“Dove mi stai portando di bello?” dissi ridendo.
“Nel letto delle meraviglie!” mi rispose Shannon sghignazzando.
Iniziai a ridere senza un motivo. Parcheggiò la macchina, e provando a scendere caddi a terra, ridendo. Mi prese in braccio, e aprii con il cancello per poi entrare in casa. Mi teneva in braccio con molta facilità, come se fossi una piuma.
Più violentemente mi buttò sul letto, e iniziò a spogliarmi. Le sue mani mi toccavano, non volevo.
“Fermati! Non mi devi toccare!” urlai invano.
Mi trattenne con la forza, non sarei riuscita a sfuggirgli.
“Così impari a sfidarmi! Adesso ci divertiamo!” rideva.
Continuai ad urlare con tutta la mia forza, sebbene fossi ubriaca fradicia, ero in grado di capire che voleva farmi del male.
Mi tolse il vestito, buttandolo a terra. Perché mi stava facendo questo?
“Perché lo fai Shannon, perché?” gridai tra le lacrime.
“Perché ti voglio.” Mi rispose con un sorriso malizioso.
“Shannon che cazzo stai facendo?” urlò una voce maschile.
I miei occhi erano coperti dalle lacrime, e non riuscii a focalizzare l’immagine del mio “salvatore”.
“Vai via bro, sono cazzi miei!” rispose Shannon.
Lui lo lo prese per un braccio e lo spostò via da me. Ero rimasta nuda, e cercai qualcosa che mi potesse coprire.
Shannon iniziò a tirare pugni contro il muro e maledire quell’uomo, che nel frattempo di era tolto la giacca e me l’aveva fatta indossare. Mi guardò dritto negli occhi; non lo conoscevo, ma sicuramente gli sarei stata grata per molto tempo.
“E’ ubriaco, non fa sempre così. Adesso ti porto sopra, io provo a farlo calmare.”
Annuii semplicemente, fidandomi completamente di lui.
 
 
 
 
 
La luce del sole penetrava dalle finestre e picchiava il mio viso, così mi svegliai, accompagnata da un terribile mal di testa. Aprii gli occhi e vidi una stanza blu. Blu? La mia stanza era bianca.
Oddio.
Discoteca. Shannon. Vestiti. Qualcuno che mi salva. I suoi occhi.
Mi alzai di corsa, aprii la porta e rividi quegli occhi. Improvvisamente, come un flashback, tutto mi ritornò in mente.
“Grazie.” Dissi abbassando lo sguardo.
Lui si avvicinò a me e mi abbracciò. Automaticamente lo strinsi forte, senza pensarci due volte.