Capitolo
IV
1/3/1999
Hermione
si massaggiò lentamente le
tempie ad occhi chiusi; avrebbe davvero voluto prendere una pozione per
il mal
di testa, ma sapeva fin troppo bene che le dava una tremenda
sonnolenza, e lei
non poteva proprio permettersi di perdere metà pomeriggio a
dormire. Quando
riaprì gli occhi, vide che Draco la stava fissando.
“Mal
di testa.” disse la ragazza
cercando di tornare a studiare.
“L’avevo
intuito.”
Hermione
provò a concentrarsi sullo
studio, ma sembrava che le parole volessero fuggire il suo sguardo;
tutto era
confuso e doloroso. Chiuse il libro con un tonfo.
“Oggi
è il compleanno di Ron.” disse
infine velocemente.
“Avevi
paura che mi dimenticassi di
fargli gli auguri?”
“Da
quando abbiamo iniziato
Hogwarts abbiamo sempre festeggiato insieme i nostri compleanno, ed ora
improvvisamente io sono qui da sola, e lui è lontano
chissà quante miglia! –
disse torturando una manica del maglione. – Be’, a
dire il vero il primo anno
non abbiamo festeggiato il mio compleanno, dato che non eravamo ancora
amici,
quindi diciamo che non conta. E nemmeno quest’anno, a dirla
tutta.” aggiunse
poi per amore della precisione.
“C’è
stato un momento in cui non
eravate amici? Credo che la Skeeter potrebbe essere interessata a
questo
scoop!”
“Due
mesi. Siamo diventati amici il
31 ottobre del primo anno.”
“Sai
anche l’orario, per caso?”
scherzò Draco continuando a leggere i propri appunti.
“Be’,
sicuramente dopo cena. –
rispose Hermione. Il ragazzo sollevò lo sguardo. –
Ti ricordi quel troll che
era riuscito ad entrare a scuola? Ecco.”
“Ah,
sapevo che quella storia che
girava su di voi era vera! Se io avessi fatto una cosa del genere
Silente mi
avrebbe mandato a casa immediatamente…”
“Non
era questo quello di cui
volevo parlare, comunque. Il fatto è che-“
“Quand’è
il tuo compleanno?”
“Il
mio? Oh, il 19 settembre.” rispose
Hermione, imbarazzata senza sapere bene il perché.
“Mi
sa che sei la più vecchia del
nostro anno.”
“Preferisco
più grande, grazie. E
comunque Justin Finch-Fletchley è nato il 3 settembre,
quindi è lui il più
vecchio. – precisò la ragazza. –
E’ così strano che Ron non sia qui,
oggi…
Immagino che stia festeggiando con la sua famiglia. E Harry. Manco solo
io.”
“No.
Sono loro a mancare da
Hogwarts. – disse semplicemente Draco. – Tu
sei… esattamente dove dovresti
essere.” Hermione smise di stropicciare la manica del
maglione ed annuì
lentamente.
“Sì.
Così suona meglio. – disse con
un sorriso. – Quand’è il tuo
compleanno?”
“Il…
il 5 giugno.”
“Non
è ancora passato. Potrai
festeggiarlo qui.”
“Immagino
che… sì. Sì, potrò
festeggiarlo qui.” disse Draco stringendosi nelle spalle. Si
guardarono l’un
l’altro; Hermione distolse lo sguardo dopo qualche secondo,
tossicchiando.
Draco raccolse velocemente la propria roba ed infilò tutto
nella borsa,
alzandosi.
“Credo
che andrò a scrivere un
biglietto d’auguri a Weasley, dopotutto. ‘Ehi,
prova a chiedere come regalo di
compleanno dei M.A.G.O.’, o qualcosa del genere. Sono sicura
che apprezzerà.” disse
avvicinandosi alla porta.
“Non
dimenticarti di firmarlo, eh;
vorrà sapere chi gli manda un biglietto così
originale. – disse Hermione
riaprendo il libro. Draco sorrise e la salutò con un cenno
della mano. Era già
nel corridoio, quando lei aggiunse – Il mal di testa
è un po’ passato.”
“Prego.”
rispose Draco. Le fece un
altro cenno e se ne andò.
***
4/3/1999
Draco
chiuse il libro e lo lanciò
per terra, lontano da lui. Frugò nervosamente nella borsa,
facendo uscire
diverse pergamene, ed infine tirò fuori il nuovo numero di
Quidditch Plus.
“Problemi
con Incantesimi?” gli
chiese Hermione abbassando il libro.
“No.”
rispose lui alzando le
spalle.
La
ragazza tamburellò le dite sulla
copertina del libro, poi si avvicinò un po’ a
Draco.
“Se
vuoi… se vuoi possiamo studiare
ins- ecco, in due. – disse spostando il proprio libro verso
di lui. – Ecco,
sai, invece di studiare le stesse cose per conto nostro.”
