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Autore: _Misery    08/12/2011    3 recensioni
Malfoy provò la vaga sensazione di essere stato appena preso a pugni, ma l’inghiottì via all’istante.
(Quasi)Flash in undici o dodici puntate, una per ogni canzone degli Hurts, sull'adorabile Lucius (che, per sua sfortuna, s'è imbattutto nella mia drammatica/sentimentale immaginazione da sindrome pre-Natale). Ci provo, almeno!
[ aggiornata tardissimo, chiedo perdono! ]
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy, Mangiamorte, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Goodnight, Travel Well'
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- Il suo vero nome è Suzanne – mormorò il Mangiamorte Dolohov, mentre i suoi occhi frugavano i volti ombrosi dei presenti prima di posarsi definitivamente su quello lunare della sua nuova conquista. – Suzanne Evelyn Crux, era scritto sulla sua tomba. L’ho seguita, la notte in cui l’ho trovata: una dei morti più nascosti di Highgate. Non la trovi fantastica? Dannazione, non sai cosa darei per un attimo della sua vita, di quella sua costante fame. Immagina, Malfoy: poter uccidere Babbani così, quando vuoi, senza nemmeno l’aiuto di una bacchetta. Potresti semplicemente tenere un collo fra le mani – e mimò, esaltato, il gesto di spezzarlo con un colpo secco – e nutrirti quanto ti pare e piace. Magnifico, assolutamente magnifico!
Malfoy sospirò, le braccia incrociate con noncuranza sul petto e lo sguardo puntato, più per distrarsi che per la sua effettiva bellezza, sul Mangiamorte Avery.
- Non posso contestare le sue doti, Dolohov, ma obiettivamente mi sembra abbastanza mediocre – disse, storcendo le labbra e incrinando l’entusiasmo di Dolohov. Crux era seduta tutta dritta sul suo sgabello, nell’angolo più lontano e buio del piccolo salotto, con gli occhi apparentemente persi nel vuoto e un grande lecca-lecca vermiglio tra i denti affilati.
- Questo lo dici tu – replicò Dolohov, punto sul vivo. – Carrow! – chiamò poi, e un omino dalla faccia insolente si voltò di scatto verso di lui. – Puoi anche avvicinarti, invece di fissarla nell’ombra.
- Ah, Dolohov, se ho il tuo permesso – rispose Carrow, leggermente sarcastico, poggiando i pugni sul lungo tavolo polveroso e alzandosi. – Deliziosa creatura davvero – mormorò, mentre cinque paia d’occhi brillanti seguivano il silenzioso percorso della sua mano fino al visetto assorto di Crux; lei parve non accorgersene ma, quando Carrow le sfilò impudentemente il dolce dalla bocca, le sue pupille scattarono verso di lui, scarlatte e ferine, e la collera trasfigurò il suo volto superbo. Una bottiglia di Whisky Incendiario finì improvvisamente contro il muro, in frantumi, e Amycus Carrow avrebbe rischiato di certo una fine altrettanto atroce, se Dolohov non fosse intervenuto.
- Tu! Essere disgustoso, immondo, svergognato! – ululò Crux (ed era, in effetti, la prima volta che udivano la sua voce, ora orribilmente simile a quella di una Banshee), dimenandosi dietro le spalle di Dolohov. – E non puntare quella cosa contro di me, – aggiunse, quando vide la rozza bacchetta che Carrow aveva estratto da una tasca – non osare!
- Sì, rimettila a posto – esclamò Dolohov, visibilmente divertito. – Non servirebbe a un bel niente, Carrow, ti ricordo che loro sono immuni da qualsiasi tipo di magia e che è anche per questo che potrebbero risultare utili al Signore Oscuro. Susie, Susie, avanti! Adesso datti una calmata e lasciaci soli.
Crux fissò ardentemente lui, poi il volgare ominide che l’aveva infastidita e s’era ritirato di qualche passo; s’arrese subito ma, prima di uscire, riprese il suo lecca-lecca e lo scagliò con violenza contro Carrow.
- Ti obbedisce, maledizione – borbottò il Mangiamorte umiliato, tornando al suo posto.
- Le ho promesso molte grandi cose, per farla venire qui – ribatté Dolohov, sedendosi accanto ad un gelido Malfoy. – Sono come l’uomo dei suoi sogni.
- Non mi ha stupito un granché – commentò lui, giocherellando indifferente col manico del suo bastone. – Continuo a pensare che dovresti portarla al Signore Oscuro come tutti gli altri, comunque – aggiunse, e si sporse sul tavolo per chiudere quell’inutile conversazione; eppure l’aveva guardata, l’aveva guardata troppo. E adesso tentava disperatamente di non udirne i passi sempre più lievi, dietro la porta.
 

He says that he got in trouble and if she doesn’t mind,
He doesn’t want the company.
But there’s something in the air,
They share a look in silence, and everything is understood.
 

   
 
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