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Autore: aiwa    04/12/2011    1 recensioni
E' l'inizio del sesto anno e Draco Malfoy torna ad Hogwarts cambiato. Durante l'estate ha sviluppato un'insana passione per la lettura, talmente forte che non puo' fare a meno di avvicinare l'unica studentessa in grado di soddisfare la sua sete di libri: Hermione Granger.
Anche Harry e' cambiato molto nell'ultimo anno, e si accorge presto di essere un po' troppo geloso delle amicizie della sua migliore amica.
Hermione scopre emozioni nuove e allo stesso tempo un potere nuovo, qualcosa che potrebbe aiutarla a proteggere le persone che ama dalla minaccia che incombe su Hogwarts.
(Canon fino al quinto libro)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Disclaimer: Non possiedo nessun personaggio di Harry Potter

Note dell'autore: Finalmente ho la possibilita' di tornare a questa storia. Non posso garantire di poter continuare a postare per vari motivi, ma almeno questo capitolo ha un minimo di conclusione

 

 

 

 

 

CAPITOLO 23

 

 

 

Il primo dell’anno fu un giorno particolarmente tranquillo, i tre amici passarono la mattinata seduti sulle loro poltrone preferite a leggere con tranquillità.

 

Quando si stava per avvicinare l’ora di pranzo Hermione si stiracchiò in piedi.

 

"Che fai?" domandò Ron, guardandola piuttosto assonnato.

 

"Vado a trovare Malfoy." rispose lei sinceramente, finalmente poteva di nuovo essere sincera a riguardo.

 

Questo attirò decisamente lo sguardo di Harry, che mascherando appena la sua irritazione quasi si strappò via una ciocca di capelli che gli solleticava la fronte.

 

Ron scosse le spalle e poi guardò il suo amico. "Te la sta portando via, eh?" fece attirando lo sguardo di lui.

 

La ragazza non aveva sentito. "Cosa?"

 

"Niente." rispose e tornò alla lettura. L’altro tornò a guardarla fissa, ma non disse niente. Il suo migliore amico sapeva, aveva capito i suoi sentimenti, ma non c’era da stupirsi.

 

Lei posò il libro che aveva letto fino a quel momento sul tavolo e ne recuperò altri due che aveva portato giù dal dormitorio quando si era svegliata.

 

Guardò un attimo Harry. Avrebbe anche voluto stare con lui, ma tanto, non sarebbe cambiato nulla, giusto?

 

Reagendo ad un qualche strano impulso, si abbassò e gli diede un bacio sulla fronte. "A dopo." gli disse, salutando poi l’altro amico con una pacca sulla spalla, mentre ancora leggeva.

 

Lui, in un attimo, ebbe il cuore a mille.

 

Ormai bastava una cosa simile? E lui doveva riuscire a nascondere i suoi sentimenti per tutta la vita? Si faceva pena da solo.

 

In poco tempo sarebbe stato di nuovo solo, non riusciva più a trattenersi.

 

Ma forse se lui si fosse dichiarato, poi avrebbe potuto dimenticare, no? Anche se faceva male. Le cose passano. Le persone cambiano. Lo diceva la stessa Hermione.

 

Intanto la ragazza aveva raggiunto la biblioteca. Notando la persona che cercava curva su una sedia intenta a leggere un libro, si avvicinò silenziosa.

 

"Chissà perché, immaginavo di trovarti qui." disse mettendo una mano sulla spalla di Draco Malfoy.

 

Lui si girò di scatto, per un attimo preoccupato. Poi sorrise. Piuttosto stancamente, era leggermente pallido.

 

"Non sei un po’ scomodo?" chiese sedendosi vicino a lui.

 

"Abbastanza… ma nella mia Sala Comune è impossibile leggere, c’è troppo casino, e vengo disturbato ogni due minuti. Non riesco a sopportare le persone ultimamente."

 

Lei sorrise. "Poveri Serpeverde, il loro capo li ignora così spudoratamente."

 

"Non scherzare Granger! Lo sai com’è la storia!" fece un po’ brusco.

 

"Okok, la tua reputazione."

 

"E la mancanza di tranquillità!" ci tenne a precisare lui: "Ormai la mia reputazione non so se sta poi tanto in piedi."

 

"Perché?"

 

"Come? Non lo sai?" fece lui prendendo un po’ più di colore, chiudendo il libro attorno ad un segnalibro apparso dal nulla e posandolo sul tavolo.

