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Autore: Rupertinasora2    30/11/2011    1 recensioni
[Sequel de "Il progetto segreto del Ministro della Magia"]
Hogwarts. I giorni della grande battaglia sono finiti ormai da anni, e tra le mura dell'accademia magica più famosa passeggiano i figli dei più grandi maghi che presero parte alla battaglia.
Dopo che Hermione ha scoperto il doppio gioco di Belial, e che Draco è morto per vendicare la sorte di Scorpius, la vita ad Hogwarts pare essere tornata alla normalità... solo per essere di nuovo stravolta.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dark, secret destiny '
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5.
Il giorno dopo.




Se io potrò impedire ad un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
[E. Dickinson]
 
 




Teneva le coperte fin sopra la fronte, accucciandosi teneramente in quel lettino scomodo. Se non fosse per una coperta un po’ più pesante, avrebbe dovuto coprirsi con il solo lenzuolo bianco, quindi non si sarebbe coperta che per freddo.
In quel modo, Bella cercava invece di tenersi compagnia in qualche modo. Non aveva ancora voglia di vedere gli altri, il braccio le doleva come non mai. Emma aveva esagerato con quella stretta, per poco non sentiva le ossa del polso scricchiolare, e con la bacchetta puntata alla gola si era vista chiaramente passare la sua vita davanti. Quella ragazza era quasi priva di umanità, come il suo ragazzo. Odiava Portbell. Odiava i Portbell talmente tanto e tanto incondizionatamente che ogni tanto si chiedeva che cosa le avessero fatto mai. Angel la odiava per quel suo fare da gatta morta, strisciante e subdola.
Ripensò al loro ultimo e spiacevole incontro, negli spogliatoi di Grifondoro, dove normalmente non le sarebbe stato permesso accedere. Eppure, a quanto pare, essere la ragazza del capitano della squadra ti concedeva un pass ogni volta che giocavano. Era la prima volta che Bella si trovava negli spogliatoi della squadra. Non che questo fatto le causasse problemi, perché fino a poco tempo prima, capitava che a casa sua si riunissero tutti i giovani Malfoy, e Edward. Edward e Blaise, suo fratello, erano grandi amici, e capitava che passassero insieme del tempo a casa sua. Quando poi veniva anche il cugino Scorpius, allora il tasso di mascolinità cresceva.
Era abituata a trattare con i ragazzi, ma non con le ragazze. A parte la sua migliore amica Eliza, non riusciva a stare tranquilla. Aveva sempre paura di deludere.
Fu scossa dai suoi pensieri quando qualcuno tossì.
- Sei sveglia?- sussurrò quel qualcuno.
Sotto le coperte la voce le arrivò attutita, e non riusciva a capire chi fosse. Sentì un sospiro che non era il suo. Era restia a cacciare fuori la testa, a far vedere che fosse sveglia.
Ci furono un fruscio e dei passi, e un ombra si stanziò di fronte a lei.
Timidamente aprì gli occhi e guardò in un piccolo spiraglio. Nel buio della notte, la poca luce proveniente dalla luna, tonda e grande nel cielo, le fece distinguere i tratti di James Potter.
Il suo cuore ebbe un tuffo. Forse era proprio a causa sua che tutto quello era successo. Tirò su con il naso, e sospirò. Voleva fargli così capire che era sveglia ma non aveva voglia di parlare.
- Vorrei parlarti di una cosa, però stesso io non ne sono certo. Posso chiederti un parere?- le chiese, sempre a bassa voce, per paura che qualcuno sentisse.
La ragazza capì che non l’avrebbe mandato via tanto facilmente, e che se ne fregava del suo silenzio. Con gesti lenti, si mise a sedere, aggiustò con qualche pacca il cuscino, che mise dietro la schiena, si appoggiò allo schienale. Non tirò le coperte ancora una volta sul corpo, perché non faceva ancora tanto freddo.
