Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: DeMode    02/12/2011    4 recensioni
Uno strano sogno. Una strana isola. una serie di coincidenze...o forse no. una storia di sentimenti, rivelazioni, equilibri stravolti e grandi ritorni. (ho inserito "Spoiler!" poichè io seguo in particolare l'anime in Giapponese e non vorrei rovinare il tutto a chi ha sempre seguito solo l'anime in italiano...non so se è la scelta più corretta, spero di si.) AVVISO AGGIUNTO: ho aggiungo il pairing FrankyxRobin perchè mi sta venendo naturale, anche se inizialmente questa fic è nata come una RuNami e basta...resta comunque principalmente RuNami, con tanti accenni non sono a Franky e Robin ma anche ad altre coppie. fine avviso aggiunto. XD
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Nami, Nico Robin, Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sanji si apprestava a sparecchiare, ma Nami lo bloccò.

  “Hey Sanji, vai pure a dormire, hai lavorato abbastanza per oggi. Qui ci penso io!”

Sanji cominciò a volteggiare con gli occhi a cuore.

  “OH NAMI-SAN!!! Come sei gentile con me!! Ma non devi disturbarti tesoro, in un fidanzamento c’è condivisioneeeee!!!”

Sanji volò letteralmente verso la rossa per abbracciarla, ma lei, ritirando i piatti sporchi dal tavolo si scansò ignorandolo completamente.

  “Sanji vai a letto…hai decisamente bisogno di dormire.”

  “e tu resti qui tutta sola?”

  “si…ma non preoccuparti. Sono ancora nel pieno delle forze, al contrario di voi! Ora và, è un ordine.”

Disse Nami al cuoco voltandosi per poggiare i piatti sporchi dentro il lavandino. Sanji, davanti ad un ordine di Nami, non
poteva che obbedire.

  “eh va bene…non posso disattendere un tuo ordine! Buona notte, Nami-San! E grazie.”
Nami sorrise al cuoco, che uscì dalla sala da pranzo perdendo un po’ di sangue dal naso. La ragazza continuò a
sparecchiare la tavola, quasi in modo automatico. La sua mente era troppo affollata per pensare a cosa stesse facendo.
prendendo un piatto e delle posate si tagliò con la punta di un coltello, facendo cadere il tutto per terra, rompendo
rumorosamente il piatto.
 
“oh no! Speriamo di non aver svegliato nessuno…maledizione…!”

Imprecò la rossa, maledicendosi. Improvvisamente qualcuno aprì la porta.

  “chi c’è?? Avanti esci fuori, ho sentito il rumore!! Sei venuto a rubare il nostro cibo?!?! Ti distruggo!!!”

Nami si sollevò lentamente da dietro il tavolo. Rufy era sulla porta in posizione da battaglia.

  “Nami! Allora sei tu…cosa è stato quel rumore?”

  “ho…ho rotto un piatto…”

  “allora ti aiuto a raccogliere!”

Nami tentò di bloccarlo con le mani, e Rufy vide il taglio che si era provocata.

  “ma tu ti sei ferita…fa vedere”

  “e smettila! È un taglietto, non è nulla di grave!”

  “ti ordino di farmelo vedere! Sono il Capitano!”

  “con me non funziona, idiota!”

Per tutta risposta il ragazzo si prese un bel pungo in testa. Ma nonostante questo, insistette. In un secondo prese alla
sprovvista la Navigatrice, afferrando la mano ferita.

  “perde sangue, ma non è grave…”

  “caspita, che bravo! Non ci voleva Chopper per capirlo…”
 
Il moro portò delicatamente la mano di lei vicino alle labbra, chiuse gli occhi ed in un gesto che sembrava quasi un
baciamano cominciò a succhiare il sangue fino a bloccarne il flusso. La ragazza rimase pietrificata, un brivido caldo le viaggiò
lungo la schiena, e guardandolo arrossì ancora. Poi lui riaprì gli occhi e sollevò lo sguardo, abbassando lievemente la mano
di lei. Si guardarono per lunghi istanti. Lei ritrasse con delicatezza la mano, portandola al petto.

  “d-devo finire di ritirare…”

  “no, faccio io!”

  “tu combini qualche disastro…per stasera è già sufficiente un piatto rotto.”

