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Autore: cescapadfoot    04/12/2011    6 recensioni
"And I will love you, baby, always!
And I'll be there forever and a day, always!
I'll be there 'till the stars don't shine,
'till the Heavens burst and the words don't rhyme
And I know when I die,
You'll be on my mind,
And I'll love you, always!"
[Jon Bon Jovi_ALWAYS]
Lily e James: i Malandrini, le amiche, la guerra, i primi veri amori...e l'inizio della storia d'amore tra i genitori di Harry Potter.
[personaggi e pairing: Lily Evans/James Potter, Sirius Black/Dorcas Meadowes, Remus Lupin/Marlene McKinnon, Frank Paciock/Alice Prewett, Mary MacDonald, Peter Minus, Lord Voldemort, Mangiamorte, Silente, l'Ordine della Fenice]
(storia modificata e corretta)
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We will live to fight another day [James Potter/Lily Evans]'
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Lily si sentì scagliare nello spazio a quelle parole che aveva appena udito.
“Non ho bisogno dell’aiuto di una schifosa Mezzosangue”
Aveva degnato Severus Piton, ora suo ex migliore amico, di poche fredde parole; e quando Potter aveva urlato al Serpeverde: “Chiedi scusa a Evans, subito!”, lei non ci aveva visto più e, dopo aver detto che lui e Piton erano praticamente uguali, si era messa a elencare i motivi per cui odiava James Potter, concludendo con una frase che fece impallidire il ragazzo:
- Sei così pieno di te stesso che non so come faccia la tua scopa a sorreggerti. Mi dai la nausea!
Dopo quella frase, si era voltata indietro ed era corsa verso il castello, fregandosene sia di Potter che di Piton, fregandosene di lui che la chiamava.
- Evans! EHI, EVANS!
Ma lei non si voltò, non voleva vedere nessuno dei due.
James Potter la vide correre via e bofonchiò:
- Ma che cos’ha?
- Leggendo fra le righe, amico, non devi esserle molto simpatico.- concluse il suo migliore amico, Sirius Black.
- Bene!- sbottò James e ripuntò la bacchetta contro Piton; il Serpeverde finì di nuovo a gambe all’aria.
- Allora, chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?- chiese James agli studenti presenti.
Tutti urlarono eccitati. James si voltò e vide Remus Lupin continuare a leggere il libro con uno sguardo di disapprovazione e vide le amiche di Lily passarle accanto; Mary MacDonald e Alice Prewett lo fulminarono.
Appena il gruppetto sparì e vide Remus alzarsi, serio, seguito da un titubante Peter Minus, James scaraventò a terra Piton con malagrazia e si allontanò, bofochiando:
- Merda…
Sirius si allontanò da Piton; senza James a tartassarlo con lui, si annoiava.
Remus gli si avvicinò e gli chiese freddamente:
- Hai finito di fare il bambino?
- E a James non dirai nulla?- replicò lui, sorpreso.
- Credimi, ha capito la lezione.- rispose Remus e si avviò verso il castello, seguito dagli altri due.
- Che vuoi dire, ha capito la lezione?- chiese Peter, riferendosi a James.- Che smetterà di fare casino in giro?
- E che forse, finalmente, ha ammesso una cosa che non voleva ammettere nemmeno con se stesso.- rispose Remus senza dire altro.