Scambiò uno sguardo con James. In quel momento sembrava vederlo per la prima volta. Aveva un’espressione afflitta in viso, era chiaramente triste. I capelli neri erano scomposti più del solito. Gli occhi castani erano spenti.
Si era sempre chiesta da chi avesse preso gli occhi castani. I suoi avevano gli occhi verdi, così come i fratelli. Lui perché? Ancora non aveva ricevuto risposta.
La voce di James la distolse dalla sua stupida riflessione sui suoi occhi.
- Come stai?- chiese poi, con le sue labbra carnose, che protendeva in un broncio malinconico.
Bella non poteva fare a meno di pensare che James Potter fosse molto attraente in quel momento.
Provò a parlare, ma doveva prima schiarirsi la voce. Nonostante tutto, il suono le uscì roco e le fece male alla gola.
- Va meglio-, rispose brevemente.
James sospirò. Era un sospiro nervoso, Bella lo capì subito. Aveva infilato le mani nelle tasche della divisa, e stava osservando un imprecisato punto a terra. Muoveva ritmicamente il piede, in un gesto che gli fece tremare l’intera gamba.
Quella vista intenerì molto Bella, che sorrise suo malgrado.
- Davvero, stai tranquillo, James. Sto meglio- gli ripetè con voce flebile e roca.
- Sto pensando di lasciare Angel- disse tutto d’un fiato alzando lo sguardo su di lei.
Bella rimase frastornata da quella affermazione. Mentre il suo io interiore iniziava a fare festa, e nello stomaco sentiva tantissime farfalle che iniziavano a muoversi , sentì una tristezza assurda. James era una di quelle persone solari e allegre, e vederlo così abbattuto quasi la feriva.
Non seppe che rispondere. Aprì le labbra, ma non le venivano le parole giuste per confortarlo. In fondo, però, a ripensarci, lui non aveva ancora lasciato Angel, ma aveva pensato di farlo.
Bella portò i capelli scuri dietro la testa.
- Perché vorresti lasciarla?-
Evidentemente  James aveva messo in conto che lei avesse potuto fargli quella domanda, ma sperava che non gliela facesse. Storse la bocca.
- E’ un po’ che ci sto pensando. Credo che non la ami più come prima-
Bella rimase pensierosa su quell’affermazione. Passò un po’ di tempo prima che gli chiedesse altro.
- Non è che non l’hai mai amata, James?-
Il ragazzo si lasciò andare a un sospiro. Si portò entrambe le mani tra i capelli. Si abbassò con il busto in avanti e poggiò i gomiti sul letto dove riposava la ragazza. Bella si tirò un po’ indietro, sperando che lui non avesse visto quel suo movimento spaventato. Per un po’, la ragazza non voleva essere toccata da nessuno. Era persino sbiancata credendo che quando James si era avvicinato era stato per toccarla.
- Non lo so. Sono molto confuso. Io sto bene con lei, ma lei trova sempre il pelo nell’uovo. Non le va mai bene niente, si sente sempre trascurata, vorrebbe che passassi tutto il suo tempo con lei. Io non ce la faccio, a volte mi sento talmente oppresso che vorrei fuggire da lei piuttosto che continuare a starle vicino-.
James si tirò indietro e si alzò dallo sgabello.
- Scusa, forse non dovevo… forse tu neanche lo vuoi sapere-
- No!- esclamò Bella. Sentì il calore arrossarle le guance, ma sapeva che la pelle era talmente pallida che non si sarebbe mai colorata abbastanza. Tossicchiò. Emma prima della fine della rissa le aveva chiaramente fatto un’orribile fattura. Non riusciva ancora a parlare bene. – Cioè, no. Non preoccuparti, James-.
Rimase a guardare il ragazzo, che continuava a muoversi nervoso sul posto. Sembrava che davvero stesse mettendo in conto la possibilità di chiudere davvero con Angel.
