Avrebbe voluto ridere, Hidan, proprio in quel momento e nella maniera più fragorosa, senza sosta e fino a rimanere senza fiato e voce.
Eppure c’era qualcosa che glielo impediva, come una consapevolezza che lui non voleva accettare, perché la menzogna era più dolce e più attrattiva ai suoi occhi.
Quel moccioso di Konoha aveva professato per la lui la morte, ma era evidente che si era sbagliato. Non ci era riuscito, ovviamente. Come poteva uccidere un immortale?
Voleva davvero ridere, Hidan, ma si rese conto che non sapeva dove si trovasse la sua bocca.
E nemmeno dove fossero le sue mani, le sue gambe, la sua faccia, il suo cuore, i suoi occhi per vedere in quell’oscurità che ora era divenuta opprimente, gravava su quel corpo che non riusciva a percepire realmente.
Fanculo.