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Autore: Madokachan    01/12/2011    1 recensioni
Quando l’aveva capito si era rivelato però troppo tardi.
Affezionarsi, emozionarsi, non riuscire a fare a meno dell’altra persona e infine innamorarsi. Non era successo subito, ma allo stesso tempo era accaduto tutto così in maniera naturale e spontanea, che a stento si era resa conto di quanto i suoi sentimenti stessero cambiando.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“You can never replace anyone”

… because everyone is made up of such beautiful specific details.

 

Quando l’aveva capito si era rivelato però troppo tardi.
Affezionarsi, emozionarsi, non riuscire a fare a meno dell’altra persona e infine innamorarsi. Non era successo subito, ma allo stesso tempo era accaduto tutto così in maniera naturale e spontanea, che a stento si era resa conto di quanto i suoi sentimenti stessero cambiando.
Ogni giorno si rivelava una piccola sfida per Yui, una battaglia contro se stessa e contro i suoi stessi sentimenti.
Minuta, insicura e silenziosa, non era decisamente il tipo di persona che riusciva ad esprimere i propri sentimenti con facilità, anzi; eppure quando  guardava lei sentiva una stretta al cuore così forte da farle male.
Asuka aveva due anni in più di Yui, era una ragazza sveglia ed energica, di quelle che non si stancano mai della vita, tantomeno delle situazioni che le si presentavano e le affrontava sempre a testa alta, nel bene o nel male.
Se Yui avesse dovuto dire Cosa le piaceva di Asuka, probabilmente avrebbe tentennato. Lei non era mai stato il tipo di persona che considerava fondamentale l’aspetto fisico e poi si sa, quando si parla della persona che ti piace la vedi splendida sotto qualsiasi punto di vista; Yui amava l’intraprendenza di Asuka, il suo sorriso, la sua voglia di vivere, la sua dolcezza.
Durante la scuola elementare, gli anni delle medie e persino alle scuole superiori, Yui si era sempre ritrovata vicino a Asuka, il caso le aveva sempre permesso di poterla osservare, persino di esserle amica. E se si potesse parlare più di un regalo del destino, invece di un semplice caso?
Yui era un’inguaribile romantica e credeva tantissimo nelle leggende come quella del “filo rosso del destino”; sapere di essere legati alla persona che si ama già prima di conoscerla era qualcosa di estremamente dolce, ma forse un po’ troppo idilliaco; eppure non poteva far altro che affidarsi ai suoi sogni per andare avanti.
Più passò il tempo, più l’amicizia con Asuka si era rafforzata: se da una parte Yui era felice di aver ottenuto qualcosa di così importante, un sentimento che nemmeno credeva di poter meritare, dall’altro soffriva un po’ per i sentimenti che invece era obbligata reprimere.
Nel periodo tra l’ultimo anno di liceo e l’inizio dell’Università, Asuka si fidanzò con una ragazza che frequentava come amica da parecchio tempo, il suo nome era Kuroi.
Quel gesto significò molto per Yui, ancora perdutamente innamorata di Asuka, mentre lei sembrava essere davvero felice.
Asuka non aveva dimenticato Yui, ma i sentimenti di Kuroi la travolgevano con tanta intensità da farle mettere un po’ in secondo piano l’amicizia con la ragazza. Asuka non era il tipo di persona da comportarsi in quel modo, odiava più di qualsiasi altra cosa l’abbandono, forse proprio perché in passato aveva provato più volte quella brutta sensazione, sapeva come ci si sentiva. Eppure Yui l’abbandonò per prima, o per meglio dire iniziò poco alla volta a farsi vedere sempre di meno, senza contare che scelsero per la prima volta due Università diverse… Il Destino aveva iniziato a muoversi in direzioni opposte?
Il comportamento di Yui non era sintomo di odio o delusione, ma di semplice fragilità. Sapere che Asuka era veramente felice accanto a un’altra persona la rendeva veramente triste.
Persino quando si trattava di conversare su internet con Asuka, si ritrovava a fissare per minuti interminabili la finestra della discussione aperta su msn, senza avere il coraggio di scriverle per prima.
Yui era sempre stata una gran frignona, ma quelli furono i giorni peggiori della sua vita poiché, diversamente da quando piangeva e c’era Asuka ad asciugarle la lacrime, quella volta era proprio Asuka la causa dei suoi pianti.
Siccome non era mai stata il tipo da lamentarsi di continuo, decise di tenere tutto per sé, anche perché non aveva nessuno con cui confidarsi. 