*.*


Mi dai la nausea…
Mi dai la nausea…

L’aveva davvero detto.
James era nel bagno dei maschi, appoggiato al rubinetto, evitando di guardarsi allo specchio; farlo sarebbe stato come ammettere finalmente quella cosa: che gli importava ciò che Lily gli aveva detto poco fa giù al parco. Ma non riusciva a capire il perché.
La porta si aprì ed entrarono loro. I suoi migliori amici, i suoi fratelli. Peter aveva un vecchio foglio di pergamena in mano.
- Ramoso, tutto bene?- chiese Peter, esitante, mettendo via il foglio.
James si voltò, guardò Remus e gli disse:
- Lo so che ho fatto un casino enorme, Lunastorta. E mi dispiace, credimi.
- Almeno hai capito la lezione.- commentò Remus, cercando di essere serio, ma senza successo.- Comunque, ti risparmio la ramanzina solo perché ora sei giù di morale e perché fra qualche ora c’è la prova pratica di Difesa Contro le Arti Oscure.
- Ci hai perdonati?- chiese Sirius, fingendosi speranzoso.
- Felpato, sei ancora sotto scopa!- esclamò Remus, sorridendo suo malgrado.- Direi che il più bravo del gruppo rimane Codaliscia.
Peter arrossì come un pomodoro.
- Si, perché se tenta di mettere a testa in giù qualcuno, rischia di mettere giù se stesso.- ironizzò Sirius.
- Vorrà dire che stasera non ti darò il mio budino, pensavo di dartelo.- sentenziò Peter, ridendo.
I due cominciarono allegramente a bisticciare. James cercò di sorridere alla scena, ma non ci riuscì: sembrava avesse disimparato a farlo.
- Che c’è?- chiese Sirius.- Ancora preoccupato per quelle parole?
- Non riesco a capire perché continuo a darci importanza.- borbottò James.
- Amico, te le ha appena dette! Vedrai che ora di domani le avrai già dimenticate.
James annuì, poco convinto.
Quel pomeriggio ci fu la prova pratica dei G.U.F.O. di Difesa contro le Arti Oscure. James lanciò un’occhiata veloce a Lily: aveva gli occhi più profondi del solito, il che voleva dire che alla fine aveva pianto.
Il professor Vitious stava chiamando gli studenti.
-…Evans, Lily.
Lily si diresse verso la Sala Grande, senza degnare di uno sguardo James o Piton, ma sorrise appena quando Remus e Peter le bisbigliarono:
- In culo alla balena.
- Speriamo non caghi.- borbottò lei in risposta, cercando di sorridere, ma non ci riuscì; anche lei sembrava aver disimparato a farlo.
- Evans…- bisbigliò James, ma Lily fece finta di non sentire.
Vitious la mandò dal professor Tofty.
- Buon giorno, signorina…- fece Tofty.
- Evans, Lily Evans.- disse Lily.
- Bene, signorina Evans.- disse il signor Tofty sorridendo.- Allora, se prima mi vuole elencare le tre Maledizioni Senza Perdono e i loro effetti…
Lily le elencò tutte e tre e i loro effetti, poi il signor Tofty fece iniziare le prove pratiche: Incantesimo di Disarmo, il Sortilegio Scudo, l’Incantesimo della Pastoia Total-Body, lo Schiantesimo, la Fattura Gambe-molli e l’Incantesimo d’Ostacolo.
- Molto bene!- esclamò il signor Tofty ammirato.- E ora, se vuole può guadagnare qualche punto extra, signorina Evans.
- Come?- chiese Lily.
- Lei non ha mai fatto un Patronus, vero?
- Si, ho frequentato il corso serale di Difesa contro le Arti Oscure e ce l’hanno insegnato.- rispose prontamente la ragazza.
- Le andrebbe di provare?- le chiese Tofty.- Così può avere punti extra.
Siccome andavano ad estrazione per chiamare gli studenti, nel tavolo accanto c’era James Potter con la professoressa Marchbanks, e anche lui, a quanto pareva, era ai punti extra.
Lily vide James puntare la bacchetta ed esclamare:
- Expecto Patronum!
Un cervo uscì dalla punta della sua bacchetta e si fermò in mezzo alla Sala Grande con garbo.
Lily puntò la bacchetta e anche lei esclamò:
- Expecto Patronum!
Qualcosa di più grosso della lince che di solito evocava sbucò dalla sua bacchetta: era una cerva, che si mise vicina al cervo di Potter.
James la guardava di nascosto, facendo finta di sentire i complimenti della professoressa Marchbanks sul suo Patronus.
- Complimenti, signorina Evans, un Patronus meraviglioso!- esclamò Tofty battendo le mani.
- Grazie…- mormorò semplicemente Lily. “Accidenti, sapevo che i Patroni possono cambiare…ma perché una cerva? E proprio davanti a lui?!”  
Anche James era basito: sapeva che il Patronus di Lily Evans era una lince; ma perché era cambiato?
- Sono stati bravi, vero Griselda?
La voce di Tofty portò entrambi alla realtà.
- Oh, sì!- concordò la Marchbanks.- Davvero bravi! Così giovani e sanno già formare un Patronus corporeo. Punteggio pieno, signor Potter!
- Punteggio pieno anche a lei, signorina Evans!- disse Tofty.
- Grazie…- mormorarono entrambi.
I due Patroni svanirono; Lily mormorò un “Arrivederci” al professor Tofty e alla professoressa Marchbanks e si avviò veloce verso l’uscita della Sala Grande.
Lì, incontrò Mary e con lei si diresse su per le scale.
- Evans!
Lily s’irrigidì nel sentire quella voce; così si voltò e disse freddamente:
- Potter, non ti sembra di avermi tormentato abbastanza per oggi? Quindi, per favore, lasciami stare!
E senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, salì velocemente le scale, con Mary alle calcagna che tentava di stare al passo.

