E' Natale, sia gioia vitale, per tutti un dono e anche un
perdono, e senza rumore ascolta il tuo cuore...
è
colmo d'amore!
Era
arrivato da poche ore
a Londra, nessuno sapeva del suo ritorno né Blaise,
né Daphne, né Theo e
nemmeno Pansy, la sua cara e vecchia amica Pansy.
Sua
madre le aveva detto
che aveva aperto un negozio alla moda al centro, tra i babbani, quasi
rise
ricordando il suo proverbiale odio per quel mondo.
Anche
lei era cambiata con
lo scorrere del tempo, tutto era cambiato.
Anche una testarda come
Pansy Parkinson aveva
aperto la mente ai babbani, ai non magici a quelli che un tempo
reputava
feccia, se tanti anni prima le avessero raccontato una cosa
simile li avrebbe
sicuramente guardati storto o cruciati.
Invece
eccolo lì, coperto
con il suo caldo mantello rigorosamente nero, davanti alla grande
vetrina al
centro di Londra, nell’altrettanto enorme negozio alla
ricerca della mora amica.
Entrò guardandosi
in giro osservando con finto
menefreghismo la gente che frenetica faceva gli ultimi acquisti
Natalizi, una
commessa saliva e scendeva più volte le scale di marmo
bianco, alcune erano al
bancone mostrando ad altre donne vari modelli di borse.
Innumerevoli
da uscirne
pazzi, pensò.
Forse
era stato anche lui,
un pazzo a inoltrarsi in quel luogo senza il sostegno di un altro uomo,
tra
quelle sarebbe impazzito.
Che fossero babbane o
streghe le donne impazziscono
per le borse.
-serve
una mano- chiese
una trovandolo impreparato.
-No,
sì, ecco-cercò di
dire.
-ah
indeciso?- riprese la
donna sulla cinquantina che lo guardava dall’alto in basso
mangiandolo. Ma non
si vergognava poteva essere suo figlio.
-cercavo
Pansy, Pansy Parkinson?-
disse infine.
-Il
capo?- chiese la donna
diventando seria tutto d’un botto.
-si
il capo- ripeté.
-ah
beh non c’è, ma aspetti
oggi la sostituisce un’amica- Draco cercò di far
capire alla donna che non era
importante, ma poi lasciò andare la commessa alla ricerca
della fantomatica
amica di Pansy, magari era Daphne.
Stava
curiosando nel
bancone osservando i gioielli rigorosamente babbani che erano custoditi
sotto
vetro, pensando che se mai Pansy avesse esposto alcuni lavori dei
folletti,
invece che quella robaccia da due soldi, avrebbe fatto sicuramento un
sucessone.
Anche
se facendo così, lo
statuto di segretezza andava a farsi benedire.
-scusi,
stava cercando la
signorina Parkinson- Draco di girò di scatto al suono di
quella voce tanto
familiare quanto odiosa.
E
quello che vide lo
ghiacciò
-Tu-
disse Il biondo.
-Tu-
disse Hermione
scioccata nel vedere Draco Malfoy palesarsi di fronte a lei.
-quella
la ha detto "amica"-
boffocchiò il biondo, girandosi verso la commessa che era
sparita in un'altra sala
del grande negozio.
-Malfoy,
che ci fai qui? Che
vuoi?-domandò senza aspettare risposta la Granger.
-da
te non voglio proprio
niente Granger, mi infetti l’aria-rispose secco, da quanto
non diceva quella
frase. Semplice da quando non la vedeva.
-fottiti
Furetto- disse Hermione
incamminandosi velocemente lungo le scale salendo al secondo piano. Draco rimase per un momento
fermo a guardarla
e poi la seguì.
-Granger
– disse afferrandole
il braccio – dove è Pansy?-
-ah
casa sua, sta male-disse
l’ex Grifondoro
-l’hai
affatturata per
prendere il suo posto?-
-ma
che ti viene in mente
cretino. Ha l’influenza e deve stare a riposo e io se non lo
sai ce l’ho un
lavoro e non è questo-rispose offesa.
-ah
sì e che fai? l’auror immagino-
-No
deficiente sono
pozionista al Ministero-
-Pozionista?-
Oh merda pensò
Draco.
-si
hai presente- disse
sottovoce affinché solo lui sentisse – un
calderone che a fuoco lento ribolle
creando mille e mille pozioni per guarire, lenire o procurare danni-
-è
impossibile- ripeté più
a se stesso che alla giovane donna di fronte a lui che lo guardava
sempre più
offesa.
