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Autore: Elpis    02/12/2011    13 recensioni
Nella saga di Twilight si intrecciano molteplici vite e storie d’amore. Ma mentre alcune coppie vengono descritte fin nel più minuto dettaglio, altre vengono lasciate in ombra e dei loro destini si sa poco o nulla. Riuscirà Nessie a stare con il suo Jake una volta cresciuta e scoperta la verità sulla loro storia d’amore? E Leah Clearwater troverà un compagno o continuerà a rimpiangere per sempre l’amore perduto di Sam? Ma pensiamo anche ai Volturi: qual è la verità sulla strana apatia che colpisce Marcus? Che tipo di legame può aver spinto Victoria a creare addirittura un esercito per vendicare la morte dell’amato?
Questi ed altri ancora sono i personaggi su cui la mia ff vuole fare un po’ di luce.
Primo Capitolo: “Touched by you skin” Jacob/Renesmee
Secondo Capitolo: “Touched by the sadness” Marcus/Dydime
Terzo Capitolo: "Touched by the moon” Leah/ Nuovo Personaggio
Quarto Capitolo: “Touched by the future” Alice/Jasper
Quinto Capitolo: “Touched by your the stars” Emily/Sam
Sesto Capitolo: “Touched by your sprint” Victoria/James
Settimo Capitolo: “Touched by your silence” Seth/Angela.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                                Touched by your skin

                                                                  
Jacob/Renesmee


 

 
 

                          And I, I say never,
           ‘Cause our love could be forever.
             Neutron Star Collision Muse

 

 



 
 

