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Autore: hugmelovato    08/12/2011    2 recensioni
L'amore non può essere semplice affetto,non è abitudine o gentilezza,l'amore è follia,è il cuore che batte a duemila,è la luce che scende di sera in pieno tramonto,è la voglia di alzarsi al mattino solo per guardarsi negli occhi. L'amore,quando ti tocca lascia dentro te una macchia indelebile.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il sole caldo sulla mia schiena nuda mi svegliò il mattino dopo. Era tarda mattinata, forse pomeriggio. Eppure tutto, esclusa l’ora, mi era chiaro, sapevo esattamente dove mi trovavo. Non aprii gli occhi. Ero troppo felice per cambiare anche il minimo dettaglio. Mi sentivo a mio agio persino sotto il sole cocente. Distesa sul suo petto, avvolta nelle sue braccia, mi sentivo protetta e spontanea. Le sue dita accarezzarono lievi il profilo della mia schiena e capii che si era accorto che ero sveglia. Restai a occhi chiusi e lo abbracciai forte.
Non parlò; le sue dita si muovevano su e giù lunga la mia schiena, quasi senza toccarla, e tracciavano disegni leggeri sulla pelle. Si alzò senza fare alcun minimo rumore. Avevo ancora gli occhi chiusi ma capì che si era vestito.
Aprii un poco gli occhi per vedere dove andava. Rise per la mia espressione buffa.
« Preparati, devo portarti in un posto. » Sbuffai. Quella frase la ripeteva continuamente, non immaginavo dove voleva portarmi, e sinceramente non mi interessava, l’importante è che stavo con lui.
Misi un jeans e una t-shirt a mezze maniche. Faceva caldissimo. Per sicurezza misi anche una felpa bianca. Scesi giù e Zayn era già pronto con le chiavi in mano della macchina. I ragazzi stavano ancora dormendo.
« E la colazione? »
Rise. « La faremo là. » Là? Là dove? Feci spallucce e salì in macchina.
Ripensai alla notte precedente e arrossii. Si, era stata decisamente la notte migliore della mia vita.
Ma avevo ancora un dubbio che dovevo assolutamente scontare.
Sospirai. « Zayn, posso farti una domanda? » Si girò verso di me con aria curiosa e anche preoccupata, annuì dolcemente.
« Quando ero al college i ragazzi mi chiamavano ogni giorno, e quando chiedevo di te mi dicevano che eri a fare altro… so che devo fidarmi di te, io mi fido di te! » Ripresi fiato. « Ma non riesco a trovare una risposta logica. Perché inventavano scuse se l’unica cosa che desideravo era sentire la tua voce? Non ti mancavo abbastanza? C’è un'altra? So che sono pensieri stupidi e sciocchi ma non ci dormo la notte. Non puoi comportarti in un modo e poi in un altro. »
Cacciai tutta l’aria cattiva in attesa di una risposta. « Potresti dire qualcosa… » Dissi acida distogliendo lo sguardo dal suo.
« Scusami, Juliet. Non c’è un'altra. Mai ci sarà. Avevo paura e stavo male. » Sospirò, avevo ancora lo sguardo abbassato.  « …Quando chiamavi il mondo appariva migliore ma sapevo che se avessi sentito la tua voce mi sarei sentito… peggio. So che è un discorso contorto, infondo, io sono contorto! Dicevo ai ragazzi di inventare scuse per non farti preoccupare, ma non è servito a niente. » Continuò.  « Sono stati tre mesi orribili senza te, Juls. Non mangiavo, non dormivo e non parlavo. Mi mancavi fin troppo. Non volevo parlarti perché ero convinto che sarei stato ancora più male… »
Lo interruppi. « E questo lo hai già detto… » Alzai lo sguardo al cielo.
« Il punto è che… mi dispiace. » Mormorò.  « Non volevo causarti dubbi. Ho fatto una promessa, ricordi? Ho intenzione di mantenerla.  » Disse parcheggiando davanti a un cancello verde speranza. Un cancello troppo, troppo familiare. Mi venne un buco allo stomaco, avrei voluto vomitare. Mi strinse la mano e mi sentì già meglio.
Abbozzai un sorriso ed entrammo dentro, ancora mano nella mano.
Intravidi la signora Malik, mamma di Zayn e sciolsi subito le mani. Divenni rossa. Avevo sempre avuto un rapporto speciale con lei, mi trattava come sua figlia ma avevo una paura fin troppo grande per poter riuscire a parlare e dirle che stavo con il suo unico figlio maschio. Mi tremavano le gambe.
« Zayn, Juliet, che ci fate qui? » Sorrise. « Accomodatevi. »
Bene, okay. Sono seduta sul suo divano in pelle. Non riesco a respirare, ho un buco allo stomaco e un nodo in gola.
Potrei stare meglio? No, non credo. Avevo il viso in fiamme, più bollente di una pentola sul fuoco, lo sguardo abbassato e i piedi che tremavano.
« Tranquilla.. » Mormorò sedendosi affianco a me. Tranquilla? No, aspetta, dici davvero?
Non potevo… non riuscivo a stare tranquilla. E se sua mamma non approvasse la nostra relazione? Se togliesse il saluto a Zayn a causa mia?
Stupide paranoie.
