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Autore: Agapanto Blu    05/12/2011    6 recensioni
Questa fan-fic è la storia di due angeli profondamente innamorati, Miriam e Nicola... La loro relazione è ostacolata dal fatto che lui è un Caduto mentre lei è uno degli Angeli più importanti del Paradiso perchè è destinata a succedere a Gabriele come Arcangelo... A cent'anni dalla loro separazione arriverà qualcuno a scombinare le carte in tavola: una ragazza di nome Lucia che potrebbe spazzar via il passato e dare ai due angeli una seconda possibilità...
Autrice: Non sono brava e questa è la prima long-fic che scrivo... Siate clementi e recensite!!! Anche per scrivere critiche, mi raccomando!!! Ne ho bisogno!!!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La saga degli Angeli di Victoria'
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Eccomi!!!
Scusate! So di essere in ritardo bandato ma un virus ha fatto fuori il mio computer e ho dovuto portarlo dal tecnico...
Adesso ci sono e posso postare regolarmente...
Ho finito la stesura e la storia durerà 34 capitoli compresi i due Epiloghi...
Dedichina: so di aver già dedicato un capitolo a questa persona ma questo Deve essere suo perchè un po' lo riguarda,,,
A Lames76, perdonami se sono sparita per un po' ;)...
A sotto
!

Lady Catherine



22.
 
L’Angelo sbadigliò sonoramente.
Era annoiato.
Non che ci fosse qualcosa di strano: quando si aspetta per secoli un Arcangelo annunciato da una profezia si finisce per stufarsi un po’ dell’attesa.
Se poi si conta anche che la profezia se l’era fatta da solo, si può capire perché molti Angeli lo ritenessero il primo essere celeste con le rotelle fuori posto.
Sbuffò.
“Che dicano quel che voglio, loro e i loro cervelli imbottiti…” borbottò tranquillamente sciogliendo le spalle e accomodandosi meglio.
L’Angelo era un uomo, di età compresa tra i trenta e trentacinque anni, capelli neri corti che gli arrivavano appena alle sopracciglia, grandi ali e il solito abbigliamento degli Angeli maschi, ovvero solo un paio di pantaloni bianchi.
Il problema, in lui, erano i colori: aveva gli occhi bianchi, totalmente, e le ali erano bicolore, ovvero una, quella di destra, bianca e l’altra, quella di sinistra, nera.
Non apparteneva a nessuna cerchia angelica, a nessun gruppo…
Diceva che, secondo la sua profezia, sarebbe arrivato un nuovo Arcangelo che avrebbe riportato gli Altari del Cielo a otto, come erano prima della Caduta.
Altro motivo per cui nessuno capiva che cosa fosse lui era che, nel corso di millenni, non aveva fatto altro che ricontrollare la sua profezia e analizzare tutti gli Angeli alla ricerca di quello predestinato.
Pazzo, era l’aggettivo più usato per definirlo.
Genio incompreso si definiva lui.
