Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: redcokehobos    03/12/2011    8 recensioni
“Che c’è?” mi chiese, con fare innocente.
“Robert” dissi, cercando di reprimere la mia voglia di staccargli la testa “... mi spieghi perché il latte della bambina è marrone?”
“Beh, i biscotti per neonati sono finiti così ho messo quelli al caffè” mi spiegò “sai quelli che mi piacciono tanto, con le gocce di cioccolato...”
Sospirai, rassegnata. “Signore, perché l’hai fatto così idiota?”

Momenti di serenità in un roseo futuro Robsten: Robert e Kristen alle prese con la loro piccola Joy.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non ho niente da dire.
Tranne TANTI AUGURI LETY!
Senza te, Joy non sarebbe mai esistita.
Questa è tutta per te!

 

 

just perfect.

 

 
«Kris?»
«Dimmi»
«Perché sembra che l’abbiano appena assunto in paradiso?»
«Nah, semplice reazione alle belle notizie»

 
«PETEEEEER! Ciao!»
«Rob… Ciao!»
«Amico mio, come stai?»
«Bene. Al contrario tuo. Cos’hai bevuto? Kristen, aiuto!»

 
«Cos’ha il tuo ragazzo? Manca poco e comincia a saltare per il set… Ah no, già fatto»
«Dakota, ti devo dire una cosa»
«Che succede?»
«Non ci posso ancora credere, mio dio…»
«Cos’è successo? Mi sto preoccupando… Kris, parla!»

 
«Ce l’ho fatta!»
«Cosa?»
«Tom! Tom, Tom, TOM… Tom!»
«So come mi chiamo»
«Non ci crederai mai!»
«Se non me lo dici…»
«Tom. Oh, Tom. Thomas…»

 
«Jess…»
«Che?»
«E’ successo»
«Cosa?»
 

«Pattz, è vero?»
«Chi ve l’ha detto?»
«Tom»
«Infame…»
«Allora è vero! Whoa!»

 

«Devo dirvi una cosa…»

«Siete seduti?»

«Avrei voluto aspettare di essere a LA e farlo di persona, però…»

«Ora siete seduti?»

«Non volevo foste gli ultimi a saperlo»

«Okay, non è niente di particolare, solo che…»

«Sono incinta»

«Diventerete nonni! Hey, cos’era quel tonfo?»

 

 

«Dalla a me, dalla a me!»
«No, voglio tenerla un po’ io!»
«Hey, è il mio turno!»
«Oh, quella è mia figlia, non una bambola!» 

Nel momento in cui avevo messo piede in casa, appena dimessa dal reparto maternità, avevo capito che nei giorni a seguire non avrei avuto pace.
Come volevasi dimostrare…
Da circa due giorni, casa nostra era sovraffollata.
Pullulava di gente eccitata ed emozionata per il nuovo arrivo in famiglia.
I miei genitori. I suoi genitori.
I miei fratelli, le sue sorelle.
I nostri migliori amici. Per non parlare di amici e parenti lontani, anche molto lontani, che sembravano apparire dal nulla.
Era un viavai continuo, tipico di occasioni come quella, e sapevo benissimo che sarebbe durato almeno per un altro paio di mesi o più.
La verità era che mia figlia – mia figlia, mi faceva ancora strano dirlo o solo pensarlo – incantava tutti e nessuno voleva più staccarsene, trasformando così brevi visite alla nascitura in lunghe e prolungate permanenze. Tutti la strapazzavano e coccolavano, lasciandomela godere veramente poco. Ma era giusto che fosse così. Molti di loro sarebbero dovuti ripartire a breve e chissà quando avrebbero avuto la possibilità di rivederla, soprattutto la famiglia di Rob.
Tutto l’amore, la vita e la gioia che regnavano in casa mi facevano stare bene nonostante la confusione generale e la mia stanchezza, anche se una piccola parte di me non vedeva l’ora di rimanere un po’ sola.
Sola con Rob e Joy.
 