-cosa
è impossibile, che
una pozione causi danni o che io lavori in quel dipartimento?-
-la
seconda Granger, la
seconda- rispose Draco.
-ma
come ti permetti-
disse sbuffando cercando di liberarsi dalla morsa in cui
l’uomo l’aveva
stretta.
-come
fai ad essere amica
di Pansy?-chiese il biondo tralasciando l’altro problema che
lo affliggeva,
cercando di scacciare dalla mente che anche lei come lui faceva la
pozionista,
che anche lei come lui lavorava al Ministero della magia e che lei
benché
ancora lo ignorasse aveva di fronte a se il suo nuovo collega.
-se
per quello lo sono
anche di Blaise e sai sono stata io a convincerli a mettersi
insieme-
-Stanno
insieme?- disse
incredulo.
-oh
si che speravi che dopo
tre anni ti fai vivo e lei sta ancora qui aspettando te e il tuo regale
deretano-
-sei
diventata scurrile
Granger-
-tu
lo sei sempre stato-
il biondo la guardò bene soffermandosi qualche minuto di
troppo sul seno della
riccia.
-ero
passato solo a
salutarla- disse infine lasciando la ragazza,- dove abita-
-abitiamo
vicino a Chelsea
la nostra casa ha il portone verde con rifiniture rosse-
-per
non scontentare
nessuna delle due immagino-
Hermione
si trattenne dal
sorridere all’allusione del biondo.
-hai
voglia di comprare
qualche dono per natale?- Chiese la riccia.
-così
la tua amica non
dice che non vendo niente-
-Non
sai vendere Granger-
la canzonò lui.
-so
fare altro, ma no non
sono mai riuscita a convincere nessuna di queste assatanate dello
shopping. I
miei gusti non sono per niente simili a quelli della Londinese media-
-che
gusti hai?- chiese il
biondo ed Hermione nonostante fosse stupida dal dialogo con
l’ex Serpeverde rispose:
-classico,
sono troppo
classica per l’egocentrismo che regna in questa nazione-
-bene
allora mi aiuti a
scegliere qualcosa di classico, decisamente chic per mia madre. Ama le
cose
belle ma che non danno all’occhio-
-ok-
disse Hermione
guardando di sfuggita il biondo che si toglieva il mantello con un solo
gesto
della mano.
Oddio
da quando Malfoy era diventato così
bello, lo è sempre stato Hermione sei tu che non lo hai mai
guardato in quel
modo.
La
cosa comica era che
anche il biondo stava pensando la stessa cosa.
Cavolo,
ma da quando la Granger è così attraente,
le curve sono al posto giusto, le gambe magre e toniche, il sorriso o
cavolo mi
ha sorriso per la prima volta dopo anni che ci conosciamo, anni che ci
detestiamo.
Ma
quello non fu il solo
sorriso che Hermione fece a Draco quella sera, sorrisero e ridettero un
po’,
soprattutto quando si accorsero di avere lì stessi gusti.
-Penso
che le piacerà
moltissimo- disse Hermione avvicinandosi al serpeverde per far sentire
solo a
lui quello che stava dicendo,
-anche
se è una borsa
babbana, la Birkin, ha molto successo tra le streghe-
Draco,
scosse il capo
perso a guardare le labbra carnose della ragazza, non riuscendo
più a capire
niente.
Vicina
troppo vicina…
bella, troppo bella… fece un passo riducendo la distanza tra
di loro incatenando
il suo sguardo a quello della Granger.
-Draco-
disse una voce
alle sue spalle e l’atmosfera scemo lasciando a bocca
asciutta sia il biondo
che si girò di scatto per vedere chi l’aveva
chiamato sia la riccia che si
toccò il viso scoprendosi accaldata.
-Astoria,
anche tu qui?-
disse il biondo che si avvicinava a salutare la sorellina della sua
amica Daphne
mentre Hermione incartava il regalo per sua madre.
Dopo
pochi minuti intercettò
una commessa e senza nemmeno salutare il biondo si defilò,
incaricando un’altra
ragazza a fare il conto a Draco.
Quando
il biondo si girò
cercando la Granger ci rimase malissimo nel vedere un’altra
al suo posto che
maliziosamente gli sorrideva, ma forse era meglio così.
Ci
sarebbe stato dell’imbarazzo
nel trovarsela vicina ancora una volta… ma quello
l’avrebbe scoperto presto.
Troppo presto.
SPAZIO AUTRICE.
NON HO IDEA DI COME SIA, MI
è VENUTA UN'IDEA SPERO VI PIACCIA.