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Autore: GioGiaMon    05/12/2011    0 recensioni
Questa storia ha partecipato al Contest Ost - Contest, indetto da Talpina Pensierosa. Questa è la prima volta che partecipo ad un contest, spero che l'esperimento sia, almeno un po', riuscito.
Il Vecchio Regno, ormai logoro da corruzione, è sotto attacco. Gli Orchi si sono spinti a tanto: stanno sterminando la razza umana, troppo debole per contrastarli.
Tra i sopravvissuti, un Princice, nobile di cuore più che di titolo, proverà a dare speranza ai superstiti. Le leggende narrano un futuro Imperatoche che porterà la pace, sarà veramente lui? E se sì, come sarà il suo futuro? E il suo rapporto che il suo servo/confidente?
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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freedom

Note dell’Autore: Questa storia ha partecipato al Contst OST - Contest II, indetto da Talpina Pensierosa. Il contest prevedeva di pescare e canzoni ed, in base alle sensazioni scatenate, scrivere una fanfiction o un originale. Io ho scelto un'originale; sono tre momenti (corrispondenti a 3 capitoli) della vita dei due protagonisti (Regen e Liam); sono stati usati tutti i prompt e con ognuno di loro è stato fatto un “capitolo”, un “momento” diverso della loro vita.
Ho trovato alcune (per non dire tante) difficoltà nello stendere la storia e tuttora non mi convince del tutto (soprattutto l’utilizzo dei prompt). Ho voluto usarli tutti e tre, anche per una questione di precisione. Spero che il risultato non sia troppo orribile.

Avvertenze:  Shonen-Ai (il rapporto tra i protagonisti è non ben  definito ma si avvicina molto ad un rapporto amoroso vero e proprio, ma non vi è NESSUNA COMPONENTE SESSUALE)

Prompt: ○ A3 (Theme of Natsu, from Fairy Tail);
              
B15 (Green Death, from How to train your dragon);
              ○ C21 (Hawaiian Rollercoaster Ride, from Lilo and Stich).

Freedom

Prompt: B15

Caddi. Di nuovo.

“Maledizione!”, pensai tra me e me, “Devo farcela! Devo rimanere vivo!”.

Più veloce, con foga, senza fiato.

Fuggivo dagli orrori della guerra; fugavo quelle maledette immagini dalla mia mente. Tra i cespugli, lontano il più possibile dalla battaglia;  ma sentivo il fragore delle lame incrociarsi, urla d’incitamento e quelle strazianti di coloro che cadevano.

Il sudore mi scorreva lungo la schiena e sulla fronte, ero terrorizzato.
Nessuna speranza, se non la fuga.

«Fermati maledetto umno!» gridavano.

Sono solo un caduto, un’anima dispersa tra le ombre e gli orrori di questo cruento mondo; anelavo la pace mentre tutt’attorno è l’inferno più nero.

Un solo pensiero.

“Via da questo tempo e da questo luogo!”.        

Corro sempre più veloce, mi inseguono; sono troppi.
Paura, vivida e imperiosa.

“Via, via di qui! Lontano da paure e oscurità! Lontano da tutto questo!”.

Li sentivo nitidamente: mi erano addosso! Non c’era scampo!
Caddi rovinosamente. La mia faccia tra le umide foglie del bosco.

Cercai di trascinarmi via ma ormai la distanza tra me e loro si era annullata.

Non ero pronto, non volevo morire!

Le loro risate, le sentivo alle mie spalle!

Mi trascinai sulle mie ginocchia; con uno sguardo terrificato mi girai per vedere quanto fossero vicini.

Troppo, maledizione!

Mi trascinai carponi per terra, cercando una via di fuga, un nascondiglio, qualcosa che potesse salvarmi da quei mostri; ma mi avevano già accerchiato.

Potevo sentire i loro fetidi fiati su di me, la morte stava giungendo con rapide ali su di me.
Non tentai neppure di scappare, rassegnato, chinai il capo.

Salvation comes in desperate hours!

Il Principe era arrivato, inaspettato.
Mai il mio cuore fu così colmo di gioia nel vederlo!

«Che fai per terra, strisci?», un pugnale lanciato aveva fatto indietreggiare uno dei miei inseguitori.

Immediatamente si diresse verso gli altri due; caricò il fendente cercando una falla nella difesa dei suoi nemici; non tardò molto a trovarla. Parò di rovescio i loro colpi senza sforzo, poi con un unico affondo si liberò di loro.

«Alzati, pelandrone! Non è il momento di dormire!», la gentilezza non è davvero il suo forte.

«Anch’io sono felice di vedervi, Vostra Maestà!», lo apostrofai con tono sprezzante.