«Signorinella, torna immediatamente seduta!»
Ciò che mi faceva stare un po’ meno bene era l’incessante, maniacale preoccupazione di mia madre per  me da quando avevo partorito.
Viste e considerate le complicazioni che c’erano state durante la gravidanza, i medici si erano raccomandati massimo riposo, cosa che Jules Mann-Stewart non dimenticava neanche un istante di ricordarmi. In quanto ad ossessività, se la batteva alla pari con Rob.
«Volevo solo andare in cucina a bere» dissi, innocentemente.
«Puoi chiedere a qualcuno, non c’è bisogno che sia tu ad alzarti»
«Mamma, ho partorito, non sono malata!»
«Sì, ma sei debole e la dottoressa ha detto che devi rilassarti, non devi fare sforzi…» Blah, blah, blah «E non fare quella faccia!»
«Sai, mentre perdevi tempo parlando, sono già arrivata a destinazione e guarda un po’? Sono viva» le feci notare  un po’ acidamente.
Aprii il frigo e presi una bottiglietta d’acqua, sbattendo lo sportello con forza. Per fortuna la guarnizione ne attutì il colpo o avrebbe fatto un gran rumore, rischiando di svegliare Joy. Mi poggiai al ripiano della cucina, cercando di godermi un po’ il silenzio. Provai a stappare la bottiglia sigillata ma trovai non poca difficoltà. Mi sforzai ancora po’, ma la mano continuava a scivolare a vuoto sul tappo. Ero a secco di energie. Fanculo.
«Dai a me…» Sbuffando, mi arresi e gli passai la bottiglietta, voltandomi verso di lui.
«Ti ha mandato mia madre?»
«Jules sarà anche asfissiante, ma nessuno supererà mai la paranoia del sottoscritto, mia cara» disse, passandomi la bottiglietta aperta e stampandomi un bacio «Avevo paura svenissi da un momento all’altro quindi ti ho seguita»
«Sto bene…»
«Sei stanca» notò, accarezzandomi una guancia.
«Un po’» ammisi.
«Se vuoi faccio partire l’allarme antincendio così scappano tutti e tu puoi riposare in santa pace» scherzò.
«Che idiota che sei» lo presi in giro, sorridendo. Bevvi un sorso d’acqua. «Sono tutti adorabili, ci vogliono un gran bene»
«Lo so, però… perché non vai a dormire un po’?» propose, dolcemente .
«Rob, non posso andarmene in camera e mollarli lì»
«Solo un’oretta» tentò di convincermi «Quando ti sveglierai, saranno ancora qui, non scappano. Anzi…» Già, anzi. Se avessero potuto, si sarebbero accampati nel nostro salotto.
«No, non è educato» borbottai, giocherellando con il tappo della bottiglietta.
«E chi se ne importa!» Gli lanciai un’occhiataccia «Okay, d’accordo» si arrese, sospirando tra i miei capelli «però almeno siediti sul divano e stai ferma lì. La dottoressa ha dett-»
«So cosa ha detto» sbuffai, irritata «Sono io quella che ha partorito quel giorno, nessuno l’ha notato?»
«Io l’ho notato. Le mie orecchie, che hanno dovuto sentire tutti quei fanculo e altre parole che non voglio neanche ripetere, lo hanno notato. La mia mano che hai stritolato e che, dopo tre giorni, è ancora dolorante lo ha notato…»
«Non esagerare, non l’ho stretta poi così forte» dissi, per discolparmi. Mi guardò sbalordito. «Caro, stavo partorendo tua figlia. Quello che avete provato tu e la tua fragilissima mano non è stato neanche un decimo del dolore che ho provato io in quel momento mentre la mia vagina si allargava fino a strapparsi per far uscire la sua test…»
«Okay, okay» mi interruppe, disgustato  dalla mia descrizione dettagliata «Stop. Mi arrendo. Hai vinto!» Soddisfatta, gli stampai un bacio.

