Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: CharlieMadison1    03/12/2011    4 recensioni
[In fase di revisione.]
Cosa succede quando la propria sorella gemella chiede ti chiede di sostituirla e di fare innamorare il ragazzo di cui lei è innamorata? E cosa succede quando questo ragazzo fa l'indifferente con la sorella innamorata ma che poi comincia ad infatuarsi della sostituta?
Ve lo dico io cosa succede. Un macello! Ecco.
Io sono Amanda, e da quando mia sorella gemella Vanessa mi ha chiesto di fare innamorare Davide di lei, la mia vita è diventata non un disastro ma qualcosa che si può avvicinare molto a questa parola.
[Dal Capitolo 2.]
«Guarda Vanessa io non riesco a capire cosa ti sia successo. Spesso penso che tu non sia la stessa ragazza che ho sempre conosciuto. E' che quando dici qualcosa di carino nei miei confronti, noto che è un qualcosa di forzato. Quindi, evita di fare queste cose.» Pareva davvero che stesse dicendo delle cose sane ma come concluse il suo brillante discorso mi fece infuriare : «Mi fai pisciare dalle risate! Ti fa sembrare un po' bimba che non può stare senza il suo principe.»
Perché? Dio o qualsiasi creatura celeste che stava la sù, spiegatemi perché dovevo sopportare queste umiliazioni
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2.

Uno strano rumore quasi un brusio mi fece svegliare. Ancora con gli occhi impastati dal sonno, cercai di capire cosa fosse quel demonio che purtroppo mi tolse dal mio sonno. Una volta tanto che mi capitava di sognare quel bonaccione di Ian!
Dopo un paio di secondi capii che era stato il mio cellulare. Mi allungai e lo presi, vidi sulla schermata: 'Un messaggio in arrivo.'
Lo aprii e lo lessi.
Era Davide.
Oggi nn possiamo vederci ci sentiamo ciao
Molto ma molto spiccio il ragazzo! Ma chi credeva di essere? Mi aveva promesso che ci saremmo visti e invece? Che aveva fatto?
Mi aveva mandato un semplice messaggio con scritto che non ci potevamo vedere.
Perfetto! Di prima mattina mi sentivo incazzata con il mondo intero, per colpa di un ragazzo e la cosa mi fece incavolare ancora di più.
Mi alzai di botto dal letto e decisi di andare a fare una visitina proprio a casa di Davide. Vanessa mi aveva dato ogni sua singola informazione, ogni suo particolare, qualsiasi cosa era, lei lo sapeva. Qualche volta mi era venuto la curiosità di chiederle come diavolo avesse fatto a scoprire tante cose, ma avevo paura della risposta. Magari poteva aver pedinato Davide, poteva aver torturato i suoi parenti e amici per avere qualsiasi dettaglio riguardante, quello.

Ancora mi chiedevo come era possibile che una ragazza svelta come Vanessa avesse perso la testa per uno che non la cagava pari. Lei era sempre stata una ragazza bella, intelligente e di certo non mi immaginavo che sarebbe finita col innamorarsi di uno come lui. E' proprio vero che l'amore, più delle volte, è cieco.
Mi stirai un'ennesima volta quel ciuffo ribelle e mi incamminai verso dimora Torresani. Già mi stavo pregustando la faccia di quel playboy vedendomi. Gli avrei dato una bella lezione. Sapevo che, forse stavo esagerando, ma stavo facendo tutta questa scenata - rovinandomi l'estate - per mia sorella.
Infondo glielo dovevo. Fin da quando eravamo piccoline, lei era sempre stata la più brava in tutto, sport, scuola, ragazzi, amiche e tanto altro. Ma nonostante ciò, continuava a incitarmi a dare il meglio di me.
Ancora mi veniva da ridere su questa storia, io che dovevo far innamorare il ragazzo che piaceva alla mia gemella facendo finta di essere lei.
Arrivai davanti ad un gran palazzo, salii su qualche gradino e cercai il cognome: Torresani.
Premetti sul bottone rettangolare e sentii subito una vocina, quanto stridula quanto fastidiosa, femminile.
In quel momento pensai subito di chiamare Vanessa e dirle che Davide era occupato con un'altra ragazza. Ma pensai che Vanessa mi direbbe : «Fai, qualsiasi cosa pur di mandarla via. Davide è mio.»
