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Autore: bambolinazzurra    01/12/2011    3 recensioni
La famiglia Weasley, il fiore all'occhiello della saga di mamma Rowling... dal mio punto di vista. Ho cercato di catturare qualche stralcio di vita quotidiana della famiglia fulva, cercando di rispettare l'indole e le passioni dei personaggi. è una raccolta di flash fic e, occasionalmente, one shot. I capitoli saranno nove, uno per ogni membro della famiglia, in ordine sparso. Se vi ho incuriositi passate a dare un'occhiata! ;)
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cari amici lettori, questo capitolo è dedicato interamente a dierrevi, che mi ha lanciato la sfida di scrivere qualcosa su zia Muriel. Inizio col dire che questo pers…

- Sta’ zitta e lascia parlare chi di dovere, ragazzina! Non mi conosci affatto, come nessun altro dei tuoi amichetti Babbani! Sarò io stessa a parlare di me, al diavolo la tua sfida.
Or dunque, suppongo che potrei anche dirvi qualcosina dal mio punto di vista, giusto per darvi un po’ l’idea di chi io sia veramente. Temo che molti di voi abbiano l’erronea impressione che io sia una vecchia bisbetica, cinica e senza cuore. Sarò anche anziana e bisbetica, ma sono così solo perché quella famiglia, o meglio, quella parte della famiglia Weasley mi fa diventare pazza.
Altro che nobili e coraggiosi eroi, puri di cuore e sprezzanti del pericolo. Sono solo dei poveri pazzi.
Avrò anche dei legami di parentela con loro, ma vorrei tanto rinnegarli, a volte.
Lasciatemi solo parlare del matrimonio di William, così avrete un esempio della follia che li domina.
Oh, William va più che bene come pronipote: è un ragazzo assennato, nonostante sia uno Spezzaincantesimi, anche affascinante, ma soprattutto rispettoso.
Ma i suoi fratelli…
Iniziamo da Charles: l’ho incrociato il giorno del matrimonio mentre salivo a portare personalmente la tiara alla sposa di William. Quando mi ha vista mi ha abbracciata talmente forte che ho sentito scrocchiare tutta la schiena. Parola mia, quel ragazzo non riesce a controllare la sua forza.
“Fai piano quando mi abbracci, Charles, ho centosette anni, dopotutto” l’ho ammonito.
“Ma zia, non credo di averti mai vista tanto bella come oggi! E poi sono un ragazzo affettuoso, lo sai!” mi ha detto con una faccia da schiaffi. Come se non sapessi che mi stava prendendo in giro!
“Non sei più un bambino. Dovresti pensare di accasarti con una brava ragazza anche tu” gli ho fatto presente.
Era un’osservazione ragionevole, no? Eppure lui mi ha riso in faccia e si è allontanato senza rispondere, né tanto meno ringraziarmi per il consiglio. Sapevo che a forza di stare in mezzo a quei lucertoloni sarebbe diventato un selvaggio.
Su Percy non c’è molto da dire, solo che è stato abbastanza furbo da non presentarsi a quel manicomio che hanno avuto l’ardire di chiamare matrimonio. Ma se non altro lui è educato. Forse troppo. È un qualunquista ambizioso e ci sono poche combinazioni peggiori di questa. È uno schiavo del suo lavoro da quando ha iniziato a pensare.
Salendo le scale ho incontrato uno dei gemelli. Ovviamente non ho mai imparato a distinguere quei piccoli manigoldi, sembrano essere stati fatti con la Maledizione Gemino.
Ancora un po’ contrariata dall’incontro con Charles, ho esclamato, confusa:
“E tu quale saresti dei due?!”
Mi ha guardata con un sorriso sadico.
“L’altro” ha risposto.
“Fred?” ho azzardato.
“L’altro”
“Quindi George?”
“L’altro”
“Non dire sciocchezze, siete solo in due ad essere gemelli!”
Ma per qualche strana ragione non me ne sentivo più tanto sicura.
“Sono semplicemente l’altro” ha ridacchiato il gemello.
Ho soffocato uno sbuffo d’impazienza che ben poco si addice ad una signora perbene come me.
“Be’, Altro, hai le orecchie asimmetriche” e me ne sono andata prima di farmi sfuggire una risata compromettente: mi sono accorta che ha perso un orecchio, non sono mica così rimbambita! Avreste dovuto vedere la sua faccia! Ben gli sta, piccolo impertinente!
Ho proseguito per la mia strada. Poi ho urtato l’altro gemello; sperando in una risposta che mi avrebbe dato ulteriore soddisfazione, gli ho chiesto:
“Chi sei dei due?”
L’altro” ha risposto senza batter ciglio.
Mi sono sentita girare la testa e l’ho spinto via borbottando:
“È proprio vero, allora, che avete un cervello in due, l’ho sempre sospettato”.
Non ho perso molto tempo con la sposa, ero già troppo stordita per fare granchè caso alla sua parlata dall’accento marcatamente francese. Non mi è sembrata molto sveglia, ma suppongo di dovermi fidare del giudizio di William.
Poi sono uscita e ho visto qualcuno di altissimo coi capelli rossi. Da quando la ragazzina era così alta? Ma no, per fortuna mi sono accorta che era Ronald. Lui è terrorizzato da me, oh sì, è quasi divertente. Ma dov’erano i suoi amici? Sapevo che sarebbero stati presenti. Oh, sì, ho già salutato la figlia dei Babbani. Poi Ronald mi ha detto che Harry Potter non sarebbe venuto.
“Allora non è stupido come sembra, dopotutto.” Ops, quello l’avevo detto a voce alta invece di pensarlo.
Ah, la vecchiaia!
Ronald mi ha farfugliato qualcosa, sudando come un maiale ed è fuggito via. Smidollato.
Mi sono seduta, finalmente, le gambe mi facevano un male incredibile. Non sono più resistente come una volta, sapete?
Finalmente si sono fatti vivi mia nipote e il marito. Sembravano proprio contenti, quel giorno. Almeno Arthur non stava parlando di diavolerie babbane come al solito.
Poi è entrato lui, il mio William, seguito da quel primitivo di suo fratello. Che peccato, William era tutto sfigurato, proprio il giorno del suo matrimonio. Mi sarei quasi commossa, se non avessi notato qualcos’altro.
“… devo dire che il vestito di Ginevra è troppo scollato. E quel colore, poi! Sembra una decorazione da albero di Natale!”
Ginevra mi ha sicuramente sentita, avevo parlato a voce alta apposta, ma si è limitata ad ignorarmi e a fare l’occhiolino a quel Barry (o come diavolo si chiama). Crescere con una folla di maschi, tutti sostanzialmente pazzi, non ha fatto bene a quella bambina: si crede una di loro.
Insomma, tutto questo per dire che la pazzia in questa famiglia ha preso il sopravvento su tutto il resto e tutti loro sembrano solo pedine, che si comportano così perché la mano di un essere superiore gioca con loro come con dei burattini. E per questo io non spenderò più una sola parola su di loro, né su di me, mi sono innervosita abbastanza!

E mentre la vecchia zit… ehm! la cara zia Muriel se ne va via (finalmente) continuando a brontolare, io ringrazio e faccio i complimenti a coloro che sono riusciti ad arrivare fin qui.
Vi do appuntamento alla prossima piccola storia di irreversibile Weasleyfollia, che sarà l’ultima e parlerà, ovviamente, di Molly. ^^
  
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