  “no, ti prometto che starò attento…e poi puoi stare qui a controllarmi! Siediti ed ammira il casalingo che c’è in me!”

La rossa rise di gusto, infondo non le dispiaceva osservare Rufy preso dalle faccende di casa. Si accomodò in una delle
poltrone della cucina, mentre Rufy raccolse i cocci del piatto, ritirò il resto degli utensili e li sistemò in ordine nel lavandino.
poi aprì l’acqua, regolò la temperatura, versò nella vaschetta un goccio di detersivo e cominciò a fregare con cura il primo
piatto. Nami posò un gomito sul tavolo, e piegando leggermente la testa la sostenne con la mano. Sorrise lievemente.
dietro un personaggio così buffo, stupido e sconclusionato, avventato, impavido, estremamente forte e coraggioso,
c’era un ragazzo dolce e premuroso, che non ha paura di fare “cose da donna” come le faccende di casa, come non ha
paura di piangere, di ammettere le sue fragilità. Le tornò in mente il momento in cui seppe di Ace. A quanto aveva desiderato
di potersi smolecolare per arrivare il più presto possibile da lui. A quanto fosse stato difficile smettere di piangere davanti
ai maghi di Weatheria per fargli credere che il suo pianto fosse tutta una sceneggiata. E a quanto fosse stato ancora più
difficile nascondere il pianto ad Haredas, suo maestro. L’unico col quale riusciva un po’ a sfogarsi. L’unico che aveva capito
ancor prima di sapere.
  
  **oi oi oi, signorina Nami…una ragazza bella come te non può piangere così spesso.**

  **…c-che cosa vuoi, Haredas?...lasciami sola…**

  **Nami-san…oramai sei una nipotina per me. Come può un nonno ignorare il malessere della sua nipotina?**

  **…s-sono triste…capita…**

  **pensi al tuo capitano, non è così? Oramai è passato un anno da quando sei arrivata qui…immagino ti manchi.**

  **…m-mi mancano tutti…**

  **ma lui di più, Nami-san…lo so, ci sono passato anche io…sono stato giovane anche io tanto tempo fa! Hehehe!**

  **…mh? Cosa vuoi dire Haredas-san?**

  **oi oi oi, lascia stare! La vita è meglio viverla che sentirsela raccontare…dai, vieni con me…dobbiamo scendere.**
 
Nami sospirò, ricordando quei due anni così terribili per la lontananza ma al contempo così stimolanti, per le cose
apprese e le persone conosciute. Rufy la guardò perplesso, mentre continuava a lavare i piatti.
 
  “hey ? Bella addormentata? Devo portarti al tuo letto?”
 
  “eh? Mica sto dormendo! Ero sovrapensiero…piuttosto, dove hai imparato a fare le faccende?”
 
  “quando ero piccolo Dadan costringeva me ed Ace a fare alcune faccende…ma noi volevamo andare a giocare e
   siccome fare le faccende era noioso facevamo tiro al piattello con i piatti! Ihihihih! Poi negli ultimi due anni ognitanto,
   tra un allenamento e l’altro, io e Rayleigh stavamo al palazzo reale dell’isola delle donne, e quando finivamo di mangiare
   ci offrivamo di dare una mano a mettere in ordine, per ripagare l’ospitalità. Ed è lì che ho affinato le mie
   spiccate doti!”
 
Nami si incupì.
 
  “…Senti Rufy…a proposito…a proposito di questi ultimi due anni…”
 
La ragazza abbassò lo sguardo, e sotto il tavolo coi pugni strinse forte la stoffa del suo vestito.
 
  “…come sei stato sull’isola delle donne?”
 
  “benissimo! Si mangiava alla grande! Ma praticamente non sono stato là per tanto tempo…Rayleigh mi ha allenato a
  Rusukaina, un’isola vicina…della quale sono diventato il sovrano! Ihihih!”
 
Nami non commentò. Una volta terminato il lavoro, Rufy si sedette sul tavolo, di fianco alla Navigatrice, che alzò lo sguardo verso di lui.
 
  “io ho finito…se vuoi possiamo andare a dormire.”

  “si, è tardi…Rufy ascolta…”

  “sono tutto orecchie!”

