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Autore: MiRia Whitlock    05/12/2011    6 recensioni
Ciao...
“La dinastia continua”, come si può intuire dal titolo, parla di una nuova generazione di Cullen, tutta da scoprire e degna dei loro predecessori.
La storia parte dall'inizio della saga, ma con qualche piccola modifica.
Io sono Miria è la prima storia che scrivo e spero di riuscire a postare con regolarità...scuola permettendo!!!
Mi sembra di avervi detto tutto e sperando che la mia storia sia di vostro gradimento vi auguro:
BUONA LETTURA
MiriaWhitlock
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Alice/Edward, Bella/Jasper, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Il primo giorno di scuola

Pov Bella

Sono Isabella Marie Swan, per tutti Bella, e oggi è il mio primo giorno di scuola (se c'è una cosa che ho sempre odiato della scuola è proprio il primo giorno) e se ci si aggiunge il fatto che oggi lo sarà solo per me è ancora peggio.
Mi sono trasferita qui a Forks solo da qualche giorno, e dato che siamo a Novembre inoltrato, dovrò inserirmi in una scuola dove tutti già si conoscono e dove sarò sicuramente etichettata come:”quella nuova”, almeno fino alla fine dell'anno, cosa che mi fa al quanto rabbrividire, dato che odio stare al centro dell'attenzione anche per pochi secondi, figuriamoci per mesi e mesi.
Ho deciso di trasferirmi in questa, poco ridente, cittadina nello stato di Washington, per venire a stare con mio padre Charlie e mio fratello Chistopher e lasciare libera mia madre Renèe di seguire la tournée di Phil, suo secondo marito e poco famoso, ma brillante, trombettista in un quartetto Jazz.
Christopher ed io siamo praticamente due sconosciuti, a malapena ci rivolgiamo la parola e quando lo facciamo è per insultarci a vicenda.Ha un paio d'anni in meno di me ed è nato da una relazione che mio padre ebbe dopo che fu lasciato da mia madre.La sua invece è scomparsa subito dopo la sua nascita, dopo il parto non ha neppure voluto vedere suo figlio, se n'è andata facendo perdere per sempre le sue tracce, lasciando mio padre solo con un bimbo appena nato.Mio fratello ed io non potremmo essere più diversi di così e, durante le estati che io sono stata costretta a trascorrere qui, non abbiamo mai legato più di tanto.
Ora lui ed io stiamo andando a scuola insieme e, nonostante le insistenze di nostro padre di tentare di socializzare tra di noi, almeno quel poco che basta per non sembrare due estranei, da quando siamo partiti nessuno dei due ha mai aperto bocca.
Quando arriviamo noto che non ha niente a che vedere con la mia vecchia scuola, qui è tutto più piccolo e spartano, perfino il colore dei muri, un mix tra grigio tristezza e verde muffa, che rispecchia alla perfezione la scarsa vitalità di questa cittadina di provincia.
-Siamo arrivati!-mi dice Christopher, dopo aver parcheggiato il suo monovolume nel parcheggio della Forks High School.
-L'avevo intuito comunque grazie-gli dico scendendo.
