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Autore: Arcadia_Azrael    06/12/2011    2 recensioni
è un'emozione che colpisce all'improvviso e lascia sgomenti, impossibilitati all'azione. quest'emozione è quella che mi tiene semrpe stretta e che non se ne vuole andare, questa è l'emozione più presente nel mondo: il Dolore.
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia gabbia dorata: dolore

La mia gabbia dorata: dolore

Dedicata tutti quelli che mi hanno detto di non voler avere a che fare con me perché mi hanno ricordato che è inutile cercare qualcuno che ti apprezza se sai di avere più difetti che pregi. La felicità la puoi trovare solo se pensi a te stesso, cosa che io dovrei aver imparato, dato che nessuno ha avuto la forza di stare ad ascoltarmi e di parlarmi per più di qualche ora: è ora che io finisca di combattere una battaglia già persa, sto nuotando controcorrente, è ora che mi fermi e mi lasci trascinare dal mondo.

Mi trovavo in una gabbia, mi ero costruita una gabbia dorata in cui dovevo scontare l'ergastolo in una cella d'isolamento dove non c'era possibilità di buona condotta*.
Era una gabbia dove non mancava niente, ma dove scorrevano le mie lacrime, lacrime frutto di rifiuti, di parole mascherate da una buon sorriso, quanti “senza offesa, davvero” avrei dovuto sopportare? Avrei POTUTO sopportare? Quante volte dovevo sentire le lacrime appannarmi la vista? Quanto volte avrei dovuto singhiozzare in silenzio? Senza far sentire al mondo il mio dolore, che avrebbe soltanto attirato una compassione e una pietà che non volevo? Ero piccola, appena poco più di un decennio alle spalle ma già sentivo il cuore appesantirsi di emozioni troppo negative troppo presenti, anche più di quelle gioiose e fanciullesche che dovrebbero caratterizzare la mia età.
Volete che vi dica il vero? Io non ho mai avuto la mia età, così responsabile, solitaria, non voglio nessuno al mio fianco che non sia frutto della mia mente adulta, capace di elaborare informazioni e fatti. La morte non mi toccava, succede, non bisogna affidarsi a qualcuno che si crede “stia più in alto di noi” perché se non riesci ad affrontare da solo qualcosa come la morte vuol dire che sei debole e che non vale la pena di starti vicino. Il dolore non va affidato ad un essere celeste, va elaborato, bisogna farsene una ragione.
Sentirti dire da qualcuno che non ha voglia di parlare con te fa venire una grande rabbia, io ho provato tanta rabbia nel corso della mia breve vita, rabbia verso tutto e tutti, verso il mondo intero: “come sei pessimista”, direte voi, io non mi scuso, sono pessimista, lo dite sempre con tono pietoso e compassionevole, ogni volta che mi succede mi viene voglia di bruciare all’inferno, nessuno chiede la vostra pietà, a seconda della vita cambia il modo di vedere il mondo; questa è la mia visione del mondo.
La felicità a quanto pare mi è stata negata perché quel poco di felicità che ho provato mi è sempre stato portato via, non voglio morire, è assurdo, ma non voglio vivere così, forse è per questo che leggo tanto e ascolto tanta musica, mi nutro delle emozioni che il libro e la musica mi danno, ed è una sensazione magnifica.
Io sono il pazzo che non può guarire, il cuore che non batte, sono l’alfa e l’omega, sono amore e odio, sono l’inizio e la fine, perché tutto, tutto, porta un po’ di dolore con sé, il dolore mi ama e non mi lascia mai, io che sono la sua sposa, la sua sposa bambina, che non ride e non gioca ma che piange e che urla.

Note dell’autrice:

mi è venuta fuori da un momento di tristezza incredibile (data: 06/12/2011), prima di tutto le precisazioni sul racconto:

*Grazie Carlotta per la tua frase scritta su fb, ti devo l’idea, e grazie Nicola per avermi dato l’animo e il sentimento giusto, questa fanfic la dedico a voi, ognuno in una sponda di quel fiume che è la mia anima.

Questa storia non ha alcun senso e non è inserita in alcun contesto, esiste solo per raccontare uno stato d’animo che era da un po’ che mi opprimeva.

 

  
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