Se ne stava tranquillamente sdraiato su uno strano divano di Cirro, più simile a un triclinio romano, e aspettava.
Cosa, ad essere sinceri, non lo sapeva nessuno eccetto, forse, lui.
Ora però era più tranquillo perché, lo sentiva, i tempi erano maturi.
Una scarica di adrenalina lo percorse e saltò in piedi.
“Ci siamo…” mormorò.
Sorridendo si alzò e si protese sotto il divanetto per tirar fuori un grosso libro con la copertina blu e le pagine nere con le lettere bianche.
L’aveva scritto totalmente lui: era la sua profezia, i suoi calcoli, le prove, le domande con e senza risposta che si era fatto nei secoli.
Sull’ultima pagina aveva iniziato il ritratto di un viso.
Lentamente si sedette sul suo divanetto, appoggiò il volume sulle sua gambe.
Con calma chiuse gli occhi ed espirò poi posò le dita della mano destra sul foglio e le fece muovere lentamente seguendo l’energia che percepiva sulla pagina.
Dove la sua pelle toccava la carta il nero si ritirava come un macchia liquida risucchiata via lasciando spazio a bianchi puri e colori accesi finché sulla pagina non si distinse netto il ritratto di un Angelo.
La creatura aprì gli occhi e fissò l’opera d’arte con un’espressione pensosa prendendo il prezioso libro per i lati come se fosse una rivista di gossip e sdraiandosi di nuovo sul suo divanetto.
“E così sei tu, eh?” commentò osservando il ritratto.
Fece una smorfia insoddisfatta e corresse una piccolissima sbavatura sugli occhi dell’Angelo.
“Ecco, così va meglio…”
Richiuse il libro con uno scatto secco, si piegò e lo rilanciò nella sua originaria postazione.
Raddrizzatosi, sbatté le mani l’una contro l’altra per pulirle da una polvere inesistente.
“Bla bla bla!” commentò alzandosi e raggiungendo un tavolino piccolo di puro Cumulo, “Demoni! Puah! Sempre bravi a sparar sentenze!”
I Demoni si erano sempre divertiti alle sue spalle, sostenendo che nessuno, Angelo o Arcangelo, avrebbe osato creare un gruppo in sostituzione di quello di Satana perché l’ottavo Altare era stato maledetto dal Signore Degli Inferi all’epoca della Caduta e chiunque vi si fosse posto sopra sarebbe stato corroso dal male.
Inutile dire che lui non ci avesse mai fatto caso: erano rare le cose che sapevano scuoterlo dalla sua profezia…
Scuoterlo e basta, a esser sinceri.
Era l’Angelo più apatico del Paradiso!
Osservò con tranquillità il cibo appoggiato sopra il tavolo.
Prese una mela con noncuranza.
“Forse il frutto tentatore…” commentò accennando alle ipotesi umane con ironia.
Si passò il frutto da una mano all’altra avvicinandosi al bordo delle nubi e guardando giù.
“C’è movimento…” commentò placidamente prima di dare un morso deciso alla sua mela rossa.
Zira non gli era mai piaciuta e non si era mai fatto problemi a dirlo.
Ricordava ancora con soddisfazione il giorno in cui lei gli aveva offerto di unirsi ai Vendicatori…
 
