Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: MeiyoMakoto    06/12/2011    2 recensioni
‘Un Expecto Patronum?! Ma sei impazzito?!’
‘Fidati, Albus: tua sorella è dotata. Le serve solo un po’ di aiuto per canalizzare la sua magia.’
‘Sì, beh, se mi esplode casa saprò chi ringraziare!’
‘E se invece non esplode? Se stessi esagerando? Dopotutto me l’hai dipinta come una specie di psicopatica, mentre invece è solo ingenua e spaventata.’
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gellert Grindelwald
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

‘Guardala.’

Albus la guardò.

Una bacchetta tutta tagliuzzi, grossa, chiara. Sembrava meno pesante di quanto si potesse supporre dalle sue dimensioni.

Ma certo, pensò, È di sambuco, un legno leggero. E poi è cava, non ha un cuore…

“Non ha un cuore”… Gli sembrava quasi di stare parlando di una persona. Una persona spietata.

Si sentì blasfemo e ricacciò subito indietro il pensiero.

‘È bella.’, osservò.

Gellert si irrigidì.

‘No che non lo è.’ - ribattè, irritato dalla banalità del commento- ‘È scialba, vecchia, piena di graffi… Ma con questa possiamo fare quello che vogliamo del mondo.’

Albus sorrise.

‘Sì, è vero; rifaremo tutto, dallo Statuto di Segretezza a…’

‘Al.’

Era molto raro che Gellert non mostrasse entusiasmo per questi discorsi; che li interrompesse, poi, era un fatto più unico che raro.

‘Va tutto bene, Gell?’

‘Non proprio. Vedi… Credo di aver fatto uno sbaglio.’

‘Uno sbaglio? Tu?’

‘Non mi risponde. La bacchetta non mi risponde.’

‘In che senso?’

‘Io… Non la sento tanto diversa dalla mia vecchia bacchetta… Certo, è fatta bene, ma mi aspettavo… Non lo so neanch’io che mi aspettavo…’

‘Ma che sbaglio hai fatto?’

Gellert non rispose subito.

‘La notte in cui l’ho rubato non ho ucciso Gregorovich.’

L’aveva detto tutto di un fiato, come se si vergognasse.

Magie grandi e venerabili compirà il Possessore della Bacchetta…’, mormorò Al citando uno dei tanti libri di testo che i due avevano consultato.

… Ma Lei si mostrerà in tutta la sua gloria solo e unicamente se Costui L’avrà conquistata con sangue, pianto e stridore di denti.’, completò tristemente l’altro.

‘Ma è solo una metafora, vuol dire che bisogna guadagnarsela, no?’

‘Magari! È la pura verità, invece: l’aspirante Possessore deve uccidere il precedente, o quantomeno Disarmarlo.’

‘E invece tu…’

‘Gliel’ho rubata come un cane, invece di affrontarlo come avrei dovuto.’

Albus restò in silenzio.

‘Lo so che avrei potuto benissimo sfidarlo da uomo a uomo.’ -mormorò Gellert posandogli una mano sulla spalla- ‘Ma erano successe troppe cose, quella notte… Non ce l’avrei fatta.’

‘E a far che, per l’amor di Dio?!’, sbottò Al: tutta la fatica degli anni passati a sgobbare sui libri era improvvisamente venuta a galla.

‘A sacrificare un’altra persona innocente per ottenere quello che voglio.’

‘Ma come siamo romantici!’, fece l’altro sarcastico.

Gellert gli gettò una strana occhiata.

‘Hai ragione, Al.’ -disse- ‘Sono stato uno stupido: nessun sacrificio è troppo grande per il Bene Superiore.’

‘Beh, in fondo si trattava solo di Disarmarlo, no?’

‘Forse sì, ma d’ora in poi non voglio più correre rischi: Uno sbaglio è tale solo se commesso due volte… Non mi ricordo chi l’ha detto, ma era un grand’uomo.’

 

‘Davvero, zia, non so come sia potuto succedere…’

‘Fa nulla, caro, davvero.’, disse lei.

Ma perché diavolo hai cambiato bacchetta? Che aveva quella vecchia che non andava?, disse il suo sguardo.

Gellert si affacciò alla finestra per valutare per l’ennesima volta la gravità del danno: qualche isolato più in là, il piccolo cottage di Batty sembrava intatto, ad eccezione del fatto che tutti i vetri del piano superiore erano rotti; ma se uno avesse potuto guardare la casa dall’alto avrebbe visto un foro bello grosso nel tetto che tutti gli uccelli del vicinato sembravano trovare il posto più indicato per fare i propri bisogni.

‘Lo ripareremo domani.’ -aveva sospirato Bathilda dopo avergli fatto una bella lavata di capo- ‘Adesso prendi la tua roba e andiamo a chiedere ai Silente se sarebbero così gentili da ospitarci per una notte visto che il mio brillante nipote ha fatto un pasticcio con la bacchetta, come i bambini.’