*.*


Quella sera c’era molta tensione nella Sala Comune di Grifondoro; i quattro Malandrini non erano in vena di fare scherzi: Remus, Sirius e Peter avvertirono, infatti, che James non era dell’umore adatto per scherzare. Anche se il suo esame di Difesa contro le Arti Oscure era andato alla perfezione, lui era mogio e serio.
Remus andò a riportare gli appunti che Lily gli aveva prestato qualche giorno fa.
- Tieni, Lily; grazie ancora per avermeli prestati.
- Figurati, Remus.- disse lei, cercando di sorridere, ma riuscì a produrre una smorfia.
- Sta male.- le disse Remus, e Lily capì a chi si riferiva.
- Pure io.- replicò lei di rimando.
- Non sto cercando di difendere quello che ha fatto.- chiarì Remus.- La ramanzina gliel’ho fatta dopo l’esame.
Lily annuì, ricordandosi che poco dopo l’esame, aveva sentito le voci di Remus e Potter dalla loro stanza, ma senza discutere a voce alta.
La ragazza, tuttavia, non sapeva come replicare, ma la fatica le fu risparmiata da Mary che passò trafelata il buco del ritratto, dicendole:
- Piton è qua fuori.
- Non voglio vederlo.- sentenziò Lily con decisione.
- Lo so, ma minaccia di passare la notte qui fuori se non vai a parlargli.- le rivelò Mary nervosamente.
Lily e Remus videro James irrigidirsi; Lily borbottò:
- Ci penso io…
Vedendo che Potter si era alzato, lei gli intimò:
- Non provare nemmeno ad alzare le tue chiappe da quel divano!
James guardò Remus, che gli fece cenno di stare calmo; annuì e controvoglia fu costretto a vedere Lily che varcava il buco del ritratto.
Poco dopo, James si avvicinò, notando che il ritratto non si era chiuso completamente; il ragazzo ascoltò quel che stavano dicendo.
-…no, senti.- stava dicendo Piton.- Non volevo chiamarti…
-…schifosa Mezzosangue?- lo interruppe Lily, disgustata.- Ma se chiami così tutti quelli come me, Severus. Perché io dovrei essere diversa?
Sentendo un fruscìo, James tornò veloce al suo posto e vide una Lily furibonda rientrare, prendere gli appunti che aveva lasciato sul tavolino e salire di sopra come una furia.
James si alzò e la seguì.
- Evans…
- Potter, lasciami stare!- gli gridò lei.- Non ti sembra di aver fatto abbastanza per oggi? Quindi, fammi un favore, lasciami in pace!
Lily non gli lasciò tempo di replicare e salì su per le scale a tutta velocità.
Mary la seguì, preoccupata e superò su per le scale un James pallido e un po’ incazzato - forse per delle intenzioni di scuse respinte?- chiedendosi dove fossero le altre; vide sul letto di Lily gli appunti che Remus le aveva ridato e la porta del bagno socchiusa. Mary vi entrò e vide Lily appoggiata al lavandino, a testa bassa.
- Ehi…- le fece Mary, abbracciandola da dietro.- Non fare così, dai. Vedrai che andrà tutto bene.
Lily tirò su con il naso, gli occhi rossi pieni di lacrime che non voleva far scendere, rossa in viso nel tentativo di trattenere i singhiozzi.
Come poteva andar bene, quando il suo ex migliore amico, ormai praticamente dichiarato Mangiamorte, l’aveva lasciata?