-Tieni, questa è la cartina della scuola segui le indicazioni per la segreteria e là ci sarà chi saprà aiutarti; naturalmente papà saprà che t'ho fatto da guida tutto il giorno-mi spiega.
-Non preoccuparti Christopher meno tempo passo con te e più mi sei simpatico-dico girandogli le spalle e andando a sbattere contro un ragazzo molto più alto di me.
-Ehi Swan non m presenti la tua nuova conquista?-chiede il ragazzone a mio fratello.
-Lei non è una mia conquista, è solo mia sorella Isabella e se ne stava andando-dice Christopher, quasi offeso del malinteso.
Giro i tacchi e mi dirigo verso la segreteria lasciando sul posto il mio simpaticissimo fratello e il suo gigantesco amico.Arrivata a destinazione trovo ad accogliermi una donna sulla quarantina non molto bella, ma dall'aspetto gentile.
-Buongiorno io sono Isabella Swan e questo è il mio primo giorno-le dico.
-Oh buongiorno cara ti stavamo aspettando-mi dice lei, lasciandomi un po' perplessa.
-Come mi stavate aspettando?-chiedo stupita.
-Tutti qui in città sapevano dell'arrivo della primogenita del capo della polizia-mi risponde con un mega sorriso.
Direi che il mio piano di passare inosservata è andato completamente in fumo, in questa piccolissima cittadina accadono talmente pochi fatti interessanti che anche l'arrivo della figlia diciassettenne del capo è un evento degno di nota.
-Ecco cara questo è il tuo orario settimanale e questi sono i moduli che mi dovrai riportare domani firmati da tuo padre-mi dice la segretaria distogliendomi dai miei pensieri.
-La ringrazio molto!-le rispondo andando verso la porta.
A passo lento, ma deciso, in modo da non sembrare troppo insicura, parto alla ricerca del mio armadietto, che sfortunatamente trovo a pochi passi da quello di mio fratello.
-Vedo che, per pura disgrazia, non ti sei ancora persa-mi dice sghignazzando.
-E, purtroppo per te, non ho nessuna intenzione di farlo-gli dico io quasi sbattendogli lo sportello in faccia.
Quando lo richiudo mi accorgo che è già sparito e subito dopo sento la campanella che segna l'inizio delle lezioni.La mia prima lezione sarà letteratura inglese, non poteva andarmi meglio, la mia unica passione è leggere, soprattutto classici.Giro un po' per i corridoi, ormai già vuoti, quando incontro un ragazzo a cui decido di chiedere informazioni.Piuttosto di dare la soddisfazione a mio fratello di perdermi chiederei informazioni a chiunque.
-Ciao posso chiederti un'informazione?-chiedo picchiettando sulla spalla del ragazzo.
-Scusa?-mi chiede lui.
-Posso chiederti dov'è l'aula 44? Oggi è il mio primo giorno-chiedo ancora, prima che lui si giri completamente verso di me.
Quando incrocio i suoi occhi rimango come folgorata, sono di un colore stranissimo, giallo oro con piccole striature nere, ma appartengono alla creatura più bella che abbia mai visto.
-Letteratura col professor Taylor?-mi chiede lui.
Annuisco facendo un piccolo movimento con la testa e lui mi invita a seguirlo.
-Bene, allora saremo compagni di corso seguimi-mi dice.
Ora posso anche morire all'istante, ho appena trovato l'angelo che mi porterà in paradiso.