Gellert aveva provato a protestare - Come avrebbe potuto guardare in faccia Albus dopo un’umiliazione del genere?!-, ma una volta tanto sua zia era troppo arrabbiata per dargli retta.

Così eccoli lì, nel salotto a prendere un tè come se niente fosse, mentre Aberforth se la rideva alla grande sotto i baffi.

‘Forse è meglio andare a dormire.’, fece Gellert asciutto, guardando torvo il suo ospite.

Questi annuì con ostentata serietà.

‘Stanotte tu dormirai nel mio letto, accanto ad Al.’ -spiegò con fare autoritario- ‘Per me ho sistemato un materasso nella stanza di Annie. Batty, ti ho sistemato la camera degli ospiti. Vieni, ti accompagno.’

Appena furono rimasti soli, Al sorrise.

‘Hai cercato di evocare il tuo Patronus, vero?’, chiese allegramente.

L’amico fece tanto d’occhi.

‘Come lo sai?’

L’altro scrollò le spalle con noncuranza.

‘L’ho letto in un libro, quando tu non c’eri.’ -spiegò- ‘Diceva che il Possessore della Bacchetta non può evocare il suo Patronus, perché… Beh… Hai visto gli effetti collaterali.’

Gellert sbatté il pugno sul tavolo, frustrato.

‘Ma bene, ci mancava solo questa… E come mai non potrei?’

‘Ci sono un paio di teorie: una è che per possedere una bacchetta universalmente nota come Stecca della Morte devi aver fatto cose tanto terribili che ogni tuo ricordo felice si confonde con quelli dei tuoi atti più cruenti… L’altra -che ovviamente è un po’ più attendibile- è che la Bacchetta è cava, e senza un cuore non si può evocare un Patronus.’

‘Oh. Non sembri molto arrabbiato, comunque.’

‘Non lo sono, infatti.’

E come avrebbe potuto? Dopo tanto tempo che non si vedevano, finalmente aveva l’occasione di passare ore e ore nella stessa stanza con l’amico.

Quando si furono coricati, però, il ragazzo restò deluso.

‘Allora, non hai niente di raccontarmi da Durmstrang?’, bisbigliò.

‘Tipo?’

‘Per esempio come ti è sembrato insegnare…’

‘Oh, è bellissimo: tutte quelle belle teste da formare! Persino i più piccoli avevano delle idee veramente strepitose…’

‘E questo Jared? Anche lui è un cervello in fuga?’

Silenzio.

‘Sei sveglio, Gell?’

‘Sì, ma adesso ho sonno, voglio dormire. ‘Notte.’

‘Prima dimmi che ne pensi di Jared: sono curioso, nelle tue lettere ne parlavi così tanto…’

‘Jared era un ragazzo meraviglioso e una mente abbastanza promettente. Buonanotte.’

‘No! Io… Devo… Non posso… Andarmene… Devo andarmene. E Jared? Lasciarlo…? Gregorovich; devo vedere Gregorovich. La Stecca… Oddio, la Morte! È la Stecca della Morte! Che devo fare? Che devo fare? CHE DEVO FARE?’

‘Gell! Per l’amor di Dio, Gell, svegliati!’

‘Huh? Ho gridato?’

‘Hai gridato sì! Stai bene? Hai bisogno di niente, un bicchier d’acqua, magari?’

‘Sì, grazie.’

‘Ecco, tieni. Ti succede spesso di urlare così nel sonno?’

‘Avvolte. Gli altri mi hanno sentito?’

‘No, non ti preoccupare: tua zia dorme al piano di sopra, i miei fratelli a quello di sotto.’

‘Meglio così. Adesso torna a dormire, mi dispiace di averti fatto preoccupare.’

‘Stai scherzando, Gell?! Ora basta, devi dirmi che cos’è successo a Durmstrang!’

‘Non mi puoi chiedere una cosa simile.’

‘Sono e sarò sempre il tuo migliore amico, qualsiasi cosa tu abbia fatto. Avanti, parla: non può essere così terribile.’

Silenzio.

‘Non posso, Al. Mi dispiace.’

‘Ma perché no?’

‘Perché tu ti fidi di me, ed è questa la cosa che conta, la cosa più preziosa che ho. Ti prego, non costringermi a rovinare tutto!’

Di nuovo silenzio.

‘Che hai fatto a Jared? Non sono mica stupido, non fare quella faccia da pesce lesso; per quanto tempo ancora pensavi di poter evitare di parlarne? Quanto pensavi che ci avrei messo a capire che c’era qualcosa sotto?’

‘Abbastanza per permettermi di riordinare le idee. Che è questo rumore?’

‘Il gufo con la Gazzetta del Profeta. Ormai sarà mattina, anche se non sembra: siamo a Ottobre, sembra notte anche se sono le sei.’