Da quanto ricordava, James Potter aveva sempre detto di amare Angel, nonostante Bella non gli credesse sul serio. Per un po’ li aveva osservati, e conosceva benissimo l’espressione di James in quel periodo. Era convinto che fosse il padrone del mondo, era felice di stare con lei, e non faceva che trovare scuse per marinare le lezioni per correre dalla sua Corvonero.
Bella era sicura che James amasse davvero Angel. E allora cos’era che gli faceva dire di volerla lasciare?
Avrebbe voluto chiederglielo, ma l’espressione di James era tanto tetra che il suo istinto le suggerì di non chiederglielo, per evitare di farlo soffrire ancora di più.
- Ma cos’è che mi devi chiedere per un parere?- chiese, ricordando il pretesto con il quale era venuto a trovarla, e vedendo che non diceva altro. Stava in silenzio come un condannato prima di andare al patibolo.
James si sedette di nuovo. Allungò una mano verso il suo viso.
Bella deglutì silenziosamente, mentre faceva forza contro se stessa. Non voleva sottrarsi alla mano di James, sapeva che lui non le avrebbe fatto alcun male. Chiuse gli occhi, ma sentì solo le sue dita che le sfiorarono la guancia, per metterle una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Si rilassò al contatto dolce della sua mano nei suoi capelli.
- Ti volevo chiedere cosa ne pensassi se lasciassi Angel- disse tetro. Si percepiva chiaramente l’ansia nella sua voce.
Bella socchiuse piano piano gli occhi. Cosa ne pensava? Aveva sempre pensato che Angel non fosse al suo stesso livello, e che quando James decise di mettersi con lei si stava sottovalutando. Nonostante questo, i Portbell erano una famiglia famosa e potente, quasi al pari dei Potter (non dei Malfoy, ovviamente); magari Murtagh incarnava tutto di loro: la determinazione, la superbia, il loro incessante credo dell’essere sempre nel giusto. Angel era solo una ragazzina che viveva all’ombra del fratello.
- Direi che devi pensarci molto, James. Angel è stata capace di renderti felice come faceva all’inizio, o come ti saresti aspettato? E’ cambiato qualcosa nel suo modo di porsi a te, o nel tuo modo di porti nei confronti di Angel? Ti vedi ancora affianco ad Angel nel caso dovesse succedere qualcosa? Sei così sicuro che i tuoi sentimenti siano simili ai suoi? Queste sono solo poche domande rispetto a quelle che devi porti per prendere questa decisione- gli rispose, fermandosi più volte per calmare il fuoco che sentiva nella gola.
James la guardò addolorato.
- Credo che questa situazione sia solo colpa mia, e della mia indecisione di fare una scelta una volta per tutte- disse asciutto, alzandosi dalla sedia. – Torna a dormire, Bella. Riposati. Il sonno porterà a me consigli e a te sollievo. Scusa-
Come aveva creduto sin dall’inizio, sin da quando erano arrivati in infermeria, James si stava addossando una colpa che in realtà non era sua. Non riuscì a dirgli che non accettava le sue scuse, che lui non era la causa di niente.
Si passò le mani sul viso, e poi le infilò tra i capelli, portandoli tutti dietro. Sospirò e tornò a stendersi sotto le coperte che coprivano la brandina.
Scivolò pian piano in un sonno agitato, sognando ancora una volta Emma che la affatturava, Murtagh che la molestava, e James che la difendeva. La figura di Angel incombeva nei suoi sogni come un uccello del malaugurio.
 
***
 
Emma impilò tutti i libri che le sarebbero serviti quel giorno, e poi li infilò nella borsa. Guardò il suo orologio, annoiata.
L’ora della colazione era passata da un pezzo, e non le importava molto.
