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Autore: daliakate    02/12/2011    6 recensioni
Dalia decide di passare del tempo con i suoi nonni materni nel paese natale della madre.Non sa che un mistero accomuna gli abitanti del borgo.Chi la ama cerca di proteggerla dalla bestia.
Ma la bestia ha anche un cuore umano,un cuore che ama...
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FINALMENTE HO RIAGGIUSTATO IL PC PERDONATEMI LA LUNGA ATTESA E IL SOLITO FRETTOLOSO BETAGGIO,SPERO CHE VI PIACCIA QUESTO CAPITOLO UN Pò LUNGHETTO.
 
 
 
 
 
 
In fuga
Le nuvole, il cielo, il sole …. Tutto le sembrava il ricordo di un sogno, come essere in una bolla di  sapone. Sua madre era seduta in fondo al lussuoso jet privato intenta a visionare degli incartamenti; Dopo lo schiaffo non c’era stato un fiato tra loro e ora che si stava avvicinando a Riccardo, dopo la rivelazione che le era stata fatta a bruciapelo  qualcosa era cambiato nel suo cuore. Si era messa dannatamente in gioco per lui, aveva rischiato la vita per lui e sapere che…. Strinse di nuovo i pugni, sentendosi tradita dall’uomo di cui si era innamorata.
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Hai capito niente cazzate, oltre la mia e la tua di vita c’è in gioco quella della mia donna”.
Riccardo gli sorrise e la cosa sorprese Laerte, era infatti la prima volta che lo vedeva tranquillo.
Laerte mi gioco il tutto per tutto e non metto a repentaglio la vita del mio migliore amico.”
Gli diede una pacca sulla spalla per confermare le sue parole.
Fra poco mi verranno a chiamare devo tenere buono l’avversario, hai capito il piano?”
Laerte era felice dell’amicizia  accordatagli da Riccardo, ma proprio non riusciva a rilassarsi, stava rischiando di grosso .
Combatto, vinco. Tu intanto ne approfitti della poca sorveglianza e lasci aperta la gabbia di recupero, io metto k.o. quella faccia da culo che mi ha rotto le palle e ce la diamo a gambe”.
Si sgranchì la schiena assumendo una posa da sbruffone. Era stato trasferito in quella cantina dal bunker la notte precedente. Per tutto il tragitto era stato punzecchiato dai gorilla ed era più di ventiquattrore che lo tenevano a digiuno, neanche Laerte era riuscito a procurargli nulla. Lo volevano morto eppure non si sentiva così in forze dall’inizio della sua prigionia, ora ogni minuto che passava sentiva Dalia più vicina. Quel giorno avrebbe vinto e Laerte sbagliava ad esser così nervoso, poteva destare sospetti.
Domani sera ceneremo nelle mie terre insieme e tutto questo…” allargò le braccia destando l’interesse dell’amico. “Sarà solo un brutto incubo.”
“Sei troppo ottimista o sono io che da troppo tempo mi sono comportato da pecora.”
I due si fissarono negli occhi trasmettendosi sensazioni positive. Quando un lupo solitario s’imbatteva in un maschio alfa non era detto che ci fosse una zuffa territoriale, spesso quello solitario era talmente saggio che accettava la fedele protezione del più forte.
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L’ostinato silenzio di Dalia innervosiva oltremodo Isabella, ormai non riusciva più a leggerla.
Anche quand’ eri bambina ti chiudevi in uno stupido silenzio dopo un ceffone. Dovresti lavorare di più sulla maturazione non trovi”.
Provocarla avrebbe destato un po’ la crescente impazienza che le attorcigliava le budella. Non vedeva l’ora di demolire tutto quello che  avvelenava il  suo cuore.
La lussuosa berlina imboccò una strada sterrata sollevando un polverone, Dalia si concentrò su quello, per non raccogliere la provocazione e scegliere le giuste parole.
Non ti dimostri certo superiore a me”.
In quell’istante girò la testa per guardarla in faccia. Per tutto il tempo dalla partenza aveva tenuto su il cappuccio ed evitato il contatto visivo, Isabella guardandola notò i primi cambiamenti: Le iridi azzurre erano chiazzate da piccole pagliuzze oro-verdi e lo sguardo era selvaggio. Il tono della voce più denso e roco.
Per sua fortuna non avrebbe passato ancora molto tempo con lei e di certo il suo corpo non avrebbe mai avuto modo di acquistare forza fisica.
Era solo una piccola, patetica selvaggia e lei non aveva motivo di temerla.
Lui era pazzo di me, mi ha…”
“Shh, fa silenzio.”
Dalia fece uno scatto verso Isabella quasi innaturale facendola ritrarre, poi le premette un dito contro le labbra. Lesse un velo di malcelato terrore nei freddi occhi della genitrice.
Sarà lui a raccontarmi la vera storia e sai perché mi dirà la verità.”
Isabella non si ritrasse ancora per non mostrarsi debole.
 Dalia continuò:
Mi dirà la verità perché saranno le ultime parole che ci concederai prima di ammazzarci tutte e due.”
La macchina si era fermata già da qualche istante a fu solo la portiera che si  aprì ad interrompere quel momento.
 