 
«Il nasino è uguale al tuo, Kris, ma i lineamenti del viso assomigliano tanto ai suoi appena nato»
«Davvero?» Claire annuì sorridendo mentre cullava piano Joy, che si era addormentata placidamente tra le braccia della nonna dopo la sua poppata.
«Claire, non provare nemmeno a paragonare la mia meravigliosa nipotina a questo qui» disse Tom, indicando Rob «Guarda che brutta faccia che ha! Non capisco come abbia potuto contribuire alla creazione di questo capolavoro…»
«Non ti hanno mai insegnato come si concepiscono i bambini, Tom?» scherzò Rob. Risi, accoccolandomi di più tra le sue braccia.
«Le orecchie sono di Kris» intervenne mia madre.
«Non è vero, le sue orecchie sono perfette!»
«Anche le tue…»
«Ehi, Dumbo!» mi prese in giro mio fratello Taylor, facendo ridacchiare tutti. Mugolai imbarazzata, nascondendo il viso nel collo di Rob, che mi lasciò un bacio sulla fronte.
«Io adoro le tue orecchie» mi sussurrò, sorridendo e facendomi sorridere.
«Chissà di che colore saranno gli occhi» si domandò Cameron «Ora sono blu ma la maggior parte dei neonati li ha così»
«Saranno come quelli di Kris» affermò sicuro Rob. Lo guardai incuriosita da tanta convinzione «Fidati, sono come i tuoi» Lasciai perdere, nessuno avrebbe potuto fargli cambiare idea. Era testardo.
«Di certo non scuri»
«Lo spero per Rob» scherzò Tom, facendomi scoppiare a ridere. Rob prese un cuscino accanto a noi e glielo tirò dietro, lui si abbassò di scatto e lo schivò.
«E tu non ridere!»
«Scusa» ridacchiai, stampandogli un bacio sulla guancia.
 

La stanchezza cominciava a farsi sentire. Sentivo le palpebre cedere sul serio.
«Vuoi andare di sopra?» sussurrò Rob in modo che gli altri non lo sentissero. Sapeva che mi sarei sentita a disagio se fossero andati via a causa mia. Scossi la testa, dandogli un bacio leggero. Mi strinse più forte ed io mi accoccolai meglio a lui.
Le chiacchiere e le risate continuarono, ma non fui più capace di seguire il discorso poiché la stanchezza prese il sopravvento. Il vocio di sottofondo mi cullò verso l’incoscienza.
L’ultima cosa che sentii fu qualcuno che mi copriva con una coperta e le sue labbra che si posavano sulla mia fronte, in un bacio delicato.
 

