Eh
natale (III Parte).
Gironzolava
da ore senza sapere cosa fare, la sua mente ormai non riusciva a
pensare ad
altro che a quella donna, il suo sogno la sua dannazione. Perfino sua
madre
aveva intuito che c’era qualcosa, aveva intuito che il suo
caro e freddo figlio
aveva da più di un mese la testa per aria, ma mai nemmeno la
più esperta delle
veggenti avrebbe capito che la causa di tutto quello era Hermione
Granger.
Suonò
alla
porta, aspettando di essere accolto in casa, mentre si rigirava tra le
mani la
bottiglia di porto, sicuramente anche questa volta lei non ci sarebbe
stata ma
si sbagliava.
Pansy
aprì
con un sorriso enorme stampato in viso.
-ah che devo
tutta questa felicità- disse il biondo baciando sulle guance
l’amica ed
entrando con lei nel salone.
-oh niente,
c’è anche Hermy questa sera. Le è
salita la febbre e non può sgattaiolare fuori
di casa se la vedi è quel relitto sopra il divano che
starnutisce come un’ossessa-
disse Pansy prendendo la bottiglia dalle mani del biondo per poi
metterla in
frigorifero.
Draco si
girò di scatto, cercando la figura che tanto desiderava
vedere e quando la vide
rannicchiata nel divano con una coperta sopra e il naso arrossato il
cuore gli
mancò, come poteva una donna in quelle condizioni piacergli,
non lo sapeva.
Si
avvicinò
piano per non spaventarla e si sedette accanto,
-quando sei
arrivato- disse la riccia aprendo gli occhi.
-poco fa-
rispose lui – come stai?-
-Male, mi fa
male la gola, la testa, il naso mi cola e sono impresentabile- disse
nascondendo il viso nella coperta.
Draco non
resistette e si fece più vicino.
-tu sei
bellissima anche cosi- lei spalancò gli occhi e la bocca
incredula da quello
che il biondo le aveva appena detto.
-oh bene, Hermy-
disse Pansy entrando nella stanza. Fai la padrona di casa e intrattieni
gli
ospiti-
-io mi sento
male, Pansy, tra poco vado a letto- disse la riccia,- ma no, ora prendi
la
pozione e passa tutto- rispose l’amica trasportando i piatti
dalla credenza
alla tavola - Draco, renditi utile, dalle la pozione- aggiunse Pansy.
Il serpeverde
non si fece pregare, aiutò Hermione ad alzarsi e la condusse
nel bagno dove le
ragazze tenevano le pozioni.
-No quella
no è amara- si lamentò la riccia.
-dai non
fare la bambina, butta giù tutto d’un sorso e poi
starai meglio-
-No non mi
piace-
-dai un
piccolo sforzo- disse avvicinando la boccetta alla bocca della riccia e
buttando a forza il liquido giù per la gola-
-bla, fa
schifo sembra mucco di troll-
-perché
tu l’hai
assaggiato per sapere che sapore ha ?- chiese Draco sorridendo mentre
riponeva
la boccetta.
-certo che
no Malfoy mi vuoi proprio male, se dici questo-
Lui la
guardò
un attimo prendendola per i fianchi,
-Tutto puoi
dire ora, tranne che io ti voglio male. Forse un tempo Granger, ma non
ora-
La ragazza
si scostò.
-guarda che
se mi stai così vicino prendi anche tu
l’influenza-.
-se prendo
l’influenza
a causa tua Granger sarai costretta a venire a farmi da infermiera-
- E
perché
mai?- chiese la ragazza sedendosi sul bordo della vasca.
-perché
è a
causa tua che starò male-.
-allora per
prevenire prendi anche tu la pozione- disse la riccia afferrando la
boccetta
tentando di farla bere al biondo che le bloccò le braccia
riducendo al distanza
tra di loro. Ora i loro occhi si unirono e il fiato dei due quasi si
mischiava
vista la vicinanza.
Draco
avvicinò
ancora un poco il suo viso a quello di Hermione sfiorando appena le sue
labbra
morbide, senza mai smettere di guardarla.
Bella, bella
anche cosi era bella.
-dai ti
prego. Mi vergogno sono pure in questo stato-cerco di divincolarsi
Hermione ma
l’influenza le aveva tolto le forze e più si
muoveva più il biondo la stringeva
a se.
-non
preoccuparti sei splendida anche cosi- no non l’aveva detto.
Oh si che
l’aveva
detto, gli occhi della riccia erano increduli per quello che le sue
orecchie
avevano appena sentito.
Le aveva
detto, oddio, le aveva detto che era splendida.
Lei, Hermione
Granger era splendida per lui.
Per il
perfetto e pretenzioso, almeno in fatto di donne, Draco Malfoy era
splendida. Forse
impazzito? Sicuro era impazzito.
-ragazzi tutto
ok- disse una voce dietro la porta del bagno e Draco fu costretto a
lasciar
andare la riccia che scattò come un razzo fuori dalla porta,
lasciando il
biondo fermo ad assaporare ancora il sapore della ragazza.
La serata
proseguì velocemente per Draco, che non ebbe altre
possibilità di stare solo
con la riccia e troppo lentamente per Hermione, che fu costretta da
Blaise e
Theo a restare a giocare con loro ad un gioco di società
babbano.