«Che fine hai fatto? E’ passato un secolo dall’ultima volta che ci siamo viste, è successo qualcosa?» 

La telefonata di Asuka arrivò come un fulmine a ciel sereno, proprio quando Yui aveva iniziato a smettere di pensare costantemente a lei. Sembrava proprio la sua amica di sempre, anche se nell’ultimo periodo pareva avere avuto dei problemi con Kuroi, ma non era questo l’unico motivo per cui l’aveva cercata, voleva in particolar modo sapere come stava l’amica. Yui però, dall’alto del suo carattere masochista, ascoltò per ore i risvolti del rapporto di Asuka e Kuroi, di come quest’ultima si rivelava spesso e volentieri una persona diversa da quel che appariva e di come Asuka soffrisse per questo.
Tutto quello che Yui riusciva a pensare era “Ma come fai a starci assieme?” ma non aveva il coraggio di dirlo, visto che rispettava i sentimenti di Asuka, lei in fondo era profondamente innamorata di Kuroi.
Per la prima volta in vita sua, provò il sentimento della gelosia. Sapere che per Asuka sarebbe stata sempre una seconda possibilità, la uccideva.

“Io ti amo. Ma so che non riuscirei mai a rubarti il cuore.”


Una pagina del diario di Yui conteneva quelle parole così sofferte, dal sapore dolceamaro. Il giorno in cui le aveva scritte, poco dopo aver parlato con Asuka, pianse tantissimo, forse più del solito. Quella pagina conteneva le sue lacrime,  ma anche il suo sangue versato in un gesto malato e disperato, quando incapace di sfogare il proprio dolore, se ne era procurata del fisico, incidendosi i polsi con la lama del taglierino.
Si sentiva patetica, debole e sciocca; Yui non era mai ricorsa a gesti estremi, non era il genere di persona che agiva in quel modo, ma quella volta proprio non riuscì a far diversamente, quel dolore l’aiutò a cancellare quello dell’anima e far si che si sentisse più vicina alla sofferenza di Asuka.
Quel gesto estremo diventò un’abitudine, un modo tutto suo per sfogare il dolore, il risentimento e tutti quei sentimenti sempre taciuti.
Per coprire le cicatrici iniziò a indossare dei polsini; raramente medicava quelle ferite e il dolore s’intensificava ogni volta che la stoffa si sfregava sui tagli, rendendo più difficile la guarigione. In quel modo era certa che nessuno l’avrebbe scoperta, così che avrebbe potuto continuare a sentire quel dolore ormai diventato una dipendenza ogni volta che desiderava.
Non parlando nessuno l’avrebbe scoperta, altrimenti chissà cosa avrebbero pensato “gli altri”; i suoi genitori, i suoi professori, i compagni di scuola, se solo sarebbero venuti a conoscenza di questa sua pazzia, sicuramente l’avrebbero scambiata per una malata mentale… Ma che ci poteva fare, se per lei essere innamorata e non ricambiata, era così doloroso da voler cercare una fonte alternativa per scacciare quel dolore?

Più di una volta si era  posta domande del tipo “Chissà cosa penserebbe di me Asuka?” probabilmente anche lei l’avrebbe apostrofata come “Pazza”? Quella follia però aveva avuto inizio proprio a “causa” di Asuka, ma  lei non poteva saperlo, lei non avrebbe dovuto sapere tutto questo.
Avrebbe potuto parlare con Asuka, dirle cosa veramente provava per lei, ma non riusciva, non voleva rovinare la loro amicizia e non voleva rovinare il rapporto già poco sereno che Asuka aveva con Kuroi. Amica o non amica, era comunque innamorata di Asuka e non poteva vedere razionalmente quella situazione.
Ma si sa, prima o poi tutte le cose vengono a galla e quel piccolo segreto fu scoperto da Asuka stessa.
Durante un tardo pomeriggio autunnale, Yui aveva incontrato Asuka sull’autobus, così decisero di fare assieme la tratta a piedi che conduceva alle rispettive vie dove abitavano.
Faceva freddo, e il buio che caratterizzava le giornate autunnali più corte, rendeva l’atmosfera ancora più opprimente di quanto non lo sarebbe stato normalmente.

«Hai freddo? Non hai portato i guanti?»