“Inutile che ti dica, Andrea, che è un onore far parte della nostra cerchia se non ne si ha la vocazione…”
“Immagino…”
“Allora?”
“Inutile che ti dica, Zira, che non me ne frega niente di te e dei tuoi svitati da compagnia…”
 
Andrea scoppiò a ridere ripensando alla faccia scandalizzata di lei.
Scosse la testa: quella donna non era a posto di cervello, a parer suo.
Invece c’erano Angeli che suscitavano la sua curiosità: Miriam, per esempio.
Era una creatura strana, non c’era niente da dire, ma era senz’alcun dubbio meglio di Zira.
La sua innocenza e, soprattutto, la sua ingenuità lo avevano sempre fatto sorridere e avevano suscitato la sua simpatia…
Cosa rarissima!
Ma di Nick aveva sempre e soltanto sentito parlare…
Si erano visti a volte alle Assemblee, a cui lui partecipava di diritto in quanto rappresentante di se stesso, ma non si erano mai parlati.
Sapeva che era sempre stato un grande Angelo, molto rispettato, però non lo aveva mai considerato nulla di più di uno dei tanti…
Miriam invece era estranea a tutto e tutti pur facendone parte come se fosse nata per essere lì.
Ancora non riusciva a identificare questo istinto ma sapeva che non riusciva a vederla come Arcangelo dei Compassionevoli.
Scosse la testa.
“No, non è proprio il tipo…” borbottò.
I suoi occhi furono catturati da un dettaglio divertente: un ragazzo umano pensava di rendersi utile dimostrando a tre Caduti che esisteva una barriera Anti-Angeli… Peccato che ci si fosse appena stampato contro…
L’Angelo aggrottò la fronte: certo che ce n’erano di colpi di scena in quel gruppetto!
“E così non sei normale…” mormorò in un ipotetico colloquio con l’umano che in quel momento stava tirando spallate alla barriera nel tentativo di passare.
“Finirà per rompersi qualcosa…” bofonchiò l’Angelo scuotendo al testa e allontanandosi dal limite delle nuvole per tornare al suo triclinio.
Con un balzò lo superò, lanciò la mela sul divano dove scomparve e fece schioccare le dita.
In un lampo comparvero due paia di pantaloni bianchi, di lino… Identici tra loro e a quelli che indossava l’uomo.
Lui li osservò portandosi una mano al mento e una a reggere il gomito della prima.
Sembrò valutare pregi e difetti di entrambi con attenzione ma in realtà non gliene importava affatto: erano uguali, uno valeva l’altro.
Lo sapeva lui e lo sapeva l’Angelo che lo stava osservando.
Per dieci minuti continuò a fissare i pantaloni, senza fretta, facendo esasperare il suo ospite.
“Ti decidi?!” esclamò questi all’improvviso.
Questa, era una donna con il viso coperto e le ali grigie.
“La moda è un’arte, mia bella Samantha…” rispose lui sarcastico voltandosi.
“Smettila di fare l’idiota… Zira vuole sapere se ci sono novità…”
L’Angelo scrollò le spalle.
“Se anche fosse? Tanto lei non crede agli sciocchi deliri di un povero pazzo solitario, no?”
Le ali della Vendicatrice tremarono indicando al sua stizza.
“È arrivato l’Arcangelo?” chiese imponendosi la calma.
“No, ma sono riuscito a scoprire quante nuvole c’erano venti minuti fa in Cielo, ti interessa? Con una buona mezz’oretta potrei anche dirti quante ce ne sono ora… Prima però, scusami, devo occuparmi di una questione ben più importante…” e, così dicendo, Andrea si voltò verso i pantaloni e riprese a fissarli con espressione pensosa.
Samantha si lasciò sfuggire un verso di irritazione.
“Va’ al diavolo!” escalmò prima di sparire.
“Prima le signore…” replicò lui quando fu certo che lei non l’avrebbe più udito.
Non era da furbi irritare troppo i Vendicatori…
Farlo un po’ era uno spasso!
Fece sparire i pantaloni con uno schiocco di dita.
Sorrise e si voltò verso il vuoto.
Aprì le ali.
Il contrasto tra nero e bianco, così netto in lui, dava un notevole colpo d’occhio e lo rendeva comunque bello nonostante i suoi occhi senza iride; o meglio, a iride bianca…
Era un Angelo alla ricerca della sua guida.
Era un profeta alla ricerca dell’Arcangelo annunciato.
Era Andrea il pazzo e da pazzo si sarebbe comportato come aveva sempre fatto in vita, quando faceva il buffone nei castelli sassoni come Wamba*.
 

*Wamba era il buffone di Cederic il sassone nel romanzo storico Ivanoeh di Walter Scott, libro che ho letto di recente e che consiglio a chi ama veder combattere i prodi cavalieri di Riccardo Cuor di leone e i fuorilegge di Sherwood in nome dell’uguaglianza di sassoni e normanni!


Allora...
Che mi dite di Andrea? Mi piacerebbe avere un parere su questo nuovo Angelo perchè ci tengo particolarmente (e sarà molto importante in futuro...)
Per il resto ringrazio tutti, ma proprio tutti. quelli che recensiscono, che leggono, che mettono nelle seguite, nelle preferite e nelle ricordate...
Grazie a tutti di essermi vicini anche se da lontano!
Ok, spoiler:
"
"Se ce la faremo, ti ringrazierò poi per quello che hai fatto” disse, “Se no, sappi che non te ne farò una colpa!”"
Allora?
Titolo: Nella tana del lupo...
A domani!
Ciao ciao!
Lady Catherine
  
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