Aumentò ancora di più l’andatura, saltando radici e pozzanghere, immergendosi sempre di più nel verde della vegetazione. La sua mente registrò distrattamente alcuni dettagli irrilevanti:  l’odore forte e pungente del muschio, i riflessi cangianti di una ragnatela illuminata da un spiraglio di sole, il rumore di un ramo che si piegava sotto il peso inconsistente di un passerotto.
Strinse i denti, ignorando la fitta al fianco, il respiro rotto nei polmoni e quella voragine che le scavava il petto. Dolore e imbarazzo per la sua stupidità. Il tutto coperto da una buona dose di  furore represso nel tentativo di fare la scelta giusta.
Uno schianto a circa un chilometro di distanza la avvertì che il suo inseguitore stava guadagnando terreno. Distruggendo mezza foresta, probabilmente. Renesmee si arrampicò su un macigno, saltando agile il precipizio sottostante. Un rumore lieve e scrosciante le risuonò nelle orecchie. Acqua. Acqua che scorre.  La identificò rapidamente, mutando impercettibilmente direzione. Forse se l’avesse attraversata sarebbe riuscita a far perdere le sue tracce, a nascondere l’odore della sua pelle che lasciava una scia calda e profumata nell’aria. Bastarono quattro rapide falcata per raggiungere quello che era poco più di un rigagnolo. Insulso. Assolutamente inadatto per i suoi piani. Renesmee si lasciò sfuggire un gemito di frustrazione mentre sentiva il rumore dei suoi passi – delle sue zampate – sempre più vicino. Riprese a correre, sforzando al massimo i muscoli possenti delle cosce, un’unica goccia di sudore a disegnare la sua schiena marmorea. Braccata.  Adesso so come si sentono i cervi che caccio quando avvertono la mia presenza un istante prima che salti loro addosso. L’adrenalina le scorreva liquida nelle vene ma lo sforzo fisico non le impediva di analizzare criticamente la situazione. Stava perdendo terreno.  Una manciata di minuti ancora e il suo inseguitore l’avrebbe raggiunta, inchiodandola al terreno.
 No. Fu un grido e un incitamento insieme, un suono che le risuonò nella gola, e le fece tendere i muscoli  fino allo spasmo. Non voleva – non poteva – fronteggiarlo. Ma era lì, avvertiva il suo respiro affannoso, il battito ansante del suo cuore, il basso uggiolio che cercava di soffocare fra i denti. Renesmee gettò un’occhiata distratta alle spalle, intravedendo una massa scura che divaricava un albero a morsi per farsi spazio nell’intrico della vegetazione. Vicino, e ormai lei aveva raggiunto il limite. Tornò a guardare davanti a sé, in un punto a pochi metri di distanza dove gli alberi si diradavano. Fu un errore. Il suo inseguitore approfittò della sua distrazione per balzarle addosso e Renesmee impiegò un istante di troppo per scansarsi. Rovinarono a terra, un intrico di rami, foglie e pelo, lui che cercava di schiacciarla sotto di sé e lei che faceva di tutto per divincolarsi.
Lo sapevo che mi avrebbe raggiunto. I lupi mannari erano così veloci da riuscire a tenere testa a un vampiro. E lei – per metà umana e quindi più fragile – era un bersaglio anche troppo semplice da inseguire. Soprattutto se si tratta di lui, che corre più veloce di tutti. Renesme represse con difficoltà l’irrazionale moto d’orgoglio che le scaldò il petto, concentrandosi sulla sua morsa soffocante.
Si arrestarono all’inizio della radura: quando  riaprì gli occhi le zampe del lupo le premevano con fermezza sulla spalle, il muso rossiccio a pochi centimetri di distanza dal suo viso, i denti minacciosamente digrignati che stringevano un pezzo di stoffa ridicolmente appallottolato.
Gli occhi di Jacob Black la fissavano con una rabbia quasi omicida. Se non avesse saputo che era innamorato di lei, Renesmee avrebbe pensato che stesse per staccarle la testa a morsi. Sempre che si possa definire amore.
Le ringhiò contro ed anche senza parole Renesme intuì perfettamente quello che voleva comunicarle. Non tentare di fuggire. Sbuffò sonoramente tentando di nuovo di liberarsi dalla sua presa. Le zampe di Jack affondarono di più nella sua pelle, le unghie le lasciarono segni rossastri sulla pelle diafana. Per un istante la sua forza la stupì. Era così diverso da quando facevano la lotta per gioco e Jack si lasciava sopraffare con felice abbandono
Affondò i canini nelle labbra, annuendo impercettibilmente, in segno di resa. Voglio solo che tutto questo finisca il prima possibile.
Una sensazione di vuoto improvviso le comunicò che  l’aveva finalmente liberata. Si alzò in piedi, con un unico gesto fluido, soppesando con un’occhiata il lupo rossiccio che le stava di fronte. Il suo sguardo saettò alla macchia di alberi, mentre valutava se le sarebbe convenuto venir meno alla promessa e darsi di nuovo alla fuga. Un ringhio basso e roco, la distolse da suoi propositi: l’avrebbe riacchiappata in un soffio.
Allargò le mani, mentre una smorfia infastidita le arricciava il volto. Un rumore inquietante – pelle che si lacera, ossa che si frantumano e si rinsaldano – accompagnò la trasformazione di Jacob. Durò pochi secondi, poi un Jack alquanto adirato si alzò da terra, stringendo in una mano i calzoni strappati che aveva in bocca quando era un lupo. Le si mostrò nudo, senza alcuna traccia di imbarazzo e gli occhi di Renesmee si soffermarono sul suo corpo, come abbeverandosi. Il marrone brunito delle braccia muscolose, l’addome definito e liscio, le gambe lunghe e… Renesmee distolse lo sguardo, sentendo distintamente il volto che le andava a fuoco. Maledetti geni di lupo. Jack si infilò i pantaloni, sempre inchiodandola con il suo sguardo inceneritore. Anche dopo vestito, continuò a fissarla, senza proferir parola.
Renesmee appoggiò il peso sull’altra gamba, sentendosi a disagio. Il silenzio che scese fra i due era carico di tensione, innaturale. Non come quando la notte mi stringevi fra le tue braccia fino a quando non mi addormentavo, cullata dal tuo respiro e dal battito del tuo cuore…
<< Erano tutti in pensiero. >> proruppe Jacob alla fine, stringendo i pugni. << Sei scappata così, senza una parola. Perché? >>
La sua voce era dura, sferzante. Ma sottopelle si avvertiva il dolore, l’ansia per saperla lontana da lui.
<< Sai benissimo il motivo. >>
<< Rosalie >> Jacob masticò quel nome fra le labbra, quasi fosse un insulto.
Renesmee si limitò ad annuire, distogliendo lo sguardo.
 
