UN SOLO PENSIERO FISSO, PAUL!
-
e tu lo hai lasciato andare così?
Senza dire niente?- disse Embry stupefatto. Eravamo a casa sua, nella sua
stanza e ci stavamo preparando per andare al matrimonio di una parente che
avevamo in comune, ma che nessuno dei due aveva mai visto.
-
Embry che dovevo fare? Pensa sono tornata a casa pensando che mio
padre mi avrebbe rimproverata per il ritardo e invece trovo quest’uomo che si
scusa- dissi io.
-
quantomeno potevi rispondere,
ricordati che lui ti ha cresciuta e comunque ti vuole bene. Ti ha accettata-
disse lui tirando fuori dall’armadio un vestito elegante.
-
ora capisco perché non mi
rispecchiavo mai nei suoi occhi, e ciò che adesso vorrei sapere è chi è mio
padre. Non so più che pensare credimi. Vorrei volergli bene ma non ci riesco.
Le sue parole mi hanno commossa ma non posso smettere di pensare al passato ma...-
-
Rose è solo dal passato che puoi
imparare a vivere il presente. Ricordati che il passato ci cambia e ci fa
crescere!- mi interruppe lui. –devi riuscire ad accettarlo come padre, lui l’ha
fatto con te-
-
Ma il fatto è che con un padre ci
dovrebbe essere un qualche rapporto almeno di affetto, e io non lo sento verso
di lui-
-
Lo sentiresti invece con lo
sconosciuto che ti ha abbandonata quando eri una bambina?-
Questa frase mi fece tacere,
cominciai a sognare ad occhi aperti, senza pensare a niente. Tutto davanti a me
era buio, come se il mio cervello si fosse disattivato. Sentivo Embry parlare
ma non capivo ciò che diceva. Erano solo rumori fino a diventare sussurri e poi
cessare nel silenzio più totale. Buio, silenzio. Dal buio spuntò un luce che
velocissima si spostò e scomparve.
-svegliatiii, ma mi stai
ascoltando?- Embry mi diede un pugno nel braccio e tornai alla realtà.
-eh? Sì scusa stavo pensando-
dissi. –dici che devo mettere la cravatta?-
lo guardai attentamente, Embry
era proprio un bel ragazzo, intelligente, alto, muscoloso e con quel vestito
elegante era quasi irriconoscibile.
-no sei perfetto così- sorrisi. Scendemmo
dalle scale, Embry con la camicia e il vestito da cerimonia era molto bello.
Anche io facevo la mia figura, avevo un vestito blu notte. Arrivava poco sotto
le ginocchia e aveva un nastro sotto il seno che si allacciava dietro in un
fiocco, era di seta, leggerissimo e svolazzante. Avevo i capelli raccolti da un
lato con un fermaglio all’altezza della nuca per fermarli. Il fermaglio era a
forma di un fiore bianco non troppo grande. I capelli ondulati mi cadevano da
un lato. Mia madre appena mi vide mi diede un bacio sulla fronte –sei
bellissima- mi disse sorridendo. Io restai seria la guardai dritta negli occhi
e poi andai avanti spinta anche da Embry. Non mi fermai nemmeno a guardare
Phil. Non volevo vederlo. Nello stesso momento mi arrivò un sms. Era Paul “non
fare il broncio sei più bella quando sorridi, e soprattutto non prendertela con
tua madre, sia lei che Phil ti hanno mentito solo per proteggerti. Ah sei
bellissima con quel vestito.”
Quel ragazzo mi stupiva sempre
come faceva a vedermi? Io ero ancora dentro casa.
“ma dove sei? Vorrei
abbracciarti, mi manchi” scrissi io. “anche tu mi manchi. Stasera passo io?” un
sorriso malizioso mi illuminò il viso “okay <3” . Paul mi faceva sentire
forte, uno dei motivi per cui lo amavo era anche questo. Ogni persona che
guardavo mi ricordava lui. Guardai Embry vicino
a me che mi spingeva fuori. Lo guardai attentamente, lui non era come il
mio Paul, Embry era un amico con cui potevo fare di tutto; ma Paul, con Paul
giocavo, scherzavo, mi confidavo, era come se io e lui fossimo completamente in
un altro mondo. Quando eravamo insieme non pensavo più a nulla. Eravamo solo io
e lui. Io amavo Paul con tutta me stessa.