Pov Jasper

Sto girovagando per i corridoi della Forks High School quando sento delle emozioni stranissime provenire da qualcuno alle mie spalle.
Io sono un vampiro e lo sono da più di cento anni, perciò non dovrei sentirmi confuso, ma in questo momento lo sono e pure parecchio.Ogni essere appartenente alla mia specie ha determinate caratteristiche in comune con gli tutti altri, ma poi ce ne sono alcune che ci distinguono uno dall'altro, come dei poteri soprannaturali che solo pochi di noi posseggono.Il mio è quello di poter sentire e manipolare le emozioni altrui, e quelle che sento provenire dalla piccola umana che ho davanti sono le più strane che abbia mai sentito e, associate al suo adorabile profumo, mi mandano in uno stato di confusione totale, che fortunatamente riesco a mascherare alla perfezione.Di solito, dagli umani che mi stanno così vicino, sento provenire stupore, attrazione, ma anche tanto timore, emozione che in lei è completamente assente.
Con fare disinvolto mi faccio seguire fino alla nostra classe e la presento al nostro professore, che la fa accomodare nel banco alla destra del mio, dato che nessun altro ha mai avuto il coraggio di occuparlo.
Il profumo che emana la mia nuova compagna è il più delizioso ed invitante che abbia mai sentito e nonostante io non mi sia mai cibato di umani in vita mia, devo dire che sto usando tutto il mio autocontrollo per non saltarle addosso e dissanguarla all'istante.
Alcuni minuti dopo qualcuno bussa alla porta e quando questa si apre vedo apparire mia sorella Alice.
-Salve professor Taylor!-dice lei educatamente.
-Salve signorina Cullen! Cosa posso fare per lei?-le chiede gentilmente il professore.
-Sono venuta ad avvisare mio fratello Jasper che è successo un imprevisto a nostro padre, niente di grave, ma dovremmo andare tutti subito a casa-risponde a lui, ma guardando me.
-Ci mancherebbe, la famiglia prima di tutto! Ecco la tua giustificazione-mi dice il professore invitandomi a seguire la mia strana sorella.
Quando arrivo in corridoio non c'è solo lei, ma tutti i miei fratelli, in totale quattro compresa Alice, che mi aspettano con tutti la stessa espressione minacciosa sul viso.
-Cos'è successo?-chiedo tra il preoccupato e il confuso.
-Questo devi dircelo tu!-mi dice mio fratello Edward.
-Perché non l'hai già visto dai miei pensieri cosa mi passa per la testa?-gli chiedo dato che il suo potere è quello di leggere i pensieri altrui.
-Fai poco lo spiritoso Jasper, ho appena avuto una visione in cui stavi attaccando la ragazza nuova-mi spiega Alice, che invece prevede il futuro.
-Avevi intenzione di farlo veramente?-mi chiede invece Rosalie, che come copertura, per gli umani finge di essere la gemella di Edward.
-Certo che no, ammetto che abbia il sangue più invitante che abbia mai sentito, ma non farei mai una cosa del genere, se avessi sentito di non farcela più sarei scappato.E se tu, cara la mia sorellina veggente ed impicciona, avessi aspettato un'altra visione prima di intervenire e avvisare tutto il mondo, l'avresti capito anche tu-rispondo.
-Beh, dato che ormai per noi le lezioni sono finite, cosa ne dite di una bella battuta di caccia?-ci chiede nostro fratello Emmett, che ha più le dimensioni di un gorilla che di un essere umano.
-Sei sempre il solito Emm pensi sempre solo a divertirti-lo riprende Rosalie, che fa coppia fissa con lui ormai da parecchi anni così come gli altri due fratelli, Edward ed Alice.
Tutti noi siamo vampiri, ovviamente, ma non ci siamo mai cibati di sangue umano, preferendo quello animale.Nostro padre Carlisle, noto agli umani come Dott.Cullen, ci ha, uno alla volta, creati e adottati nel corso della sua lunga vita.
Nessuno di noi se la passava un granché bene e lui per strapparci alla morte, con un morso ha iniettato il suo veleno nel nostro corpo salvandoci così la vita e rendendoci immortali.
Io, per esempio, sono stato il primo ad essere stato trasformato.Era il 1901 e una sera d'estate Carlisle mi trovò moribondo in un vicolo pestato a sangue da altri senza tetto come me, che mi avevano ridotto in fin di vita per pochi spiccioli.Avrei compiuto vent'anni dopo qualche mese, ma il mio aspetto è rimasto immutato da quella sera.
Esme, invece, quella che tutti noi consideriamo nostra madre, è arrivata qualche anno dopo e mio padre la trovò in obitorio, trasportata lì dal personale dell'ospedale che la credeva morta, viste le sue pessime condizioni dopo aver tentato il suicidio a causa della prematura perdita del suo unico figlio.
Poi venne il turno di Edward che stava morendo di spagnola, epidemia che intorno agli anni venti fece parecchie vittime in tutta America.
E poi Rosalie, quella con la “morte” più simile alla mia, poiché fu abbandonata sul ciglio di una strada dopo essere stata violentata e picchiata selvaggiamente da quello che sarebbe dovuto essere il suo futuro marito.E fu lei a trovare Emmett quasi morto in un bosco dopo che tentò di lottare con un orso, vizio che non ha perso, ma ora è lui ad avere la meglio.
Poi c'è l'ultima arrivata, Alice, che a causa dei frequenti elettroshock subiti in un istituto psichiatrico, in cui fu rinchiusa ingiustamente, arrivò vicino alla morte come tutti noi.
Noi figli siamo tutti stati trasformati poco prima dei vent'anni, il più giovane era Edward che ne aveva diciassette e i più grandi Emmett ed io vicini al nostro ventesimo compleanno.I nostri genitori ne avevano pochi di più, ma con il giusto trucco e il giusto atteggiamento siamo sempre riusciti a passare per la grande famiglia Cullen, lo stimato dottore e signora che aiutano ragazzi in difficoltà adottandoli.Cosa che probabilmente appare credibile perché non molto distante dalla realtà poiché ci consideriamo veramente una grande famiglia con legami forti ed indissolubili.

   
 
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