Ancora non aveva avuto modo di poter andare a trovare Murtagh, dopo che erano stati tutti dimessi, fino a qualche ora prima. L’aveva trovato bello e pimpante, con il solito sorriso superbo dipinto in viso. Non c’era nulla da fare, Murtagh era capace di farti vedere il mondo solo dalla perfetta prospettiva con cui vederlo.
- Non vai a lezione?- ricordò di avergli chiesto.
- Non mi va. Perché non mi fai compagnia?- le aveva chiesto, con un sorriso malandrino e un ghignetto divertito, mentre, seduto sul letto, le faceva segno di avvicinarsi.
Aveva detto di no, che doveva andare a lezione, e che lui stava sbagliando a non andarci. Ovviamente aveva fatto in modo che prima che andasse via si ricordasse di lui.
Ricordò piacevolmente le prime volte che conobbe il Corvonero. Era uno di quei tipi che normalmente avrebbe mandato via, e l’aveva fatto, se non fosse stato per la determinazione di Murtagh. Lui l’aveva adocchiata, e voleva solo lei.
Quei pensieri la fecero sorridere.
Murtagh era sempre stato un sognatore, uno di quelli con la testa sulle spalle ma con la mente proiettata in un futuro perfetto, dove ogni cosa deve andare al posto giusto. Non aveva mai superato il divorzio dei suoi, la perdita del padre che fu allontanato dalla madre quando aveva circa sette anni e Angel poco meno. In quel periodo la madre era incinta di un terzo figlio dal signor Lysander Portbell, ma al tempo del divorzio non lo sapeva. Quando partorì, la madre dopo poco morì, e questo segnò una ferita incredibile nell’animo di Murtagh. Non ne parlava mai. Emma ne era venuta a conoscenza quando andò una volta a casa di Murtagh. Ormai erano tornati a vivere tutti e tre i figli a casa del signor Portbell. Di questa triste storia gliene parlò il piccolo Sam.
La cosa che l’attirò dopo aver saputo questa storia, fu il sorriso di invincibilità di Murtagh. Forse non aveva mai superato la perdita della mamma, alla quale era molto legato, ed era per questo che lui volesse il mondo perfetto come lui lo voleva.
E c’era stato un altro mago che la vedeva come Murtagh: Belial.
Proprio al pensiero di Belial, il marchio dietro la spalla sinistra le iniziò a pizzicare.
Camminando sovrappensiero, si accorse quando fu sbalzata all’indietro che era andata a scontrarsi con qualcuno.
Si massaggiò il sedere, lamentandosi della botta ricevuta, e alzò lo sguardo. Il fiato le si mozzò.
- Scusa, Paxton- disse gelido Albus.
L’ultima volta che si erano visti era stato quando, bacchette alla mano, si erano fronteggiati ai Tre manici di Scopa (dove, ovviamente, per un po’ non potevano più farsi vedere).
- Non preoccuparti- rispose gelida lei.
Prima di alzarsi, lui le tese una mano. Emma la guardò sospettosa, e poi alzò lo stesso sguardo su di lui.
- Tranquilla, non mordo- la prese in giro.
La riccia e bionda Tassorosso si alzò, rifiutando il suo aiuto.
- Ma io sì- rispose a tono.
Per un attimo tra loro ci fu silenzio, riempito dal rumore pesante dei loro sguardi accusatori. Albus aveva spifferato che era stato Murtagh a iniziare, ed Emma invece sosteneva il contrario, che Murtagh avesse sì stuzzicato James, ma che fosse stato quest’ultimo a iniziare. Emma sapeva benissimo che aveva iniziato Murtagh, lo conosceva sin troppo bene, ma non l’avrebbe mai ammesso davanti agli altri.
- Hai finito di guardarmi?- sbottò poi Emma.
Prima che Albus potesse rispondere, giunse in suo aiuto uno dei cugini, Hugo.
- Ehi, Al! Serve una mano?- chiese Hugo, con la faccia di chi vuole rendersi ultile.
