Serie TV > Gossip Girl
Segui la storia  |       
Autore: moll    01/12/2011    1 recensioni
L'amore non arriva mai quando lo cerchi. Arriva sempre in ritardo, a volte gioca d'anticipo. L'amore rende cechi, ti priva di tutti i sensi, non sai dove andrai a sbattere o se attraverserai la strada senza pericoli. L'amore rende deboli, e io lo sono solo con te. Ora spezzami il cuore se vuoi, sò che lo farai, ma non dirmi che non provi lo stesso con me. Tu mi ami, talmene tanto che niente potrà mai portari via da me, e se questo non fosse vero, non staresti stringendo la mia mano così forte da non lasciarmi andare.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buongiorno Upper East Siders, sono gossip girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose dell'élite di Manhattan.
 Dopo la tormenta si preannuncia una giornata di sole qui nell'Upper East Side, e magari alla luce del sole verrà fuori qualche segreto nascosto, vero B? E si, sembra proprio che alla nostra principessa manchi qualcosa...dov'è il suo principe?
Mi guardai intorno, la mia camera non mi sembrava più la stessa quel giorno. Vidi i primi deboli raggi di sole attraversare una fessura tra le mie tende ed illuminare flebilmente il mio corpo coperto solo da una leggera vestaglia di seta nera. Non avevo dormito quella notte, come la notte prima e quella precedente ancora. Controllai il cellulare che era poggiato sulle lenzuola sgualcite e vidi le milionesima chiamata persa di Louis. Erano 3 giorni che conitnuava a chiamarmi e lasciarmi messaggi in segreteria. Diceva che mi amava, che non sapesse cosa gli fosse preso quella sera per dire certe falsità, che il suo posto era lì vicino a me etc...Anche se fosse stato vero, non avrei voluto sentirlo, riattaccavo ogni volta sperando che quella fosse l'ultima. Ero cattiva, mi sentivo una persona orrenda ma non sapevo cos'altro fare. Louis poteva amarmi quanto voleva, ero io che non l'avrei mai amato abbastanza e mi sentivo in colpa per questo, mi stava divorando lentamente ed ogni giorno che passava era sempre peggio. Mi voltai sul letto a pancia in sù guardando il soffitto, la luce sul mio viso pallido. Guardai nuovamente lo schermo del telefono, niente. Non avevo avuto più notizie di Chuck da quella sera. Così neanche Gossip Girl, era scomparso. Serena mi aveva detto che aveva intenzione di partire, forse l'aveva fatto. Serena era l'unica persona che avevo visto in tre giorni, oltre ovviamente a Dorota che ogni tanto si affacciava per accettarsi che fossi ancora viva. Avevo solo la mia migliore amica adesso, avevo lasciato il mio principe azzurro, fatto fuggire il diavolo e avevo perso la cosa più bella che potessi avere. Ma non poteva finire così. Dovevo rialzarmi, ricordarmi come si camminava e così ricominciare a correre, ero Blair Waldorf, e niente e nessuno poteva portarmi via chi ero. Scattai in piedi e andai a controllare se la bionda era nella sua camera. Fortunatamente la trovai lì, che dormiva in una delle posizioni più strane che avessi mai visto. Ad un certo punto mi accorsi del rumore della doccia.
"Serena, Serena, chi c'è nel bagno?" ma niente, la mia amica era andata, completamente inerme. Ad unt ratto vidi uscire Nate, ancora mezzo addormentato con un asciugamano intorno alla vita. Appena mi vide mi fece un cenno con la mano un pò stupito.
"Blair, che ci fai qui?". Mi risposi alla domanda del perchè l'avevo lasciato.
"Ci abito, tu cosa ci fai qui piuttosto". Stava per rispondermi quando gli feci gesto che non volevo sapere nient'altro. Andai verso Serena e le saltai addosso.
"mmmm...Nate è presto"
"Svegliati S abbiamo del lavoro da sbrigare"
Si svegliò di scatto e mi guardò come se fossi una sorpresa anche per lei.
"Blair, ma cosa ci fai qui?". Perfetti, l'uno per l'altra. La guardai esasperata.