  “non fare lo scemo!…dicevo…domani…ecco, volevo fare un giro per centri commerciali…ti và di…”

  “si, verrò con te! Ad una condizione…”

La rossa rimase sorpresa, e lo fu ancora di più quando Rufy abbassò la testa avvicinandola bruscamente alla sua, guardandola dritta negli occhi con quello sguardo nero e penetrante.

  “dobbiamo andare anche al lunapark. Altrimenti non ci sto. Che ne dici?” 

Disse il ragazzo con voce roca, prendendole un ciuffo di capelli rossi e giocandoci con delicatezza. Nami avvampò ed annuì.

  “v-va bene ci sto…”

Rufy fece uno dei suoi sorrisi a 32 denti e si sollevò.

  “bene! Allora è deciso, domani passeremo la giornata insieme per negozi e attrazioni mozzafiato!”

  “hey hey! Non voglio sentirmi male! Non mi porterai su quei cosi a testa in giù?!”

Rufy si alzò dal tavolo con un balzo, e di spalle ridacchiò. Anche Nami si alzò in piedi.

  “hai paura, Gatta Ladra?”

  “si, Re dei Pirati! Come tutte le persone normali ho paura!”

Il ragazzò si voltò verso di lei e sorrise ancora.

  “pensi che io ti farei fare qualcosa che potrebbe metterti in pericolo? Ci sono io con te, no? Tu di me ti fidi, perciò…”

  “…e va bene, tanto parlare con te è come parlare con un muro! Ora andiamo a letto…”

I due si apprestarono ad usicre dalla sala da pranzo, spegnendo tutte le luci, e si diressero sul ponte. Rufy accompagnò Nami fino alla porta della sua camera. L’atmosfera era piuttosto tesa.
 
  “…bene, sono arrivata…ora apro la porta…e vado a letto…”

  “…o-ok…buona notte…”

  “…perfetto…a d-domani allora…”
 
La ragazza si voltò leggermente per aprire con delicatezza la porta, sapeva che c’era Robin che dormiva e non voleva svegliarla. Ma ad un tratto si sentì tirare per un braccio. Rufy la girò un poco, quel tanto che bastò per schioccarle un timido bacio sulla guancia. Un bacio fugace, quasi impalpabile. Lui la guardò quasi intimorito, lei se ne accorse e gli sorrise, chiudendo la porta dietro di se. Nami si sfilò velocemente i vestiti e si mise sotto le coperte. Il letto era già caldo, Robin le aveva acceso la coperta termica. Diede uno sguardo all’amica che dormiva placidamente nel letto di fianco al suo. Una volta posata la testa sul cuscino, impiegò pochi secondi ad addormentarsi. Nello stesso momento Rufy appese il suo cappello ad un angolo della spalliera del suo letto, come faceva sempre. Si tolse la felpa, e a petto nudo si sdraio sulla branda, coprendosi. Ma non aveva freddo, anzi era piuttosto accaldato. Si mise le mani dietro la nuca e guardò il soffitto. Gli altri ragazzi dormivano profondamente, e anche lui avrebbe dovuto dormire. Ma sentiva tutta la cena salire e scendere. Non aveva mai avuto problemi di digestione, ma Il suo stomaco era teso e si contorceva in maniera quasi impercettibile ma costante. Non era così doloroso, ne aveva passati di dolori nella sua vita, quello non era nulla. Se non fosse stato per quella sensazione di dolce tensione continua ed inesorabile, avrebbe potuto addormentarsi in un battibaleno.

  **non capisco…ho mangiato bene, non posso avere già fame…no, questa non è fame…sono agitato…sono     teso…non come     quando sono arrabbiato…non come prima di una battaglia…non ho mai provato una cosa simile…**
___________________________________

note dell'autore: pronto anche il capitolo numero 7...non so quanto possa rispecchiare i personaggi questa volta, Rufy che fa le faccende senza fare disastri è un pò strano da immaginare! :D però volevo rendere l'idea che avesse imparato tante cose oltre che l'utilizzo dei tipi di Haki, in questi due anni di separazione! XD il prossimo capitolo sarà diverso, come ho già anticipato...spero di postarlo quanto prima! a presto! ;) Rock On! XD (oramai è vizio. ù_ù) 
  
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