Come poteva andar bene, con Potter che ancora la tormentava?
Sulla porta del bagno comparve Alice con un sacchetto di biscotti.
- Offerta degli elfi domestici di Hogwarts per un’adolescente in crisi.- disse Alice dolcemente.
Lily sbattè le palpebre e disse con voce rotta:
- Grazie…vi voglio bene, ragazze.
- Vieni qui, pucci.- le disse Alice, spalancando le braccia.
- Alice!- rise Lily nervosamente.- Mica sono un cane!
- Che ci posso fare, voi sarete sempre le mie pucci belle!- esclamò lei, guardando Lily e Mary.
- Oddio, ha ricominciato di nuovo con questo soprannome scemo?
A parlare era Marlene McKinnon, un’altra compagna di stanza.
- Non ho mai ricominciato, ho sempre continuato.- puntualizzò Alice.
Marlene rise e commentò:
- Spero non chiamerai Frank così, in privato.
- No, lui è il mio amore e basta.- disse Alice, sorridendo felice.
Marlene rise ancora di cuore, poi si avvicinò a Lily e le disse con dolcezza:
- Tesoro, non badare né a Potter né a Piton, non meriti di farti avvelenare la vita da loro due, sai?
Lily annuì. La porta del dormitorio si aprì e comparve Dorcas Meadowes.
- Scusate, ho fatto un po’ tardi. Biscotti?!? Alice, ne avevo presi anche io per Lily.
- Cos’è, la serata “facciamo ingrassare Lily Evans”?- chiese Lily, passandosi una mano sugli occhi.
- I biscotti tirano sempre su il morale, lo dice mia nonna.- le disse Dorcas facendole una carezza.- Solo per noi, in particolare per te; e non per i Malandrini!- aggiunse poi, facendo una buffa smorfia schifata.
Tutte risero. Anche Lily, felice di avere delle amiche strette come loro.
- Che farei, senza di voi?- commentò Lily, sorridendo; veramente, stavolta.
Tutte si abbracciarono e si misero alcune sul letto di Mary, altre ai piedi del letto sedute su dei cuscini.
Mentre finivano gli ultimi, si sentirono dei passi e la voce acuta di Peter Minus dire:
- Ma che è, profumo di biscotti?
- Ragazze, la linea!- urlò da fuori Sirius Black.- E non inducetemi Peter in tentazione, o mi diventa ancora più grasso!
- Sirius!- protestò quest’ultimo.
- Alice?- la chiamò Frank.
- Arrivo!- urlò lei.- Scusate, ragazze.- bisbigliò alle amiche.- Bacio della buona notte per Frankie.
Alice aprì e chiuse la porta. Si sentirono dei bisbiglii, e poi Alice dire seccamente:
- Black, fatti gli affaracci tuoi!
Si sentì la risata di Sirius, che Lily aveva sempre trovato - chissà perché…? - simile a un latrato canino.
- Buona notte, amore.- le disse Frank.
- ’notte, Frankie.- disse Alice dolcemente.
Si sentì il suono di un bacio e Sirius e Peter fare per scherzo versi schifati.
- Potevate guardare dall’altra parte, deficienti!- rise Frank.
Alice rientrò ridendo e chiuse la porta.
- Che voleva Black?- chiese Dorcas.
- Sapere come stava Lily.- rispose Alice.
- Bella risposta, che gli hai dato.- si complimentò Mary.
Lily non disse niente. Non ne voleva più parlare, di quel che era successo.