« Mamma dobbiamo parlarti… » Mi prese per mano ma Patricia – la mamma di Zayn – non se ne accorse, almeno credo. Mi sentii meglio ed alzai lo sguardo, probabilmente rosso. Incrociai il suo e poi quello di Zayn. Due secondi e avrei vomitato.
« Dopo diversi battibecchi io e Juliet abbiamo capito che… » Sospirò accarezzandosi i capelli. « Io e Juls stiamo insieme, mamma...so che potrà sembrare strano, all’inizio lo è stato anche noi ma… ci farete abitudine. » Mi sentivo tutto il peso del mondo alle spalle. Entrambi si aspettavano che dicessi qualcosa ma non era il momento.
Intravidi un sorriso sul viso di Patricia. « Finalmente. » Sbottò.
« Che? » Dissi con una voce stridula, ma nessuno dei due, per fortuna, mi aveva sentito.
« Mi sei sempre piaciuta Juliet, e sono felice che state insieme… » Aveva un viso angelico, meraviglioso. « Abbi cura di lui! » Mi guardò e rise. Risi anche io, bene, non c’era bisogno di preoccuparsi.
Ci alzammo e dopo aver fatto colazione tornammo a casa.
« Non è stato difficile!  » Dissi cacciando una piccola innocua risata.
« Ma se ho fatto tutto io? » Rise anche lui e dopo un po’ tornammo a casa, quella con il tetto rosso, si.
« La vernice che avete usato per dipingere il tetto era quella che ieri mi hai messo in faccia? » Ma che domanda?
« Si, perché? »
« Ne avete ancora un po’? » Annuì con una faccia interrogativa.
« Ho un idea! » Dissi sedendomi sul divano. « Prendi le vernici, muoviti. » Continuai.
« Sissignora!  » Rise e andò a prendere quest’ultime. Ero in cerca di un foglio e finalmente trovai quel che volevo.
« Perfetto. » Mormorai.
« Cosa? »
Mi girai di scatto e vidi tutte quelle vernici, ognuna di un colore diverso. Sorrisi a trentadue denti.
« Prometti di stare buono. » Doveva essere una domanda ma diventò un affermazione.
Annuì, non capiva niente. Intrecciai la sua mano nella mia e misi un dito per ogni vernice, appoggiai le mani su quel specie di foglio e dopo due secondi. Voilà!
« Guarda che bello… sembra un arcobaleno. » Mi guardò e rise.
Da lì inizio una giornata meravigliosa. Zayn disegnava ed io pitturavo. Certo, oltre a pitturare il quadro ho pitturato anche lui ma erano solo dettagli. Diventammo degli artisti!
« Okay, è finito… » Dissi soddisfatta alzandomi, Zayn mi guardò con aria strana. Dopo poco scoppiò a ridere.
« Sembri un pagliaccio. »
« Senti chi parla! » Cacciai la linguaccia e alzai il quadro. Messo il chiodo lo appoggiammo per bene.
Indietreggiammo di tre passi.
« E’ meraviglioso. » Disse pulendosi la guancia ‘colorata’.
Sorrisi. Si, era meraviglioso. C’erano le nostre mani sopra, tutte colorate, attorno tanti strani disegni e infondo le nostre firme: Juls & Zayn.
Si avvicinò a me. Non trovavo le parole. Come mi era accaduto una volta soltanto, sentivo il suo respiro fresco sul viso. Dolce, delizioso, il suo profumo mi metteva l’acquolina in bocca. Era diverso da qualsiasi altro odore. 
 Dopo diversi mesi ero riuscita finalmente a controllare quelle fottute farfalle, o ancora per poco. Si avvicinò sempre di più a me e con tutta la dolcezza del mondo appoggiò le sue labbra alle mie. Le sue labbra erano meravigliose, come disegnate. Magiche.
Mi accarezzava i capelli e sapevo che lo faceva solo perché voleva sporcarmeli tutti.
Ci staccammo contemporaneamente. Non c’erano rumori, solo il nostro respiro affannoso e i nostri battiti irregolari.
Si allontanò ma tornò subito con la chitarra in mano, quella chitarra.
Iniziai a ridere.
Ci sedemmo a terra, ero di fronte a lui, dire che tremavo era riduttivo. Iniziò a strimpellare qualcosa, dopo tre, quattro note, iniziò a cantare. Quella canzone.
Amava quella canzone e non vedeva l’ora di cantarla alla ragazza che davvero amava, lo disse proprio lui l’anno precedente ai ragazzi e a me.

                                                                                                                   You should let me love you 
Let me be the one to give you everything you want and need 
Baby good love and protection 
Make me your selection 
Show you the way love's supposed to be 
Baby you should let me love you, love you, love you 


Ecco che quelle farfalle si fecero risentire. Maledette.
Mi toccai la pancia, erano più forti di tutte le altre volte.
Sorrisi e lo seguì a ruota.

                                                                                                                Let me love you that's all you need baby

Mi baciò di nuovo, dio se amavo i suoi baci!
Tremava anche lui, abbozzai un sorriso.
« Ti amo Juls… » Disse come un sussurro. Mi sentii male. Mi sentivo svenire, ma non era quello il momento.
« Ti amo Zayn. » Dissi tutto ad un fiato. Mi abbracciò dolcemente.




ECCOMI.
ciaaaao uu.
allora, questo è il penultimo capitolo!
ç__ç
lasciate taaaante recensioni,adieu.
  
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