Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: Dony_chan    03/12/2011    4 recensioni
Eccomi qua, con questa raccolta salvata nel computer da parecchi mesi…
Mi sembrava carino ripercorrere alcuni episodi da me inventati della preadolescenza e adolescenza dei nostri cari protagonisti!
Spero che l’idea piaccia anche a voi, e se mi lasciaste una piccola recensione, ne sarei contenta!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter 6 : 17 anni …
 

“Allora, Ran: quali sono i buoni propositi per l’anno nuovo?” chiese l’allegra voce fuori campo della giovane ereditiera Sonoko Suzuki.
La ragazza intervistata fece finta di pensarci su, con il dito indice poggiato sul mento e le guancie leggermente arrossate per la danza di gruppo appena conclusa.
“Dunque, vediamo... bè, innanzitutto vorrei che i miei genitori si rimettessero insieme... e poi, vorrei tanta salute per tutti noi... e...” elencò la ragazza, sorridendo beatamente alla videocamera.
Da parte dell’amica si sentì uno sbuffo annoiato. “Oh, Ran, finiscila di fare la brava ragazza! Che ne dici di buoni propositi riguardanti Kudo?” chiese maliziosamente Sonoko.
La giovane interpellata arrossì visibilmente ed irrigidì le braccia lungo i fianchi, le mani strette a pugno. “Che c’entra Shinichi, scusa?!”.
Sonoko rise fragorosamente, facendo dondolare la telecamera. “Oh, avanti, un buon proposito potrebbe essere una dichiarazione romantica... o un bacio passionale!”.
Ran oscurò la telecamera con la sua mano, disturbando anche l’audio di proteste di Sonoko.
“Finiscila di dire idiozie!” si sentì qualche secondo dopo da parte della giovane karateka.
L’amica zoomò sulla sua faccia infastidita e rossa come un peperone, per poi far trapelare la sua risatina argentina.
Sullo sfondo, nel frattempo, era apparso il diretto interessato, che gironzolava fra i tavoli con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni eleganti e i capelli più scompigliati del solito causa del ballo forzato cui l’avevano sottoposto i suoi compagni di classe.
“Oh, eccolo là, il nostro principe azzurro!” lo chiamò a gran voce Sonoko, facendo apparire nell’inquadratura la sua mano sventolante.
Shinichi si voltò appena verso le due ragazze, non propriamente sicuro di essere lui l’interpellato. Si indicò incerto, l’espressione interrogativa.
“Shinichi, non è niente... Sonoko vuole fare la spiritosa” cercò di allontanarlo Ran, ma la sua amica le parlò sopra, in tono più alto. “Vieni qui, ad elencarmi i tuoi buoni propositi!”.
Shinichi fece la linguaccia verso la telecamera e fece per dare le spalle all’inquadratura, quando Sonoko gridò a gran voce: “Quest’anno sarà l’anno dell’amore! E la coppia formata da Ran Mouri e Shinichi Kudo è la prima! Si accettano iscrizioni...”
Sia il volto della ragazza che quello del ragazzo avvamparono all’istante, mentre la mano di Ran tornava a coprire l’obbiettivo della videocamera, mentre intimava all’amica di tacere.
 