Così con un coraggio da leone risposi alla domanda posta da quella misteriosa vocina. «Sono un'amica di Davide. Sono Am,-» Avvolte era difficile dire che ero Vanessa e non Amanda «Vanessa.»
«Davide non è in casa. E' fuori a giocare.» Furbo il ragazzo, aveva chiesto alla sua fiamma di dire che non era in casa. Ma se avessi insistito ci avrei fatto solo una figuraccia.
«Vanessa?» Sentii una voce alle spalle.
Mi voltai subito e vidi una donna di una certa età che mi stava sorridendo tranquillamente. E questa chi era?
«Stai cercando Davide, vero?»
Annuii facendo cenno con la testa. Mi sentivo in imbarazzo, non avevo la più pallida idea di chi fosse questa donna che avevo davanti ma a quanto pare sapeva di Davide.
«E' andato a giocare...»
Non diedi tempo alla signora di finire la frase e dissi subito : «Calcio.»
«No, non calcio. Davide gioca a basket. Il campo è a due passi, ma saprai sicuramente dove andare.» E dicendo questo se ne andò lasciandomi come una povera idiota che non aveva la più pallida idea di dove andare a cercare quel playboy.
Però mi sentii sollevata. In realtà quella vocina che avevo sentito magari era della sorella o dellla cugina e che non era della sua fiamma.
Probabilmente la donna che avevo incontrato era la madre.
Decisi di andare a fargli una visitina e vederlo giocare. Però Vanessa, quella vera, non mi aveva affatto detto che Dave, giocasse a basket. Mi aveva detto che praticava, qualche volta, dello sport.
Infondo Vanessa non sapeva così tanto di lui o forse era semplicemente che lui non voleva che mia sorella sapesse tanto di Davide.
Che lavoraccio che mi sarebbe spettato, purtroppo.
Sospirai afflitta perché non avevo la più pallida idea di dove andare e perché temevo che non sarei mai riuscita a combinare qualcosa tra mia sorella e il suo amore.
Sentii delle voci maschili e potei distinguere quella di Davide. Seguii quell'insieme di voci e mi ritrovai davanti ad un campo all'aria aperta dove Davide e altri suoi amici stavano giocando a basket.
Non vidi molta gente e capii che si stavano allenando oppure per divertimento. A quel pensiero mi arrabbiai, me lo poteva anche dire che voleva giocare, almeno sarei venuta a fargli il tifo oppure assistere. In questo modo gli mostravo un mio interesse nei suoi confronti, dato che nello scorso appuntamento ne dubitava.
Riempii i polmoni con più ossigeno possibile e come una macchina da guerra che stava per bombardare il nemico, mi fiondai contro il mio, di nemico.
«Ehi tu!» Urlai con aria minacciosa. L'interessato e non solo lui, si voltarono verso di me, qualcuno fischiò anche, ma Davide lanciò un'occhiata alquanto omicida. Che era geloso? Ah, Amanda non mi dovevo far distrarre da questi pensieri. Adesso dovevo andare e vincere la mia battaglia.
«Che diavolo ci fai qui?» Disse subito attaccandomi. Notai subito dal suo tono aggressivo che era arrabbiato. E se fosse per me?
«Scusami se mi avevi promesso che oggi dovevamo uscire e che invece di uscire con la sottoscritta preferisci battere quella palla arancione per terra e farla entrare in quel dannato canestro!» Urlai acida. In che mondo eravamo? Non potevo certo permettere che un ragazzo e per cui non provassi nulla, mi potesse mettere i piedi in testa.
Davide mi prese per il polso, probabilmente voleva evitare di dare spettacolo davanti a tutti. Così ci allontanammo dagli altri ragazzi che iniziarono a fare battute sfottenti contro me e Davide.
«Ti avevo dato un messaggio. Cos'è? Non capisci l'italiano eh? E poi come facevi a sapere che ero qui?»