-se non
resti a giocare con noi, la settimana prossima, mi sfuggirà
con un mago a caso,
vediamo…- fece vago Theo- Ron Wesley, ad esempio che la qui
presente Hermione
Granger tiene ancora a lui-
-non
oseresti- rispose Hermione
-oh si che
oserei-rispose Nott.
-Non dire
cazzate Theo- lo interruppe Pansy.
-ci manca
solo che faccia gli appostamenti sotto casa e l’ultima volta
che ho avuto a che
fare con lui mi è bastata-
Blaise prese
la scatola del gioco di scatto, Hermione abbassò il capo e
Daphne cerco di
cambiare discorso.
-che ha
fatto Wesley?-chiede Draco osservando i gesti che i suoi amici avevano
compiuto
al solo sentire il nome di quel demente.
-il coglione-
affermò Blaise.
-niente-
sostenne
Pansy.
-è
colpa mia
–dichiarò Hermione.
Draco li
guardò perplesso.
-bene Blaise
sul fatto che Weasley è un coglione, non ci piove, mi
preoccupa sapere che Pansy
snobbi la cosa con un niente, ma vorrei capire perché
sarebbe colpa tua Granger-.
disse Draco guardando la ragazza.
- Dai Draco
parliamo d’altro-disse Daphne.
-No Daphne
voglio sapere. Perché non volete dirmelo-.
-Il demente
ha quasi aggredito Pansy perché Hermione l’ha
lasciato convinto che fosse colpa
sua. Non ama essere rimpiazzato e pensa, credo ancora, che la colpa di
tutto
sia nostra, invece Hermy ha solo capito che era un deficiente e che con
lui non
si può sperare in un futuro- dichiarò Theo.
-aggredito?-Ripeté
incredulo il biondo.
-niente di
che, mi sono difesa che pensi-cercò di tranquillizzarlo Pansy
-come no, se
non arrivava Hermione ti avrebbe alzato le mani-disse Blaise
-ma io lo
uccido-riprese Draco.
-sono
passati più di due anni, non è il caso di
rinvangare il passato. Ora per lui
non esistiamo e per noi lui non esiste- disse spiccia Pansy
-giochiamo
adesso-aggiunse Daphne felice di abbandonare finalmente quella
conversazione.
Pian piano
gli animi si distesero e anche gli argomenti divennero più
frivoli, alle tre
della mattina visto che l’indomani non si sarebbe lavorato, i
ragazzi decisero
di uscire a bere qualcosa in un locale che aveva aperto da poco al
centro.
-io sto
ancora male- disse Hermione.
-ma quando
mai stai bene i tuoi occhi sono meno lucidi e non starnutisci nemmeno
più-
disse Daphne che di professione faceva la medimago.
-però
sono
stanca- ripeté Hermione.
-va bene se
non ha voglia non ti costringiamo- disse Blaise osservando lo sguardo
deluso di
Draco nel vedere la riccia salire le scale per andare a dormire.
Hermione
si mise il pigiama e si buttò nel
letto, mentre vari clap di smaterializzazione si sentirono in
lontananza. Erano
andati, lui era andato via.
Scattò
in
piedi quando sentì bussare alla porta.
-posso-
disse Draco.
-che ci
fai?- chiese sorpresa ma felice di vederlo.
-avevo poca
voglia di andare per locali-rispose.
-tu? Ma se Pansy
diceva sempre che è la tua grande passione-
-sono
cambiato- disse avvicinandosi alla ragazza.
-Malfoy che
vuoi?-Chiese Hermione.
-te , voglio
te Granger, è così chiaro. Se né
accorto perfino Theo che normalmente se ne
frega di tutto e tutti e non l’hai capito tu che hai
un’intelligenza fuori
dalla media-
-Malfoy-
riuscì
a dire Hermione prima che il biondo la strinse tra le braccia
approfondendo il
bacio che avevano interrotto alcune ore prima e questa volta nessuno
gli
avrebbe interrotti, nessuno, perché nessuno dei due
né il biondo né la riccia
voleva interrompere quel bacio.
Rimasero
così
per un bel po’ di tempo, fino a quando fu la stessa Hermione
a spingere il
biondo sul suo letto.
-magari stiamo
più comodi- disse nascondendo il rossore del viso, ma
così Draco la trovò
ancora più eccitante.
Riprese a
baciarla e presto i baci si trasformarono in carezze sempre
più spinte. Quando si
svegliarono la mattina seguente, nudi uno nelle braccia
dell’altro l’imbarazzo
prese il sopravento in Hermione, che si rigirava nel letto non sapendo
cosa
fare.
-sembri
un’anguilla
Granger-.
-scusa-
rispose mesta.
-scusa di
che, è tuo il letto-
-ti ho
svegliato?- chiese infine.
-si, mi hai
svegliato, sai cosa comporta questo?- disse lui.
-uhm, no?-
rispose.
-che ora
riceverai la mia punizione- la riccia sbiancò.
Mentre Draco
la prendeva dai fianchi facendole il solletico, per poi passare a una
raffica
di baci, quello era stato uno dei migliori risvegli per i due.
Quel Natale
aveva portato nel loro cuore l’amore, un amore che sarebbe
durato a discapito delle
malelingue degli invidiosi, per molto moltissimo tempo.