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Autore: Twitch    02/12/2011    3 recensioni
Non so davvero che scrivere qua, anche perchè non so nemmeno se questa fanfic avrà una fine. Comunque preparatevi a qualcosa di triste, in ogni caso. Sono stata ispirata da 16.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“10.. 9.. 8.. 7.. ” iniziarono a gridare con enfasi “6.. 5.. 4..” l’emozione cresceva nelle loro voci! “3.. 2.. 1..” Sul grandissimo televisore comparve scritto in caratteri cubitali “2039!!”. Sullo sfondo iniziarono ad esplodere magnifici fuochi d’artificio, ripresi direttamente a Los Angeles, dietro allo splendido Golden Globe tutto illuminato. Sul maxi schermo posto sul ponte iniziò a lampeggiare in colori vivaci la scritta “Happy New Year!!” e un clima di entusiasmo generale andava spandendosi.

“Buon anno!” “Buon anno bambini… Buon anno amore!” Tutt’intorno al quel televisore, in quella casa californiana, c’erano urla e risolini di bambini, bicchieri pieni di Champagne che tintinnavano, abbracci e promesse scambiati e sorrisi stampati su tutti i volti, tranne che su uno.

C’era la nonna Adrienne, 71 anni, che sprizzava serenità da tutti i pori; riempiva i bicchieri di Champagne e augurava a tutti buon anno con il suo solito sorriso. Il suo viso  era segnato dalle rughe e la sua folta chioma nera di un tempo era ora di un grigio argenteo. Ma quegli occhi castani non avevano mai smesso di trasmettere così tanto amore quando incrociavano quelli verdi di Billie.
Adrienne, abbracciò Joey e lo baciò sulla guancia, come faceva quando era ancora il suo ‘bambino’.

“Ma maaamma”, disse Joey, “non ho più quattro anni” e le sorrise.
Joey aveva 44 anni, ed era un’affermata rock star. Era il batterista degli Emily’s Army, un gruppo punk rock prima prodotto dallo stesso Billie, ma che poi si era fatto strada tra le major più importanti. Sebbene avesse superato la soglia dei quaranta, sembrava ancora molto giovane, gli occhi, castani, erano come quelli della madre; ma quei capelli biondi tinti e la figura snella e non molto slanciata ricordavano terribilmente il padre.  Joey era divorziato, ma per l’occasione aveva portato con sé suo figlio Andrew, un bambino dolcissimo di cinque anni.
“Papà, papà, cosa stai bevendo? Posso anch’io?” disse Andy con la sua vocina acuta. Il papà rise e disse “Si vede proprio che sei un vero Armstrong!” ammiccando a Billie Joe che accennò appena un sorriso.

Jackob invece, quarantunenne, era diventato un uomo d’affari, e lavorava a Los Angeles per una importante azienda di moda. Era piuttosto basso, ma più in carne rispetto al fratello. Aveva anche lui gli occhi castani, ma i suoi capelli erano neri come quelli della madre. Era sposato con una donna bellissima, Kate. Capelli rossi e occhi verdi, era una musicista e lavorava come stilista nella sua stessa azienda. Avevano avuto una bambina e un bambino bellissimo di 5 e 3 anni; Ollie e Paul.

All’appello manca solo lui, Billie Joe o, come odiava essere chiamato, nonno Billie. I suoi occhi verdi erano segnati dalla stanchezza, i capelli non più tinti, erano bianco latte e negli ultimi anni aveva preso qualche chilo di troppo. Qualche ruga in viso ed un paio d’occhiali lo rendevano completamente diverso da quando era ancora giovane, ma nessuna di queste era la cosa più strana. C’era ancora un aspetto di lui che lo rendeva irriconoscibile: l’espressione del viso. Non aveva più quel sorriso furbo e un po’ da sbruffone, non aveva più gli occhi che brillavano ed esplodevano di vita. Aveva un’espressione stanca e sofferente. Stufa. Un uomo di 67 anni con un passato troppo movimentato per finire così, seduto su quel divano leopardato 24 ore su 24, o al massimo a dare lezioni di chitarra a ragazzini imbranati. Lui non era nonno Billie, lui era Billie Joe Fucking Armstrong, lui era il frontman dei Green Day! Ma quella notte di capodanno, lui era lì, circondato dai parenti. Non era a nessun party, non era a suonare a qualche show con i ragazzi. Era a casa, seduto sul divano senza dire praticamente nulla, simulando ogni tanto qualche sorriso.  Non che non amasse stare con sua moglie e con la sua famiglia, ma a lui piaceva il brivido, a lui piaceva cantare davanti alla folla. A lui piaceva esibirsi, ubriacarsi durante i concerti, fare il ragazzino. Quella era la sua vita! E quanto gli mancava quella vita, gli mancava da morire.





  
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