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Autore: Sunheart    07/12/2011    0 recensioni
Messina, una generazione complicata.
La storia si sviluppa attorno a un gruppo di ragazzi, che tra molte difficoltà non sempre sceglie la strada giusta.
In una Sicilia non sempre apprezzata, la realtà che la opprime da secoli, e gli errori adolescenziali.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La parte più brutta ma anche più rassicurante di fumare erba è la perdita di memoria. Inarrestabile, arrivi ad un punto in cui non solo non ricordi più niente di un preciso giorno, ma hai chiazze nere in tutti i tuoi ricordi, e più vai avanti più diventano grandi. Poi improvvisamente dimentichi anche le piccole cose, entri in una situazione nella quale senti la testa perennemente vuota, ed i pensieri leggeri.


DIMENTICHIAMOCI INSIEME.


Quell’effetto l’avevo sempre odiato. Giorni, settimane, mesi a volte, di cui non riuscivo a ricordare nulla. Tutto questo è comunque controllabile. Basta non fumare troppo spesso, voler ricordare. Finito Giugno tutto ciò che desideravo era dimenticare. Ogni ricordo doveva svanire, ogni pensiero doveva essere cancellato. E io sapevo farlo. Credo sarà difficile ricordare tutto questo. Era Luglio e il tempo passava senza che tenessi il conto dei giorni. Un Sabato, non riesco a ricordare quale, uscii di casa con uno zaino, dicendo che avrei dormito da Elena. Avevo una festa quel giorno, organizzata in un complesso, per lo più, erano i sedici anni di un ragazzo straviziato e stupido, uno di quelli che si crede un grande dj con le aspettative gonfiate dai genitori, che come se non bastasse erano dei grandi cafoni. Quella sera, per l’occasione, Antonio era sceso a Messina dalle Calabrie, portando non so quanti grammi d’erba calabrese, che, a suo parere, non aveva niente a che vedere con quella di Messina. Ospiti della serata erano anche Alessio, migliore amico del festeggiato in quel periodo, Daniele, un diciottenne che al mondo non ha nulla da offrire, e Alessandra, la ragazza di Antonio, messinese, che ancora non avevo mai conosciuto. Elena e Antonio erano stati insieme, anni prima, ma ormai il loro rapporto era solo d’amicizia. Ovviamente, prima di uscire di casa, Elena aveva chiarito ai suoi genitori che avrebbe dormito da me. E, ovviamente c’era qualcosa sotto. La festa fu interrotta dall’arrivo della polizia ,avvertita dai vicini a causa della musica ad alto volume, che di certo creò confusione tra alcuni di noi.
"Ragazzi ma che siete matti? Se quelli ci controllavano.."
"A te non facevano nulla, dato che non avevi niente addosso, Alessio."
"Si ma a voi.."
"Ognuno si guardi per sé."
Fortunatamente Daniele e Sebi non tardarono ad arrivare, così partimmo verso il Faro. Ero in motorino con Elena, quando Veronica, una delle mie migliori amiche, mi chiamò chiedendomi di tornare indietro per prenderla. I suoi genitori erano partiti per qualche giorno e lei, senza nemmeno il patentino, girava per Messina all’una di notte con il liberty 150 della madre. Arrivammo a Faro e comprammo qualche birra e due pacchi di Marlboro light da 20, per tirare avanti tutta la notte in tre. Avevamo appena finito di sistemare le tovaglie quando chiamò Antonio in cerca di un passaggio; era rimasto a piedi davanti al m’ama. Io e Veronica bevemmo più o meno due birre aspettando gli altri. Quando arrivarono Sebi e Daniele ci fecero ridere: erano nascosti dietro una barchetta di legno e cercavano di rollare qualcosa, ma il vento e l’inesperienza gli erano contrari. Quella sera, in ogni caso, mi rifiutavo di fare qualsiasi sforzo, così aspettammo e alla fine Sebi fece un buon lavoro. Fumammo il primo giro verso le due. Mentre Elena e Veronica andavano a comprare da mangiare, con i miei soldi, Antonio fregava le sdraio al lido accanto. Nel frattempo la Legambiente, un lido lì vicino, aveva finito la sua serata e il supporto delle luci in lontananza era svanito. Presi la coperta di Elena e mi misi sulla sdraio, mentre Antonio si metteva accanto a me. Così aspettammo che arrivassero a sfamare la fame chimica che in realtà nessuno aveva. Erano le quattro e mezza, credo, quando abbiamo fumato l’altro. Alla fine io e Elena ci buttammo per la seconda volta in mare, mentre l’alba si apriva di fronte a noi. Lo spettacolo più bello della mia vita. Interrotto, mio malgrado, dalla puntura di una medusa, che ci fece scappare in fretta e furia. Credo fossero le sette quando andammo via. Elena accompagnò Antonio da qualche parte, mentre io ero con Veronica. Arrivammo a casa sua che il sole era alto, Elena ci raggiunse poco dopo.

Alla fine ci si riduce a pensare a quanto è triste non ricordare i giorni migliori. A chiedersi se quei giorni sarebbe stati altrettanto belli, senza alterarsi la mente.

  
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