Emma lo guardò. Era più piccolo di lei, ma già era alto quanto lei stessa. Le venne da ridere che un tipetto, magro come una mazza di scopa, chiedesse ad Albus se aveva bisogno che lo spalleggiasse contro una ragazza. Era proprio un tipo strano.
Albus si limitò a scuotere la testa.
- No, Hugo. Tranquillo, ho tutto sotto controllo-
Emma ghignò. Tutto sotto controllo. Certo, come no.
- Beh, io ti saluto, Potter. Ho di meglio da fare che ammirare le tue gesta eroiche- lo canzonò.
Albus le scoccò un’occhiataccia.
- Vai a fare per caso la sgualdrina con Portbell?-
Quel termine la innervosì molto. Ma come si permetteva quel pallone gonfiato?
- E pure se fosse, sono fatti miei.- Gli si avvicinò d’un passo, sfiorandogli il mento con il naso, e guardandolo dritto negli occhi. – Meglio sgualdrina di uno che adora gente dello stesso sesso, non credi?-
Un sorriso malefico le si dipinse in volto. Da quando stava a scuola, Albus Potter non aveva mai avuto la ragazza. Si vociferava che fosse omosessuale.
Albus strinse la mascella, e la guardò con odio mal celato.
- Che succede qui?- chiese il professore di Lingue non Umane, Milo Cloud. Aveva un’aria minacciosa che incombeva sui due alunni.
- Niente, professore. Rispondevo solo a una provocazione- ammise lei.
- Guarda che hai iniziato tu!- sbottò Albus.
Emma si voltò con scatto felino verso il Grifondoro.
- Sei un bugiardo, Potter. Lo sei sempre stato!-
- Ah sì? A me risulta il contrario-
- Basta così!- esclamò il professore, strattonando entrambi per le braccia, per dividerli. – 50 punti in meno a Grifondoro, e 50 punti in meno a Tassorosso. In più stasera in punizione!-
- Ma professore…- iniziò Emma, usando tutto il suo sex appeal, mettendo un po’ di broncio e facendo gli occhi dolci.
- Niente ma-, il professore li guardò severo. – Fatevi trovare alla fine delle lezioni fuori al mio studio. Ed ora andate in classe!- ordinò.
Emma, che doveva studiare proprio Lingue Non Umane, sbuffò e andò in classe, sedendosi controvoglia su uno dei banchi all’ultima fila. Il professore la seguì quasi subito.
- Paxton, vieni avanti- le intimò lui, mostrandole un posto al primo banco. Emma provò a protestare, ma il professore ebbe la meglio dopo aver tolto altri 10 punti al Tassorosso.
Senza altre lamentele, si sedette al primo banco. Da lì poteva ammirare meglio quel professore, che non a poche ragazze piaceva. Era un tipo strano, un nuovo acquisto del corpo docenti da un paio di anni, o forse qualcosa in più. Di lui si dicevano tante cose, e c’è stato chi procedeva per illazione e diceva che fosse un licantropo, c’era chi diceva che avesse una relazione con la seducente guaritrice dell’infermeria Eleanor Lancaster.
Emma era una sostenitrice di coloro che pensavano avesse una relazione segreta con la Lancaster. In fondo erano entrambi molto belli.
Il professore Milo Cloud era uno di quegli uomini di circa quarant’anni che parevano essere dei giovanotti di appena trent’anni. Aveva capelli corti e castani (dopo che li tagliò con grande dispiacere delle ragazze), un sorriso perfetto e bianco, la carnagione chiara, e profondi occhi castani, senza contare del suo corpo da urlo. Era una bellezza mediterranea, di quella bellezza che, però, rimani senza fiato.
Eleanor Lancaster, l’infermiera, aveva anche lei capelli e occhi castani, la carnagione un po’ più pallida del professore, ma era molto elegante. Era una delle donne più influenti all’interno dell’alta società magica. I genitori la volevano semmai Medimaga, ma lei era fermamente convinta della sua scelta, anche perché voleva stare vicino ai ragazzi.