“Mia carissima  Isabella.”
Leerman aiutò a scendere la bella italiana dall’auto. Era andato personalmente ad accoglierla  dopo che le notizie molto positive inerenti alla cavia, lo avevano raggiunto.
Caro Leerman la tua calda accoglienza non sembra tanto disinteressata.”
Civettò falsamente frivola.  Sentiva lo stato di euforia del capo progetto e ricerca della Guardian, in maniera palpabile.
Acuta e cinica quanto charmant. Che dire… touché ,ma sai non si organizza un massacro gratuito solo per dissetare la nostra sete di sangue. Mi sono chiesto perché una farsa di combattimento, poi quando ho saputo che avevi organizzato tu questo incontro e soprattutto conosciuta l’identità dell’agnello da immolare ho compreso.”
“Dobbiamo conversare qui all’aperto?”
“Perdona la mia foga.”
Dalia decise di scendere dall’auto i convenevoli dei due la disgustavano oltremodo. Era davvero nel bel mezzo del nulla, constatò  preoccupata. Il perimetro che circondava il cottage che si erigeva di fronte a lei era sorvegliato da energumeni armati, sicuramente di natura licantropina.
Isabella le aveva mentito sul fatto che non fosse infetta, ogni ora che passava sentiva il suo corpo diverso: I sensi si stavano acutizzando, soprattutto l’olfatto e la vista. Alle narici le arrivavano fragranze di origine boscosa ma anche di sangue e di animale.
Quel posto sapeva di morte, doveva trovare un modo per salvare se stessa e anche Riccardo.
E’ lei ?”.
Chiese  Leerman affascinato dalla cavia. Di fronte non aveva una giovane donna ma un rarissimo balocco su cui sfogare ogni sua depravata curiosità.  Aveva torturato a lungo e in maniera crudele i licantropi ma ora era diverso… ora aveva l’evoluzione. La chiave della longevità.
Lei è mia figlia “..”
Dalia girò intorno alla madre, allontanandosi da quell’orribile uomo: I capelli corti e ordinati spruzzati di grigio sulle tempie. Il perfetto completo italiano e gli occhi freddi e cupi blu scuro lo facevano assomigliare a quei serial killer dei telefilm americani .
 “Seguimi”. Tagliò corto Isabella, e s’incamminò  verso il porticato. Una volta dentro  madre e figlia attirarono l’attenzione di un gruppetto ristretto di uomini e donne dall’aria snob quanto annoiata. Tutti accomodati nell’ampio salone dai toni neutri .
 Isabella li salutò in maniera generale e si congedò anche da Leerman frettolosamente.
Passarono in un corridoio stretto con la moquette rossa e le pareti avorio, Da una stanza in fondo sbucò un nanerottolo vagamente somigliante ad un attore di cui non ricordava il nome.
Isabella carissima”.
“Portaci da lui.” Tuonò seccata.
Il nanerottolo di chiare origini slave, stabilì Dalia. Dovette ingoiare il rospo. Evidentemente  sua madre  era intoccabile se assumeva tali atteggiamenti .
Dopo di me. Signore.”
Lanciò uno sguardo lascivo a Dalia e poi aprì la porta da dove era uscito. C’era una rampa di scala che portava ad un seminterrato usato come deposito alimentare, due scagnozzi al servizio dello slavo erano intenti a giocare a dadi su un tavolinetto; Si misero subito in piedi al loro arrivo.
Sei sicura di volerlo vedere.” Domandò lo slavo ad Isabelle
“Voglio vederlo io e anche alla svelta “.
Intervenne piccata la ragazza, così con tacito accordo gli scagnozzi aprirono una specie di porta blindata.
Isabella fu colta da un’ondata di calore tanto da imporporare le guance . Potevano esser passati anni, poteva volerlo morto ma mai lo avrebbe  dimenticato. Lui era il carceriere del suo cuore e neanche ammazzandolo si sarebbe liberata. Chiuse gli occhi una frazione di secondo per darsi un briciolo di tempo, infatti temeva che non ce l’avrebbe mai fatta a fissarlo a bruciapelo. Il cuore le batteva come quando avevano fatto l’amore la prima volta.
Laerte era di fianco a Riccardo in fondo alla piccola stanzetta mentre la porta si aprì improvvisamente
Una donna bionda e bella entrò per prima, Laerte si allarmò poiché il suo amico emise un ringhio basso e iniziò a tremare, segno che a breve si sarebbe trasformato.
Che succede Riccardo?”
Fu ignorato e ciò lo mandò in panico, chiunque fosse quella bionda stava rischiando di grosso, poi la scena mutò ancora: Dietro la donna spuntò una ragazza alta ma esile e con un’ odore particolare, dall’espressione di Riccardo quella giovane doveva essere Dalia.
 