Passai tutto il tragitto in
macchina a pensare a Paul con un’aria inebetita, mentre i miei fratelli giocavano tra di loro,
continuo a vedere loro come fratelli, come li definisco sempre “i miei gioielli
più importanti”. La storia cambiava
quando pensavo ai miei genitori, mi sentivo tradita. Non so come li definirei
ma non riuscivo a sentirli più vicini
come prima. Anche in quel momento ripensai al mio Paul. Lui mi faceva sempre
sentire protetta. Ricordai una volta in cui entrambi eravamo in forma di lupo.
In mezzo al bosco silenzioso giocavamo tra di noi. Quello è stato uno dei più
bei momenti che ho passato con lui, nelle nostre forme libere. Entrambi amavamo
la libertà, a entrambi piaceva correre e ci sfidavamo sempre, amavamo anche
perlustrare il bosco da cima a fondo. E ogni volta finivamo in qualche parte
sperduta. Una volta finimmo in una radura, con dei fiori lilla e rosa. Lì,
stanchi, ci coricammo e dormimmo insieme tutta la notte. Tutta la notte in
forma di lupo, tutta la notte con lui accanto. Il suo corpo forte, sentivo il
suo battito accelerato, il suo respiro addosso. Al pensiero di quei momenti
sorridevo, ero felice. La giornata passò in fretta, il matrimonio andò per il
meglio. La sposa commossa, lo sposo felice e fiero. Tuttavia mi sentivo
osservata, e non era una sensazione, qualcuno mi osservava veramente ma ancora
non lo sapevo. Di lì a poco sarebbe iniziata la resa dei conti.
Venni svegliata dal mio stato di
incoscienza dal telefono che squillava, feci un salto e mi precipitai a
rispondere:-pronto?-
-se magari apri salgo- disse Paul
scocciato.
-no aspetta,
scendo io- mi calai dalla finestra. Mi vide ancora col vestito, sorrise, i suoi
occhi si illuminarono, mi baciò con una tale passione travolgente da farmi
dimenticare tutto. Non c’erano nebbie, non c’erano strane sensazioni, non c’era
più nulla. Era tutto perfetto, incredibile. Non pensavo esistesse una
dimensione di tale perfezione.
Mi prese per mano. Arrivammo alla spiaggia, ci coricammo
nella sabbia. Io appoggiata al suo braccio non smettevo di respirare il suo
profumo. Guardavamo le stelle, lui mi stringeva forte. Io lo baciavo, il mio
vestito continuava a svolazzare con i capelli che Paul continuamente sistemava.
Mi mise il suo giubbotto di pelle addosso, come se fosse una coperta. Sentivo
il mio e il suo battito, entrambi accelerati. Passammo tutta la notte così.
Senza dire una parola. Ogni bacio era pieno e intenso, non c’era nessuno che
interrompeva. Potevano essere le 5 e mezzo quando mi svegliai distesa su quella
sabbia morbida con la testa appoggiata al suo petto. Lui era già sveglio.
-buongiorno amore mio- mi disse, e quando quelle parole gli
uscirono dalla bocca, le farfalle mi attraversarono lo stomaco come ogni volta
in cui si avvicinava a me.
-buongiorno- riuscii solo a spiccicare pochissime parole per
quanto era romantica e dolce quella situazione. Non era da Paul, non lo avevo
mai conosciuto questo lato dolce di lui.
Si alzò mi prese per le mani e mi fece alzare. Fece
intrecciare le sue dita alle mie. Mi portò fino a casa. –hai bisogno di dormire
un po’ in un letto normale tesoro. Tra qualche ora ti vengo a prendere e
facciamo colazione insieme ti va?- disse abbracciandomi sotto la finestra della
mia stanza. –certo- sorrisi. Mi diede un bacio sulla fronte e poi uno sulle
labbra, era lieve. Si allontanò per permettermi di saltare alla finestra. Non
volevo separarmi da lui. Mi sorrise, e io ricambiai. Saltai sull’albero e in un
batter d’occhio ero nella mia camera. Lo guardavo dalla finestra mentre mi
mandava un bacio, e poi mentre si allontanava. E mentre lui si allontanava
tutti i pensieri brutti rifiorivano nella mia mente. Andai a fare una doccia.
Indossai il pigiama e mi misi a dormire. La sensazione si essere osservata era
tornata più forte di prima.
Buona seraaaaa… okay super sdolcinata questa parte ahahahah
lo so.. spero però che vi sia piaciuta. xD
se devo essere sincera la parte della notte sulla spiaggia anche se è un
classico però mi piace molto!!! Immginare una notte illuminata solo dalle
stelle e dalla luna, tanto silenzio e tanto ma tanto amoreeeeeee ** <3 <3
ahahahah okay basta. Fatemi sapere che ne pensate ;) SOPRATTUTTO ADESSO CHE VI ASPETTATE?