“Il
fatto è che io non ho voglia di
studiare! – sbuffò Draco. – Siamo al
settimo anno, mi sono scocciato di questi
stupidi compiti in classe; Incantesimi non dovrebbe essere una materia
pratica?”
“Vitious
fa una sola verifica
scritta a trimestre.”
“Be’,
una di troppo, per me.”
“Qual
è la tua materia preferita?”
chiese improvvisamente Hermione. Il ragazzo la guardò
stranito.
“La
mia materia preferita?”
“Dovrai
pur averne una.”
“Non
ci ho mai pensato…”
“Allora
qual è la materia che segui
con più interesse? Nel tempo libero dovrai pur fare
qualcosa; ha a che vedere
con qualche materia? – Draco spostò lo sguardo
sulla rivista che aveva in mano.
– No, il Quidditch non conta.”
“Allora
non saprei…”
“Cosa
ti piacerebbe fare una volta
finita la scuola?” lo incalzò Hermione.
“Oh,
fino ad un paio d’anni fa non
mi ero mai posto il problema: mi sarei semplicemente aggirato per il
Ministero
brandendo un bastone e dando ordini, come mio padre. Adesso…
adesso non so
proprio cosa ne sarà di me.” rispose pensieroso.
“I
tuoi genitori cosa dicono?”
“Niente.
Niente di che.”
“Non
ti hanno dato qualche
consiglio?”
“Temo
che i consigli di mio padre
non siano più praticabili.” disse Draco con un
sorriso.
“Ma
avranno qualcosa da di-“
“Non
dovevamo studiare?”
“Oh.
Certo, certo. – disse Hermione
sistemando i capelli con imbarazzo. – Io non… non
volevo… prendi il tuo libro
così possiamo iniziare.”
Draco
si alzò per prendere il
libro, dandole le spalle. Lo sguardo di Hermione cadde sulle pergamene
sparpagliate per terra, vicino alla borsa del ragazzo; c’era
un foglio che le
sembrava stranamente familiare. Si avvicinò un
po’: il foglio non era piegato
bene, e la ragazza riconobbe all’istante la scrittura di Ron.
Con
uno scatto prese il foglio e lo
infilò velocemente nella borsa di Draco; quando lui si
voltò, spolverando il
libro con una mano, lei era già nella posizione iniziale, il
libro aperto e lo
sguardo assorto in un paragrafo particolarmente difficile.
Il
ragazzo si sedette di fianco a
lei e sbirciò la pagina cui era arrivata; aprì il
libro.
“Allora
cominciamo?”
“Certo.”
***
10/3/1999
“Allora,
com’è andato il compito
d’Incantesimi?” chiese Hermione posando la propria
borsa.
“Oh,
molto bene; ho preso Oltre Ogni
Previsione.” rispose Draco soddisfatto.
“Ah.”
la ragazza sembrava delusa.
“E’
il voto più alto che ho preso
nello scritto d’Incantesimi dal secondo anno.”
“Ah,
allora è un bel voto. – disse
sedendosi di fianco a lui. – Dici che potremmo…
studiare ancora in due?”
“Intendi
insieme?”
“Ins…
insieme. Sì, certo, era
quello che intendevo.” rispose velocemente Hermione.
“Dopodomani
c’è il compito di
Erbologia. – disse Draco prendendo il libro. – A
dire il vero non ho seguito
con molta attenzione le ultime lezioni…”
“Ti
offenderesti se ti dicessi che
anche Ron e Harry mi dicevano sempre la stessa, identica
cosa?”
“Sì.”
Hermione
rise. “Allora fai finta
che non abbia detto niente. Cominciamo?”
***
15/3/1999
Hermione
arrivò nella stanza con il
fiato corto.
“Non
c’era bisogno di correre.” disse
Draco. La ragazza inspirò ed espirò
profondamente, sedendosi di fianco a lui.
“Sono
venuta appena ho potuto. Oggi
hai saltato il compito di Aritmanzia!” gli disse non appena
riacquistò una
respirazione normale.
“Ho
saltato tutte le lezioni.” le
fece notare Draco.
“Lo
so, ma potevi almeno
presentarti per il compito! Puoi chiedere alla professoressa di fartelo
recuperare fuori dall’orario scolastico, comunque. Una volta
io sono stata male
il giorno del compito, e me l’ha fatto fare.”
“E
perché dovrei farlo?”
“Perché
altrimenti te lo farebbe
recuperare durante l’orario normale, e perderesti una
lezione! – Hermione
sembrava incredula; Draco fece un breve sorriso. – Ho letto
la Gazzetta di
oggi.” aggiunse in un sussurro.
“Come
tutti, d’altronde.”
“Ma
è una buona notizia, no?
Nessuno dei tuoi genitori andrà ad Azkaban, sono risultati
innocenti!”
“Per
quanto possano risultare
innocenti un uomo con il Marchio Nero sul braccio ed una donna che ha
ospitato
Voldemort ed i suoi più cari amici nella propria
casa.”