«Hey, papi» Completamente incantato da sua figlia e con un sorriso ebete stampato sul viso, si voltò verso di me, distogliendo per un secondo lo sguardo da Joy, che dormiva nella culla. Era talmente assorto da non essersi neanche accorto della mia presenza.
«Hey, sei sveglia» bisbigliò dolcemente. Mi avvicinai, abbracciandolo e lasciandomi abbracciare nella penombra della stanza - l’unica luce proveniva dal corridoio e da qualche lampione che si poteva intravedere fuori alla finestra.
«Sono andati tutti via?» gracchiai, ancora assonnata.
«Sì, pochi minuti dopo esserti addormentata. Come ti senti?»
«Bene» sospirai, accoccolandomi ancora di più a lui. Mi studiò di sottecchi, per accertarsi che non stessi mentendo «Sto bene, sul serio»
«Okay» rispose, lasciandomi un bacio sulla fronte «Però tra poco torni a letto. La dottoressa ha detto che devi riposare e n-»
«Lo so, lo so, non ti preoccupare» lo tranquillizzai. Ero più rilassata, non mi alterai neanche all’udire delle parole “la dottoressa ha detto…” come avevo fatto per tutto il giorno. Finalmente c’era pace in casa. Il totale silenzio interrotto solo dal suono dei nostri respiri. Dei nostri tre respiri. Tornammo entrambi con lo sguardo a Joy, stregati da quella piccola creatura. «E’ meravigliosa» mormorai.
«Ed è tutta mia»
«Nostra»
«Pff, tu ormai l’hai sfornata, ora è tutta per me!» Ridacchiai, poggiando le labbra sotto il suo orecchio, dove lasciai un piccolo bacio per poi sussurrargli un «Siamo stati proprio bravi, ammettilo».
«Se c’è una cosa in cui siamo veramente bravi, è proprio quello» rispose, ammiccando.
«Sono così distrutta che non riesco neanche a pensarci, ti giuro» confessai, sedendomi sul letto e trascinandolo per mano con me «Conviene che ti trovi un’amante. O una bambola gonfiabile»
«Sai cosa? Dovrei chiedere se hanno conservato la bambola che usavamo sul set, quella a forma di te…»
«Che schifo, Rob! Faceva impressione! Oddio, no…» esclamai a mezza voce, mentre lui sogghignava piano per non svegliare Joy «Non sembravo così mentre partorivo, vero?»
«No, no» mi rassicurò, lasciando un bacio sull’angolo delle mie labbra «Eri bellissima» sussurrò, un bacio ancora «Sei bellissima». Sorrisi, voltandomi completamente verso lui e unendo le mie labbra alle sue.
«Ma se mi sento uno straccio per lavare a terra…»
«E invece sei ancora più bella di prima. E sei stata bravissima. Al contrario mio» ammise, scoppiando a ridere. Risi anch’io, accarezzandogli i capelli alla base della nuca. «Me la stavo facendo sotto! Ci sarebbe voluto qualcuno lì per consolare me, mi veniva da piangere!» Avvicinai il suo viso al mio mentre ridevamo entrambi al ricordo della sala parto. Due sclerati, fuori di testa, che si urlavano addosso di tutto, passando dai “ti amo” ai “vaffanculo” nel giro di pochi minuti, ma che alla vista della loro piccola creatura erano scoppiati in lacrime come dei bambini. La piccola creatura che, in quel momento, stava cominciato a piangere nella sua culla, attirando la nostra attenzione. «Che ha?» mi chiese, già preoccupato.
«Fame» risposi, stampandogli un ultimo bacio prima di alzarmi ed avvicinarmi a Joy. «Amore, ciao» le sussurrai, prendendola tra le braccia e cullandola piano mentre tornavo a sedermi accanto a Rob, che subito si strinse a noi, gli occhi che brillavano come due stelle in piena notte. Joy ricacciò immediatamente indietro le lacrime, come se il contatto l’avesse calmata. Era come se ci avesse riconosciuto, come se tra le mie braccia si sentisse al sicuro tanto da non dover piangere più. Ed era una sensazione stupenda, erano quelle piccole emozioni che mi facevano sentire madre.
«Piccolina» sussurrò Rob, con un sorriso enorme che gli illuminava il viso, mentre con un dito le sfiorava la guancia liscia e rosea. Joy, con quegli occhioni dolcissimi che si ritrovava, ci guardava attentamente, muovendo piano la boccuccia «Hai fame, mm?»
«Già» sospirai, sbottonando la maglia del mio pigiama e portando la coda in cui avevo raccolto i capelli ad una lato, per allattarla. La avvicinai al seno e subito ci si attaccò, avida della sua poppata. «Whoa amore, sei affamata!» Sentii Rob sorridere accanto a me e poggiarsi piano con il mento alla mia spalla, gli occhi incollati a sua figlia. Mi voltai e lo fissai per un paio di secondi. Lo avevo visto allegro, di buonumore, entusiasta. Lo avevo visto esaltato, eccitato, emozionato. Lo avevo visto felice. Ma non avevo mai visto quella particolare luce nei suoi occhi… «Sai cosa mi ha detto Tom un paio di giorni fa?» Mi guardò, incuriosito, il viso vicinissimo al mio. «Che ti ha visto guardare con quegli occhi solamente un’altra persona in tutta la tua vita»
«Che occhi?»
«Questi. Quelli con cui guardi Joy. Quello sguardo…» Mi sorrise, con uno dei sorrisi più belli che gli avessi mai visto sul viso, perché sapeva esattamente di cosa parlavo. Sapeva esattamente di quale sguardo mi aveva parlato Tom. Quello sguardo innamorato. Quello con cui gli aveva visto solamente guardare me.
«Sai invece cosa mi ha detto tuo padre?» mi domandò, le labbra sulla mia fronte, dove lasciò un bacio «Che quando vedrò un giovanotto guardare Joy con questi occhi, sarà il giorno in cui dovrò seriamente preoccuparmi» disse, ridendo. Scossi la testa esasperata, alzando gli occhi al cielo. Sono padri, condannati ad essere gelosi delle loro figlie.
Sentii Joy allontanarsi dal seno, finalmente sazia. La adagiai cautamente sulla mia spalla, scuotendola un po’ in attesa che… Mmm, complimenti. «Amore! Cos’era quello?» rise Rob, stupito dalla potenza del ruttino di sua figlia, lanciandomi un’occhiata divertita.
«Sei tutta tuo padre, cucciola» le sussurrai divertita, baciandole la testolina. La avvolsi nella sua copertina – era Gennaio, il suo arrivo era stato un fantastico regalo di Natale in ritardo – e la adagiai tra le braccia di Rob «Tienila un po’ tu prima che si riaddormenti» Pronto la afferrò anche se, in cuor suo, aveva sempre paura di poterla rompere. Mi inginocchiai dietro di lui, il mento poggiato sulla sua spalla, e lo abbracciai stretto alle spalle, mentre entrambi eravamo persi nel guardare Joy, tranquilla tra le sue braccia.