In realtà ero davvero felice di vederlo, ma non glielo avrei dato a vedere in alcun modo!

«Muoviti! Non lo sai? C’è una guerra in corso! Devo liberare la Viverna, altrimenti qui finiamo tutti nei Campi Elisi!», quindi mi tirò come su sacco di patate e mi pose sul suo cavallo.

Galoppava veloce, facendosi strada tra avversari non troppo temibili: avanzavamo con decisione verso il cuore del Monte Agicon.

Sentivo i sibili della sua lama muoversi rapida nell’aria: sul suo volto vi era un sorriso sornione. Nel combattere metteva la stessa passione pura che dedicava alla propria amante; anche se qui, sarebbe stato d’obbligo un plurale.

Arrivammo all’ingresso della caverna: due orchi possenti ci sbarrarono la strada.

Saltò da cavallo con una mossa fulminea quanto azzardata: la punta della sua lama era affondata nel taurino collo verdastro del suo avversario. Si ritrasse con sorriso compiaciuto quando l’altro orco, brandendo una gigantesca ascia, gli vibrò un poderoso fendente che riuscì a deviare per un pelo, roteando il mantello che venne lacerato in un istante.

Kingdom forgotten the light is falling…

Se c’era qualcuno che poteva salvarci era l’uomo che si stava battendo come una furia.

Soon rising a new Empire

Il Vecchio Regno ormai era un lontano ricordo: orde di orchi avevano gettato la popolazione nella disperazione più oscura. Ombre e male ricoprivano morbosamente la nostra terra.

Answer our call in desperate hours…

Mai tempi più neri si furono visti su queste terre, ma io avevo fiducia nel domani.
Avevo fiducia in lui.

A mortal man born in grace
a throne will be prepared for him
light the way with blessed shield and sword

Sapevo, in fondo al mio cuore, che egli era il nostro Salvatore.

Avanzò con coraggio contro il mostro e con mosse rapide ed efficaci annientò anch’esso. Quindi mi rivolse uno sguardo e si diresse verso l’interno.

Buio, tenebre, caos. Si sentivano rumori per nulla confortanti; non eravamo sicuri che quella fosse la scelta giusta. Accese una torcia e si fiondò nel cuore della caverna, con la speranza di vedere la Viverna incatenata al suo interno.

His noble porpoise will guide the battle
Lead all from chaos with shield and faith

Una luce verdognola in fondo; la luce di una flebile speranza.

Incredibile, era lì, davanti a noi.

«Ultimo dei draghi, possente Viverna, abbiamo bisogno del tuo aiuto!»; non udì risposta.

«Ti prego, anzi! T’imploro! Salvaci tutti! Viviamo in tempi sempre più bui e ora che siamo stati decimati non abbiamo più la forza di alzarci da soli! Vienici in aiuto in questa disperazione! Non meritiamo di sparire!»

«Ma voi avete fatto sparire tutti i miei simili! Perché non dovrei restare qui a guardarvi morire?», l’aveva colto in fallo.

Strinse forte i pugni; sguardo deciso, non si voleva arrendere. Non poteva.

«Perché sei migliore di noi! Siamo stati sciocchi ed egoisti! E anche stupidi! Ma non accadrà più! Mi fido di te, so che non ci farai del male perciò», estrasse la sua spada, «con questa spada benedetta, posso tranciare le tue catene!»; sollevò la spada, impugnandola con entrambe le mani. Disegnò in aria un arco netto e preciso, catturando la luce della lanterna che bruciava a lato.

Uno stridio di metallo e qualcosa che ricadeva pesantemente a terra.

Era fatta! La Viverna era libera.

Dispiegò le sue enormi ali e spiccò un poderoso salto verso l’alto; la sue possente mole frantumò la caverna come se fosse di cartapesta, librandosi maestosa nel cielo.

Tutti gli esseri viventi nel giro di qualche miglia non poterono fare a meno di ammirare quella splendida creatura che disegnava nell’aria curve ampie e faceva vibrare la terra con il suo boato.

Quindi fece un breve giro per le terre vicine, mentre noi cercavamo di uscire dal cumulo di detriti.

Una folata di vento improvvisa ci investì, io fui scaraventato indietro e caddi a terra. Ancora una volta.

«Mortale, dunque non mentivi», la Viverna era vicinissima a noi; potevamo sentire il suo alito infuocato e l’odore di bruciato che impregnava l’aria circostante, «ne ho conosciuti di uomini come te. Vi fate deviare da falsi tesori, seguite spesso la vostra accidia ed avidità, vinti senza volontà dai vostri vizi.»

Si fermò.

«Vorresti salvare una razza tanto abominevole?»