Ran spense immediatamente il video, avvampando a sua volta, e puntando il suo sguardo sullo schermo orami nero del televisore.
Sentì gli sguardi divertiti dei suoi amici di Osaka puntati su di lei, ma non osò guardarli negli occhi subito.
Allungò la mano verso la custodia della videocassetta e appurò che si trattava proprio della festa di Capodanno precedente, tenuta nella villa della sua migliore amica.
Si era completamente dimenticata di quel video imbarazzante, ed aveva anche evitato di contrassegnare con un’etichetta la videocassetta del misfatto. Forse era per quello che l’aveva nascosta dietro la noiosa pila di filmati delle sue recite scolastiche delle elementari: aveva preventivamente deciso che mai nessuno l’avrebbe rivista, in special modo lei, che l’aveva addirittura rimossa dalla memoria.
Dalle labbra di Kazuha provenne una lieve risatina, e fu a quel punto che Ran ebbe il coraggio di alzare nuovamente lo sguardo. Heiji se ne stava seduto scomposto alla sua estrema sinistra, le braccia incrociate dietro alla schiena e un sorrisetto malizioso sulle labbra; Kazuha, invece, era in mezzo ai due amici e guardava Ran con una certa condiscendenza, le mani intrecciate sulle sue ginocchia, le gote piacevolmente tinteggiate di rosso.
Ran si schiarì la gola e si girò alla sua destra, per controllare la reazione dell’ultima persona presente nella sala: il suo ‘fratellino’ Conan.
Il piccolo detective se ne stava seduto rigido sulla sua parte di divano e teneva ancora gli occhi fissi sullo schermo del televisore, come se il proseguimento del video stesse ancora andando.
Notò che anche le sue guancie erano avvampate, ma non si sapeva proprio spiegare perché.
“Eh eh eh... non ricordavo che Sonoko... insomma, questo video non...” balbettò Ran, per poi scattare meccanicamente in piedi e dare le spalle al piccolo gruppetto. “Chi vuole un gelato?” chiese per far cambiare aria.
Kazuha si propose per darle una mano e subito le due ragazze si diressero in cucina per preparare le coppe di gelato da mangiare come merenda, con i ragazzi al seguito, mogi mogi sulla soglia e lo sguardo assente.
Ran estrasse dal freezer due belle confezioni di gelato alla frutta e le poggiò con cura sul piano della cucina, mentre Kazuha, ormai divenuta esperta della cucina Mouri, recuperò quattro grandi coppe gelato dalla credenza.
“Dove hai detto che è andato tuo padre, Ran?” chiese la giovane di Osaka, guardando con gola il gelato alla fragola che ricadeva fresco su una coppa.
Ran decorò questa con un biscotto a forma di orsetto e la portò al piccolo Conan, sorridendogli amabile.
“È andato ad un pranzo con alcuni vecchi compagni di liceo. Pensa, li abbiamo incontrati per caso dopo un omicidio di cui mio padre si è dovuto occupare, a  Yokohama! Non si rivedevano da... parecchi anni!”.
Ran lasciò il suo piccolo fratellino a gustarsi la sua coppa di gelato e tornò al banco della cucina per servire anche gli altri suoi due amici.
Non vide mai l’espressione rassegnata di Conan, quando si accorse dell’orsetto impiantato nel gelato alla fragola.
Kazuha corrugò la fronte. “Io non so se tra vent’anni riconoscere qualcuno che ha fatto la mia classe...”
Heiji, dall’altro lato, sbuffò sonoramente. “Questo perché tu sei una stupida e non presti attenzione ai dettagli” disse, sventolando una mano, noncurante. Kazuha strinse il pugno e gonfiò le guancie, risentita. “Certe cose, come il taglio degli occhi e la forma del viso, farebbero ricordare” concluse il giovane.
Kazuha, per evitare l’ennesima litigata, gli servì la coppa di gelato più misera e gli voltò le spalle, dedicandosi a Ran, che sembrava un po’ giù di morale.
“Cosa c’è, Ran?” le chiese, perplessa.
La giovane interpellata alzò gli occhi e fece un sorrisetto tirato. “No, niente... solo...”
Il piccolo Conan si fece attento quando avvertì il tono della ragazza farsi più cupo. Drizzò le antenne e inconsciamente le andò vicino, seguito dallo sguardo del suo rivale dell’Est.
Da quando si era rimpicciolito, non poteva fare a meno di essere influenzato dai cambiamenti di umore della ragazza: se lei era felice, lui era sereno; se lei era spaventata, lui doveva proteggerla; se lei era triste... lui si sentiva in colpa. Perché la maggior parte delle volte, la causa era proprio lui stesso.
Ran arrossì di colpo, portandosi le mani sulle gote. “E se Shinichi, quando tornerà, si sarà fatto biondo e alto?!” domandò freneticamente a nessuno in particolare. Quasi tutti i presenti caddero dallo sconcerto.
“E se non lo riconoscessi? Non lo riconoscerei!” disse Ran, agitata, guardando negli occhi la sua amica Kazuha.
L’acuta voce di Conan si fece largo tra la sua preoccupazione. “Non credo che Shinichi si farà mai biondo!” disse come per consolarla, ma non aveva centrato il punto in questione.
Ran spostò lo sguardo su di lui, e stava per rispondergli, quando la frase di Kazuha la colpì in pieno. “Ran, ma certo che lo riconosceresti!” disse, capendo al volo la reale preoccupazione dell’amica. “Tra mille!”.