«Adesso sono io a non capire te! Non pretendo il mondo, volevo solo che tu mantenessi una cavolo di promessa. Oggi dovevamo uscire, mi ha dato fastidio che tu, per liquidarmi, mi abbia mandato un messaggio. Per me non sarebbe stato un problema assistere agli allenamenti o quello che stavi facendo.» Dovevo essere diplomatica, odiavo fingere di essere così interessata a qualcuno di cui non lo ero affatto. Ma mi toccava. «Per quanto riguarda come facevo a sapere dove eri, beh...» Non potevo certo dire che me l'aveva detto una signora, che magari poteva essere sua nonna o sua madre o sua zia o... Avrebbe iniziato a insospettirsi sul fatto che forse non ero Vanessa e questo non poteva e non doveva succedere per nessun motivo. «Io so tutto di tutto.» Oh! Questa frase era fantastica, sembrava proprio che l'avesse detta la vera Vanessa, in carne ed ossa.
«Io vorrei anche dei miei spazi. Non sei la mia fidanzata.» Precisò lui con tono duro e freddo.
Strinsi i denti e dovetti pronunciare delle parole così difficili che avrei voluto essere un asino e rincorrere una carota che dire una dolcineria a questo playboy. : «Io vorrei essere la tua ragazza.» Avevo chiuso gli occhi per l'imbarazzo e della frase che avevo osato dire con tanta sfacciataggine.
«Eh?» Disse lui.
Possibile che non avessi detto la frase? E che lui non avesse sentito?
«Ho detto che..» Appena alzai lo sguardo per incrociare il suo di sguardo, vidi che stava ridendo e anche di gusto.
«Credi che stia mentendo eh?» iniziai a picchiarlo e dargli delle pacche sulla schiena «Sei un maleducato, io che cerco sempre di essere carina nei tuoi confronti e tu mi sfotti così!»
Davide continuava a ridere e ridere. Però dovevo ammetterlo che quando Davide rideva era più carino di quando faceva il duro o l'antipatico.
Amanda, trattieniti. Non dovevo assolutamente fare questi tipi di pensieri.
Gli chiesi come mai stava ridendo e dopo un tempo quasi interminabile finalmente tornò normale. O almeno così credevo. Il suo sguardo sembrava serio e pensavo veramente che Dave avrebbe detto qualcosa di sano ma il suo sgranchire di voce preannunciò un'ennesima frase, stupida, detta da questo individuo.
«Guarda Vanessa io non riesco a capire cosa ti sia successo. Spesso penso che tu non sia la stessa ragazza che ho sempre conosciuto.  E' che quando dici qualcosa di carino nei miei confronti, noto che è un qualcosa di forzato. Quindi, evita di fare queste cose.» Pareva davvero che stesse dicendo delle cose sane ma come concluse il suo brillante discorso mi fece infuriare : «Mi fai pisciare dalle risate! Ti fa sembrare un po' bimba che non può stare senza il suo principe.»
Perché? Dio o qualsiasi creatura celeste che stava la sù, spiegatemi perché dovevo sopportare queste umiliazioni e soprattutto lui!
«E' sbagliato credere nell'amore? E' sbagliato cercare l'anima gemella?» Domandai con un filo di voce. «Per me non lo è. Non pensare che io non possa stare senza di te, perché posso vivere senza uno stronzo come te. Una persona che non ha mai calcolato i miei sentimenti,» forse era meglio che queste parole le dicesse Vanessa stessa e non io «una persona che io sto cercando di conquistare...» Mi fermai e presi fiato «Va bene, vorrà dire che non sei la persona giusta.»
Avevo appena detto quello che pensavo ed ero fiera delle mie parole. Magari adesso lui penserà che ero ancora più scema ma non mi importava, perché ero in pace con me stessa. Davide non si poteva permettere di trattarmi così e di mancarmi di rispetto in questo modo.
Rimasimo in silenzio e la voglia di andarmene e di far venire Vanessa qui e tornarmene a casa c'era. Però io le promesse le mantenevo e non ero come lui che prima diceva una cosa e poi diceva che non poteva.
«Ti ho deluso?» Domandò.
«Sì.» Risposi sinceramente.
I nostri sguardi si incrociarono e non capii neanche io il perché e non volevo credere che il mio cuore aveva accelerato il battito e che probabilmente stavo arrossendo davanti a lui.
«Te l'ho già detto, tu, non sei la mia ragazza.» Disse duramente.
Stavo per ribattere con un bel e simpatico 'vaffanculo' ma..: «Ti va di fare qualche tiro con quella palla arancione per farla entrare in quel dannato canestro?»