Poco dopo che arrivò lei, arrivò anche il professore Cloud. Emma credeva che quella non fosse per niente una coincidenza. Non esistevano coincidenze. Era convinta che i due stessero insieme prima di venire entrambi ad Hogwarts.
- Paxton, hai la testa tra le nuvole!- la rimproverò il professore. – Vedi di stare più attenta-.
Il professore continuò la lezione e lei continuò a prendere svogliatamente gli appunti.
Non riusciva che a pensare a quella sera, quando avrebbe dovuto scontare la punizione con uno dei ragazzi più odiosi della scuola.
 
***
 
Scorpius guardava l’orologio. Era bloccato lì da un pezzo, in attesa dei cugini.
La sala comune dei Serpeverde era talmente affollata che aveva deciso che avrebbe parlato con i due in biblioteca. Ovviamente non avrebbero potuto parlare apertamente, ma con una scusa e un’altra era riuscito a far allontanare la bibliotecaria. Peccato che lei non la pensasse allo stesso modo, e qualche ossa in meno non era l’ideale di passare la nottata che avrebbe passato in infermeria.
La biblioteca era stata chiusa fino a che proprio lui si era offerto di badare ad essa.
Sbuffò, i due erano in ritardo. Avrebbe dovuto riprenderli anche per quello. Qualcuno bussò alla porta della biblioteca.
- E’ chiuso- rispose con voce atona.
La porta si aprì lo stesso ed entrò, suo malgrado, Michelle McCartney.
- Wow, allora è vero quello che si dice in giro. Il grande Scorpius Malfoy che fa il bibliotecario. Chi l’avrebbe mai detto…- lo canzonò, avvicinandoglisi.
Scorpius era seduto su uno dei grandi tavoli, con un piede sulla sedia. Da lì potè notare come la ragazza tendesse a mettere in mostra il suo corpo, muovendolo armoniosamente.
- McC, che vuoi?-
La ragazza gli si avvicinò e si sedette anche lei sul tavolo.
- Non solo ti becchi i soldi, ma pure non segui le lezioni. Chi hai corrotto, Malfoy?-
Scorpius ghignò.
- Dettagli insignificanti, McC- rispose lui, lasciandola a bocca asciutta. Qualche maledizione imperio era bastata, ma era meglio che non si sapesse in giro. Avrebbero potuto espellerlo e spezzargli la bacchetta.
Michelle lo guardò con sguardo complice.
- E se ti dicessi che voglio prendere un libro nella sezione proibita, altrimenti spiattello tutto a tutti?-
Il biondino fece una smorfia.
- Ti direi che non ho le chiavi della sezione proibita, quindi la tua minaccia non mi tocca-
- Cosa?- esclamò la bruna, saltando su, quasi indignata. – E perché mai? Cioè, tu sei praticamente un angioletto, perché non ti hanno dato le chiavi? Per caso non hanno fiducia in te?-
Scorpius sbuffò, e scese dal tavolo.
- Non m’importa. Mi serviva un posto tranquillo dove pensare-
Michelle dietro di lui ridacchiò divertita. Scese dal tavolo e lo abbracciò sensuale sui fianchi.
- Certo… dillo che tra poco ti raggiunge una delle tue amanti…-
Scorpius scosse la testa, e sorrise divertito.
- No, per niente, McC-.
Michelle sbuffò, e gli si parò di fronte.
- Andiamo, Scorpius! Così mi fai cadere le braccia! Tu non sei mica uno di quegli scialbi Grifondoro, che ti comporti così!-
Scorpius la strinse per le braccia, e la guardò per un po’.
- No, le tue braccia stanno a posto. Non ti sono cadute- la prese in giro.
Michelle gonfiò le guance, ma poi scoppiò a ridere.