‘Vai ad aprirgli, starà morendo di freddo.’

Al sospirò.

‘Non hai intenzione di dirmi nulla, vero?’

‘Mai. Mi porterò questo segreto nella tomba, dovessi campare cent’anni.’

‘Non mi sono mai piaciuti i tipi melodrammatici… Preparati per la colazione e scendi, probabilmente scenderanno tutti fra un po’. Io vi raggiungo tra un attimo. ’

Erano passati già venti minuti e Albus ancora non era arrivato a colazione.

Lo stomaco di Aberforth brontolava vistosamente, in perfetta sintonia col suo possessore.

‘Vado a chiamarlo.’, decise infine Gellert.

‘Fai presto, Lion.’ -sorrise Ariana distraendosi per un secondo dai biscotti davanti a lei- ‘Ho una sorpresa per te.’

‘Sarò velocissimo, cara.’

Trovò l’amico seduto sul letto, con i pantaloni infilati solo fino alle ginocchia. Guardava sbalordito la copia della Gazzetta del Profeta che aveva in grembo.

‘Al, vieni a colazione…’

‘Lo hai torturato.’

Gellert impallidì.

‘Come lo sai?’

‘È sul Profeta di oggi.’

Gellert afferrò il giornale e prese a leggere avidamente:

Tutti i Medimaghi lo confermano: è stata una Maledizione Cruciatus a causare lo stato confusionale in cui Jared Lovegood, dodici anni, è stato trovato poche settimane fa nei sotterranei della prestigiosa Scuola di Magia di Durmstrang.

“Non sappiamo come sia potuto succedere,”-afferma il suo rinomato Preside- “Siamo sempre stati così attenti al benessere dei nostri studenti…”

Sull’identità dell’autore di questo orrendo crimine non vi sono dubbi: Cormac Gilligan, che all’epoca dei fatti era docente di Arti Oscure presso la scuola, è misteriosamente sparito la notte dell’ “incidente”. Inoltre il ragazzo, rimasto profondamente traumatizzato, nei pochi attimi di lucidità afferma di essere stato condotto dal suddetto professore nei sotterranei e che questi gli abbia rivolto qualche domanda prima di passare alle maniere forti per estorcergli le informazioni che voleva.

Lo stimato dottor Virgil Calypsus, ad ogni modo, è abbastanza scettico riguardo alla testimonianza del piccolo:

‘È ancora molto confuso,’ -spiega- ‘E i brandelli di logica che siamo riusciti ad afferrare io e gli instancabili infermieri (Jared è attualmente internato alla sezione Traumi da Maledizione del San Mungo, ndr) sono poco attendibili: continua a fare riferimento a cose scollegate tra loro, una nota favola e il fabbricante di bacchette di cui era cliente. È evidente che il ragazzo ha bisogno di aiuto, potrebbe volerci ancora molto tempo perché recuperi il lume della ragione. Tuttavia la dubbia identità di questo Gilligan -sono stato informato che vi è effettivamente una persona con questo nome iscritta all’anagrafe, ma che il suo aspetto non corrisponde a quello del nostro uomo- fa supporre che sia davvero lui l’autore di questa infamia.’

È proprio a causa dell’ambiguità di questo personaggio che la scuola ha tentato di mettere a tacere la faccenda.

‘Siamo sempre stati molto selettivi nella scelta degli insegnanti,’ -spiega il professor Cagliostro Fatovich, docente di Pozioni- ‘e mi sembra assurdo che un solo errore possa screditare così enormemente il nostro prestigioso istituto.’

Ad ogni modo, la verità è venuta a galla grazie a signori Lovegood, i genitori della vittima, che come noi cercano risposte: chi è veramente Cormac Gilligan? Perché ha commesso un’azione così abominevole?

‘Ti giuro che ho fatto di tutto per evitarlo.’

Silenzio.

‘È solo che… Vedi, il ragazzo non ne sapeva niente, non rispondeva alle mie domande. Io non ci dormivo da giorni, per quella dannata bacchetta, e mi sembrava l’unica soluzione… E ha funzionato, Al: dopo un po’, sforzandosi di ricordare, mi ha detto di aver visto una bacchetta simile a quella che gli avevo descritto nello studio di Gregorovich… Il resto lo sai. Come avrei potuto fare altrimenti?’

Silenzio.

‘Rispondi, Al, ti prego.’

Silenzio.

‘L’ho fatto per il nostro Progetto, Al, per il Bene Superiore…’

‘Io me ne vado.’

‘Che cosa?’

‘Vado a prendere una boccata d’aria; e non provare a cercarmi, non posso vederti in questo momento.’

 

 

Wow, ho citato il Vangelo… C’è sempre una prima volta J Quanto al professor Cagliostro Fatovich… Qualcuno sa se è illegale sfruttare il cognome del proprio preside, magari cambiando il nome di battesimo? :D

Meiyo

 

  

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MeiyoMakoto