 

"Cosa dovrei sapere?"

 

"Beh, a parte il fatto che abbiamo dato spettacolo di noi stessi durante il ballo, la voce e' girata in tutta la scuola e siamo la coppia piu' discussa ultimamente..."

 

"Quindi?"

 

"Quindi ci sono molte versioni. Alcuni dicono che tu sia ormai incinta da due mesi, che hai fatto le corna a Ron e che stiamo per sposarci… altri dicono che siamo solo amanti quando non abbiamo niente da fare, altri dicono che stiamo semplicemente vivendo una lunga e splendida storia d’amore segreta dal primo anno."

 

Hermione rimase a bocca aperta. "Non ci posso credere."

 

"Beh, lo immaginavo sai."

 

"Anch’io pensavo avrebbero chiacchierato, ma non fino a questo punto."

 

"Eheh, non conosci la folla Herm."

 

Ma lei era seria. "Mi spiace Draco, era proprio quello che volevi evitare."

 

Lui scosse le spalle. "Figurati. Tanto ormai avevo deciso di essere tuo amico, è normale che si facciano strane idee. Non siamo neanche stati particolarmente attenti..."

 

Non sembrava convinta.

 

"Dai, non ti preoccupare. Non è che non si sia mai detto niente di male nei miei confronti in giro."

 

La ragazza annuì, per un po’ pensò alla cosa. Aveva anche un che di buffo, non poté fare a meno di ridacchiare. "E così mi hai anche messo incinta eh! Brutto marpione, sotto gli occhi di Ron poi!" Disse toccandosi la pancia.

 

"Beh, si sa, che io posso conquistare chiunque." rispose lui facendo un segno di vittoria con la mano.

 

"Ascolta se vuoi, possiamo montare su una bella litigata come ai vecchi tempi… così la tua reputazione torna normale."

 

Draco scosse le spalle. "Mm, in realtà non mi interessa poi così tanto."

 

"Davvero? Pensavo ci tenessi particolarmente."

 

"Le persone cambiano." rispose lui imitando la sua voce.

 

Hermione gli fece una linguaccia. "Sei sicuro? Ultima offerta, eh."

 

"Ma sì. E poi non mi da fastidio che una volta tanto mi abbiamo associato ad una ragazza intelligente. Di solito io mi faccio sempre e solo quelle più belle e stupide."

 

"Perché non è vero?"

 

"Un po’. Ma mi piaci di più tu."

 

Lei lo guardò divertita. "Sono contenta di piacerti. Questo davvero segna un cambiamento colossale."

 

Lui sorrise malizioso. "Come se non te ne fossi accorta...”

 

Avevo avuto il dubbio quando sono iniziate ad apparire piantine di vischio...” commento', scuotendo le spalle.

 

Gia', ma non e' piu' stagione di vischio... o forse non lo e' mai stata... si vede lontano un miglio che sei tutta presa con quel Potty adesso."

 

Lei rimase in silenzio.

 

"Ho occhio, lo so. Si vede subito che ti piace, mi chiedo solo come non lo capisca lui considerando che ci stai insieme tutto il tempo."

 

"Non so neanche io quello che provo..." ammise lei. “Mi piacevi... non so come e' cambiato tutto...”

 

Forse non e' cambiato nulla... semplicemente io ti ho distratto per un po'... ho questo effetto sulle ragazze...”

 

Lo guardo' fisso per un attimo, non riusciva a capire dove Malfoy smetteva di essere serio. Quanto ci teneva in realta'? "Ma dai. Te lo immagini? Hermione Granger e Draco Malfoy." cerco' di scherzare.

 

"Beh, sì, suona da schifo. Ma se vuoi mi faccio cambiare nome in Romeo." disse sorridendo.

 

Lei rise. "Scemo."

 

"Va beh, comunque in caso ti decidi a lasciar perdere l’idiota, io ci sono..." Ma di nuovo stava ammiccando.

 

Non era serio vero?

 

Hermione sbatté le palpebre un paio di volte.

 

Era tutto un gioco, vero?

 

"Mi devo preoccupare?" chiese, ma anche lei non riusciva ad esprimere quanto avrebbe voluto una risposta seria.

 

"In che senso?"

 

"Beh, Draco Malfoy interessato a me... le leggi della natura sovvertite... deve esserci qualcosa sotto... “

 

"Ti avranno fatto un qualche incantesimo."

 

"Ma grazie!" protesto'.

 

"Beh, statisticamente è improbabile anche per una ragazza normale."