"Visto che nessuno pare abbia ancora notato che sono appena uscita dalla MIA camera dopo tre giorni e sono VESTITA, ragazzi sono qui e sono pronta per uscire, mi accontentate o devo chiederlo al portiere?". Serena fece uno sguardo stupito "Blair! Hai ragione non ci avevo fatto caso! Dammi 5 minuti e sono pronta" così dicendo si alzò dal letto al volo e cominciò a frugare nell'armadio, intanto Nate era rimasto lì impalato nel mezzo della stanza senza un obbiettivo fisso in mente, così decisi di dargli una mano. "Archibald, pensi di vestirti e venire con noi o di rimanere qui a fare comunella con Dorota?". Gli occhi del ragazzo si risvegliarono come da un lungo sonno e tornò in bagno a vestirsi. Allungata sul letto iniziai a rotolarmi, guardai il sole risplendere sui palazzi nobiliari e mi resi conto che forse c'era ancora una speranza per me."
Ad un tratto sentii un cellulare squillare, lo cercai in mezzo alle coperte e lo trovai, era di Nate. "Nate il cell..." lessi il numero sullo schermo, Chuck Bass. Risposi senza pensarci.
"Chuck". Silenzio.
"Blair...ma cosa...passami Nate"
"Nate è in bagno, come stai Chuck?"
"Cosa ci fa Archibald nel tuo bagno?"
"Lascia stare, sembra che Serena abbia capito di non poter trovare un'altra persona così simile a lei" ripresi fiato. "Che fine hai fatto Bass? Nessuno ha più tue notizie da..."
"Sono molto impegnato". Il suo tono era freddo, distaccato. Non voleva dirmi la verità. Mi sedetti sul letto.
"Perchè fai così, non ti ho più sentito non so dove sei cosa fai!"
"Perchè dovrebbe importarti Waldorf, non devo dirti per forza ogni singolo dettaglio della mia vita". Mi stava ferendo. Perchè si comportava così adesso?
"Dimmi almeno quando torni"
"Devo andare Blair". Richiuse. Rimasi lì, immobile a fissare il vuoto, il cellulare ancora fra le mani. Serena sbucò dalla cabina armadio già vestita e così anche Nate dal bagno, non ricordavo neanche perchè fossero lì.
"Blair cos'hai?". Conitnuai a fissare il vuoto. No, non dovevo rovinare la giornata, la mia giornata.
"Ho visto un paio di manolo blahnik e delle louboutin perfette, che ne dici di darci una mossa prima che arrivi qualcuna dell'Upper West Side che non sa distinguere il rosso dal giallo e se le compri?". La vidi sorridere, l'avevo convinta. Nate provò a fuggire più volte lungo la strada ma riuscimmo sempre a riacciuffarlo.
"Che ne dici di questo Chanel con le Jimmy Choo che ho comprato prima?" http://fashionandbeauty.cafeversatil.com/wp-content/uploads/2009/05/chanel57.jpg
Vidi Serena incantevole e notai l'espressione di Nate farsi più interessata.
"Non bisogna neanche pensare di lasciarlo al negozio" le dissi sorridendo.
Ad un tratto mi fermai davanti ad una vetrina ed entrai. Provai il vestito che avevo visto. http://andrewinfryeeventsblog.com/wp-content/uploads/2010/12/krikor-jabotian-2010-haute-couture-dresses1.jpg
Uscita dal camerino e vidi Serena e Nate guardarmi come se fosse la prima volta.
"Sei bellissima" esultò lei.
"Direi che non bisogna neanche pensare di lasciarlo qui in negozio" disse Nate ironicamente, ma notavo con piacere il complimento che mi stava facendo solo guardandomi. Sorrisi e pagai velocemente.
Notai che mi era mancato stare con i miei amici, una giornata normale, per una volta. Stavamo per svoltare l'angolo della 5th Avenue quando Nate, tornato dopo essersi allontanato per cinque minuti ci fermò.
"Io adesso devo andare, Chuck ha bisogno di me per la festa di inaugurazione del Soho"
"Chuck non era partito?" lo bloccai io.
"No, è stato solo molto impegnato per il locale ultimamente, voleva ricreare l'atmosfera del Victrola ma in un edificio più ampio e più lussuoso". Perchè non me lo aveva detto? Perchè mentirmi? Vidi Nate allontanarsi per fermare un taxi, uno si fermò e dopo aver dato un bacio a Serena ci salutò.
"A stasera, siete invitate ovviamente."
Io e Serena ci guardammo, cercai di nascondere quello strano entusiasmo che si era acceso improvvisamente in me di andare a quella festa, non aveva senso e non era del tutto appropriato alla situazione. Tornammo a casa, del resto ci erano rimaste solo 3 ore per prepararci.