Dalia…”
 Aveva il fiato corto, non riusciva a focalizzare quella situazione assurda. C’era qualcosa in lei che non andava…non aveva più l’odore-
Lui fece per avvicinarsi ma Isabella gli si parò davanti.
Ti trovo invecchiato.”
“E’ tua figlia voglio sperare che tu non le abbia fatto nulla di male.”
Trattenersi dal strangolarla fu quasi una violenza.
Credevi che lo avrei permesso”.
Era così vicina alla sua bocca, poteva quasi sentirne il sapore. Lui la superò lasciandosela alle spalle.
Amore mio”.
Riccardo  prese le mani di Dalia, ma ella non diede segni di affetto. Anche gli occhi erano diversi.
Voglio la verità”. Disse in tono secco.
Ora capisco”. Chinò la testa guardandosi la punta dei piedi. Ormai l’aveva persa per sempre, quindi non aveva senso mentire.
Isabella le hai detto che per farti scopare da me mi ricattavi.”
Questa volta stava dando le spalle a Dalia e Vasili, che già aveva allertato i gorilla.
“E le hai detto anche che abbiamo concepito un figlio che tu hai ammazzato.”
Riccardo l’aveva stretta in un angolo, con gli occhi fissi su di lei.
La grande e crudele Isabelle ora sembrava una preda impaurita.
Lupo non costringermi a sparare.” Urlò Vasili cercando di prendere in mano la situazione.
Ma una voce incolore cristallizzò la situazione.
Dimmi Isabella era questo che volevi, credevi che lo avrei odiato. Hai perso, hai perso tutto.”
Dalia non terminò neanche la frase che ruotò di 180° se stessa assestando un pugno sul naso di Vasili, veloce come un fulmine gli prese la pistola e sparò alla spalla del primo gorilla. Laerte fu il primo a realizzare e quindi a reagire afferrò Isabella per un braccio e la spintonò lontana da Riccardo, che come ridestatosi dallo stupore si lanciò verso il secondo gorilla neutralizzandolo.
Dobbiamo lasciare alla svelta questo posto”.
Disse a Dalia, visto che dopo la sua escalation era rimasta impietrita ,incredula delle proprio azioni. Riccardo la disarmò gentilmente e poi la prese per mano trascinandola su per le scale.
Laerte intanto chiuse la porta della cella imprigionando Vasili, gli scagnozzi ed Isabella e seguì i due .
Dove andiamo ora ?”. Riccardo era disorientato
“Tranquillo, sul corridoio c’è una terrazza che da sul retro. Se la sorte è dalla nostra abbiamo cinque minuti di vantaggio.” Rispose Laerte che si portò in testa al trio.Riccardo stringeva forte la mano di lei, tanto da farle male, doveva proteggerla.
Sul corridoio i tre s’imbatterono in Leerman:
 “Cosa diavolo succede!”. Esclamò impallidendo.
Riccardo gli sparò alla gamba e lo superò trascinando con troppa forza Dalia che incespicò sullo scienziato. Raggiungere la terrazza fu quasi un miracolo. Come aveva previsto Laerte, il loro piccolo vantaggio aveva fatto si che non ci fosse guardia su quel lato del cottage.
Dalia dobbiamo saltare.”
Fece dolcemente lui.
Ma sono cinque metri ci ammazzeremo”.
“Ho bisogno che tu ti fida di me, ora”
“Muovetevi”.
Urlò Laerte che sentiva lo scalpitio delle guardie troppo vicino.
Laerte salta prima tu e allerta la tua compagna.”
“Riccardo dimmi che andrà bene “. Aveva bisogno di esser rassicurata.
Fidati”.
I due si persero per qualche istante occhi negli occhi, poi lui la sollevò di peso e saltò.
Dalia chiuse gli occhi fino a che il vuoto non divenne tonfo sul prato.
Riccardo continuò a tenerla in braccio mentre correva tra le fronde degli alberi.
A lei sembrarono un’eternità i minuti della fuga verso l’auto….
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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