 

"Vorresti dire che non sono normale?"

 

"Mm… sei carina ok, ma sei davvero davvero rompiscatole."

 

"Ma che simpatico."

 

Lo guardo' negli occhi, veramente, in silenzio per un lungo imbarazzante minuto. E si accorse di qualcosa di importante. "Come mai sei pallido?" domandò.

 

"Mangio poco."

 

"Perché?"

 

"Innamorato."

 

Lei chiuse gli occhi. "Stai scherzando?"

 

"Abbastanza."

 

Lo guardò male.

 

"Sono raffreddato dai."

 

"Lo spero per te."

 

"Perché?"

 

"Perché se no ti picchio."

 

"Paura."

 

"Sei imperscrutabile Draco."

 

"Minimo… sono o no l’antagonista?"

 

"Di chi?"

 

"Di Potty ovviamente."

 

"Stai decisamente leggendo troppi libri."

 

"Forse."

 

Ci penso' su. "Allora siamo amici veri adesso?"

 

"Sì… magari inizieremo anche a raccontarci le cose."

 

"Paura." fecero in coro.

 

C'era qualcosa di strano nell'aria, e Hermione non aveva idea di cosa fosse. Di nuovo era come se si fosse dimenticata qualcosa, o meglio, come se avesse dovuto notare qualcosa.

 

Quando la sera, si trovavano ancora assieme in biblioteca e si stavano salutando, lui la guardò dritto negli occhi e ci trovo uno sguardo triste. Con lentezza inesorabile lei gli avvolse le braccia attorno ai fianchi e lo strinse con forza.

 

"Ci vediamo presto."

 

Lui ridacchiò. “Di solito sta a te vedere quanto presto... sei tu quella occupata...”

 

In effetti non aveva tutti i torti, ma c'era qualcosa che non quadrava.

 

A presto.” Insistette.

 

Lui annui', aggrottando le sopracciglia. “A presto.”

 

*

 

Non si incontrarono piu' durante gli ultimi sgoccioli delle vacanze, e la sera Hermione si esercitava nella magia da sola in biblioteca, sfuggendo abilmente allo sguardo di madama Pince.

 

L’ultimo giorno prima dell’inizio delle lezioni, entrando nella sala comune al solito orario tardo, la ragazza trovò solo Harry ad attenderla, seduto su una poltrona rossa rivolta verso il fuoco accesso.

 

Lanciò uno sguardo verso l’orologio che ticchettava su una delle pareti, doveva essere davvero tardi perché non ci fosse nessuno. Mezzanotte.

 

"Hey."disse lei avvicinandosi perplessa.

 

Il suo viso era rilassato, ma leggermente preoccupato, era messo in una posizione strana, con i piedi sulla poltrona, le ginocchia davanti a lui, una mano su di esse, e l’altro braccio appoggiato al bracciolo, teso verso l’esterno, dava la sensazione di inutilità, sembrava quasi senza vita. Eppure ogni tanto la punta delle sue dita si muoveva, come a toccare il flusso dei suoi pensieri.

 

Quando sentì la voce della sua amica, si girò verso di lei con ancora indosso uno sguardo particolarmente freddo.

 

"E' tardi." disse semplicemente.

 

"Non mi sono accorta del tempo che passava." si scusò, chiedendosi poi perché lo stesse facendo così umilmente. Non aveva fatto niente di male.

 

Ma Harry tornò subito dopo a guardare il fuoco.

 

"Non ho sonno." mormorò poi, con una calma agghiacciante.

 

Poi indicò la poltrona davanti alla sua. “Puoi stare qui se vuoi."

 

La ragazza lo guardò dubbiosa, avrebbe voluto andare a letto, ma il suo cuore batteva a mille e non riusciva a non sperare in qualcosa di lontano e languido, in una discussione, delle loro, piene di confessioni, di racconti e una sensazione magnifica di condivisione.

 

Aveva anche paura però, dei suoi sentimenti, e di quelli di lui.

 

Si sedette, nervosa e cominciò a guardare il suo viso accarezzato dalle ombre del fuoco.

 

Per un po’ ci fu silenzio, poi lui iniziò a guardarla.

 

"Sai… è crudele sentire come le cose si dimenticano."

 

"Mm?" esclamò lei interrogativa.

 

"Sono al limite tra il sentire una cosa come presente e reale e sentirla come un ricordo. Ed è crudele sentire come qualcosa di così importante diventi un semplice ricordo, lontano e doloroso."