Usò le stesse parole che usai io un paio di minuti prima. «Cos'è? Un modo per chiedere scusa?»
«No...no, se non fai almeno tre canestri.» Tornammo in campo e iniziammo a giocare, però con la mia meravigliosa altezza non combinavo molto, anzi.
Vedevo un sorriso raggiante sul viso di Davide, quindi poteva essere un punto a mio favore? Volevo dire, a favore di Vanessa?
Non lo potevo ancora sapere anche perché era presto per parlare. Chissà che altro avrei dovuto combinare per conquistare questo dannato playboy.
La palla, improvvisamente mi finì tra le mani e mi trovai in una situazione del tipo : «Oh fai canestro o sei morta.» Almeno era quello che sentivo vedendo tutti quei sguardi addosso a me. Neanche fosse l'ultima partita del campionato.
Lanciai la palla verso il canestro e sperai che quella stupida palla entrasse in canestro.
La palla sbatté contro il tabellone e iniziò a roteare sul cerchio rosso. Sembrava quasi che quello stupido oggetto avesse preso vita e che si stava divertendo a tenermi sulle spine.
Prima che iniziassimo a giocare, spiegai a Davide che per le mie cose non mi sentivo molto in forma così decise che se avessi fatto almeno un canestro lui mi avrebbe chiesto scusa e si sarebbe presentato agli appuntamenti senza darmi buca.
Adesso il mio destino e il futuro di Vanessa che vorrebbe avere con Davide dipendeva da quella palla.
«Canestro!» Urlai. Avevo fatto canestro.
Tutti i presenti applaudirono e si complimentarono per la fortuna che ebbi in quel lancio.
Andai subito da Davide e pretesi immediatamente quello che mi aveva promesso. Presi anche un foglio di carta, dove scrissi data e queste contestuali parole:
Da oggi 29 giugno 2011, io Davide Torresani prometto di uscire con la qui presente Amanda.
Dovetti scarabocchiare e farci un rettangolino e riempirlo tutto per coprire il mio nome e scrivere quello di mia sorella.
Vanessa Galli.
«E questo cos'è?» Domandò appena vide il foglio che gli stavo mostrando e dove gli avevo chiesto di firmare.
«Per essere sicura che tu mantenga la tua promessa.»
«Non c'è bisogno di questo foglio.» Disse stracciando il pezzo di carta che avevo preso dal mio blocco di appunti «Usciremo insieme. Tranquilla.»
«Bene.»
«Bene.» Ripeté «Allora ti debbo anche delle scuse eh?»
«Tecnicamente sì.»
«Sono stato stronzo e non mi sono comportato bene.»
«E...» Lo incitai a dire altro ma si rifiutò completamente di dire altro. Mi dovetti accontentare di quella sua affermazione. «Sappi se fai così ancora, la prossima volta non ti perdono.»
«Chissà magari uso un'altra tecnica infallibile e mi faccio perdonare, Vanessa.» Fu un colpo sentirsi chiamare con il nome di mia sorella.
Un po' mi infastidii questa cosa ma subito pensai che avrei avuto a che fare con lui, solo per questa estate. Era semplicemente una questione di tempo, quindi non avrei dovuto farmi influenzare da queste strane sensazioni.
«A me sembra di non parlare neanche con te, Vanessa. Però quando ti vedo mi dico: 'Non è possibile, lei è Vanessa.'»
«Eh se mi avessi voluto conoscere prima.» Risposi. Ma sudai freddo, il presentimento che lui potesse scoprire tutto mi fece rabbrividire.
«Forse hai ragione tu.»

La sera stessa chiamai Vanessa e le chiesi come stavano andando le cose e le spiegai che forse era rischioso continuare così.
«Non ti preoccupare, tutto andrà bene. Davide non sa niente quindi, tranquilla. Grazie, grazie e ancora grazie!»
Stavo per dirle che avrei voluto andarmene ma sentirla così felice mi fece cambiare idea.
Decisi così di rimanere e continuare in questa missione, purtroppo!


N/A: Salve! Ho aggiornato presto eh? Beh, spero che continui a fare così. Comunque spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio chi ha letto e chi inserito la storie tra le seguite ^^
Alla prossima
PiccoloKoala.


   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: CharlieMadison1