 Yui si pentì di aver sfregato la mani tra loro per scaldarle, visto che per quel gesto attirò l’attenzione di Asuka; la sua mano guantata strinse quella gelida di Yui, rivelandone  il polsino nero che aveva iniziato a portare per nascondere le ferite, e sotto quel polsino si intravedevano gli inizi delle cicatrici ancora rossastre, segno di un recente abuso della pelle.
Istintivamente ritirò la mano, ma Asuka, più veloce di lei riuscì a riacchiapparla, abbassando il polsino e vedendo chiaramente quei segni rossastri notevoli sulla pelle chiarissima della ragazza.
Dapprima Yui andò nel panico. Asuka aveva scoperto il suo segreto, non le avrebbe più parlato, perché si era giocata in questo modo la sua amicizia? Improvvisamente i sensi di colpa s’impadronirono di lei.
Ma Asuka, diversamente da come aveva immaginato Yui, scoppiò a piangere. I suoi bellissimi occhi verdi traboccarono di lacrime, il suo viso si bagnò completamente e le sue labbra baciarono le cicatrici che deturpavano i polsi di Yui.
Un gesto così bello in contrapposizione alla violenza, quasi come se Asuka volesse portare via il dolore di Yui; anche Yui scoppiò a sua volta a piangere, scossa nell’animo da quel gesto così bello, ma allo stesso tempo così triste.

«Perché non me ne sono resa conto prima?»

«Avevi altro a cui pensare, non volevo turbarti… »

 Più banale di così non si poteva e infatti Asuka la colpì con l’indice sulla fronte, punzecchiandola affettuosamente, ma in viso era estremamente seria.

«Siamo amiche, avrei dovuto capirlo subito invece che stavi male.»

«Sei sempre stata una ragazza intelligente, ma su certe cose invece sei più lenta a capire…»

Asuka rimase un po’ stranita da quelle parole, mentre Yui non sapeva come tirarsi fuori da quel discorso, anche se da un lato invece desiderava liberarsi da quello che per lei ormai era un vero e proprio peso.

«Io sono innamorata di te.»

L’aveva detto finalmente, ma già se ne pentiva. L’espressione sul volto di Asuka non era sconvolta, di più.

«Sai, forse ne ho sempre colto qualche segnale, ma probabilmente non ci volevo credere… »

Ammise dopo attimi di incertezza, durante i quali nessuna delle due aveva avuto il coraggio di parlare, Yui distolse lo sguardo.
La luce del lampione più vicino alla due ragazze era ormai l’unica fonte di illuminazione presente nei dintorni, tutt’attorno c’era solo il buio più totale.
Le parole di Asuka morirono nell’oscurità, espresse meglio dall’abbraccio in cui strinse Yui. La ragazza più bassa rimase attonita, mentre Asuka la stringeva con più intensità, nascondendo il volto nell’incavo del suo collo.

«Perdonami se non l’ho capito subito, non volevo farti soffrire in questo modo.»

Perché si scusava? Anche lei aveva sofferto, persino in quel momento ogni sua singola parola, ogni suo singolo gesto, riusciva a trasmetterle la sofferenza che provava.

«Tu mi sei sempre stata vicina, non mi hai mai fatto domande, persino ogni tuo silenzio mi rassicurava.»

Perché le stava dicendo tutto questo?
Asuka iniziò a raccontarle di tutto il periodo passato con Kuroi, di come avevano rotto e dei sentimenti che provava ancora per l’altra ragazza. Nonostante tutto, Yui non poteva biasimare il masochismo di Asuka, in fondo anche lei avrebbe continuato ad amarla, pur sapendo che era ancora innamorata di Kuroi. Poteva capire molto bene che non era semplice dimenticare tutto, soprattutto quando quel “tutto” erano sentimenti speciali, indelebili, dolorosi ma in fondo bellissimi.
Yui sentì il corpo di Asuka tremare a stretto contatto con il suo, percepì il calore del suo fiato sul collo, le guance bagnate. Strinse la mano della ragazza, accarezzandone il dorso con il pollice, ma non parlò. Forse quello era uno dei momenti in cui le parole si sarebbero rivelate eccessive.

«Salvami, ti prego.»

Sul momento, Yui non capì immediatamente il significato di quelle parole. L’unico modo che conosceva per salvare Asuka, così come se stessa, era l’amore… Ma Asuka era ancora innamorata di un’altra persona.
Allo stesso tempo però, anche Yui desiderava essere salvata, e sapeva che l’unica in grado di poterlo fare era proprio Asuka. La strinse più energicamente, infondendole tutto il colore corporeo di cui era in possesso.

«Ti salverò.»

Per il momento andava anche bene così, un passo alla volta.

 

   
 
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