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Autore: lupacchiotta89    02/12/2011    1 recensioni
Helen, la protagonista della storia, decide di tornare a La Push, dalla sua famiglia, dopo aver vissuto e studiato a New York. Dopo di che leggete per scoprire il resto! Spero che vi piaccia!
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Buongiorno a tutti! L'università mi sta prendendo completamente, quindi scusate se ci ho messo tanto.
Questo capitolo è la seconda parte del precedente. Mi dispiace se è corto, ma mi farò perdonare :) 
ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le seguite, chi commenta a volte e chi legge soltanto!
Mi farebbe piacere qualche altra opinione! baci a presto!
 
 
 
 
 
Dove eravamo rimasti:
Alice, aveva ragione.. ciò che non avevo compreso fino a quel momento era che io,
Helen Call, ero terribilmente innamorata di Paul Lahote.


 
 
Sai mantenere un segreto? II parte
 
Annuii con gli occhi chiusi, con il sorriso sulle labbra.
Sentii la sua mano afferrare la mia e il suo braccio avvolgermi la vita.
Aprii gli occhi e lo vidi ad un centrimetro dal mio viso
<< Mi concede questo ballo signorina? >> disse cominciando a volteggiare
<< Certo >> dissi io appoggiando la testa sul suo petto.
Sapeva di foresta, di casa, di sole e pelle.
<< Paul >> lo chiamai sussurrando.
<< Dimmi >> disse continuando ad ondeggiare.
Le parole mi morivano in gola, mi sentivo confusa e spaccata a metà.
Da un lato, speravo ancora in una possibilità con Jake, nonostante il mio atteggiamento scostante verso i suoi confronti.
Dall'altro sentivo che Paul era ciò che mi mancava, quella cosa che mi avrebbe fatto sentire completa, la scelta più sana per me.
<< C'è qualcosa che non va Helen? Vuoi che vada via? >> mi chiese preoccupato dal mio silenzio
<< No, Paul, è che non capisco cosa mi stia succedendo >> confessai
<< Non vorrei sembrare presuntuoso, ma io credo di saperlo >> disse lui cullandomi fra se
<< E allora dimmi cosa c'è >> sussurrai
Interruppe il moto circolare, del goffo ballo che stavamo facendo, e mi prese le mano portandole sulle sue labbra
<< C'è che ti amo... >> mi afferrò i fianchi e mi baciò con dolcezza.
Le farfalle nel mio stomaco presero a volteggiare, impazzite e scombussolate da quel momento, tanto tenero.
Dopo poco si separò da me, protestai mentalmente, volevo ancora sentirlo mentre mi coccolava e mi faceva sentire amata.
<< Voglio mostrarti una cosa, un lato di me che non conosci, è importante e spero che tu capisca e non scappi via urlando >> mi afferrò la mano e la strinse, forse per infondermi coraggio
<< Non ho idea di come tu possa riuscire a farmi scappare da te, ora come ora >> dissi cercando di mascherare la preoccupazione.
Era un assassino? Uno stupratore?
No, non era possibile, non Paul.
Era una specie di Superman? Qualche strano gene mutante lo aveva colpito?
<< Seguimi >> 
Il cuore cominciò a battere all'impazzata, non avevo paura, ero soltanto agitata perchè non sapevo cosa stava per fare.
 
Fuori c'era abbastanza freddo, Paul continuava a camminare verso il bosco e l'idea non mi allettava granchè, inoltre era già buio.
<< Eccoci qua >> disse fermandosi accanto ad un tronco pieno di muschio. Mi fermai anch'io e lo osservai con attenzione, era teso, credeva davvero che sarei fuggita in preda al panico? cominciai a spaventarmi...
<< Helen, ascoltami bene, tu sei una Quileoute no? >> mi domandò
<< Si certo >> risposi senza esitazione
<< Allora ricordi le favole che ti raccontavano da bambina? >>
<< Uhm, non bene, ricordo che mia nonna raccontava sempre quella storia sui lupi >> dissi, cominciando a capire ciò che voleva dirmi
Feci un risolino << Non vorrai dirmi che ci credi!? Magari adesso chiudo gli occhi e appena li riapro trovo un lupo davanti ai miei occhi! >> risi
<< Non è stato così difficile fartelo capire, credevo che avrei dovuto faticare di più >> rise anche lui.
No. Mi ero persa qualcosa...
<< Stai dicendo che questa storia è vera? Mi prendi in giro? >> 
Non poteva, non doveva essere reale. Probabilmente stavo sognando e magari, riaprendo gli occhi mi sarei trovata ancora in ospedale. 
Oppure avevo le allucinazioni per colpa della botta in testa.
<< Non scappare Helen, sono sempre Paul >> disse dispiaciuto
<< Voglio vedere >> chiesi. Dovevo assolutamente constatare con i miei stessi occhi, che tutte quelle storie della mia infanzia non erano una bugia.
<< Sei sicura? >> 
Annuii convinta.
Lo vidi nascondersi dentro un cespuglio, se non fossimo stati in una situazione simile lo avrei preso in giro, visto che si stava spogliando con un freddo che faceva tremare le ossa.
Lo vidi, inizialmente, tremare, poi spasmi più violenti percorsero il suo corpo.
Fu come se il suo corpo fosse esploso, la pelliccia enorme e grigia di un lupo altrettanto grosso, prese il suo posto.
Ricacciai indietro l'urlo che stava nascendo dalla mia bocca. Rimasi lì a fissarlo come un'ebete, senza sapere se scappare o correre verso di lui.
Era imponente, e i suoi occhi, troppo intelligenti per appartenere ad un animale tanto istintivo, mi fecero tranquillizzare.
Nonostante tutto, era pur sempre Paul, il mio Paul.
 
Il lupo grigio si avvicinò lentamente a me, con le orecchie abbassate e la coda tra le gambe.
Ero pazza. Totalmente pazza. Ma lo amavo lo stesso. 
<< Non avere paura Paul. E' tutto ok. >> dissi accarezzandogli il capo.
In risposta ricevetti un latrato, accompagnato da una strana smorfia, che poteva assomigliare ad un sorriso.
Risi e lo abbracciai << Questo non cambia le cose, se solo un pò strano, ma in fondo fa parte della nostra tribù, immagino, quindi non c'è da preoccuparsi >> 
Vidi Paul allontanarsi e riprendere le sue sembianze umane, per poi rivestirsi dietro al cespuglio.
<< Sapevo che ce l'avresti fatta! >> corse ad abbracciarmi
<< Non sai quanto mi hai messo paura! pensavo che volessi confessarmi di essere un assassino! O magari che mi avresti uccisa, portandomi in un posto isolato >> lo baciai sulla punta del naso.
Sì, era tutto ok, con mia sorpresa l'avevo presa abbastanza bene.
Certo, non sapevo ancora niente di quel mondo, che credevo fosse solo fantasia, ma mi avrebbe insegnato tutto Paul. 
Ero felice, il pensiero di Jacob si era volatilizzato nell'istante in cui il mio lupo, aveva posato le sue labbra sulle mie.
Ne ero certa, niente avrebbe potuto scalfirmi, niente avrebbe potuto rovinare tutto quanto...
Ancora non avevo idea di quanto mi sbagliavo.
  
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