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Autore: Twitch    06/12/2011    1 recensioni
Non so davvero che scrivere qua, anche perchè non so nemmeno se questa fanfic avrà una fine. Comunque preparatevi a qualcosa di triste, in ogni caso. Sono stata ispirata da 16.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Britt, tesoro, potresti portarmi un’altra birra?” quella domanda proveniva da un salotto, più precisamente da un divano di pelle rossa.
67 anni pesavano su quella voce profonda, 67 anni intensi ma che erano trascorsi in un battito di ciglia. “Ma tesoro, è già la quarta!” Lui non fece nemmeno caso a quella risposta e si alzò avviandosi automaticamente verso il frigo.
Da molto tempo ormai non faceva più caso a molte cose, si lasciava scivolare tutto addosso.

I suoi occhi blu erano segnati dalle rughe, il suo viso era scavato e il suo corpo era sempre asciutto, ma non era più quello atletico di un tempo.
Michael si passò una mano tra i capelli sempre più radi maledicendo tutte le tinte che si era fatto durante gli anni.
Aprì il frigo, prese una delle cento ‘Corona’ che gli aveva regalato Billie per Capodanno e tornò al suo divano.

Da quando i Green Day erano usciti dalle scene, da quando aveva appeso il basso al muro, nemmeno lui riusciva più a sentirsi vivo. Non provava più quella sensazione meravigliosa dei concerti, quei brividi lungo tutto il corpo mentre suonava il basso come solo lui sapeva fare! Oh, e poi quanto gli mancavano i tour, come gli mancava stare sempre a contatto con i ragazzi.. Come gli mancava stare sempre con Billie. Ormai i tre si riunivano solo ogni tanto, come per quelle riunioni di famiglia dove non si sa mai di cosa parlare se non ‘dei bei vecchi tempi’.
E Mike si sentiva come anestetizzato, sotto effetto di novocaina.

Accese la tv, prese il telecomando e, automaticamente, cambiò canale. “Già visto, già visto, un’altra fottuta replica, già fatto, già v.. Aspetta, già fatto!” Mike tornò indietro di un canale e si ritrovò davanti agli occhi un ragazzo dagli occhi verdi e i capelli corvini con le labbra che sfioravano dolcemente un microfono. Un po’ più indietro c’era un tipo strano, con un espressione sclerata che picchiava su quella batteria come se fosse nato per fare solo quello! E un po’ più in là.. un po’ più in là c’era un biondone tutto muscoloso. Lui non squadrava la folla persona per persona come il primo. Lui aveva il capo chino sul suo basso, che alzava solo per avvicinarsi al microfono e urlarci dentro quei cori che si incastravano perfettamente con la melodia.

 “Oh non ci credo, saranno stati cinque anni che non ci passavano più in tv!” il programma si chiamava ‘Old punk glories’ e andava in onda da sempre, da quando le ‘old glories’ erano i Ramones! Mike si alzò, prese il telefono e compose il numero che sapeva meglio di tutti con un mezzo sorriso abbozzato sul viso  “Allora presto, 0015084966096!” il telefono non squillò nemmeno due volte e dall’altro capo si sentì subito una voce roca rispondere “Si?” Mike disse: “Billie non ind..” dall’altro capo del telefono Billie rispose con una certa risolutezza mista a malinconia “lo so, sul 752 stanno dando St. Jimmy.. del Milton” Billie troncò quel poco entusiasmo nella voce di Mike, che non seppe bene cosa rispondere.. “Quello di quando eravamo ancora qualcosa” disse Billie. “Quando avevamo uno scopo nella vita. Ora siamo solo degli stupidi vecchi seduti su un divano che vengono mandati in onda su uno stupido programma che non guarda più un cazzo di nessuno. Ormai la musica è morta, il punk è stramorto, decomposto. L’unica musica” aggiunse con tono sprezzante “Viene fatta con dei cazzo di computer!”.
“Billie! Lo sai che tutte le cose sono destinate a finire” Gridò Mike come se quell’urlo dovesse percorrere l’effettiva distanza tra casa sua e quella di Billie.  
“Lo so, scusa Dirnt.” Michael butto giù e cominciò a pensare.

Come al solito, nel suo silenzio, continuava a riportare alla luce tutti quei pezzettini della sua vita, quelli più memorabili ed indimenticabili e quelli più stupidi o insignificanti, ma che fanno comparire sul volto un lieve sorriso, come un flebile arcobaleno che squarcia timidamente il cielo grigio.
Ma le parole di Bill continuavano a rimbombargli nella testa, come il ronzio che rimane nelle orecchie dopo un concerto. “Non siamo più niente, non abbiamo più uno scopo”.
Era vero. Non avevano più nulla in cui credere, nessuna battaglia da combattere. Non gli restava che stare seduti su un costoso divano, in una casa costosa a fare sogni da due soldi, che più che sogni erano ricordi.

Billie, invece, salì lentamente le scale, ed aprì la porta della stanza delle chitarre. Prese quella nera acustica, la accordò come non faceva da tempo e iniziò a suonare e a canticchiare.. “Every time I look in my past I always wish I was there..”
  
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