Ran tornò a guardarla, ed annuì lentamente, spostando inconsciamente una mano sul cuore. Kazuha le sorrise e le poggiò una mano premurosa sulla sua spalla. “E poi... Kudo non tornerà tra vent’anni, no? Appena avrà risolto questo caso...”
Heiji e Conan si scambiarono uno sguardo cupo, poi quest’ultimo abbassò lo sguardo a terra, lasciando che la frangetta gli coprisse in parte il volto rabbuiato.
Nella piccola cucina ricadde il silenzio, mentre le due ragazze preparavano le ultime due coppe di gelato e versavano dell’aranciata fresca in una grossa brocca di vetro.
Portarono il tutto nella sala da pranzo e si sedettero sui loro cuscini, preparandosi a deliziarsi e refrigerarsi con il gelato e la bibita.
“Ho trovato!” esclamò all’improvviso Kazuha, e nella foga aveva puntato il gomito contro quello di Heiji, al quale andò l’aranciata di trasverso.
Il giovane cominciò a tossire, ignorato dall’amica che l’aveva quasi soffocato. Stava per insultarla, quando la ragazza cominciò a parlare, sempre ignorandolo.
“E se Heiji aiutasse Kudo? Nel caso, intendo... insieme potrebbero fare alla svelta e Kudo potrebbe tornare molto presto!”.
“Ah!” esclamarono Heiji e Conan, allarmati.
Si mette male...pensò Conan.
Ma perché non chiude mai quella boccaccia?!si domandò invece Heiji.
Ran, sollevando il cuore dei due giovani detective, scosse lentamente la testa. “Lo conosco. Vorrà fare tutto da solo” si rammaricò.
A Conan si strinse il cuore. Chissà quante volte ci aveva già pensato... e chissà quante volte si era dovuta arrendere all’evidenza del suo carattere.
Kazuha perse l’entusiasmo e si rabbuiò. “Che testa calda, proprio come Heiji!” sbuffò, la testa poggiata stancamente sulla mano.
L’amico si alterò subito. “Ma che c’entro io, adesso?! Ogni occasione è buona per insultarmi?”.
Ma Kazuha, per la seconda volta, non gli diede bado. Il suo sguardo era come scollegato, e sicuramente stava pensando a qualcosa.
Poi si rianimò e batté allegramente il pugno sul palmo della mano. “Ma certo!” esclamò, al che Conan ed Heiji si preoccuparono ancora.
“Cosa?” chiese Ran, affondando il cucchiaino nella sua coppa di gelato ancora intatta.
Kazuha si allungò sul tavolo, avvicinandosi al volto dell’amica, e le sorrise radiosa. “Ran, non hai mai pensato... di andare tu a trovare Kudo?”.
Silenzio.
Heiji e Conan erano pietrificati sulle loro sedute, lo sguardo puntato sulla giovane Mouri. Il cuore del più piccolo in statura si era bloccato un istante, per poi riprendere a battere più furiosamente del solito.
Questa non ci voleva proprio!pensò agitato, mentre gli occhiali gli ricadevano lungo il naso.
Heiji stava cercando disperatamente una soluzione per il guaio in cui quella scema di Kazuha aveva infilato il suo amico, ma il suo cervello non rispondeva. Non riusciva a trovare una via di fuga da quel campo minato.
“Perché Kazuha non chiudi quella boccaccia?” imprecò Heiji, “Saranno affari loro, no? Ti devi sempre mettere in mezzo?”.
Era l’unica cosa che gli era passata dalla mente: attirare Kazuha in una discussione, sperando di far cadere così l’argomento.
Kazuha, per la terza volta in quella giornata, ignorò l’amico, e ciò lo irritò parecchio per due motivi: uno, non era riuscito nel suo intento; e due, non gli piaceva affatto che lei non lo calcolasse.
“Andare a trovarlo?” furono le lente parole di Ran, dopo alcuni istanti.
“Sì!” esclamò Kazuha, annuendo con vigore. “Sarebbe terribilmente romantico!” e le sue fantasie partirono in quarta.
Ran arrossì leggermente. Conan la guardò e, anche in un momento di tensione come quello, non poté fare a meno di notare che lui adorava quando Ran arrossiva per qualcosa che lo riguardava.
“Bè... non ci ho mai pensato, in realtà” cominciò Ran, ed Heiji tirò un lieve sospiro di sollievo. “Però...” e qui tutti la guardarono, in attesa.
Ran si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sorrise a chissà quale pensiero. Conan si rese conto che voleva terribilmente saperlo.
“Lui mi ha detto di aspettarlo... e io lo aspetterò” concluse la giovane karateka, ed arrossì ancora.
Heiji esultò dentro di sé e strizzò l’occhio all’amico, ma Conan continuava a guardare Ran.
Si sentiva terribilmente in colpa. Mai, come in quel momento, avrebbe rivoluto il suo corpo indietro. Per poterla abbracciare, per poterle parlare, per poterla rassicurare...
“Ran...” sussurrò Kazuha, gli occhi lucidi. “Ti ammiro. Io non ce la farei...” e, detto questo, lanciò un’occhiatina veloce alla sua destra dove stava Heiji, che rigirava il cucchiaino nella sua coppa di gelato. Stavolta era lui ad ignorarla.
Ran si limitò a sorridere appena.
“Sei maledettamente devota a quel Kudo... quando torna, io gliela farei pagare!” scherzò Heiji con tono leggero, facendo la linguaccia in direzione del piccolo bambino seduto di fronte a lui.
Conan lo guardò, inarcando le sopracciglia.
Ma se fino ad un attimo fa eri sulle spine anche tu...pensò.
 