“Tua
madre ha salvato Harry. E lui
ha testimoniato a favore dei tuoi genitori.”
“E’
sempre stato il mio sogno
essere preso sotto l’ala protettrice di Potter!”
disse Draco con una risata.
“Avresti
preferito che i tuoi
andassero… ad Azkaban?”
“I
genitori di molti dei miei
compagni sono lì. Oppure sottoterra. Ma i miei hanno
cambiato fazione troppo
tardi per poter essere accolti a braccia aperte sul carro dei
vincitori. Quale
può essere il destino del figlio di due persone del
genere?” rispose Draco
lentamente.
“Tua
madre ha salvato Harry. –
ripeté Hermione decisa. – E quando siamo stati
presi dai Ghermidori, tu non ci
hai traditi. Ho visto i tuoi genitori, e ho visto Bellatrix Lestrange:
erano
diversi. Sono diversi.”
“Cosa
vuoi dire?”
“Non
sono mai stata una grande
sostenitrice dei Malfoy, lo sai, -
iniziò la ragazza con un sorrisetto – ma credo che
ci fossero Mangiamorte e
Mangiamorte. Credo che tuo padre avesse capito, verso la fine, quando
questa
guerra fosse senza senso.”
“Probabilmente
aveva solo capito di
essere dalla parte dei perdenti. Aveva paura di morire.”
“Perché
non parli mai di loro?” gli
chiese Hermione piano.
“Non
mi piace parlare.”
“E
non ti piacciono neanche loro? –
Draco strinse i pugni. – Apri le mani. E parlami di loro. Non
dei signori
Malfoy, e nemmeno dei Mangiamorte; dei tuoi genitori.”
“Mia
madre non è una Mangiamorte.”
“E
allora parlami di lei. Narcissa?
- Draco annuì. – C’era una sua foto sul
giornale. E’ molto bella.”
“Lo
so.”
“Teneva
per mano tuo padre, mentre
uscivano dal Tribunale. Non ha guardato i giornalisti nemmeno una
volta;
guardava sempre dritto davanti a sé.”
“Si
amano molto. E lei… credo che
lei sia più forte, fra noi tre.” disse Draco
aprendo lentamente le mani.
“E’ completamente diversa da Bellatrix.”
“Per
fortuna!”
“Lei
era folle.” Hermione
rabbrividì, portandosi una mano al collo.
“Non
mi piaceva, quando era a casa
nostra. E non mi piaceva quello che faceva. – disse Draco con
un cenno della
testa verso di lei. – Era più facile, pensare
semplicemente di essere nato
superiore. Pensare di avere un qualche diritto di nascita che nessuno
mi
avrebbe mai portato via. Più facile che guardarli mentre
torturavano ed
uccidevano delle persone.”
“Non
hai mai fatto nulla per
fermarli.”
“Il
coraggio è una prerogativa dei
Grifondoro.”
“Avevi…
paura?”
“Così
suona peggio. Non lo
ammetterò mai. – disse Draco scuotendo la testa.
Hermione sorrise. – Io… io non
so più che farmene del mio sangue puro.”
“Puoi
farci quello che ci fanno i
Mezzosangue: assolutamente niente. – rispose la ragazza
scrollando le spalle. –
Io sono fiera del mio sangue, perché mi lega ai miei
genitori.”
“Non
credo di essere molto fiero
dei miei genitori, ora come ora.”
“Avranno
pur fatto qualcosa di
buono nella loro vita.”
“Detto
da te sembra una
barzelletta. – entrambi risero. Draco sentì dei
muscoli che si rilassavano;
muscoli in tensione da quella mattina, da quando aveva visto la
Gazzetta ed
aveva sentito gli insulti dei suoi compagni. – Be’,
quand’ero piccolo mia madre
trasfigurava i fiori in caramelle per me. E mio padre mi raccontava
sempre una
storia, quando mi metteva a letto.”
“E’
un inizio, no?”
Ancora
grazie ad Alvigi e
Bambolinazzurra per le loro recensioni, come sempre spero che ogni
capitolo vi
piaccia! :) Questa volta è Draco ad aprirsi un po’
con Hermione… lentamente –
mooolto lentamente – le cose stanno cambiando. Ah, vorrei specificare che i vari compleanni sono quelli canon, riportati sull'HP Lexicon, che io adoro perchè mi ha chiarito un sacco di dubbi e risponde praticamente ad ogni curiosità.
Ho
già il capitolo pronto per
settimana prossima, poi temo che gli aggiornamenti saranno un
po’ meno
regolari; al mattino studio, al pomeriggio lavoro, e la sera cerco
disperatamente la forza di volontà per studiare ancora senza
tentare il
suicidio, quindi il tempo per scrivere è davvero
poco… anche se la storia nella
mia testa è già finita, per fortuna.
A
presto,
Contessa