Chuck's POV
"Si dice che una donna che danza affascini gli uomini da secoli, in questo campo, è lei la vera protagonista, la mistress. Si dia il caso che un certo Chuck Bass ne sappia qualcosa. Chi sarà la tua mistress stasera C?"
Era tutto pronto. Il locale era perfetto, nessun errore nelle prove, le ballerine erano pronte ad intrattenere per tutta la notte.
"Ehy amico, è fantastico!". Nate arrivò dandomi una pacca sulla spalla per salutarmi. Ci guardammo intorno.
"Che ne dici di un drink per festeggiare prima che la vera festa inizi?" proposi.
"Andiamo". Ci sedemmo sugli alti sgabelli in pelle nera disposti intorno al bancone ed ordinammo due scotch all'avvenente barista dai capelli corvini. Nate alzò il bicchiere.
"Al Soho amico"
"Al tuo ritorno con Serena, inoltre". Lo vidi sorridere, ero felice che fosse finalmente riuscito a dirle ciò che provava.
"Grazie." Abbassò un attimo lo sguardo, poi tornò a guardarmi seriamente.
"Hai sentito Blair?" mi chiese d'un tratto.
"No, non la sento da giorni ormai." non gli dissi di quella mattina, non ne valeva la pena. Avevo così paura di sentirla che le avevo detto di essere partito. Cosa mi era preso? Paura, Chuck Bass? E di cosa soprattutto? Da quando tre sere prima era venuta nel mio appartamento avevo le idee confuse. Amici. Chuck Bass e Blair Waldorf non potevano essere amici. Ci avevamo provato, ed il risultato era stato "disastroso". Sorrisi al ricordo. Ora non potevo permettermi di fare qualche altro sbaglio, un passo falso e avrei perso Blair del tutto, ed ero sicuro che sentirla o vederla mi avrebbe portato a dire cose che avrebbero potuto compromettere la nostra "amicizia". Era troppo tardi ormai per dirle che la amavo, se l'avessi fatto si sarebbe irrimediabilmente allontanata da me per evitare spiacvoli inconvenienti col suo adorato principe. Buttai giù l'ultimo goccio nel bicchiere e ne ordinai un altro.
"Oggi mi hanno costretto a fare shopping con loro le due bestie", disse Nate scherzosamente notando la mia totale assenza. "Erano bellissime, alla fine sembra che Blair stia iniziando a riprendersi, sai, dopo il bambino, dopo la storia con Louis..." Mi bloccai sentendo pronunciare la parola "bambino", mi scrollari subito quel pensiero di dosso. Poi ragionai.
"Aspetta, che storia?" bloccai Nate.
"Non hai letto Gossip Girl? Blair ha lasciato Louis, ma per lui non sembra ancora finita. Non smette di chiamarla, il cellulare squilla in continuazione e.."
"Aspetta aspetta aspetta, come? Perchè mai Blair dovrebbe lasciare Louis?" ero sconvolto. Anche se quella doveva essere la notizia più bella che potessi ricevere rimasi lì, seduto a fissare Nate con un'espressione vuota.
"Chuck, svegliati" mi disse il mio amico. "Per te. Lei ti ama ancora, ti ha sempre amato Chuck e sempre ti amerà. Quindi perfavore, datti una mossa".
"Nate, non posso". Non potevo farla soffrire di nuovo, l'avevo vista, era felice con lui, senza pensieri. La Blair che amavo. Capii di cosa avevo paura in realtà, avevo paura del fatto che se mai fosse tornata da me, non sarei riuscito a renderla felice come volevo.
"Si che puoi! Chuck, ascolta. La gente sta arrivando e tra poco ci sarà anche lei."
"Come lei?" Sembrò non sentirmi.
"Tu, Chuck, tu sei la persona che può starle accanto. Io so che la ami più di quanto l'abbiamo amata io e Louis insieme. So che lei ti rende felice, e lo stesso vale per te. Vi abbiamo osservati tutti in questi anni. If u can't, no one else can. And when a free man, one day, will take her even if he won't be hers kind of man, you'll be very sorry. Trust me, i'm blonde, not a total idiot."