 

"Di cosa parli?" chiese guardandolo con intensità. Aveva la vaga impressione di saperlo già.

 

"Sirius."

 

"Perché?"

 

"Non voglio dimenticarlo…"

 

Lei lo osservò piegando il collo con dolcezza. "Come se fosse possibile." commentò.

 

"Di questi ultimi tempi, ho avuto così tanto da pensare… che è rimasto da parte… e adesso mi accorgo quanto mi sia abituato a non averlo più… è crudele. Non voglio dimenticarlo, eppure lo faccio, il suo ricordo scorre via… non posso afferrarlo, perché ho troppo altro a cui pensare."

 

"Posso capirlo."

 

Harry la guardò in attesa. "Tu forse non sai cosa vuol dire… non so se i Durleys ti siano mai mancati, ma… per me, quando sono arrivata ad Hogwarts, ho iniziato a vivere la vita lontano dai miei genitori, all‘inizio è stato terribile… ma conoscendo te e Ron, ho iniziato a non sentire più la mancanza di casa, ad avere una vita mia… divisa da quella dei miei genitori… e ho iniziato a voler tornare a scuola le volte che ero in vacanza… questo mi ha fatto sentire terribilmente in colpa… come potevo da un giorno all’altro mettere da parte le persone a cui ero legata così tanto fino a poco prima? Mi sembrava ingiusto e incredibilmente crudele. Per quanto riguarda Sirius poi, la colpa che devi sentire sarà moltiplicata all‘infinito…"

 

Lui piegò la testa da un lato. Non era proprio la stessa situazione, ma poteva comprendere.

 

"Ma credo che non lo dimenticheremo no? Sirius intendo. Anche se non è più con noi, lo ricorderemo perché gli vogliamo bene… e solo perché continuiamo a vivere non vuol dire che non gliene vogliamo più."

 

"Mi sembra di lasciarlo indietro.”

 

"Beh, in teoria è così. La vita e' cosi'."

 

"Come sei acida."

 

Lei rimase in silenzio, ferita da quell’esclamazione, ma cercando lo sguardo di lui, non trovò nessun conforto.

 

Il ragazzo mosse un po’ le dita del braccio che pendeva fuori dalla poltrona e le osservò attentamente per qualche minuto.

 

"Spero succederà così anche con te." disse poi, sentendo il suo cuore scoppiare in quelli che sembravano milioni di battiti al secondo.

 

Lei alzò la testa con attenzione. "Che cosa?"

 

"Spero di poter dimenticare quello che provo per te, spero che diventi presto un ricordo che possa lasciare indietro, e a cui penserò solo quando penserò al passato."

 

La ragazza lo guardò, con la sensazione di avere un pugnale nel cuore. "Non mi vuoi più bene?"

 

"E' proprio quello che vorrei."

 

"Perché?"

 

"Perché mi stai facendo impazzire." disse rivolgendole finalmente uno sguardo diretto e muovendosi sulla poltrona, mettendo i piedi per terra, in modo da esserle perfettamente di fronte.

 

"Ma cosa dici?" protesto', il cuore a mille, i muscoli tutti in tensione.

 

"Dico che voglio dimenticare di essere innamorato di te, voglio che diventi un ricordo pallido e lontano…"

 

Hermione spalancò gli occhi. Il suo cuore confuso, faceva tanto male, non sapeva se poteva essere felice, o se doveva piangere. "I-inn-innam-?”

 

"Adesso odiami pure. Almeno potrò finalmente affrontare la cosa."

 

Lei rimase a lungo in silenzio, guardandolo perplessa, con lentezza inesorabile analizzava ogni singola parola, di quelle che le erano state dette… doveva esserci un modo per interpretarle in modo diverso, non poteva aver sentito quello che aveva sentito.

 

Innamorato. Harry era innamorato di lei?

E glielo diceva cosi'? Con una freddezza simile?

 

Harry la guardava fisso, ma nonostante la rabbia che lo muoveva aveva una strana speranza che gli si stava trascinando dentro il cuore e gli consigliava di dire come stavano le cose, di parlare di tutto quello che amava di lei.

 

Ma lei non le dava alcun segno. Stava quasi per alzarsi e andarsene quando lei parlò.

 

"Devi per forza dimenticarli questi sentimenti?" chiese alzando lo sguardo verso di lui, che ricambiò trattenendo il respiro.

 

"Non so se ci riesco." rispose con un sospiro.