Il Principe era in seria difficoltà. Ma la sua risposta mi sorprese. Era incomprensibile alle mie orecchie e non capivo perché avesse voluto rispondere in tal modo.

«Ho visto cadere tutto ciò in cui credevo e tutti quelli a cui volevo bene ora giacciono a terra, nemmeno hanno avuto una degna sepoltura. Queste terre si sono trasformate in un incubo. Ma non ci vivrò a lungo in questo infermo; cammino in un nuovo sogno. Un impero nuovo basato sulla fede e sulla giustizia.»

Pausa.

«Non credi che siamo già stati puniti abbastanza per i nostri peccati? Decimati, viviamo tra fame e disperazione, senza sogni né speranze. Se pensi che meritiamo ancora di soffrire, uccidimi. Sono l’ultima speranza, una flebile fiammella che, timida, arde nel cuore di noi sopravvissuti».

Continuare credo gli costò molto; persona orgogliosa che si mostrava forte perché voleva dare forza a tutti noi.

Ma chi la dava a lui?

«Credono che sia io colui di cui la leggenda narra».

Abbassò gli occhi; sorriso amaro.

«Personalmente, non lo credo affatto, ma faccio buon viso a cattivo gioco. Non voglio che perdano anche questo e perciò mi batto per loro e, per questa ragione, sono qui, davanti a te, inerme, senza difese, vinto e ti supplico di aiutarmi!» l’aveva urlato.

Sì, l’aveva urlato con quanto più fiato in gola.

Incrociò lo sguardo con il possente drago; rispetto, orgoglio, tensione. Sì, l’aria attorno a loro era elettrica.
Quella muta attesa mi snervava e dentro di me speravo davvero che la Viverna potesse accogliere la nostra  richiesta.

Il tempo sembrava fermarsi, dilatarsi; in lontananza il grido degli orchi che avanzavano inesorabilmente.

Aspettavo ansioso un cenno di quella magica creatura con una morsa allo stomaco: ci avrebbe incenerito o sarebbe arrivati gli orchi a finirci?

Live in silence, alone
Into a cave
Finally find a salvation
That Spirit will be leaded by the Hero
Together flew on high
They take us away from fears and shadows
Light the way
A new World will rising
Calling Heaven

Quella stupida canzone non se ne voleva andare dalla mia testa; speravo tanto ma la mia razionalità mi impediva d’illudermi.

Poi, l’inaspettato!

«Mortale, vedo in te nobili propositi. Il tuo spirito è forte ma il tuo cuore è pieno di paure; ma con onore e coraggio affronti il domani, con spirito di sacrificio e fede fronteggi le avversità. Sarai tu a guidare l’umanità verso giorni migliori e io vedrò una nuova razza, degna di calpestare queste meravigliose terre», quindi si fece montare dal Principe Regan ed insieme andarono incontro alla battaglia.

Il cielo, che fino ad allora era di un colore sangue, cominciò ad aprirsi ad un azzurro intenso; non più nuvole nere ma candide, come il domani che ci attendeva.

Quel giorno vidi tutta la potenza di una creatura della Religione Antica, della Grande Madre Terra che avevamo ripudiato e ucciso.

Ora rinasceva sotto i miei occhi; dal blu del cielo, al verde delle piante che, magicamente, da secche e bruciate, divennero rigogliose, imperiose e verdi.

I fiumi, che fino ad allora erano letti aridi di crepe, ripresero a scorrere con tutta la loro forza e l’acqua cristallina riprese a portare linfa vitale alle nostre terre che, tanto scioccamente, avevamo avvelenato con la nostra cupidigia e superbia.

Gli orchi furono ricacciati ai confini dal mondo conosciuto e, con loro, tutta la devastazione e la desolazione.

Era bastato quel unico essere a salvarci tutti ma il suo aiuto non era arrivato per pura carità: dovevamo imparare una lezione preziosa.

Mai più gli errori del passato. La Grande Madre non doveva essere dimenticata: rispetto per la natura e per se stessi.

Corsi di nuovo verso la battaglia stavolta, contro il mio istinto di conservazione, contro la mia vigliaccheria; fuoco, acqua, aria, fulmini, la natura tutta contro gli immondi invasori.

Il risveglio della Terra corrispondeva esattamente con il declino degli orchi: la Viverna ci stava riportando alla vita, alla speranza, a una nuova vita.

Mai nessuno avrebbe potuto prendersi gioco degli immensi poteri della natura.

Davvero la Salvezza arrivava nei momenti più disperati.

Dopo migliaia e migliaia di morti, finalmente, la pace.

L’inferno era stato spazzato via; l’aria non era metallica e acre, non sapeva più di sangue.
Ma solo un fresco profumo, quello della libertà, di una nuova vita, di un nuovo regno.

* * *

  
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