- Sei uno stupido-
- Buono a sapersi- fece lui, guardando l’orologio. Non voleva che Michelle fosse presente qualora i cugini arrivassero, anche se così facendo avrebbe dato scacco matto a Blaise, che insinuava che fosse strano, proprio perché non amava troppo restare con le ragazze.
Ovviamente, Blaise sapeva perché, ma era tutta la scuola che era meglio che non sapesse, compreso Michelle.
La ragazza bruna si muoveva per la biblioteca, cercando di attirare l’attenzione di Scorpius. E l’aveva. Era un peccato che Scorpius non potesse regalarle le attenzioni che avrebbe voluto regalarle.
Sovrappensiero, non si era accorto che Michelle l’aveva avvicinato ancora, di nuovo pericolosamente. Lo schiacciò contro il tavolo, premendogli il corpo sul suo.
- Non è che stai aspettando qualcuna?-
Scorpius sbattè le palpebre. Le curve morbide della ragazza lo distraevano dalle sue parole. Eppure, non sentiva niente. Dentro di lui c’era il buio più totale. La ragazza era stupenda, e l’attirava anche e soprattutto per il suo modo di fare e di pensare. Era sempre più convinto che fosse Michelle l’unica che avrebbe potuto spezzare il suo digiuno, ma aveva paura di farle del male.
- No- rispose lui, tranquillo.
- Non me la conti giusta-. Michelle si allontanò un po’ da lui, sospirò e si lasciò cadere sulla sedia accanto a lui. Scorpius non potè fare a meno di pensare che lei non riuscisse a stare ferma in un solo posto.
- So benissimo che ti piacciono le ragazze, eppure non ne hai mai presa nessuna nel tuo letto. Nonostante questo, dicono che sei stupendo a letto. Ma cosa c’è dietro? Cosa nascondi?-
Michelle era terribilmente seria, quando gli scoccò un’occhiata curiosa e fredda, calcolatrice.
A salvarlo furono proprio Blaise e Bella, che entrarono in biblioteca senza neanche bussare.
- Oh, non sapevo che avessi visite, cugino. Se vuoi ci vediamo più tardi- fece con un ghignetto tipico dei Malfoy sul volto. Bella si nascondeva quasi dietro il corpo del fratello, come se avesse paura di qualcosa. Sbucò fuori solo per salutare il cugino e la ragazza che gli faceva compagnia.
La Serpeverde si alzò e raggiunse Blaise, con fare spavaldo.
- Se vuoi accomodarti, lo lascio tutto a te- disse scherzosa, facendole l’occhiolino. Senza aspettare una risposta, lo sorpassò, salutò con un cenno del capo Bella, che ricambiò il saluto con un sorriso, e raggiunse la porta della biblioteca. Si voltò indietro e si rivolse a Scorpius. – Quando hai finito, vorrei che continuassimo la nostra discussione-. Gli fece l’occhiolino e scomparve dietro la porta.
Blaise alzò un sopracciglio.
- Quella te la sta sbattendo in faccia…- constatò.
- Già- rispose Scorpius con un sospirò, e poggiò la testa sullo schienale della poltrona.
Bella si sedette sulla sedia di fronte a quella di Scorpius. Il cugino si riprese, e si sedette composto. Blaise incombeva sui due, curioso di sapere come si sarebbe svolta la discussione.
La Grifondoro e il cugino Serpeverde si scambiarono uno sguardo intenso.
- Bene, e ora raccontaci tutto. Voglio sapere esattamente come si sono svolte le cose. Se deve cadere qualche testa, facciamo cadere quella giusta-, affermò Scorpius.



~ Rupi
Spazio riservato all'autrice: Questo capitolo è giunto come un'ispirazione, si legge già una certa tensione (o almeno questo ho cercato di trasmettere), come un altro capitolo di transito. Credo che ogni capitolo ormai sarà di transito per la fine, dove finalmente si capirà tutto.
Grazie per le recensioni.
Baci.
  
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