 
 
 
Ran si lasciò cadere stancamente sul divano, un braccio che le ricopriva gli occhi. Heiji e Kazuha erano ripartiti poche ore prima, contraccambiando l’invito ad andare a trovarli ad Osaka uno dei prossimi giorni di vacanza.
Sorrise.
Era proprio contenta dell’amicizia che si era formata con i due ragazzi, specialmente con Kazuha. Con lei sentiva di riuscire a confidarsi liberamente. E poi, lei poteva comprendere benissimo quello che provava nei confronti di Shinichi...
Shinichi...
Anche in quella giornata apparentemente tranquilla, il suo ricordo era sempre stato presente nella sua mente, anche quando vedeva Heiji litigare con Kazuha, anche quando guardava negli occhi il suo piccolo fratellino... specialmente, quando guardava il suo piccolo fratellino...
Si alzò dal divano e raccolse da terra la custodia abbandonata del video che avevano guardato assieme quel pomeriggio, e si diresse verso la finestra che dava sulla città, sotto lo sguardo silenzioso e nascosto di Conan.
Si affacciò, beandosi dell’aria fresca della sera. Suo padre doveva ancora rientrare, e quindi poteva concedersi ancora un po’ di pace, prima di doverlo aiutare a risalire in casa per colpa della troppa birra.
Si spostò una ciocca di capelli, stringendo forte al petto la custodia della videocassetta, lo sguardo perso nel cielo scuro.
Quella sera di Capodanno, il suo buon proposito per l’anno nuovo era stato uno, e ora lei se lo ricordava benissimo: desiderava passare ogni istante di quell’anno assieme a Shinichi.
Il suo sorriso divenne triste, mentre pensava che il destino era stato crudele con lei.
Ma, in realtà, non sapeva quanto si stava sbagliando...

 
 
 
 
 
 
 
.. ecco, anche i diciassette anni sono stati postati .. sento la lacrimuccia premere per uscire, sul serio! :(
Ah, questa raccolta mi mancherà davvero, perché è stata la prima volta in cui avevo deciso di cimentarmi nello scrivere su DC...
Ma... la prossima settimana arriverà il famigerato capitolo BONUS!!! Eeeeee!!!
Mi dispiace, ma dovrete ancora sopportarmi per poco eheh... solo un breve capitolo per vedere i nostri due protagonisti poco più in là nel tempo :P
Allora, allora... che mi dite, il capitolo vi è piaciuto? E che mi dite dello  ‘scherzone’ (ma andiamo, che sto dicendo! XD) all’inizio? Avevate pensato ad un ritorno di Shinichi??? Però, dai, l’ho fatto riapparire sotto le forme che amiamo di più, no? Anche se per un breve attimo, posso dire che anche nei diciassette anni c’è stato Shinichi in carne ed ossa... ;)
Passo a ringraziare quelle buone anime che hanno commentato lo scorso capitolo: grazie a shinichi e ran amore, Shine_, Kuroshiro ed hermione_95! Mi inchino a voi!
E grazie mille anche a floravik che ha inserito la raccolta nelle ricordate, a shinichi e ran amore per averla messa tra le preferite, e a amorelove e bunny1987 per aver inserito la storia nelle seguite!! Grazieee!
E grazie anche a quelli che hanno solo letto ;)
Bene, con questo vi saluto... alla settimana prossima, per il capitolo bonus ;)
Un abbraccio grandissimo,
 
Dony_chan 
 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Dony_chan