
Non che si trattasse di parole ovviamente, i lupi della foresta erano molto intelligenti ma non potevano parlare.. gli umani della foresta, il Popolo dei Lupi, riusciva a comunicare con loro tramite un legame mentale.
Pochi sapevano di cosa consistesse realmente realmente tale legame (e oramai era andato perduto il ricordo su quali fossero le sue origini, indubbiamente magiche)  e ad ogni modo Kooskia non se l’era mai chiesto.
Quello sarebbe stato un giorno di festa e l’umano non perse tempo, afferrando il daino per le zampe si incamminò insieme al suo fratello selvaggio.
Un lupo ed un uomo; entrambi giovani, entrambi ragazzi.
Accadeva spesso nel Popolo dei Lupi: molti ragazzi venivano allevati dai lupi e giovani lupi crescevano nei villaggi.
A volte si trattava di orfani, come Kooskia.
Suo padre era morto in un incidente di caccia prima della sua nascita, mentre sua madre era morta dandolo alla luce. Il branco di Greyback lo aveva allevato come figlio e il ragazzo aveva stretto un forte legame col figlio più piccolo del capo branco: Redpaw, così chiamato per la zampa anteriore sinistra, di un acceso color sangue mentre il resto del corpo era un di un rossiccio più scuro.
Sulla via del ritorno entrambi i fratelli si fermarono.
Avevano avvertito un odore noto benchè insolito in quella parte di foresta.
La figura ammantata si fece avanti tra le fronde e sia Kooskia che Redpaw abbassarono leggermente lo sguardo in segno di rispetto.
L’anziana sciamana del villaggio era una figura rispettata da tutti nella foresta e se decideva di fare visita a qualcuno era sempre per le migliori ragioni.
La donna sorrise e parlò con la sua voce gracchiante   - Avete fatto una buona caccia vedo, ma forse dovrebbe essere Redpaw a portare a casa la preda e tu Kooskia potresti riaccompagnare questa vecchia al villaggio –
Con un cenno Kooskia salutò il suo fratello selvaggio e si affiancò all’anziana sciamana  riconducendola al villaggio.
Era un posto che Kooskia conosceva bene, benché non ci passasse troppo tempo.
L’aria era sempre un po’ più calda in quella parte di foresta e nella radura dove sorgeva il villaggio i fuochi accesi e il fumo da essi sprigionati mantenevano l’ambiente confortevole.
Un luogo che a prima vista sapeva scaldare il cuore dei cacciatori di ritorno dalle spedizioni: c’era sempre un’allegra agitazione tra le capanne in legno e pelle, con bambini e giovani lupi che si rincorrevano e giocavano negli spiazzi, debitamente seguiti da adulti che vanamente tentavano di mettere un freno alla loro attività.
Kooskia accompagnò la sciamana nella sua capanna, colma di fragranze di erbe e strani intrugli.. era pronto a tornare da suo fratello quando con un cenno della mano l’anziana indicò al giovane di restare
La sciamana si mise a frugare tra mille cianfrusaglie in un angolo buio ed infine tornò da Kooskia che aspettava seduto a gambe incrociate dinanzi a lei.
La donna reggeva in mano uno strano fagotto di pelle: solo un lembo era parzialmente sollevato e mostrava quella che sembrava essere una strana pietra dorata. Allungandola e annuendo, l’anziana fece segno a Kooskia di prenderla.
Così fece: le sue dita tastarono la superficie dura di quella pietra, fredda al tatto e Kooskia si chiese cosa significasse quella strana cerimonia di cui nessuno gli aveva fatto menzione.
Quando i suoi occhi cercarono quelli della sciamana per una spiegazione, egli vi trovò solamente una velata tristezza.
- Perdonami ragazzo.. -   disse l’anziana    - Tu hai raggiunto la maggiore età, hai vissuto diciassette inverni:  è una tradizione tramandatasi nel tempo, mettere alla prova tutti i giovani guerrieri con questa pietra. Ma non preoccuparti:  la pietra non ha mai reagito in quasi cento anni a nessuno dei giovani guerrieri che hanno avuto modo di toccarla. Pensavo che forse questa volta…  mi dispiace, mi dispiace ragazzo, ora vai adesso, ti aspettano a casa.  -
  
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