*.*


Venne il giorno del ritorno a casa; quando Lily scese dal treno e superò la barriera, vide sua madre parlare con la madre di Alice: la ragazza, infatti, l’aveva invitata da lei, con le altre, a passare un po’ delle vacanze estive.
La signora Evans era una donna molto sveglia; aveva capito che c’era qualcosa che non andava in questo periodo e che era da attributarsi a dei problemi che aveva il mondo magico con un certo Lord Voldemort. Così stava dicendo alla madre di Alice:
- Se per te non è un problema, può venire già fra due settimane. Sabato si sposa la sorella e vorrei che ci fosse.
- Mamma, e se magari faccio contenta Petunia e non mi presento al matrimonio?- propose Lily, raggiungendole.
- Oh, tesoro, sei già scesa!- esclamò la signora Evans, sorridendo alla figlia più piccola.- Bentornata! Comunque, no. Tu verrai a quel matrimonio, che tua sorella lo voglia o no. Lo sai che sono fermamente categorica su questo punto.
- Ok…- borbottò Lily, sconfitta.
La sua sorella maggiore, Petunia, si sarebbe sposata quel mese con il suo ragazzo, un certo Vernon Dursley, che lavorava nella ditta di trapani di suo padre, la Grunnings, che si trovava in una cittadina vicina alla loro di nome Little Whinging. A Lily non piaceva molto il suo futuro cognato: come la sorella, aveva una mente che lei definiva quadrata, cioè che voleva ogni cosa nel rispetto della totale normalità. Ovviamente sapeva che lei era una strega, e anche lui ne era rimasto, ovviamente, scandalizzato.
Ai signori Evans Vernon non piaceva moltissimo, ma se la loro figliola era contenta…
- Ci vediamo fra due settimane.- le disse Alice, abbracciandola.- Almeno mi farai compagnia aspettando le altre, arrivano su ad agosto.
- Ok, ciao!- la salutò Lily.
Le due Evans passarono davanti ai Potter, impegnati a parlare con tutti e quattro i Malandrini; Lily evitò di guardarli. Appena uscirono da King’s Cross, la signora Evans le chiese in tono un po’ sostenuto:
- E Severus?
- Abbiamo litigato e rotto i ponti.- disse Lily in tono definitivo.
La signora Evans non volle approfondire di molto il perché, poiché aveva l’impressione che sua figlia ne soffrisse ancora un po’; si limitò soltanto a dire, sollevata:
- Bene. Sai che non mi è mai piaciuto tanto, quel ragazzo; avevo paura che ti avrebbe portato su una cattiva strada.
Lily annuì soltanto. Non voleva più pensare a quello che era successo.

*.*


Una mattina di metà luglio, a Godrick’s Hollow, il signor Potter bussò nella camera di James.
- Eh?- fece James, disteso sul letto in totale apatia, come lo era da alcuni giorni.
- Ho una sorpresa per te.- gli disse il padre, sorridendo, facendo passare qualcuno.
- Scusa?- fece una voce a lui nota, sorpresa.- Tu disteso su un letto? Con quel muso?
James si alzò di scatto e vide Sirius sorridergli.
- Vecchio!- James lo abbracciò forte.- Che ci fai qui?
- Ho rotto i ponti con tutta la mia famiglia, a parte pochi membri intelligenti.- spiegò Sirius.- Ero al Paiolo Magico, dove mi ha trovato tuo padre e lui mi ha detto che sono più al sicuro qui che in quel pub e ha detto che posso passare da te tutte le vacanze!
James era felice. Aveva passato i giorni in totale nervosismo, chiedendosi perché non riusciva a fare i baffi alla foto di Lily Evans che aveva duplicato con la magia dall’annuario scolastico di quell’anno di studi appena passato.
Aveva davvero bisogno di distrazioni.
  
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