Sorrisi e ci avviammo verso il centro del locale che si stava popolando, strass e brillantini ovunque, il suono dei tacchi a spillo sul pavimento. Le danzatrici di burlesque avevano iniziato il loro spettacolo, altre ragazze coi bustini stretti e piume sui capelli servivano bevande ghiacciate ai tavoli ormai pieni. Ricordai quella notte. La prima notte veramente importante della mia vita. Con lei. Il suo vestito caderle veloce, le movenze del suo corpo, così sensuali su quel palco, gli sguardi ammirati e pieni di desiderio degli altri. Poi la ricordai così vicina, il suo profumo, la sua pelle calda, le sue labbra morbide, i suoi baci, le sue gambe, ricordai il modo in cui la stringevo forte quella notte, il suo docle ansiamre vicino al mio orecchio, sul mio collo, il suo corpo muoversi ora sopra il mio. Venni disturbato da quei pensieri da una voce familiare.
"Chuck!" esclamò Serena vicino a me "Bellissimo posto, questo batte anche il Victrola.". Le sorrisi, da quando i nostri genitori si erano sposati e dopo la morte di mio padre ci eravamo conosciuti meglio, io e quella che pensavo fosse solo una sciacquetta cocainomane. Avevo scoperto la sua "vera identità". Ci sentivamo sorella e fratello come se lo fossimo stati realmente.
"Come stai Chuck" chiese ad un certo punto.
"Vado avanti." Mentre stava per aprire bocca per controbattere la mia negatività arrivò Nate che le diede un bacio lento e disinvolto.
"Bass." La sentii. Era lei, la voce che stavo cercando da un'ora ormai. Vidi Nate e Serena farsi un segno ed allontanarsi.
"Wladorf", le dissi baciandole la mano. Guardavamo tutti e due il palco.
"Perchè mi hai mentito stamattina al telefono?"
"Perchè non avevo niente da dirti"
"Ti ho chiesto come stavi Chuck, non quante donne ti eri fatto! Evidentemente è troppo anche solo rispondere ad una domanda del genere, dopotutto non sono più la tua ragazza, perchè mai dovrebbe interessarmi come stai!?" disse ironicamente. Finalmente la guardai. Mi ci vollero un paio di secondo in più per elaborare una risposta decente, non avevo scuse per come mi ero comportato.
"Volevo chiamarti Blair, davvero, ma non volevo intromettermi tra te e Louis, non volevo creare altri casini". Dissi quello che si avvicinava di più alla verità.
"Dovresti sapere che ci siamo lasciati, e se non lo sai te lo sto dicendo io ora." Non sapevo cosa dire o fare. Rimasi lì bloccato a guardarla, finchè lei non si spazientì e si allontanò arrabbiata. La rincorsi e alla fine riuscii a riprenderla per un braccio.
"Cosa vuoi Chuck? Cosa vuoi che faccia! Dimmelo, perchè io proprio non lo so!" stava letteralmente urlando "Ho passato l'ultimo anno sperando che tu fossi cambiato, che un giorno saresti stato con me, mi saresti venuto incontro e mi avresti presa per mano", il suo tono si stava facendo sempre più triste, le lacrime iniziarono a calare lentamente. "Che avresti finalmente avuto il coraggio di riprovarci da persone mature! Ho perso tutto Chuck e gurdami, sono qui, davanti a te sperando per l'ultima volta che tu faccia qualcosa". Passarono trenta secondi, prima che lei capisse che non sapevo cosa dire. Si staccò dalla mia presa e uscì dal locale piangendo, io ero rimasto in mezzo alla pista, con l'espressione vuota e il cuore veloce. Capii d'un tratto che la stavo perdendo, questa volta per sempre.
E ora amore, dopo una vita, cosa pensi che ti dica?
Sei l'aurora boreale, sei la luce che squarcia il mio vuoto banale.
Blair's POV
Guardai fuori dalla vetrata, la neve che aveva ricominciato a calare lenta, le luci della mia città. Com'era possibile amare una persona a tal punto di non poter vivere più senza di essa? E soprattutto, quando questa persona non c'è più, come può la vita pretendere che tu possa continuare anche da sola? Non si può vivere di ricordi. Un giorno svaniranno e ne serviranno degli altri. Avevo bisogno di sapere che non era tutto finito, di sentire il suono della sua voce calda, di incrociare i suoi occhi coi miei, di dirgli che ce la potevano fare, insieme. Ma lui sarebbe scappato via. Dopo quattro anni, avevo davanti ancora il Chuck di una volta. Spaventato dai legami, che fuggiva davanti all'amore vero, davanti a me. Chiusi gli occhi, ripensai a tutti i momenti passati insieme. Ricordai la prima volta nella sua limousine, il nostro rincorrerci, la prima volta che mi disse "Ti amo". Riportai a galla tutte le cose belle e brutte passate insieme a lui un'ultima volta prima di chiuderle in un cassetto che non avrei mai più riaperto.