 

"Non farlo."

 

"Perché non dovrei?"

 

"Perché voglio che tu stia con me."

 

"Lo sono comunque."

 

"Voglio che tu stia con me… in quell’altro senso." spiego' arrossendo.

 

Il ragazzo la guardò dubbioso, gli occhi lucidi, adesso aveva paura di essere felice. "Non voglio la tua pietà, lo sai?"

 

"Non si puo' stare con una persona per pieta'.” Protesto' lei, sperando che Harry potesse capire. “Solo qualche giorno fa dicevi che non volevi una storia seria..."

 

"No, mentivo. Con te voglio tutto."

 

Il cuore saltava con una forza tale nel petto da far male, eppure il mondo sembrava incredibilmente più grande.

 

Hermione scattò in piedi. "Non riesco a crederci… non capisco… Harry, tu mi hai appena detto… che… che tu sei… tu sei… oh mio Dio." balbettò, se l’avesse pronunciato forse sarebbe sparito tutto.

 

Anche lui si alzò, ancora non riusciva bene a palpare la felicità che si era sciolta dentro di lui.

 

"Sei sicuro di non volermi solo come amica? Cioè… mi pare che tu abbia detto così, o sbaglio?" domandò poi la ragazza.

 

Lui la guardò, sorridendo leggermente. Aveva la strana abitudine di credere che non avesse il diritto di essere così felice. "Sì, ho detto proprio cosi', ti voglio con me sempre. Ti desiderò in ogni senso."

 

Lei arrossì. "Sul serio? Ti piaccio?"

 

"Dire che mi piaci è un eufemismo."

 

"D-davvero?"

 

"Non riesco a fare altro che pensare a te."

 

"Ti faccio impazzire?" ripete' le sue stesse parole.

 

"Sì, perché attiri l’attenzione di tutti i ragazzi che ci sono."

 

Lei lo guardo' incredula. "Ma non è vero!"

 

"Oh sì. Ogni sguardo che ti viene rivolto mi fa arrabbiare di più. Senza parlare di Malfoy. Non posso tollerarlo. Passa troppo tempo con te."

 

"Ma tu sei tu Harry.” E ora capiva perche' era cosi' ossessionata con il suo migliore amico. “Io voglio te. Nessuno può competere."

 

Il ragazzo la guardò con un’espressione indecifrabile. Liberazione. Come se tutte le responsabilità che erano pesate sulle sue spalle fino a quel momento scomparissero in un battito d’ali.

 

Aveva detto una frase che mai aveva sentito, e mai avrebbe voluto sentir pronunciare da altri. Era solo lei.

 

"Puoi… puoi ripetere?" domandò con imbarazzo.

 

"Ci sono tante altre cose che potrei dire, devo per forza ripetere?

 

"Se puoi." disse con un sorriso timido.

 

Qualcosa nei suoi occhi le suggerirono le parole che pronuncio': "Sono innamorata di te, Harry. Nessuno può competere."

 

Rimase senza fiato, la fissava estasiato, il suo cuore sembrava voler scoppiare.

 

"Ma lo dici perché ho incontrato Voldemort varie volte?" si ritrovo' a scherzare.

 

Lei rise. "Anche."

 

"Ti piace la mia fama?"

 

"Non lo so. Mi piace che tu sia famoso… ma non amo che tu soffra per questo."

 

"Ti piace Harry Potter, colui-che-visse?"

 

"Sì, Harry Potter che visse, Harry Potter che è cresciuto in una famiglia babbana senza sapere di essere mago, Harry Potter che è arrivato ad Hogwarts senza sapere nulla di magia, Harry Potter che mi ha salvato dal Troll, Harry Potter che mi ha offerto la sua amicizia, Harry Potter che si arrabbia, e succede spesso, Harry Potter che mi salva, anche questo abbastanza spesso, Harry Potter che guarda il vuoto pensando, Harry Potter che mi vuole bene. Bellissimo Harry Potter. Mi piace tutto."

 

Lui chiuse gli occhi un paio di volte. Ancora non riusciva a crederci.

 

"E se fossi debole?"

 

"Ti farei tornare forte."

 

"E se non fosse possibile?"

 

"Ti proteggerei."

 

La guardò. Poteva a malapena credere che stesse succedendo davvero. Ora. Ora iniziava qualcosa che mai si era aspettato.

 

"Da adesso quindi… siamo… ehm… insieme?" domandò dubbioso.