La bionda svampita. Jacob si chiese con una smorfia di fastidio quanti altri casini avrebbe dovuto combinare prima che i Cullen si decidessero a ripudiarla dalla loro famiglia. Le labbra gli si arricciarono in un ghigno ferino al pensiero che forse allora gli sarebbe stato concesso di divertirsi un po’ con lei.
<< Rosalie è un’idiota. >> sbottò perentorio.
Renesmee scrollò le spalle. Per quanto inspiegabile potesse sembrargli sapeva che trovava simpatica quella gallina platinata.
<< Ciò non toglie che abbia detto la verità. >> sputò con espressione sofferta. << Tu amavi mia madre. >>
Quella frase fu come una secchiata d’acqua. Jacob chinò lo sguardo, incapace di affrontare gli occhi feriti di Renesmee. Maledetta vampira. Se solo avesse tenuto la sua boccaccia chiusa…Ma era ovvio che avesse parlato. Rosalie, così gelosa ed impulsiva, così pronta a vendicarsi per quello che considerava un affronto – l’inconcepibile fermezza con cui Renesmee preferiva la compagnia di Jacob alla sua – era ovvio, che l’occasione era stata troppo ghiotta perché non la sfruttasse. Il fatto che Jacob avesse amato Bella era una delle cose non dette, uno dei molti segreti della famiglia Cullen. Fino a quel giorno tutti avevano taciuto su quel particolare per proteggere Nessie da una rivelazione scioccante e dolorosa. Tutti tranne la bionda stupida.
<< Tu non volevi nemmeno che nascessi. >> continuò Renesmee implacabile e la sua voce di solito melodiosa e fresca come rugiada parve carta vetrata.
Jacob alzò gli occhi a fissare la donna che era la sua principale ragione di vita, desiderando un secondo dopo di non averlo fatto. Il dolore sui lineamenti di Nessie era come un ferro rovente conficcate nelle carni, un artiglio che scavava nelle viscere. Fin da quando aveva posato il suo sguardo su di lei aveva capito che avrebbe mille volte preferito morire piuttosto che farla soffrire. Ma aveva fallito.
Fece un passo in avanti, desiderando solo di stringere il suo corpo minuto fra le braccia, annegare nell’odore conturbante della sua pelle. Renesmee si tirò indietro con uno scatto repentino, evitando la sua mano tesa come se fosse un serpente. Jacob si diede mentalmente dello sciocco. Sapeva che quando Nessie era turbata evitava il contatto con gli altri. Non riusciva ancora a controllare bene il suo potere e quando era in preda alla rabbia come in quel momento le emozioni fuoriuscivano senza controllo al minimo contatto con la sua pelle, mettendo a nudo i pensieri. Mi fa sentire indifesa, gli aveva confessato con quel modo tutto suo di arricciare le labbra.
<< È la verità. Io… ero innamorato di Bella. >> confessò. Renesmee si strinse le braccia intorno al corpo, le labbra che le tremavano.  << Ma tutto questo appartiene al passato. >> si affrettò ad aggiungere. << Non provo più niente per lei, è te che voglio, è te che amo. >>
La risata metallica di Renesmee risuonò nell’aria, alcuni uccelli dalle piume variopinte spiccarono il volo nell’udire quel suono.
<< Ma l’hai amata! Oddio, devo essere l’unica adolescente sulla faccia della terra ad essere gelosa della sua stessa madre! >>
<< Nessie… >>
<< Non aggiungere una parola. >> lo interruppe con una strana luce nello sguardo. << Tu stai con me solo per l’imprinting >>
Jacob la fissò, confuso. Solo per l’imprinting? Se avesse avuto anche solo una vaga idea di quanto potesse essere forte il legame che avvertiva con lei, il terremoto di emozioni che gli aveva risvegliato anche solo il suo sguardo, non avrebbe detto che era solo per l’imprinting…
<< E quindi hai pensato bene di scappare di casa? >> le chiese, uno strascico di rabbia e terrore per la sua improvvisa scomparsa che ancora gli si riverberava nella voce.
<< Non posso più stare a Forks. Non posso stare in quella casa, vedere te e mia madre, sapere che… >>