E pensai che quel momento era semplicemente perfetto.
C’era vita.
C’era gioia.
C’era amore.
C’eravamo io, lui e Joy.
Quindi… sì, era tutto perfetto.

Noi eravamo perfetti.

 

Piccole notine.
Volevo che fosse semplice, perché non credo che ci sia niente di più puro di momenti come questi.
Avrei dovuto postare un po’ di tempo fa, ma ho deciso di farlo oggi, piccolo regalo per la nostra amata Letizia. È soprattutto colpa sua se io, Fio e Cloe abbiamo cominciato a scrivere su Joy, quindi ERA DI DOVERE!
Ora fatele tutti gli auguri, su u.u
Quella piccola scritta in grassetto… beh, finché non l’ho riletta non mi ero accorta di aver praticamente scritto il titolo della raccolta. Il che è un bene, perché siamo proprio all’inizio della vita di Joy.
Okay, ho deciso una cosa.
Ormai mi sono rassegnata. A me vengono i mente solo dei flash e il fatto che io posti raramente è perché ogni volta devo sforzarmi per trovare dei contesti in cui inserirli, senza essere banale. Quindi ho deciso che posterò storie più brevi ma lo farò più spesso, perché se aspettiamo la mia fantasia… buonanotte xD
Per oggi è tutto, alla prossima!
Byeee byeee <3

 
Ah, se volete vi invito a leggere le mie nuove shot, Bluberry pie (una Edward/Bella completamente umani) e She needs her mother (Daddy Edward <3). Per chi me lo ha chiesto: Menta e Cioccolato la aggiornerò presto, devo solo concludere la shot. Così anche When it rains. Don’t worry! Bye.

 

 

ULTIMA COSA: sono entrata anch’io nella rete come autrice, potete trovarmi su Facebook qui.
Per qualsiasi domanda o sclero sulle mie storie e no, NON ESITATE!

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: redcokehobos