 

Le guance rosse, mentre annui'. "S-sì. Se vuoi ovviamente."

 

"Sì che voglio. L’ho desiderato tanto."

 

"Anch’io Harry. È incredibile. Mai l’avrei detto."

 

"Tanto meno io."

 

"A parte… forse…"

 

"A capodanno dici?"

 

"Sì, li mi ero quasi convinta che tu volessi baciarmi."

 

"Beh, era quello che avevo in mente, e l'avrei fatto se non ci avessero interrotto..."

 

"Ah."

 

"Lo desidero sempre."

 

"D-davvero?"

 

"Sì." rispose sincero, non c'erano piu' bugie.

 

Lei arrossì violentemente. "Non ci posso credere."

 

Rimasero un attimo in silenzio, ma Hermione aveva ancora qualcosa che gli premeva sul cuore. "Ma perché? Adesso… sei stato così freddo… perché volevi abbandonare i sentimenti che provavi per me? Perché mi hai detto che sono acida?"

 

Lui trasali', non proprio contento di come si era appena comportato. "Perché sto morendo di gelosia. Non riesco a sopportare nessuno che si avvicina a te, non riesco a sopportare che tu vada via ad incontrare Malfoy, faccio fatica a sopportare lo stesso Ron quando ti sta troppo vicino."

 

Lei realizzò una cosa. "Era per questo che volevi invitarmi al ballo? Era già allora?"

 

"Già." ammise imbarazzato.

 

"Oh Dio. Se solo me l’avessi detto." Forse non sarebbe finita nelle braccia di Malfoy. Iniziava a capire adesso quello che le aveva detto il Serpeverde, che lui era stato solo una distrazione. “E io che pensavo di farti un favore a non accettare l'invito...” Invece l'aveva involontariamente ferito. “Mi spiace cosi' tanto Harry...”

 

Scosse la testa. “Speravo di poter nascondere i miei sentimenti... pensavo fosse meglio cosi'...” ammise, mordendosi le labbra. “Il ballo e' stato una tortura... ero troppo geloso...” ammise.

 

Ecco perche' non volevi mai farmi andare ad incontrare Draco...”

 

Lo sguardo di Harry si incupi'. “Malfoy si e' avvicinato fin troppo... non riesco a sopportarlo, non importa quanto sia cambiato...”

 

Hermione scosse la testa. “Ma il motivo per cui non ha funzionato con lui sei proprio tu!” esclamo', arrossendo ancora. “Non riuscivo a far altro che pensare a te.”

 

Si guardarono per un po’, imbarazzati, le loro menti sembravano ricordarsi solo ora che avevano il diritto di toccarsi, di baciarsi. Avevano entrambi paura pero', non erano ancora sicuri di stare vivendo la realtà.

 

"Andiamo a dormire?" propose poi Harry, non volendo forzare Hermione in atteggiamenti per i quali magari non si sentiva pronta. Sarebbe stato tutto molto strano.

 

"Ah, ok." rispose lei confusa, doveva ammettere che si era aspettata qualcosa di diverso. In fondo, non voleva andarsene e il suo sguardo lo esortava a non allontanarsi.

 

Lui voleva solo credere al suo istinto in quel momento.

 

Facendosi coraggio, si avvicinò piano e lei gli rivolse un piccolo sorriso imbarazzato. "E' successo tutto vero? Non sto sognando."

 

"No, spero proprio di no."

 

Il ragazzo si avvicino' ancora, voleva toccarla, anche solo per un momento, un bacio, uno solo, qualcosa di dolce, immacolato, senza troppo trasporto, solo per un ricordo.

 

Nel momento in cui sentì le sue labbra pero', non poté più tornare indietro, i suoi piani erano cambiati. Sentire le sue labbra era una sensazione che in quest’ultima settimana aveva allontanato con una furia incontrollata, si era ritrovato a girare rabbiosamente nel letto per dimenticare il senso che davano appena poggiate sulle sue, e adesso non poteva tirarsi indietro tanto presto.

 

Con un’urgenza dolce la catturò tra le sue braccia e la strinse a se in un bacio appassionato, questa volta finalmente ricambiato, le loro bocche unite furono indissolubili per un po’.

 

Si desideravano, questo era certo.

 

Erano loro due e questo era importante, era magnifico.

 

Tornarono nei loro dormitori, poco dopo, storditi, confusi, ma con un sorriso idiota stampato su due facce stravolte. Adorabilmente stanchi.

  
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