<< Sapere cosa, Nessie? Cosa credi che potrebbe esserci fra me e Bella se non una sincera amicizia? >> la interruppe infuriato.
Renesme era una mezza vampira e per quelli della sua specie piangere era un evento quanto mai raro. Eppure Jacob vide distintamente una piccola lacrima, traslucida e brillante come una gemma, formarsi all’angolo delle sue ciglia.
<< Non capisci? Io voglio che tu sia libero! >>
Le labbra di Jacob si dischiusero in un accenno di sorriso, amaro e  ironico insieme.
<< Nessuna persona innamorata può dirsi libera. L’amore è una schiavitù, sempre. >>
<< Ma non così! >> gemette Renesmee, le lacrime che ormai le rigavano le guance. << Non per via di un gene lupesco, non per qualcosa che non hai potuto controllare, qualcosa che ti è piombato  fra capo e collo… >>
Jacob avanzò con rapide falcate, colmando in un istante la distanza che li separava. Renesmee si irrigidì, ma non cercò di fuggire, mentre lui combatteva strenuamente l’istinto di soffocare  tutte le sue paure con morbidi baci.
<< Ci sono persone che impiegano una vita per conoscersi. Io, con l’imprinting, ti ho conosciuta in un attimo.
È bastato che i miei occhi sfiorassero i tuoi e ti ho vista. È stato un flash improvviso, una sequela di immagini impresse nella retina. I tuoi occhi caldi mi hanno sorriso e mi sono sentito risucchiato,  ho visto la bambina, l’adolescente, la donna che saresti diventata. Ho visto che avresti arricciato le labbra quando devi fare una confessione che ti imbarazza, che saresti scappata a nasconderti nei boschi quando ti fossi sentita triste, ho visto la sfumatura di piacere dei tuoi occhi la prima volta che ti avrei fatto vedere il mare. Ti ho visto danzare nel bosco, una pioggia di foglie a circondare il tuo corpo esile, la coltre dei tuoi capelli di fuoco a farti dal veste. Ho visto come ti saresti stretta a me la notte prima di dormire e sentito l’odore di gelsomino della tua pelle. Ho visto il marrone liquido dei tuoi occhi il giorno in cui ti avrei confessato che ti amo, il sorriso abbagliante che hai solo dopo che ti bacio.
Non è stato l’imprinting a farmi innamorare. Sei stata tu. >>
Per tutto il tempo di questa lunga confessione Nessie tenne lo sguardo per terra, Jacob vide le lacrime che inumidivano il terreno, sentendo la morsa comprimergli sempre di più il torace.
<< Renesmee… >> la chiamò in un soffio, poco più di una preghiera a fior di labbra.
Alzò la testa di scatto consentendogli finalmente di leggere la sua espressione. Il suo viso era ancora umido di lacrime, ma quel lampo di tristezza era sparito dal suo sguardo. C’era speranza nei suoi occhi scuri.
Questa volta Jacob se ne fregò se il suo gesto era avventato, se Renesmee avrebbe preferito mantenere le distanze, se quella non era la cosa giusta da fare. La abbracciò con foga, calando la sua bocca a coprire quelle labbra rosse e perfette, mormorandole un “ti amo” che sapeva essere dannatamente sincero. L’imprinting era stato solo un mezzo, ma non la causa.
Le emozioni di Renesmee si riversarono in lui e  l’amore che gli trasmise quel semplice contatto fu come una scossa elettrica.



 
 
 
 
 
Ciao a tutti!
Questo breve capitolo è nato dal fatto che nonostante i libri della Meyer mi fossero piaciuti molto ho sempre considerato un po’ troppo semplicistica la soluzione dell’imprinting. Cosa sarebbe successo quando Renesmee fosse cresciuta e avesse saputo la verità? Le sarebbe andato bene che ad essersi innamorato di lei fosse il lupo e non l’uomo? Per questo ho cercato di dare una mia spiegazione, spero che sia stata una lettura piacevole e che mi direte le vostre opinioni! Sono ben accette anche critiche, purché costruttive! Un saluto e un bacio
Eli

 
 
 
 
 
  

 

  
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