Sentii il suono di alcuni passi dietro di me, non mi ero accorta che qualcuno fosse entrato. Non servì neanche che mi voltassi per capire chi fosse, forse avevo riconosciuto le sue Bottega Veneta sbattere sul pavimento o forse dal suo inconfondibile profumo che aveva riempito la stanza.
"Che vuoi Bass, hai gia detto abbastanza per questa sera" dissi senza voltarmi, non potevo guardarlo, non sarei riuscita a mantenere il tono freddo e distaccato che stavo usando. Notai dal riflesso della vetrata che ora era vicino a me, mi guardava.
"E' proprio per questo che sono qui Blair." lo vidi annaspare. "Non ho detto niente. Mi sono comportato da idiota, ed è questo che sono, un totale idiota."
"Se sei venuto fino a qui per dirmi quello che già sò hai sprecato il tuo tempo". Mi prese una mano e mi costrinse a guardarlo. Le lacrime iniziarono a scorrere lente. "Chuck.."
"Ascolta. Per tutta la vita ho creduto che non ci fosse nessuno, nessuno al mondo o forse nell'intero universo che potesse amarmi per quello che sono. Poi ho incontrato te Blair, e dal primo momento, da quella sera al Victrola, io sapevo già che tu saresti stata tutto per me, ma non riuscivo ad ammetterlo, lottavo con me stesso, mentivo a me stesso. Dicevo che Chuck Bass non conosce l'amore, non era capace di provare un sentimento così forte e intenso. Tu sei stata l'unica che mi ha fatto capire quanto sia bello tornare a casa la sera e trovare qualcuno che ami e che ti ama a sua volta, quanto sia importante avere qualcuno al proprio fianco."
"Puoi avere tutto Chuck, non ti servo io per ottenerlo" dissi singhiozzando. Mi prese il viso tra le mani.
"Ed è qui che sbagli, perchè è proprio di te che ho bisogno." Si avvicinò e mi guardò come se fossi l'unica persona al mondo per lui. Uno sguardo che conoscevo bene, che solo lui sapeva fare.
"Ti amo". Capii che non c'era niente di più giusto in quel momento, che era lì che dovevo essere, con lui.
"Ti amo Chuck" lo abbracciai talmente forte da togliergli il respiro, poi gli presi il volto tra le mani e cominciai a baciare quelle labbra che mi erano tanto mancate, sentii le sue mani stringermi i fianchi, vedevo aprirsi un sorriso ogni volta che mi staccavo da lui. Notai il mio respiro farsi più forte e i suoi baci diventare sempre più desiderosi, più violenti ma pur sempre dolci, mi tolse il vestito che avevo addosso dalla festa, inizò a baciarmi il collo. Gli tolsi la giacca buttandola per terra, sbottonai la sua camicia bianca. Mi buttò sul divano, sentii il calore dei nostri corpi più vicini che mai, il suo respiro farsi sempre più affannoso, il mio ansimare, eravamo solo noi due, nient'altro. Più uniti che mai, ora lui era dentro di me, questo mi provocava brividi di piacere immensi, sentii il suo cuore battere all'unisono col mio. Eravamo noi, e niente ci avrebbe più diviso. Ci addormentammo lì, su quel divano, le sue braccia intorno a me ed io stretta al suo petto, la neve continuava a scendere lenta ed iniziava ad imbiancare le strade, il rumore dei clacson, persone che tornavano a casa ed altre che invece uscivano. New York era popolata di giorno come di notte, non dormiva mai. Ma non importava nulla, diedi un ultima occhiata al di là della grande vetrata e poi mi voltai a guardare lui. La sua espressione era indescrivibile, un misto di gioia e serenità, con gli occhi chiusi, sembrava stesse facendo un bel sogno. Chiusi anche i miei, e sperai che quello stato di felicità che aleggiava nell'aria fosse eterno.
Messaggio di Segreteria telefonica: "Blair, sono Louis. Sappi che sono a New York con la mia famiglia, e non tornerò indietro senza di te"
"Si vive, si ama, si muore, ed ogni volta che ci avviciniamo alla realizzazione della nostra favola c'è ancora qualcosa da risolvere, e si sa, nell'Upper East Side non si può mai stare tranquilli. Sembra che un gentiluomo sia tornato per riprendersi la sua dama. Cara B, alcune cose nella vita non vanno mai come vorresti, you know you love me, xoxo, Gossip Girl"
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Gossip Girl / Vai alla pagina dell'autore: moll